Pitti Immagine Fragranze: resoconto (I parte)
Eccomi di ritorno dopo due giorni intensissimi: sabato mattina alle 12 ci siamo viste con Diakranis alla stazione di Firenze, ci siamo conosciute, abbiamo mangiato qualcosa e poi abbiamo visitato la storica Officina di S. Maria Novella. Poi siamo andate alla boutique di Villoresi (che era chiusa), dopodichè abbiamo sbagliato sede (pensavamo che Pitti Immagine Fragranze fosse a Palazzo Pitti... sbagliato!) e finalmente solo alle tre e mezza ci siamo dirette verso la sede di "Fragranze", dove non siamo nemmeno riuscite a visitare tutto.
In serata Diakranis è tornata a casa mentre io ho aspettato mio marito per trascorrere una domenica romantica (e profumata): abbiamo passato una bella ora piena all' Olfattorio che ha appena aperto e poi siamo tornati per un paio d'ore alla sede di Fragranze, così ho potuto finire con calma il mio giro.
Il bello di questi due giorni è che annusando così tante fragranze, parlando con i distributori, con i responsabili prodotto, con coloro che formano le commesse delle profumerie, mi sono fatta un'idea a 360° dell'universo della profumeria artistica. Testando le fragranze in profumeria o a casa con i pochi sample che ci regalano è difficile riuscire a farsi un'idea globale e capire le differenze tra le varie proposte e filosofie. Difficilmente trovi chi ti spruzza TUTTI i Creed, te li spiega e poi ti lascia scegliere con calma il tuo; quando ti dicono che un certo profumo costa 175 euro, non ti spiegano anche il perchè costa così tanto; probabile che parlino genericamente del flacone con la custodia in pelle o di una linea esclusiva (il contenitore ci può interessare, ma... il succo ci interessa anche di più) e così non ti spiegano che il costo è dato dal fatto che sono necessari tot centinaia di chili di gelosmini per produrre quella fragranza, o che ci vogliono tot anni per far maturare al punto giusto i rizomi di iris prima di utilizzarli.
MAI ti spruzzano tre cuoi diversi (tra quelli che loro hanno in vendita) chiedendoti di capire quali sono le differenze e qual'è il prodotto che più ti emoziona.
Ci sono eccezioni, è ovvio che ci siano anche negozianti preparati e appassionati, ma se dovessimo capire la profumeria artistica solo attraverso i contributi di chi i profumi li vende...
Ma andiamo con calma, intendo raccontarvi proprio tutto (intanto vi dico subito che l'Officina di S. Maria Novella e il nuovo Olfattorio meritano due post a parte).
Una cosa delle cose che mi hanno particolarmente colpita, e che ho notato trasversalmente, è che le presentazioni delle varie linee iniziavano, in molti casi, con: "La caratteristica principale di questi profumi è che non si connotano nè come femminili nè come maschili; sono profumi universali che chiunque può indossare". A parte il fatto che siamo in democrazia e DAVVERO chiunque può indossare qualsiasi cosa ;-) , credo che la separazione maschile/femminile stia finalmente iniziando a tramontare (o almeno, sembrerebbe che qualcosa stia passando). Non credo che qualcuno abbia mai suddiviso i dipinti di Gauguin in "tele destinate a sguardi maschili" e "tele destinate a sguardi femminili". Così con le fragranze: ognuna è diversa dalle altre, e ognuno che l'annusi ci troverà qualcosa; la categorizzazione femminile/maschile è solo una trovata del marketing di qualche decennio fa, che ha trovato terreno fertile nella nostra società della separazione, ma che in realtà non ha alcuna necessità di essere.
Ora preparo un altro post, con le fragranze che ho annusato.
In serata Diakranis è tornata a casa mentre io ho aspettato mio marito per trascorrere una domenica romantica (e profumata): abbiamo passato una bella ora piena all' Olfattorio che ha appena aperto e poi siamo tornati per un paio d'ore alla sede di Fragranze, così ho potuto finire con calma il mio giro.
Il bello di questi due giorni è che annusando così tante fragranze, parlando con i distributori, con i responsabili prodotto, con coloro che formano le commesse delle profumerie, mi sono fatta un'idea a 360° dell'universo della profumeria artistica. Testando le fragranze in profumeria o a casa con i pochi sample che ci regalano è difficile riuscire a farsi un'idea globale e capire le differenze tra le varie proposte e filosofie. Difficilmente trovi chi ti spruzza TUTTI i Creed, te li spiega e poi ti lascia scegliere con calma il tuo; quando ti dicono che un certo profumo costa 175 euro, non ti spiegano anche il perchè costa così tanto; probabile che parlino genericamente del flacone con la custodia in pelle o di una linea esclusiva (il contenitore ci può interessare, ma... il succo ci interessa anche di più) e così non ti spiegano che il costo è dato dal fatto che sono necessari tot centinaia di chili di gelosmini per produrre quella fragranza, o che ci vogliono tot anni per far maturare al punto giusto i rizomi di iris prima di utilizzarli.
MAI ti spruzzano tre cuoi diversi (tra quelli che loro hanno in vendita) chiedendoti di capire quali sono le differenze e qual'è il prodotto che più ti emoziona.
Ci sono eccezioni, è ovvio che ci siano anche negozianti preparati e appassionati, ma se dovessimo capire la profumeria artistica solo attraverso i contributi di chi i profumi li vende...
Ma andiamo con calma, intendo raccontarvi proprio tutto (intanto vi dico subito che l'Officina di S. Maria Novella e il nuovo Olfattorio meritano due post a parte).
Una cosa delle cose che mi hanno particolarmente colpita, e che ho notato trasversalmente, è che le presentazioni delle varie linee iniziavano, in molti casi, con: "La caratteristica principale di questi profumi è che non si connotano nè come femminili nè come maschili; sono profumi universali che chiunque può indossare". A parte il fatto che siamo in democrazia e DAVVERO chiunque può indossare qualsiasi cosa ;-) , credo che la separazione maschile/femminile stia finalmente iniziando a tramontare (o almeno, sembrerebbe che qualcosa stia passando). Non credo che qualcuno abbia mai suddiviso i dipinti di Gauguin in "tele destinate a sguardi maschili" e "tele destinate a sguardi femminili". Così con le fragranze: ognuna è diversa dalle altre, e ognuno che l'annusi ci troverà qualcosa; la categorizzazione femminile/maschile è solo una trovata del marketing di qualche decennio fa, che ha trovato terreno fertile nella nostra società della separazione, ma che in realtà non ha alcuna necessità di essere.
Ora preparo un altro post, con le fragranze che ho annusato.
Commenti
E poi hai visto non ci sono profumi maschili e femminili...e questo tu,io e tante altre persone che le fragranze le vivono,lo avevamo già intuito benissimo!
Più tardi riposto!
di quelli nuovi ne abbiamo in comune due, osmanthus e rose kashmire..
e degli altri almeno il borneo di luitens...
vedi che abbiamo dei punti di incontro nei nostri gusti profumosi?? ;-P
Facciamo in questo modo: tu scrivi poi mi posti il tuo contributo come se fosse un commento; io apro un post nuovo e ce lo copio dentro, così va come post a sè e tutti lo possono leggere!