Resoconto, ultima parte: BOIS 1920 e qualche considerazione generale

Nello stand di Piguet ho potuto provare la novità Cravache, un maschile del '63 rieditato, con un avvio agrumato e legnoso e un carattere vigoroso e presente. Elegante senza dandismo, una fragranza "classica", chic come un abito di Piguet dal taglio riconoscibile e di gusto. Magari non originalissimo, ma checcavolo, funziona alla grande. Qui ho conosciuto Davide Gherardi, che mi ha presentato BOIS 1920, un'azienda italiana di cui sto testando le fragranze una a una con calma, perchè mi stanno piacendo molto (ve ne parlerò presto). Abbiamo chiacchierato amabilmente per oltre mezz'ora, e ne ho ricavato l'impressione di un vero appassionato. Mi ha poi fatto conoscere le 6 fragranze della linea Odori: Cuoio, Spigo, Tabacco, Zafferano, Iris e Odori, in cui il creatore Enzo Galardi racchiude l'essenza della sua città, Firenze. Bello il flacone quadrato incorniciato di legno col tappo di cuoio, io ho appunto provato Cuoio, e mi è sembrato davvero notevole, mentre mio marito è stato conquistato dalla morbidezza legnosa del Tabacco.

Tutte le persone che ho conosciuto a "Pitti Fragranze" mi hanno comunicato grande competenza e professionalità, amore per le fragranze, ma ho notato che per loro i profumi sono soprattutto lavoro, mentre per me (per noi) sono passione, sentimento, arte, e come oggetti d'arte, fanno vibrare il cuore. Avere bellezza intorno (bellezza da vedere, da ascoltare e da annusare) influisce direttamente sulla qualità delle nostre vite. L'arte migliora le persone e le vite che conducono: non è solo una teoria, e non lo dico solo io, io mi limito a condividere nel quotidiano ciò che altri hanno constatato. Non sono sicura che i professionisti dell'industria dei profumi ci pensino effettivamente mai, al fatto che alcuni dei prodotti che producono o distribuiscono influiscono direttamene sulla vita delle persone che li indossano: ad esempio, certe fragranze mi fanno saltare un battito del cuore ogni volta che le indosso, ce n'è una che ha fatto commuovere la Stè fin quasi alle lacrime, un'altra ha fatto sentire la mia amica S. femminile fino al midollo in un modo mai sperimentato prima e anche abbastanza sconvolgente, ce n'è una che scatena la passione in mio marito, mentre un'altra sta aiutando la mia amica N. a ritrovare un pò di serenità in un momento parecchio difficile della sua vita. Per quelli che ci lavorano, si tratta "solo" di profumi, qualcosa di bellissimo e intenso, certo, ma che bisogna trovare il modo di vendere. Posso comprendere Britney Spears o Dolce e Gabbana, la cui fortuna finanziaria non dipende dalla profumeria e che non pretendono di produrre alcunchè di artistico, capisco meno Guerlain o Chanel, non capisco per niente i produttori di profumeria artistica. Non sminuiscono certo il profumo come creazione in sè, anzi, ho capito che sono consci di promuovere qualcosa di magico, ma non sono sicura che capiscano davvero il valore che hanno per chi glieli compra. Ad esempio, qualcuno mi ha detto che chi compra i profumi di nicchia lo fa per avere la fragranza esclusiva, il flacone strano, o perchè pensa che nella nicchia, i profumi siano tutti naturali (!). Sarà. Ma se è davvero così, la colpa è anche loro, che non sanno comunicare il valore enorme di quello che vendono. Forse, il fatto che le vendite della nicchia rispetto alle vendite totali dei profumi rappresentino solo il 3% potrebbe dipendere anche da questo? Chissà se ci riflettono mai su queste cose, mentre esaminano i dati di vendita dell'ultimo trimestre, o mentre programmano gli stages di formazione per le commesse delle profumerie?

Commenti

halexy ha detto…
Condivido in pieno tutto quello che hai detto riguardo alla bellezza e alle emozioni che i profumi ci regalano, e ,logicamente per provare delle emozioni bisogna amare o comunque lasciarsi coinvolgere profondamente!!
Hai espresso tutto quello che anche io penso così perfettamente, che non mi sento di aggiungere niente altro.
Sarebbe superflua qualsiasi altra considerazione,almeno per me!
Diakranis ha detto…
ma sai che forse non lo voglio più vendere il mio diorella vintage?

non ho potuto fare la prova in diretta del vintage e del nuovo, ma oggi che ho provato il vintage dopo aver provato una settimana fa il nuovo..
beh oggi, il mio diorella mi è sembrato meno acerbo del nuovo..
sempre molto agrumato, ma molto meno agrume acerbo.. poi ora che si sta aprendo il bouquet.. già già io mi sa che sto profumo, anche se non è proprio il mio genere preferito, mica lo vendo.. io me lo tengo... :-)
Diakranis ha detto…
ah, comuqnue io i bois li ho provati quasi tutti.. mi manca il vetiver...

il mio preferito è 1920 extreme e non ho disprezzato sutra ylang...
Diakranis ha detto…
ovviamente il patchouli non mi è piaciuto e gli altri non mi hanno lasciato niente di speciale..
a parte sushi imperiale, che però mi ha lasciato dello "strano" addosso.. magari il nome così succulento...

anche la colonia classica non era male, ma la extreme molto meglio!
ADJIUMI ha detto…
BOIS 1920 mi sta conquistando sempre di più!
Li conosco da poco e non li conosco ancora tutti, devo dire che il mio preferito, per ora, è sandalo e thè!
Marika Vecchiattini ha detto…
Il Patchouli mi è piaciuto davvero molto, ma anche Sushi Imperiale l'ho torvato particolare, insolito, sa lievemente di alimentare ma alimentare salato (tipo il pesce), limone, con qualcosa di dolce... non so, in mezzo ad altre creazioni buone ma con componenti un pò standard (il Vetiver, il Patchouli ecc), questo esce fuori dal coro. Adjiumi, sai che il sandalo l'ho lasciato per ultimo? Perchè qui è associato al tè che io non amo particolarmente; comunque se ti è piaciuto, stasera lo proverò di certo!

Diakanis, sai, me lo immagino più "rotondo", più armonioso, il Diorella vintage. Non lo vendere, ma goditelo di tanto in tanto, come fosse un dolcetto prezioso.

Halexy, :-) !

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