Ieri pomeriggio ho preso un aperitivo profumato con un’amica di questo blog, che non nomino perché non so se, dato il suo carattere riservato, ha voglia di farsi riconoscere. Non ci conoscevamo di persona, ci siamo solo scritte e sentite ma mai viste. Così ho scoperto che è bella, ha modi gentili ed eleganti, ed una voce dolce. Avevamo scelto un bar con i tavolini all’aperto e abbiamo ordinato un caffè e un succo di pompelmo. Ognuna portava con sé una borsa di profumi e campioni vari da scambiarci e così, facendo conoscenza abbiamo iniziato a mettere i flaconi sul tavolino: Caron, Carthusia, Etro, Montale... E lì si è prodotta la magia: tutte quelle voci racchiuse nei flaconi hanno zittito d’incanto tutto il resto, fermando il tempo e lo spazio. Ad un tratto non eravamo più in centro città, con le auto, i semafori e i passanti frettolosi. Tutto si è come fermato in un frame irreale, dove le cose colte dalla vista e dall’udito restavano ai margini, sfocate, mentre quelle da toccare ed a...