Pitti Fragranze - i nuovi trend

La novità più importante di quest’anno è stato il cambio di location, e se da un lato la Stazione Leopolda è un luogo affascinante e più capiente (gli espositori sono passati da 110 a 160), il fascino dei Giardini di Palazzo Corsini è un po’ mancato. Ma siccome i temporali estivi sono romantici solo se puoi stare ad ammirarli in campagna, il non essersi inzuppati come gli anni scorsi è stato senz’altro un bene. Inoltre, il fatto di avere una location meno bucolica e più “professionale” secondo me ha portato un salto di qualità nell’evento.
Pitti Immagine Fragranze è un’occasione speciale perché raramente puoi provare tutte le fragranze di un marchio. E se anche lo chiedi, solo all’Olfattorio sei sicuro di poterlo fare (senza smorfie). Invece, sentire tutte le fragranze di un marchio è importante perché ti permette di capire cosa vuol dire quel marchio o quel creatore attraverso le sue fragranze, capisci se dietro c’è una visione estetica e qual’è, e questo è fondamentale per capire i singoli profumi, per inserirli in un quadro generale.
Inoltre è necessario sottolineare che in questi ultimi anni la nicchia sta tirando tantissimo e molti nuovi marchi sono nati, o rinati, proprio per sfruttare il posizionamento nel settore “alto” del mercato. Ma nel frattempo giovani profumieri sono cresciuti, c’è più consapevolezza anche tra il pubblico… e alla lunga le differenze tra l’arte e la fuffa le imparano tutti. Pitti Fragranze permette di farsi un’idea della direzione presa dalla profumeria selettiva o “di nicchia”, quali trend si evidenziano, cosa possiamo aspettarci nel prossimo futuro, e io mi sono fatta l’idea che si parlerà sempre più di materie prime naturali, proprio perché le recenti regolamentazioni IFRA ne escludono parecchie, e quindi stanno diventando sempre più ricercate ed esclusive. Ci sono compositori che creano a proprio nome (che ci mettono la faccia e la credibilità) hanno volumi di vendite che gli permettono di comprare i naturali migliori senza svenarsi; mentre altri hanno nel DNA del brand l’esclusività VERA (The Different Company, Amouage per citare solo i primi che mi vengono in mente); penso che solo queste due categorie di profumieri continueranno ad usare dei bei naturali costosi e di personalità. Se gli altri marchi si dirigeranno verso la creatività più sfrenata, con degli exploit di straordinaria originalità, capriole di design e maestria profumiera, saranno vacche grasse per tutti e ho già l’acquolina... Altrimenti, i marchi che non possono contare su creatori con una visione forte ed originale, nè su investimenti adeguati, potrebbero essere destinati a lasciarci le penne entro qualche anno.
Avevo fatto un lista delle novità che volevo provare (la trovate qui). Quella che mi ha colpita di più è stata Oriental Lounge di The Different Company. Celine Ellena è riuscita a fare un ottimo lavoro con un tema, quello orientale, strasentito e prevedibile. Lei ha tirato fuori la trasposizione olfattiva di una decorazione orientale. Non tanto l’atmosfera opulenta e esotica dell’oriente (come luogo “altro” da qui) ma gli oggetti dell’oriente, portali istoriati, pergamene con grafiche stilizzate e colorate. Molto affascinante, presente, ben fatto, legato a maglia stratta tanto da non riuscire a percepire i passaggi tra un accordo e l’altro, con una magnifica nota speziata, calda, morbida, che non riconosco, che fa da legante a tutta la composizione.



Poi mi sono piaciuti i quattro profumi del Laboratorio Olfattivo (Daimiris di Pierre Guillaume, Cozumel e Alkemi di Marie Duchene-la stessa autrice di Casta Diva e Patchouli di Nobile1942- e Alambar), specialmente Daimiris e Cozumel. Il primo è un iris cremoso, carezzevole con accenti cuoiati e liquorosi, il secondo è un cuoiato lievemente speziato morbidissimo, con una base diafana che mi ha fatto sospirare. La linea è sofisticata, ma on un’impronta moderna molto marcata. Bravi!


Mi è piaciuto anche il nuovo di Amouage, Epic, un mix pepe/incenso/vaniglia magari non originalissimo nell’accordo, ma notevole. Il bilanciamento piccante/dolce rimane sempre sul filo del rasoio, e solo nel finale la vaniglia/benzoino prende il sopravvento, ma in maniera discreta. In quest’occasione, di Amouage ho riscoperto l‘intera linea. Sebbene le note corpose, i bei naturali e le composizioni complesse mi avessero intrigata fin da subito, mi ero fermata all’opulenza, alla ricchezza della linea, e le ho prese tutte insieme. Invece ho avuto modo di trascorrere un po’ di tempo con ognuna di loro separatamente e devo dire che l’ammirazione per questo marchio è cresciuta. Ad esempio ho rivalutato Gold, che finalmente ho capito che due anni fa non l’avevo capito per niente, mi era sembrato un mazzo enorme di fiori e spezie cacofonico e poco ordinato, e invece questa volta l’ho prima sentito un paio di volte su mouillette e solo dopo sulla pelle, così quando ha dipanato tutta la matassa di fiori colorati ho sentito come un corteo con le trombe, ma anche con i velluti (lo so, non esiste uno strumento di velluto, ma se ci fosse, l’immagine sarebbe quella), e mi ha catturata. Ho potuto risentire bene Reflection, sia maschile che femminile, che trovo in entrambe le versioni eccezionale, raffinatissimo, poetico nella versione femminile aromatico e vigoroso in quella maschile. Belli. Non ho potuto sentire El Oud di L’Artisan Parfumeur perché i 30ml del tester sono finiti subito, mentre il nuovo Havana Vanille sempre di L’Artisan Parfumeur mi è piaciuto… così così. Una vaniglia liquorosa, fumosa insolita, dove il lato gourmand non è dato dalla nota vanigliata ma da quelle di rum e cacao, e quindi evita qualsiasi effetto meringata (stiamo pur sempre parlando di Duchafour!). A me ha ricordato l’odore del Mozartkugeln, il dolcetto austriaco. Lo riproverò senz’altro perché l’originalità creativa, è indubbia, anche se della linea dell’Artisan a me bastava Vanilia (tra l’altro sono felice che esista almeno uno di Duchafour che non amo alla follia).
Quest’anno l’oud è andato tantissimo, tra i nuovi Montale lanciati nel 2009, l’Artisan, Le Labo e tutti gli altri… l’oud è ovunque, persino Comptoir Sud Pacifique ha fatto uscire quattro oud (di cui uno piacevolissimo)! La novità del 2010 potrebbero essere fioridarancio?

Commenti

Tamberlick ha detto…
Cara B&B,

secondo me il trend "Oudh" è ancora all'inizio: i fiori d'arancio dovranno aspettare ancora un po'.

Sono invece curioso di vedere come i Nasi affronteranno le bieche grida dell'IFRA, anche se non ho capito molto bene quel che hai scritto. Potresti rispiegarmelo per favore? Io ho capito che verranno vietate alcune materie prime naturali e che questo innescherà una corsa verso quelle stesse materie prime, ma di maggior qualità. Ho sicuramente equivocato: a mia discolpa allego che non conosco al dettaglio le raccomandazioni che quella lobby (chiamiamola per quello che è, non è un insulto) ha emanato e continua ad emanare inventandosi la pericolosità, tra le altre, del muschio di quercia.

Già mi immagino il dramma che si sta, in queste ore, consumando in Paradiso: "Msr. Coty, lo sa che lei nel 1917 ha creato qualcosa di più pericoloso delle sigarette? Lei ha creato il Chypre, che contiene del pericolosissimo muschio quercino!! Sappia che stiamo seriamente riconsiderando la sua (eterna) posizione qui da Noi. Si prepari ad essere spedito all'Inferno da un momento all'altro" - "Ma no, aspetti! E il signor Philip Morris allora?" - "No, lui no: lo mandiamo in Purgatorio perché ha avuto il buongusto di tappezzare i pacchetti delle sigarette con inquietanti epigrafi del tipo NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE" - "Bella storia, l'hanno costretto! Non potevate dirlo anche a me?" - "Eh no!" - "Perché no?" - "Perché il muschio quercino nuoce gravemente alle tasche di Chissachì".

Chiudendo il siparietto tragicomico, non mi stupisce che anche tu, come me, abbia prediletto dei 4 Laboratorio Olfattivo proprio Cozumel e Daimiris... Se non ricordo male all'Exsence eravamo piuttosto sincronizzati sugli stessi gusti (vedi Black Afgano, anche se l'ho un po' riconsiderato). Cozumel su di me diventa un sandalo sontuoso, con un bell'inizio di gomma simile al bellissimo "accordo daim" che percorre da capo a fondo Daimiris.
Quanto ad Oriental Lounge, alla vaniglia di Duchaufour e ad Al Oudh, ti dirò che il primo mi ha colpito molto più nel conetto due o tre giorni dopo. La seconda la devo rivalutare molto bene. La speravo più secca. Il terzo, snasato da un conetto precedentemente asperso, si è presentato al mio naso con note "ascellari" per poi aprire la porta ad un oudh un po' "domestico". Ma siccome è l'oudh che sto cercando (cfr. Cruel Intentions, l'unico Kilian che mi sento di salvare, ma fuori budget) chissà che l'Artisan incriminato non faccia al caso mio? I Comptoir sono un po' scontati. Non mi dispiace Oud Intense... che però non ha ombra d'oudh nella piramide!

Spero di averti divertito col processetto a zio François...

Ti abbraccio!

T/DJosé
stefania ha detto…
Cara Marica,
Ho seguito con attenzione i tuoi resoconti dettagliati su "fragranze" poichè, come sempre, chi ci lavora vede poco o niente e alla fine è un gran peccato, perche da curiosa e appassionata quale sono, avrei preferito girare con voi per gli stand!Molto interessanti le tue considerazioni finali sui trand del mercato, concordo sulla rarità delle materie prime naturali ma attenzione a non prendere
"Fiski per Fiaski"...la natura ce la siamo giocata già da un pezzo...purtroppo!
Mando un caro abbraccio a te e a tutti gli amici incontrati alla ns pazza cena "Fragrance Cospiracy"
A presto!Stefania
stefania ha detto…
Senza rischiare di voler togliere emozione all'arte del profumo,dato che spesso e volentieri ci domandiamo cosa vi stà dietro, e questo Blog ne è la prova inconfutabile, vorrei lanciare un sasso...vediamo chi lo raccoglie!?

Supponiamo che passi la nuova normativa proposta dall'IFRA.Potremmosintetizzarla semplicisticamente come normativa "NoNatural" una sorta di manifesto del capitalismo olfattivo!
viene spontaneo domandarsi dove andranno a finire tutti quei produttori che coltivano in zone come laJugoslavia,è il caso del noto Muschio di Quercia incriminato, oppure zone come la Bulgaria,il Marocco, l'India,l'indonesia il Brasile, e molti altri.
E' un bene ricordarsi che l'industria del profumo vanta fatturati stellari, e grazie a questo muove forze lavoro sopratutto nel settore ella manodopera agricola, fondamentale per il sostentamento dei paesi poveri da cui le coltivazioni provengono e che spesso sono oggetto di sfruttamento da parte delle multinazionali...
Stefania
Anonimo ha detto…
e invece secondo me ci si butteranno tutti sopra...
guarda KK che ha tirato fuori ben 3 profumi che hanno il fior d'arancio come tema centrale,

http://1000fragrances.blogspot.com/2009/09/review-maison-francis-kurkdjian-magic.html


e pensa a Rubj di Vero Kern...
Anonimo ha detto…
ero annamaria a cui non funzia account google
Tamberlick ha detto…
Sì sì, Anna Maria: avevo capito che eri tu!
Per chi non seguisse il forum, Anna Maria continuava con me una discussione da me aperta sul forum di Adjiumi su Kurkdjian e la sua linea personale di profumo e non solo.
Il post di Coifan l'avevo letto bene: è precisamente da lì che ho aperto la discussione sulla "Maison Kurkdjian": http://www.adjiumi.it/adjnpforum/index.php?showtopic=2855

Da un lato, tuttavia, penso Kurkdjian sia, per quanto un riferimento emergente, uno solo: è ancora presto per trarne un vero e proprio trend. Attendiamo che altri si mettano nello stesso alveo.
Dall'altro dico che stavo rispondendo a quella che mi sembrava una battuta di Marika. Che poi battuta lo è sino a un certo punto.
Infatti, chi associa ai fiori d'arancio solo candide sposine o, per far proprio peccato, una pastiera napoletana ben fatta, ne ha una visione un po'troppo semplificata. Ad esser bravi nasi, i labirinti indolici da esplorare dietro l'apparenza innocua dei bianchi fiorellini sono veramente tanti! Basta entrare in contatto anche una sola volta con l'assoluta di neroli per rendersene conto...
Quanto a Rubj... su di me non colgo una evoluzione bella come in Kiki diventa una via di mezzo tra un talco e una chypre) e non si "apre" come Onda. Però resta un gran bel estratto.
Una piccola nota sugli estratti di Vero... Kiki e Rubj sulla mia pelle non hanno la longevità di Onda.
Sabricat Glamour ha detto…
Ma si!C'è posto per tutti nel mio armadietto, oudh, fiori d'arancio..magari proprio un oudh ai fiori d'arancio.
Se qualche naso è in ascolto..anzi in lettura. La bellezza del mondo del profumo è che non ci sono regole modaiole. Io ad esempio in questi giorni di tempo variabile, passo da un modernissimo China White di Nasomatto ad un classicissimo Habanita di Molinard senza problemi! E c'è chi è molto più volubile di me.
Ciao a tutti
Sabrina
Marika Vecchiattini ha detto…
Tamber, ciao, i fiori d'arancio in realtà sono già in arrivo, la nuova linea di Kurkdjian sta lanciando il trend. Chi uscirà con un oud il prossimo anno sarà già almeno un anno in ritardo... ma succederà di certo e magari ne usciranno ancora di ottimi. Vedremo...
Non è che l'IFRA stia vietando ora alcune materie prime naturali e che i profumieri si adeguino d'un botto. Sono anni che ad ogni raccomandazione vengono depennate o drasticamente ridotte alcune materie prime, e depenna oggi depenna domani, diventa difficilissimo creare qualcosa che sia insieme originale e conforme alle raccomandazioni IFRA. Se pensi che persino il gelsomino è incriminato... Cento anni e più di profumeria stanno per concludersi malamente. Anche perchè, quel che fino a poco fa erano semplici raccomandazioni emesse da un organismo finanziato dall'industria profumiera (e quindi senza autorità di legge), tra qualche tempo acquisiranno lo Status obbligatorio perchè sembra che l'UE voglia recepirle e farle proprie. E ci sarà da piangere amaramente. Dedicherò un post a tutta questa faccenda, così da spiegarla per bene visto che è una questione complessa, attorno alla quale girano cifre a sei zeri. (il processo a "zio Francois" mi ha fatto rotolare in terra! :-)))
Li hai provati tutti su pelle, il TDC e i due Artisan?

Ciao Sefania, che bello vederti da queste parti! E' vero che la natura ce la siamo giocata da un pezzo ma qualcuno che resiste c'è, qualcuno che sa far fiorire fiori dove fiori non ce ne sono o sa far apparire un nuvolone nero denso di pioggia in mezzo a un bosco di cedri. Natura e sintesi insieme, colori, luci, forme naturali e sintetici si completano se sai come accostarli, e noi non dobbiamo smettere di parlare di chi sa fare questi miracoli, visto che qualcuno ancora c'è (fortunatamente!). Il fatto che le raccomandazioni IFRA siano accolte a livello di Unione Europea è solo una questione di tempo, purtroppo. Non c'è un "se", ma solo un "quando". Ti ringrazio per il discorso che fai sulle coltivazioni che verranno smantellate lasciando nella povertà intere popolazioni: questo discorso è assolutamente fondamentale ed invece è raro sentirlo fare. Soldi, soldi, soldi... le multinazionali pensano solo a quelli e non sanno cosa sia l'etica (salvo aderire a qualche finto progetto di facciata da pubblicizzare per ripulirsi la coscienza). Fai bene a lanciare il sasso e io lo raccolgo, come scrivevo più sopra, voglio dedicare un post a questo argomento, che mi manda in bestia da qualsiasi angolazione io lo guardi (dalla parte di chi le materie prime le coltiva e rimarrà senza sostentamento, dalla parte di chi è costretto a lavorarle ed assemblarle senza gioia, senz'arte e senza umanità, dalla parte di chi comprerà un prodotto finito puzzolente e senza alcuna emozione). E più ne parlo e me ne informo, più schifo mi fa.
ps
A quella cena mi sono divertita da morire: W la Fragrance Conspiracy!!!

AnnaMaria, a Kurkdjian io aggiungerei Un Matin D'Orage di Goutal, il prossimo Tauer e so per certo di averne sentito un altro a Fragranze e non mi ricordo di chi sia mannaggia...

Sabri, un oud ai fiori d'arancio, sto già sbavando. Anche io sono volubile, e anche io mi sto godendo il mio estratto di Habanita nuovo nuovo. Ti invidio un pò il China White, è davvero un bel profumo, io vado col suo fratellino Black Afgano!
Sabricat Glamour ha detto…
Non so se qualcuno di voi è stato recentemente a Grasse come me questa estate. A fine agosto mi trovavo lì appena uscita da Molinard, insieme al mio compagno riprendiamo la macchina per tornare in albergo e ovviamente ci perdiamo. Accostiamo per consultare la cartina accanto una casetta in legno immersa nel bosco, sembrava uscita dalle fiabe. L'insegna parlava di Profumeria, neanche a dirlo mi ci sono tuffata dentro. Ma proprio davanti la porta un cartello ci avvertiva che una famiglia di profumieri che da decenni proprio lì creava profumi, non essendo più a norma con le direttive della comunità europea aveva deciso di convertire quel piccolo regno in una sorta di negozio di souvenirs. Ovviamente sottolineavano che per essere "a norma" ci vogliono un sacco di soldi.
Anche per loro, qualsiasi battaglia per difendere le piccole realtà avrà il mio appoggio e contributo.
Sabrina

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