Hiroshima Mon Amour (work in progress n.4)
Qualche tempo fa Stephane mi ha mandato alcune fiale con le sue prime esplorazioni sul tema del Giappone e una bozza della fragranza Hiroshima Mon Amour. Siamo a buon punto, Stephane la sta semplicemente affinando ma la struttura di base e la maggior parte dello sviluppo, ci sono già. Lui la definisce un “parfum de peau”, e lo è: sebbene si senta in maniera distinta non si proietta lontano, resta ben presente sulla pelle senza essere invadente. Qui accanto vi posto una bozza del packaging e dell'immagine che accompagna la fragranza (non definitive).
La composizione si apre in maniera vivace, con agrumi freschi, pungenti (arancio e lime forse?) con un effetto sorridente, energizzante, quasi giocoso. Entro pochi minuti diventa più delicata ed intima, Stephane aveva parlato a lungo dei fiori di ciliegio e non so se poi ce li ha messi; forse no ma in ogni caso l’immagine che mi si è accesa in mente è quella di una distesa di alberi bianchi, carichi di piccoli fiori che volano nel vento.
Mi è piaciuto molto l’accordo yuzu-chiodi di garofano-cannella, mi ha colpita perché è completamente diverso da come lo avrei potuto immaginare: qui i chiodi di garofano regalano freschezza senza “pungere” e la cannella riscalda appena, come potrebbe riscaldare un sole primaverile, non è la solita cannella “a 100gradi”. Forse ha usato le foglie anziché la corteccia? Nel cuore sento una nota lievemente cremosa-saponosa, forse è legno di sandalo accoppiato ad una vaniglia soave e non alimentare, che arrotonda e dà corpo.
Da come sento questa bozza, direi che nella fragranza non ci sarà sensualità, e in questo è piuttosto diversa dalle altre della linea Nez à Nez: laddove ad esempio Bal Musquè, Atelier d’Artiste, Ambre à Sade sono sensuali (cioè titillano il gusto e/o la sessualità), questa è una fragranza pulita, trattenuta, da interpretare in maniera personale. Come un haiku.
Noto una piccola punta di nostalgia, come qualcosa di non detto, come se in questa storia odorosa qualcosa mancasse all’appello. Non è una sensazione legata a quello che c’è dentro, ma a quello che non c’è. Forse è questo il senso del profumo: oggi ad Hiroshima c’è la vita, la primavera, le ragazze giapponesi passeggiano chiacchierando nei parchi… Il dolore delle carni lacerate e della disperazione oggi non c’è, ma il fatto che ci sia stato un momento in cui tutto il dolore del mondo si concentrava lì, lascia un’orma vuota, una vibrazione nell’aria, un’idea di assenza che è nettamente percepibile. L’haiku sulla scatola dice “Il Rinnovato”.
Indosso questa bozza da un po’, mi piacerà da matti indossare la fragranza finita! Credo che Stephane ce ne parlerà presto, insieme a quello che sta preparando per il lancio.
La composizione si apre in maniera vivace, con agrumi freschi, pungenti (arancio e lime forse?) con un effetto sorridente, energizzante, quasi giocoso. Entro pochi minuti diventa più delicata ed intima, Stephane aveva parlato a lungo dei fiori di ciliegio e non so se poi ce li ha messi; forse no ma in ogni caso l’immagine che mi si è accesa in mente è quella di una distesa di alberi bianchi, carichi di piccoli fiori che volano nel vento.
Mi è piaciuto molto l’accordo yuzu-chiodi di garofano-cannella, mi ha colpita perché è completamente diverso da come lo avrei potuto immaginare: qui i chiodi di garofano regalano freschezza senza “pungere” e la cannella riscalda appena, come potrebbe riscaldare un sole primaverile, non è la solita cannella “a 100gradi”. Forse ha usato le foglie anziché la corteccia? Nel cuore sento una nota lievemente cremosa-saponosa, forse è legno di sandalo accoppiato ad una vaniglia soave e non alimentare, che arrotonda e dà corpo.
Da come sento questa bozza, direi che nella fragranza non ci sarà sensualità, e in questo è piuttosto diversa dalle altre della linea Nez à Nez: laddove ad esempio Bal Musquè, Atelier d’Artiste, Ambre à Sade sono sensuali (cioè titillano il gusto e/o la sessualità), questa è una fragranza pulita, trattenuta, da interpretare in maniera personale. Come un haiku.
Noto una piccola punta di nostalgia, come qualcosa di non detto, come se in questa storia odorosa qualcosa mancasse all’appello. Non è una sensazione legata a quello che c’è dentro, ma a quello che non c’è. Forse è questo il senso del profumo: oggi ad Hiroshima c’è la vita, la primavera, le ragazze giapponesi passeggiano chiacchierando nei parchi… Il dolore delle carni lacerate e della disperazione oggi non c’è, ma il fatto che ci sia stato un momento in cui tutto il dolore del mondo si concentrava lì, lascia un’orma vuota, una vibrazione nell’aria, un’idea di assenza che è nettamente percepibile. L’haiku sulla scatola dice “Il Rinnovato”.
Indosso questa bozza da un po’, mi piacerà da matti indossare la fragranza finita! Credo che Stephane ce ne parlerà presto, insieme a quello che sta preparando per il lancio.
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Propongono a dei creativi (visuale, in genere) un profumo artistico, di quelli che piacciono a noi. I creativi poi devono descriverlo, e raccontare le sensazione che offre, con parole e con un disegno/foto o altro, in base a come si esprimono loro di solito. Molto interessante!
Tamber, tesoro, sì secondo me questo profumo ha più "vuoti" che "pieni". Per questo fa un discorso a sè rispetto agli altri della linea (che, detto tra noi, a me piace anche per i motivi che ti allontanano). Atelier d'Artiste lo trovo molto dinamico, coinvolgente, non lo potrei indossare tutti i giorni, perchè mi muove parecchio, mi distrae, in qualche modo sento che mi provoca.
Se fai "Search" col bottone là in alto a destra, e digiti Atelier d'Artiste, credo che ti uscirà la recensione che avevo fatto qualche anno fa, in cui mi rispecchio ancora al 100%.
Deliziosamente viola.
Anche se a quella precedente ero affezionata come ad una amica conosciuta da sempre.
Mi ci abituerò.
Alessandra
Ma niente dura per sempre... ;-)
C'est assez fort de votre part de pouvoir lire ces travaux en profondeur et de percevoir les délicatesses et les efforts de subtilité entrepris dans un parfum tonitruant et très marqué comme celui-ci.
L'absence, la ligne claire, les vides et les pleins sont des notions que me passionnent assurément.
Mon idée grandissante a été de donner une force dominante au parfum qui parle de la vie et de ses combat tout en retirant et en éliminant les odeurs mixtes et nuancées risquant d'affaiblir le caractère sacré et grave du propos parfumé.
Pour ceci, il m'a fallu faire des concessions et des sacrifices pour ne donner que l'essentiel : Une gaité enfermée dans un tiroir de bois précieux japonais, laqué à l'encre vinylique, légèrement fumé, une gaité vive (accord yuzu et zeste de mandarine giroflée) et étouffée dans le même temps qui ne demande qu'à sortir de ce meuble traditionnel.
Stephane
Grazie,
Olivia