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"Doblis" (Hermes, 1955, ried. 2005)

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Creato da Guy Robert nel 1955 e rieditato nel 2005 in numero limitato, questo è stato uno dei primi profumi a base di cuoio; il termine "Doblis" indica proprio una qualità molto morbida e pregiata di pellame per oggetti. Il profumo è in un flacone uguale a quello di Calèche, ma il liquido è più chiaro. In qualche momento, me lo ricorda pure, anche se alla base non ci sono elementi in comune. Mi ero lavata i polsi apposta, così me lo sono fatta spruzzare direttamente sulla pelle. E sonoo entrata in Paradiso. La prima nota che ho sentito è stata quella pungente del coriandolo, ammorbidito e bilanciato perfettamente dalla camomilla. L'altra nota pungente (il timo) è scomparsa quasi subito. Nel cuore c’è assoluta di rosa e gelsomino. La rosa su di me si è sentita poco e niente (e meno male, perchè non mi appassiona), mentre il gelsomino ha preso il sopravvento... un gelsomino secco, splendente; non so come spiegare il contrario di cremoso e soffice. Smaltato, brillante. E com

Parfum Sacrè (Caron, 1990)

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Un orientale caldo, sensuale,Legni preziosi e resine antiche: la terra, il bosco, la saggezza e la nobiltà d'animo. Aprono il pepe ed il cardamomo, poi il gelsomino e la rosa, per chiudere con mirra, ambra, vaniglia, muschio, zibetto. E’ dolce, come una carezza con un guanto di seta.Quando ho indossato questo profumo la prima volta, mi si è accesa l'immagine di un grande falò nel buio, in una radura. E c'è una dama, a metà tra una principessa ed una fata dei boschi, con una ricca veste di damasco dorato lavorato a grandi fiori color arancio. E' sola nel buio della radura, i lunghi capelli sciolti, ferma in piedi e completamente assorta a fissare, questo grande falò, da cui salgono i profumi balsamici dei legni e delle resine che bruciano, e le sue vesti e i suoi capelli s'impregnano di questo fumo sacro. Molto particolare, non tutti lo ameranno.

Lys (St. Barth)

Sabato, mentre ero a Noli e stavo scegliendo in quale vicoletto fresco fresco prendere l'aperitivo, ho fatto un giro in un'erboristeria. Lì avevano il profumo Lys di St. Barth.Mi sembrava di ricordare che l'aroma del giglio non fosse ancora stato catturato e che i profumi al giglio cercassero, mettendo insieme aromi diversi, di riprodurlo ma senza avvicinarsi molto alla realtà. Per curiosità sono entrata e ho chiesto di provarlo. A parte la persistenza davvero eccezionale (ma lo sapevo già, conosco già il Tiarè di St. Barth e se lo spruzzo al mattino, la sera è ancora lì), mi ha colpita l'aroma. Niente di vicino ai gigli che mi ricordo. Mi ha fatto venire in mente un coro che canta in tonalità diverse, ma con tutte le voci insieme dall'inizio alla fine. E' un pò piatto, sì, ma non in modo sgradevole. E' come se non volesse, essere sfaccettato.Apre la violetta, poi la tuberosa e il gelsomino, chiude il muschio. Ma, come dire, sono tutti già lì, dall'inizi

Shalimar (Guerlain, 1925)

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Versione vecchia, ovviamente. Dell'ennesima versione modificata, uscita un paio d’anni fa e che ora si trova in tutti i negozi, non sono ancora in grado di parlare. Forse, quando mi riprenderò dallo choc. Sono diventata matta a cercarlo, perchè le grandi catene rinnovano spesso il magazzino e rendono i vecchi invenduti, così ho dovuto cercare in quelle piccole. In centro storico ne ho trovata una che sta  lì dagli anni '50 e ad occhio non ha mai cambiato l'assortimento... ci sono ancora un sacco di Caron! E' lì che ho trovato il mio Shalimar: l’ho spruzzato e… puf! mi ha raccontato ancora una volta l’intramontabile storia d’amore tra lo Shah Jahan e l’adorata moglie Mumtaz Mahal, per la cui morte lui si disperò tanto da volerne rendere eterno il ricordo, facendole costruire la tomba più bella del mondo: il Taj Mahal.   Shalimar: ovvero "la dimora dell’amore", ma anche l’orientale più famoso del mondo, creato nel 1925 da Jacques Guerlain,  un profumo avvo

Insolence (Guerlain, 2006)

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Dopo le innumerevoli Acque Allegorie, L’Instant, Champs Elysées, avevo paura che anche questo fosse una delusione, invece mi è piaciuto. E’ vero, somiglia ad Apres l'ondèe, anzi è come se lo citasse -anche in maniera molto riconoscibile- ma nel contempo lo "aggiornasse" rendendolo più accattivante, ma non in senso esclusivamente commerciale: voglio dire accattivante per il nostro naso da 21esimo secolo. Mi sono sentita un pò ignorante, perchè questo andamento "a spirale" di cui si è parlato non l'ho riconosciuto. Semplicemente, tutte le note si sentono dall'inizio alla fine, in alternanza, e non c'è una vera e propria evoluzione della fragranza in senso stretto. Qualcuno potrebbe trovarlo un pò banale o confuso per questo, diciamo poco sviluppato, ma l'accordo è davvero buono, e il fatto che dopo due-tre ore sia sempre lì, sempre uguale, solo un pò più "caldo", a me non è dispiaciuto per niente. Ha una violetta brillante, lamponi, e la

L'Homme de coeur e L'Homme sage (Divine)

Poi ci sono due maschili eccezionali: l'Homme de Coeur e l'Homme Sage: il primo è fresco, cristallino, come la luce che filtra tra gli alberi di un bosco di prima mattina. La nota principale è l'iris, a cui si aggiungono vetiver, ambra e lingua di cervo, chiude l'ambra grigia. Un profumo brillante, smaltato e purissimo, di una raffinatezza unica. Lo immagino su una donna esigente e dai gusti difficili, o su un uomo, qualsiasi uomo, che voglia trasformarsi all’istante in un Principe. L'Homme sage è più boscoso, di legni e resine, più intenso, più "saggio". Traduco dal loro sito: "note di di testa: zafferano e mandarino, cardamomo e lychee (che io non sento affatto). nel cuore balsami e legni aromatici illuminati da fiori e dal patchouli; le note di base sanno di muschio di quercia, ambra e incenso". Le note di testa volano via in 10 minuti e tutto il resto esce tutto insieme, si evolve scendendo di tono, diventando sempre più intenso, vellutato e

Divine e L'Ame Soeur (Divine)

Ho letto su un forum americano di una piccola azienda brettone situata a Dinard, e siccome il nome Divine mi ha molto incuriosita sono andata sul loro sito. Gli ho scritto per vedere se potevano mandarmi qualche campione, visto che qui non si trovano, e mi hanno mandato un pacchettino con la loro produzione (5 fragranze) e un biglietto di ringraziamenti. Oltre alla gentilezza, quasi strana, in questo mondo, ho apprezzato moltissimo le fragranze. Mi sono innamorata di l'Ame Soeur, un fiorito aldeidato delicato, femminile, elegante, non è invadente ma si fa notare. Mi ha ricordato White Linen di Estèe Lauder, uno dei miei profumi preferiti di sempre, ma in versione francese. Cioè, come se il profumiere (Yann Vasnier) annusando White linen si fosse innamorato dell'idea di base e abbia pensato di svilupparne il filo in maniera più francese. Ci ha messo gelsomino, ylang ylang e ambra grigia (insieme ad una rosa Bulgara che però io sento appena appena, lievissima...). Il risultato se

Baghari (R. Piguet, 1955 - ried. 2006)

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PLEASE SCROLL DOWN FOR ENGLIST TEXT! Ieri sono andata in profumeria per vedere se era arrivato Fracas di Piguet che avevo ordinato, e la signora oltre a darmi una fantastica confezione con edp da 50 ml e crema corpo, mi ha detto "visto che le piacciono i profumi un pò retrò le faccio sentire questo, sempre di Piguet, arrivato in questi giorni!", me lo spruzza generosamente e... e bbamm! come ricevere un colpo sulla nuca.Forte, spesso, ammaliante, misterioso, intossicante, e soprattutto originale, non saprei nemmeno definirlo se non come un chyprè fiorito orientale... che si apre con bergamotto e fiori d'arancio coccolati da aldeidi piuttosto forti; racchiude un cuore di fiori "spessi" (rosa damascena, gelsomino, ci sento della tuberosa) e finisce con spezie iris, vetiver, muschio, ambra e vaniglia.Ha una persistenza eccezionale, e un qualcosa che mi ricorda il profumo del rossetto rosso. Se lo annusi direttamente sul polso, è quasi sgradevole. E' l'aria

Aimez Moi (Caron, 1996)

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Quello che sento sulla pelle è un bellissimo mix violetta-anice-iris che al contempo è femminile, fresco e molto chic. Chic nel senso di elegante-sofisticato. Ho guardato su osmoz e mi dà: bergamotto, anice, menta, cardamomo come testa,cuore di violetta, magnolia, gelsomino e rosa, per chiudere con iris, eliotropio, balsamo di tolu e vaniglia, che quasi non si sente, e solo alla fine. Invece, non sento nè il duo gelsomino-rosa, che forse su altre pelli esce di più, e nemmeno il bergamotto. Invece il cardamomo si sente appena, dà una sfumatura secca che si lega bene con l'anice, completandolo.Tutto sommato non lo potrei definire un profumo dolce, perchè della violetta sembra di sentire più le foglie che il fiore; è una violetta ancora verde, non sbocciata, che insieme all'iris forma una coppia molto affascinante di fiori viola, umorali e quasi mistici. Non è un profumo terreno, è un profumo del cielo, come la maggior parte dei Caron. E comunque, mi sembrava di riconoscere l'

Lovely (Sarah Jessica Parker)

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Ne avevo sentito parlare ma qui da noi in Italia non si trova (ancora). E' un bel fiorito con un fondo di patchouli intrigante, mi è piaciuto subito per l'intensità quasi ombrosa, e l'ho comprato d'impulso. E ho sbagliato, perché poi sulla mia pelle dopo mezz'ora prende un che di "salato-sudato" che non so ancora se mi sta bene addosso. Probabilmente no. Comunque brava Parker: il profumo è davvero carino, vagamente glamour, anche piuttosto originale e insolito, parte con mandarino, bergamotto e lavanda; il patchouli si sente quasi da subito, affiancato al narciso, ambra, legno di cedro e per chiudere il muschio bianco. Dicono che somigli a Narciso Rodriguez for Her: è vero che Mr. Rodriguez è amico della Parker e forse qualche dritta glel'avrà data; io questa somiglianza l'ho sentita solo in un primissimo momento, poi le due fragranze si separano nettamente. Nel suo sviluppo NR resta etereo, avvolgente, femminile e delicato ma pur sempre sexy e sop

N.5 (Chanel)

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Fu creato negli anni ’20 da Ernest Beaux per Mademoiselle Coco, che voleva produrre un profumo “da donna, che sappia di donna”. Il capostipite degli aldeidati (dal nome delle essenze sintetiche che aprirono nuovi orizzonti nella profumeria di quegli anni) ha aperto un filone nuovo, dando vita a così tanti eredi e reinterpretazioni da diventare leggenda. Per questi motivi vevo sempre pensato che il N.5 dovesse essere un gran profumo, ma siccome l'ho sempre testato in edt, non mi sono mai esaltata più di tanto. Apre con una manciata di agrumi (limone, bergamotto, neroli), che si trasformano in gelsomino (quello di Grasse: alcuni coltivatori producono il gelsomino esclusivamente per Chanel) e poi rosa, mughetto ed iris, che vengono resi freschi da vetiver e sandalo, e cremosi da vaniglia e ambra. Un risultato grazioso e brillante. Però su di me le aldeidi sono così forti che dopo mezz'ora senti solo quelle, il resto sparisce. E' come spruzzare una patina di vernice dorata su u