HIROSHIMA MON AMOUR - work in progress
Durante Pitti Fragranze 2009 Stephan Humbert Lucas, creatore con la moglie del marchio Nez à Nez (qui il sito) mi ha chiesto se potevamo collaborare ad un progetto. "Ci sono delle cose in questo momento che ho dentro e che riguardano il concetto della Morte, e sento che le voglio esprimere. Sto pensando ad un profumo che s'intitoli Hiroshima Mon Amour un profumo sulla Morte, come un canto alla Vita. Ci sono così tante mistificazioni intorno alla figura del compositore di profumi, e invece io voglio condividere il mio lavoro, voglio che le persone entrino nel mio processo creativo, che lo possano leggere, seguire passo passo. Tentativi, errori, tutto. Ma io dipingo, compongo profumi... non so usare le parole per raccontare; tu invece non componi ma ti seguo spesso, ho visto che racconti le cose così come sono, senza fronzoli. Io ti mando dei testi e delle fialette da annusare, tu fanne quel che vuoi". Bene, sono emozionata, riconoscente e felice al pensiero che l'avventura inizia oggi.
"Giornale di bordo. Venerdì 18 settembre 2009
HIROSHIMA MON AMOUR (PROCESS) -
Ho iniziato a raccogliere i primi elementi. Poesie giapponesi d'epoca tradotte in francese, materie prime, i supporti di immagini che ho creato e che mi servono da boa d'attracco e da incoraggiamento, musica sperimentale affatto giapponese, si chiama Aya Waska e i titoli del suo album sono vicini a cio' che mi inspira Hiroshima Mon Amour (Respiri-Giardino pensile-Danza del mattino Lingue di pietre-Ecco uno strano sogno-Ayawaska-La pista dimenticata-Il ritorno- L'uccello impazzito-Risveglio di Pierre-Valle bianca e Gli occhi del cielo).L' Ayahuasca (nel dizionario è scritto così) è una pozione sciamanica.
Ho iniziato a raccogliere i primi elementi. Poesie giapponesi d'epoca tradotte in francese, materie prime, i supporti di immagini che ho creato e che mi servono da boa d'attracco e da incoraggiamento, musica sperimentale affatto giapponese, si chiama Aya Waska e i titoli del suo album sono vicini a cio' che mi inspira Hiroshima Mon Amour (Respiri-Giardino pensile-Danza del mattino Lingue di pietre-Ecco uno strano sogno-Ayawaska-La pista dimenticata-Il ritorno- L'uccello impazzito-Risveglio di Pierre-Valle bianca e Gli occhi del cielo).L' Ayahuasca (nel dizionario è scritto così) è una pozione sciamanica.
Ho davanti a me delle sostanze nere, maté e Fir Balsan.Un amico birmano dovrebbe portarmi un OUD dall'odore di terriccio colloso, non petrolio ma fango profondo come inchiostro nero in una melassa vischiosa, minerale/organica, non sara' caucciù ma piuttosto secco e meno opaco di quello vietnamita, molto meno *gasolio*. Avro' forse bisogno di oud per legare e creare un fondo sempre esprimendo questa attraente tenebra meno rotonda dell'ambra, più intellettuale ma non voglio adeguarmi alla tendenza del momento.
Continuo in parallelo a lavorare sulla mia tuberosa per darle una giovinezza, deve essere verde e leggera, molto leggera. La tuberosa può rappresentare la verginità, le foto di Hamilton, ma è anche il fiore dell'adulterio, Poison. Vedro'.
Il garofano è sul tavolo, sa di acqua sporca e di pelle di fanciulla bagnata, da lavorare con luserna , muschio bianco, eliotropio, forse lillà. Aspetto appunto della luserna dal giappone: odore di fieno molto ricco e umido, porta fortuna in quel Paese.
Ho fatto degli assemblaggi, accordi che parlano di gelsomino e di infusione di the alla rosa.
Riso soffiato, aromatico, un approccio al fior di loto e un mandarino che mi arriva da un collega italiano. Penso anche alla pietra, al salnitro con un po' d'iris, mi ci vorrebbe qualcosa di polveroso.
Lavoro anche sul lato"fungo" e sulla crusca per il suo odore leggero, giovane, fresco. Un odore giallo pallido mischiato a sfumature marrone chiaro, sottile, interessante, vivificante, saggio.
Lavoro sulla mia tavolozza facendo parecchi accordi; è un po' come far cantare un coro, voci gravi e acute, bisognerà percepirle tutte. Devo schiarire al massimo, porre una velatura per poi illuminare il mio quadro.
Questo profumo deve essere un'ode alla vita, verde focoso, brillante, delicatamente fiorito; devo trovargli delle risonanze sorde emozionanti ma non sconvolgenti, delle alcove in cui nascondere certe sostanze severe e dense, scure e collose.
Ho in mente una magnifica pianta verde che reggo per lo stelo sottile, la porto e il vaso ondeggia, ma le radici resistono bene.
Guardo la foto di quella splendida giapponese alla quale ho lasciato solo l'essenziale, guardo anche le due forme che ho lasciato sul profumo Hiroshima Mon Amour...
Amo la bandiera giapponese, è pura e rappresenta una Nazione provata e coinvolta, raccolta intima, tradizionale, orgogliosa e umile al contempo, sanguigna e tranquilla.
Amo la poesia giapponese, epurata, con un tempo eterno, c'è come un bioritmo nella sintassi, una sorta di evidenza. Evidenza che sgorga da brevi parole che potrebbero sembrare sparse, ma nulla è debole: tutto qui è intensità.
Amo Regain di Jean Giono, amo la Fenice che rinasce dalle sue ceneri, mi interessa il dramma perchè contiene la speranza.
Herbe de bison, badiana, sì, è fresca con il suono è fresca senza essere mentolata ne' agrumata, ho voglia di completarla con il mirtillo, la ginestra per il suo odore di tabacco biondo intorbidirebbe il gioco. Vedrò.
Tra qualche giorno comincerò il lavoro di eliminazione delle sostanze che non funzionano. Aspetto di sentire le quattro che devo ricevere, formulerò su carta e inizierò a programmare la bilancia.
Dovrei incontrare Emmanuelle Riva, mia cugina, l'eroina del film di Resnais, 1959. Attendenderò, le presenterò il mio racconto olfattivo una volta terminato, penso. Ma poichè non sarà mai veramente terminato, mi farò violenza..."
Stephane
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Ringrazio dal cuore AnnaMaria/Nynive per la traduzione in Italiano!
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Journal de bord. Vendredi 18 septembre 2009 - HIROSHIMA MON AMOUR (process).
J'ai commencé à rassembler les premiers éléments.
Des poèmes japonais d'époque traduits en français, des matières premières, les supports images que j'ai créé et qui me servent de balise et d'encouragement, de la musique expérimentale pas japonaise du tout, cela s'appelle Aya Waska et les titres de "l'album" sont étonnamment proches de ce que m'inspire Hiroshima mon amour (Souffles - Jardin suspendu - Danse du matin - Langues de pierres - Que voilà un rêve étrange - Ayawaska - La piste oubliée - Le retour - L'oiseau fou - Eveil de Pierre - Valée blanche et Les yeux du ciel). Le "Ayahuasca" (écrit comme ceci dans le dictionnaire) est un breuvage chamanique.
J'ai devant moi des matières noires, du Mate et du Fir Balsan.
Un ami birman doit me rapporter un oud aux odeurs de sol englué, pas pétrole mais plutôt vase profonde comme de l'encre noire dans une mélasse visqueuse, minérale-organique, il ne sera pas caoutchouc mais plutôt sec et moins opaque que le vietnamien, beaucoup moins gazoil. J'aurai peut être besoin du oud pour lier et donner du fond tout en exprimant cette noirceur attractive moins ronde que l'ambre, plus intellectuelle, mais je ne veux pas faire de copier-coller avec la tendance du moment. A suivre.
Je continue en parallèle à traiter ma tubéreuse de manière à lui donner une jeunesse, elle doit être légère et verte, très légère. La tubéreuse peut rerésenter la virginité, les photos d'Hamilton, mais c'est aussi la fleur de l'adultère, Poison, je verrai bien.
L'oeillet est sur la table, il sent l'eau souillée et la peau d'une fille mouillée.
A travailler avec la luzerne et du musc blanc, héliotrope, peut être lilas. J'attend une luzerne du japon justement, odeur de foin très riche et humide, porte-bonheur au pays.
J'ai fais des assemblages, des accords qui parlent d'infusions de thé à la rose, de jasmin. Du riz soufflé, aromatique, une approche de la fleur de Lotus et une mandarine qui me vient d'un confrère italien.
Je pense aussi à la pierre, au salpêtre et un peu d'iris, il me faut de la poussière. Je travaille aussi le côté champignon puis le son pour son odeur légère, jeune et sérieuse. Une odeur jaune pâle mêlée de nuances marron clair, subtile et intéressante, vivifiant, sage.
Je travaille ma palette en faisant plusieurs tas, c'est un peu comme faire chanter une chorale, des graves, des aigus, il faudra entendre tout le monde. Je dois éclaircir au maximum, poser un glacis pour ensuite éclaircir mon tableau.
Ce parfum doit être une ode à la vie, vert fougueux, délicatement fleuri. Je dois lui trouver des résonances sourdes plus troublantes mais pas effrayantes, des alcôves dans lesquelles seront embusquées certaines matières sévères et épaisses, obscures et collantes.
J'ai dans la tête une magnifique plante verte que je tiens par la tige fine, je la porte et son pot de terre se balance, les racines tiennent bien.
Je regarde la photo de cette jeune japonaise à laquelle je n'ai laissé que l'essentiel.
Je regarde aussi les deux formes que je viens de poser sur l'image du parfum Hiroshima mon amour...
J'aime le drapeau japonais, il est pur et représentatif d'une nation éprouvée et investie, rassemblée, intime, traditionnelle, orgueilleuse et humble à la fois, sanguine, tranquille.
J'aime la poésie japonaise, le dépouillement, le temps est éternel, il y a comme un bio-rythme dans la syntaxe, une sorte d'évidence. Une évidence tirée par des mots courts et qui pourraient sembler éparses pourtant rien n'est faible, tout n'est qu'intensité.
J'aime Regain de Jean Giono, j'aime le Phoenix qui renaît de ses cendres, le drame m'intéresse car il contient de l'espoir.
Herbe de bison, badiane, oui, c'est frais avec le son, c'est frais sans être mentholé ni agrume, j'ai envie de compléter avec une myrtille, le genêt pour son odeur de tabac blond et de miel troublerait le jeu. Je verrai.
D'ici quelques jours, je commencerai le travail d'évincement des matières qui font flop. J'attend de sentir 4 matières que je dois recevoir, je formulerai sur le papier et je commencerai à programmer la balance.
Je devrais rencontrer Emmanuelle Riva, ma cousine, l'héroïne du film Hiroshima mon Amour de A. Resnais, 1959. Je vais attendre, je lui présenterai mon récit olfactif une fois terminé, je pense. Mais comme ce n'est jamais réellement terminé... Je me ferai violence.
Je vais tenter de vous signaler 5 récits. Voici donc le tout premier qui représente le commencement de mes travaux.
Commenti
Il racconto di un artista all'opera: grazie per il tempo dedicato a metterlo nero su bianco.