Pelle di Fauno, Urano, Ophèlia (Manuel Attardi, 2025)
Il terzo studente di cui voglio parlare è Manuel Attardi. Anche lui ha frequentato l'Italian Perfumery Insitute l'anno scorso, ed ha appena lanciato il suo Brand “Manuel Attardi”, con una piccola collezione di tre profumi: “Pelle di Fauno - Extrait de Bete”, “Urano - Extrait Ciel”, “Ophélia - Extrait d'Amour”.
Ne parlerei anche se Manuel non fosse stato un mio studente, perchè la sua visione della profumeria mi piace: nelle sue creazioni percepisco una sensibilità estetica e culturale che rende le sue fragranze pulsanti, quasi vive.
La prima, “Pelle di Fauno - Extrait de Bete” ha una qualità secca, verde, agreste, cuoiata in maniera originale e sfidante. Costus, petricore e “accordo di capra” la posizionano piuttosto fuori dai canoni tradizionali del classico “buon profumo”, eppure è dotata di una sua armonia intensa e selvaggia che ho apprezzato (e se avete letto “Il profumo Jitterbug” del grande Tom Robbins sapete esattamente che sto parlando del Dio Pan).
Anche la seconda fragranza “Urano - Extrait de Ciel” è piuttosto particolare: minerale, anzi... carbonica. Umida e freddissima, con lampi elettrici di aldeidi e ossido di rosa che l'attraversano da cima a fondo. Una caverna oscura da cui emerge qualche energia primordiale ancora senza forma, avvolta in una nuvola d'incenso. Interessantissimo, perchè nonostante tutta questa stranezza, si indossa con piacere.
Il Fauno e Urano condividono una sensorialità secca ed animale, che si mescola alla perfezione con la pelle di chi le indossa, in un modo che ho trovato intrigante. Non sono fragranze per tutti, ma d'altronde una è il ritratto del Dio primordiale dal quale nasce l'intero Universo, e l'altra racconta una creatura mitologica metà uomo e metà capra...
La terza, Ophèlia, è quella che più ho amato, fin dal primo istante. E' ispirata ad “Ophèlia”, un dipinto di John Everett Millais per il quale Manuel ha un debole (come me, e moltissimi altri). La fragranza è primaverile, verde, con una ricca tavolozza di fiori freschi e umidi appena schiusi (rosa, narciso e gelsomino), a suggerire una femminilità aggraziata e giovane, acerba eppure appassionata. Una lama di luce argentata attraversa la creazione, così come un raggio di luce rischiara il volto esangue di Ophèlia immersa nello stagno. Su tutta la composizione aleggia una malinconia estenuata, un misto di broccato fradicio, amore non corrisposto e socchiusi che guardano il cielo.
Tutte e tre le fragranze condividono un'aura Romantica. E con l'aggettivo "Romantica" non intendo "Cuoricini ed Angioletti", intendo proprio un tormento interiore, un vero "Sturm und Drang". Avendo conosciuto Manuel un poco, non mi aspettavo niente di meno!
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