Thomas Fontaine e la Maison Patou (2/2)

(questo post inizia qui)
Per questa intervista incontro Thomas ben due volte, ed entrambe finisco letteralmente ipnotizzata da quei magnetici occhi blu...


Thomas, raccontami il tuo ruolo presso Patou!
“Il mio ruolo all'interno di Patou è... creare profumi! Ovviamente per prima cosa è necessario vigilare sulle fragranze storiche, ma questo non significa che non stiamo pensando ad eventuali fragranze nuove. Ma di questo parleremo dopo".

Com'è lavorare per un marchio così ricco di storia?
"Bellissimo, io ho sempre desiderato lavorare per Patou! Quando studiavo all'Isipca, il patronage per i miei studi era proprio di Patou!" si vede che niente accade per caso...
"Fin dal primo giorno ho sempre avuto chiaro che i profumi Patou non hanno nessun bisogno di essere rimodernati: hanno fatto la storia e l'hanno trascesa, che bisogno c'è di trasformarli? Il mio compito è quello di restituire loro la grandezza del passato nel rispetto dei canoni IFRA. Inoltre, il passaggio da P&G a Designer Parfums ha permesso a Patou di riportare la produzione in Francia, e questo ha significato dover ripensare tutto daccapo".

Da cosa sei partito?
"Da quello che caratterizza i profumi Patou cioè la... Patounade, il famoso accordo rosa/gelsomino, che in "Joy" raggiunge vette ineguagliabili di bilanciamento: le due note si sciolgono una dentro l'altra come in un gioco di anamorfosi... hai presente quando un volto viene modificato al computer per trasformarlo nel volto di qualcun altro? Ecco, sono partito da lì. Patou possiede ancora dei campi di preziosa rosa di maggio e di gelsomino di Grasse (ovvero quel "Jasmin Pays" -gelsomino "nostrano"- che costa 80mila euro al kg) che assicurano un approvvigionamento sufficiente per la produzione di Joy. Inoltre ho chiesto aiuto a Jean Kerlèo (ancora attivo presso l'Osmothèque), che è stato generosissimo di consigli e aiuti, sia sul piano filosofico, che sul tecnico. Ad esempio è stato possibile riprodurre alcune materie prime in modo che si avvicinassero a quelle che si usavano 50 anni fa, mentre altre sono state ripristinate proprio grazie alle formule che Kerlèo mi ha gentilmente mostrato, e non è cosa che farebbero tutti!"

Capisco che Thomas è affascinato dall'arte visiva, che si interessa di moda, pittura e design, perchè mi dice "La profumeria, come anche la pittura, è una questione di cultura, tecnica, creatività e materie prime con cui esprimersi. Queste quattro voci sono tutte importanti allo stesso modo e non puoi fare a meno di nessuna di loro: senza cultura non c'è creatività, senza le materie prime giuste o senza tecnica adeguata non riesci ad esprimere certi concetti creativi, e senza creatività le altre tre voci rimangono sterili..."

Gli chiedo a quale arte si dedica nel tempo libero: canta "Mi piace moltissimo la musica barocca, faccio parte di un coro. Ed è strano, perchè in tutti gli altri aspetti della mia vita, e anche in profumeria, preferisco la linearità". (Una linearità studiata ad arte, però: entrambe le volte è vestito impeccabilmente, con un abito griffato di taglio sartoriale che starebbe benissimo a Don Draper di Mad Men!).

Cosa ti piace di Patou come sarto? C'è corrispondenza tra la sua couture e i profumi che faceva comporre?
"Patou è stato un sarto straordinario: ha saputo trasformare la ricchezza decorativa dell'Art Nouveau nelle forme lineari dell'Art Dèco, creando una couture sofisticata ed essenziale che mi conquista. Anch'io, in fondo, preferisco sempre semplificare. Non ho ancora capito se ho un animo zen o sono semplicemente pigro, ma in ogni caso amo lavorare con formule brevi e d'impatto -massimo 30 note- che siano immediate da comprendere. Soprattutto, le materie prime devono sentirsi tutte. Che senso ha introdurre delle materie prime nella formula, e poi non sentirle? Io voglio che quello che scelgo di usare abbia spazio per esprimersi. Questo significa che in una fragranza ci sono solo un tot di post disponibili e che vanno assegnati tutti; ma significa anche che non c'è spazio per mettere quello che non ci sta. Creare, è un lavoro di sottrazione."

Per quanto riguarda la riedizione dei Patou storici, aspettiamo a breve l'uscita di "Joy" "1000" e "Sublime", mentre il mio amato Chaldee è previsto per l'anno prossimo
Inoltre, Thomas sta lavorando a un nuovo profumo. "Un nuovo Patou!" esclamo, presa dall'emozione "Sì ma non posso ancora dirti niente! Non abbiamo uno schedule vero e proprio, in Patou le cose si fanno in maniera diversa, con calma e senza fretta. Il profumo uscirà solo quando saremo veramente convinti che sia pronto".

Thomas, grazie per il tempo che mi hai dedicato, non vedo l'ora di annusare le nuove meraviglie che stai preparando per noi!

Foto da Basenotes


Commenti

Madame ha detto…
adorata, 1000 è uno dei miei profumi preferiti...ma posso dirti che sono affascinata da sublime..ma ancora non ho capito se mi piace..bacio immenso..
santin
Marika Vecchiattini ha detto…
Ooohhh eccola qui che torna ogni tanto ad annusare e farsi annusare!!!
Quando ho letto "adorata" sapevo già che eri tu, mia cara Santin!!!
Bene, spero che tu stia alla grande, e che stia indossando qualcosa degno di te. 1000, ad esempio, mi sembra una scelta raffinatissima. Io invece oggi indosso Sublime mi è appena arrivato un campione nuovo e lo sto provando. Lo adoro: i fioriti aldeidati e io andiamo decisamente d'accordo.

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