Intervista/Interview: James Heeley
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Pochi giorni prima dell’apertura di "Pitti Immagine Fragranze" era uscita un’appendice alla Guida di Luca Turin e Tania Sanchez (disponibile qui la prima uscita; ogni 3 mesi ne usciranno altre, a pagamento). Nell’appendice vengono recensite un ulteriore centinaio di fragranze tra cui quelle di James Heeley, che hanno ricevuto tutte 4 stelle (quasi il massimo) tranne la Menta, che ne ha ricevute “solo” 3 . Okay, fino a ieri io Heeley non lo conoscevo nemmeno e oggi è diventato fondamentale imparare il suo lavoro…
L’ho incontrato durante “Pitti Fragranze”; con gli amici che hanno partecipato alla “Sniffa-Pitti” siamo andati nel “Cortile delle rose” proprio per parlare con lui (è fantastico… tu puoi parlare direttamente con i creatori delle fragranze, chiedergli delucidazioni, fare commenti…succede solo qui ed è una ricchezza che il pubblico di appassionati potrebbe sfruttare meglio, perché non succede in altre occasioni).
La prima cosa che potrei dire di James Heeley è che è molto gentile, calmo, timido, meditativo. Pensa sempre a lungo prima di rispondere a qualsiasi domanda, si vede che dà molto valore a quello che dice, ci tiene che il suo messaggio sia chiaro. La mattina ci ritroviamo allo stand di Biotea, dove i ragazzi ci fanno degustare i loro tè meravigliosi. Lui si interessa agli aromi più delicati dei tè verdi e bianchi, fa mille domande, curioso dei luoghi dove sono stati raccolti e dei metodi migliori per esaltarne i profumi. Io lo osservo e penso che è indiscutibilmente un esteta, e ne ammiro la calma zen e la compostezza dei gesti.
Tra le sue fragranze ho apprezzato molto il Cardinal (la migliore della linea secondo molti di noi) un incenso pulito, spirituale, trasparente, che lui ha creato pensando al lino bianco dei paramenti sacri, all’incenso come purificatore per l’aria, e alla luce che filtra dalle finestre. Cercando di fare un paragone, è l’opposto di Avignon (Comme des Garcons), un incenso evocativo di cattedrali medievali buie e umide e Papi vestiti di ermellino e velluto cremisi. Cardinal è rarefatto e luminoso, fiducioso, senza paura del giudizio e della punizione, ma anzi è tutto purezza, luce e pulizia. Molto mistico. Cisto labdano, incenso, vetiver. In qualche modo, mi sembra che gli somigli, per il nitore e la calma olimpica che mostra.
James, cos’è per te il profumo? E’ qualcosa di assolutamente individuale: il profumo che abbiamo scelto deve stare su di noi che lo abbiamo scelto, e lo deve sentire solo chi si avvicina, non deve invadere lo spazio delle persone che abbiamo intorno.
Poi gli chiediamo di Cuir Pleine Fleur, che prende il nome da un tipo di pelle (pieno fiore). Questa fragranza nasce dalla sua ammirazione per Cuir de Russie di Chanel, ma accanto alle note più pesanti, fumose (catrame di betulla), che caratterizzano il trattamento “classico” delle note cuoiate, lui ha immaginato la dolcezza ingenua della mimosa, dell’acacia, della violetta, che gli regalano un appeal più moderno, a cui siamo più abituati.
Da cosa trai ispirazione? Da ricordi ed esperienze personali, come un’estate in Grecia, al mare, come l’odore di una Chiesa o l’odore del Balsamo di Tigre. Ed infatti l’ispirazione per il suo “Esprit du Tigre” nasce dalla frequentazione di un ristorante cinese, in Inghilterra. “Ci andavo spesso, ed ero affascinato dagli aromi che si sprigionavano dalle verdure al vapore e dagli altri piatti. Decisi così di conoscere meglio quel Paese: partii per un lungo viaggio in Cina e me ne innamorai totalmente. Lì i barbieri ti accolgono in un’atmosfera di estremo relax, ti spalmano di olii profumati, ti massaggiano, ti raccontano le loro storie, in un mix di quotidiana intimità ad un tempo molto naturale e affascinante.
Pensavo che questo profumo non avrebbe avuto successo commerciale, e invece… in realtà se si vende bene o no non è così importante, io vi sono comunque molto legato.
Ma anche la natura m’ispira. Compongo cercando di rendere al massimo l’idea di un odore naturale che mi piace, senza però stravolgere l’esperienza reale di quell’odore. Il fico, la menta, la verbena (che costituiscono il cuore di tre sue fragranze) hanno effluvi intensi ma effimeri, scompaiono velocemente; che motivo c’è di allungarli per ore, e quindi di snaturarli, in un profumo? “
Voglio sapere, visto che i suoi profumi si vendono in Paesi diversi, e in particolare negli Stati Uniti, quali differenze sente tra il gusto americano e quello europeo. Lui mi parla della propensione americana per i gourmand, per le fragranze rassicuranti e dolci, e del ruolo dominante che la vaniglia ha nel gusto medio. La vaniglia dona una nota di fondo calda e pesante, che però a lui non piace molto (e infatti mi sembra di non notarla nelle sue fragranze). Inoltre nota il diverso utilizzo dei profumi nei due continenti: noi europei consideriamo normale spendere una cifra anche alta per un profumo che sottolinei la nostra individualità.
Cosa ne pensi di quello che scrivono su di te? Come reagisci alle critiche?
Beh certamente i complimenti fanno piacere e per le critiche…poi ci si abitua. Ma è normale, la profumeria di nicchia permette di esprimere liberamente la creatività senza porre dei freni. Nemmeno economici, visto che non ho un volume di produzione così elevato da dover spendere follie nelle materie prime. Posso usare i componenti che preferisco, per creare i miei profumi. E quando arrivano le critiche… si impara a rimanere sereni.
Alla fine, le fragranze di Heeley mi sono sembrate piacevoli, ben fatte, con un’estetica molto precisa (e visto che Heeley è un soprattutto un designer, me lo aspettavo: ecco il suo sito ). Non lo so se mi hanno convinta fino in fondo, però. Ho visto (e condiviso ) qualche perplessità. Nello specifico, io non le ho sentite “vibrare”. Sono proporzionate, pulitissime, rispecchiano un’estetica contemporanea di armonia e misura che apprezzo, ma più negli oggetti di design, meno nelle fragranze. Heeley ha creato degli oggetti di design da utilizzare col naso: perfettamente scolpiti da ogni lato, lucidi e lisci come le sue creazioni di specchi e di alluminio. Li sento accomunati dallo stesso amore per la nitidezza e la pulizia delle superifci, anzi di più, un vero “horror sporcitiae” (invenzione mia, non cercatelo nei dizionari di latino), una paura dell’ombra, dello sporco, della carnalità. Profumi e oggetti sono aggraziati ed essenziali (come lui!). Ma non so se funzionano per me. Nelle fragranze un po’ di sporco, un po’ di “eccesso” mi ci vuole, me le rende più preziose.
Siccome ho grandissima ammirazione per Luca Turin che mi ha insegnato un mare di cose, credo che andrò a risentirle tutte, perché se lui dice che sono fantastiche e a me sembrano “semplicemente” buone, allora voglio approfondire. Magari si tratta di dargli un pò di tempo in più. Oppure abbiamo gusti diversi. In ogni caso, mi sembra assolutamente che valgano l’approccio "meditato". Grazie James, è stato un onore ascoltarti raccontare la tua arte!
ENGLISH TEXT
A few days before the opening of Pitti Immagine Fragranze Luca Turin and Tania Sanchez released the first addendum to their book (available here for free, issues will come out every 3 months). A hundred fragrances are reviewed, including James Heeley’s ones, which were awarded 4 stars (near the maximum score) each, with the only exception of the Mint, which received "only" 3. Okay, until yesterday I didn’t know anything about Mr. James Heeley but now, learning his work has become essential...
So off I went, with friends who came to visit "Pitti Fragrances”, to the “Roses courtyard” to meet and talk to him (it's amazing... you can meet the authors of your favourite fragrances; you can ask clarification, make comments... it only happens here at Pitti, and this is an asset that perfumistas could make better use of, because it happens on no other occasion). The first thing I say is that James Heeley is very gentle, refined, quiet, meditative. He thinks long before answering any questions, he clearly values what he says, and wishes to make his message clear. In the morning I had already met him at the Biotea stand, where the guys introduced us to their wonderful teas. Mr. Heeley was showing interest in green and white teas, sniffing the delicate aromas, asking questions about the places of picking and the best methods to enhance their fragrance. I was enchanted by his zen, calm gestures and behaviour. Among its fragrance, I particularly appreciate Cardinal (the best of the line according to many participants to the tour), a clean incense, spiritual, transparent, that he conceived around the concept of white linen which sacred vestments are made of, purifying incense, and the light filtering through ornate glass windows. Venturing a comparison, I would say it’s opposite from Avignon (Comme des Garcons), an incense evoking medieval cathedrals, dark and damp clothes and Popes in crimson velvet. Cardinal is rarefied and bright, confident, without fear of religious punishment, it’s all about purity and light. Very mystical. Cistus labdanum, incense, vetiver. Somehow, I sensed a resemblance between the perfume and its composer, both share a serene attitude.
James, what is Perfume for you? It’s something absolutely personal: the perfume we choose must stay on us, and only those we allow to get nearer should smell it; it ought not invade the space of people around us. Then I asked him about his creations, starting from Cuir Pleine Fleur, which takes its name from a type of extremely soft kin suede. This fragrance was born from his admiration for Cuir de Russie (Chanel), but next to heavier, smoky notes such as birch tar, which characterize the classic treatment of leather notes, he imagined the naive sweetness of mimosa, acacia and violet, which give a contemporary appeal we are more accustomed to.
What are your sources of inspiration?
“Memories and personal experiences, like a summer in Greece, the smell of the sea, of the inside of a Church, or that of Baume du Tigre”. And in fact his "Esprit du Tigre" was the result of his dining at a Chinese restaurant in England. "I went there very often, and I was so fascinated by aromas wafting from the steaming vegetables and other dishes that I decided to learn more about that country. I left for an extended trip to China and I got totally in love. There are barbers welcoming you in an atmosphere of ultimate relaxation, they spread fragrance oils on your skin, then start massaging you while telling their stories, in a sort of daily intimacy which was at the same time very natural and charming. I thought this scent would not enjoy commercial success, but in reality... in the end it’s not so important whether it sells well or not, I’ll always be very bound to it. But also Nature inspires me. I try to conjure the idea of a natural smell I particularly like, but without distorting the actual experience of the real smell. Fig, mint, verbena (which constitutes the heart of three fragrances in his line) allow a very intense but ephemeral experience, disappearing quickly, and there’s no reason to stretch it for hours in a scent, thus distorting it".
Since his perfumes are sold in different countries I wanted to know if he finds significant differences between American and European tastes. He talks about an American soft spot for gourmand, reassuring fragrances, and the dominant role that vanilla enjoys in average in taste. Vanilla offers a hot, warm base note, but he doesn’t like it very much (and in fact I seem not to notice it in his compositions). He also adds that Europeans are ready to spend more in scents emphasizing individuality.
What do you think about what people say/write about you? How do you react to criticism? Well of course compliments are flattering and criticism... you get used to it after a while. But it’s normal, artistic perfumery is about freely express creativity, without brakes. Even economic brakes: I produce small quantities, and this allows me to use raw materials I prefer, in order to express my ideas. And when I get criticism... I learnt to stay cool. In the end, I liked Heeley’s fragrances: I found them pleasant, well built, with very specific aesthetics (and this is due to the fact that Heeley is primarily a designer: this is his site). I don’t know if they have completely convinced me to the end, though. They are proportionate, clean, reflecting a contemporary taste for harmony and measure that I admire, but more in the design items, and less in fragrances. Heeley has created design objects to be enjoyed by nose: perfectly sculpted by each side, glossy and smooth as his aluminium designs. They share the same love for neatness and cleanliness, even more, a true "horror sporcitiae" (my invention, don’t search a Latin dictionary for it), a fear of darkness, of dirt and flesh. His perfumes and objects are graceful and essential. But I dont’ know if they work for me. A little dirt, a little excess would make them more valuable to me. But I have great admiration for Luca Turin, he taught me a whole world of things, it will be my pleasure smelling them again, probably they need more time, and deserve a more "meditative" approach.
Mr. Heeley, thank you for sharing your views with me, I felt honoured!
Pochi giorni prima dell’apertura di "Pitti Immagine Fragranze" era uscita un’appendice alla Guida di Luca Turin e Tania Sanchez (disponibile qui la prima uscita; ogni 3 mesi ne usciranno altre, a pagamento). Nell’appendice vengono recensite un ulteriore centinaio di fragranze tra cui quelle di James Heeley, che hanno ricevuto tutte 4 stelle (quasi il massimo) tranne la Menta, che ne ha ricevute “solo” 3 . Okay, fino a ieri io Heeley non lo conoscevo nemmeno e oggi è diventato fondamentale imparare il suo lavoro…
L’ho incontrato durante “Pitti Fragranze”; con gli amici che hanno partecipato alla “Sniffa-Pitti” siamo andati nel “Cortile delle rose” proprio per parlare con lui (è fantastico… tu puoi parlare direttamente con i creatori delle fragranze, chiedergli delucidazioni, fare commenti…succede solo qui ed è una ricchezza che il pubblico di appassionati potrebbe sfruttare meglio, perché non succede in altre occasioni).
La prima cosa che potrei dire di James Heeley è che è molto gentile, calmo, timido, meditativo. Pensa sempre a lungo prima di rispondere a qualsiasi domanda, si vede che dà molto valore a quello che dice, ci tiene che il suo messaggio sia chiaro. La mattina ci ritroviamo allo stand di Biotea, dove i ragazzi ci fanno degustare i loro tè meravigliosi. Lui si interessa agli aromi più delicati dei tè verdi e bianchi, fa mille domande, curioso dei luoghi dove sono stati raccolti e dei metodi migliori per esaltarne i profumi. Io lo osservo e penso che è indiscutibilmente un esteta, e ne ammiro la calma zen e la compostezza dei gesti.
Tra le sue fragranze ho apprezzato molto il Cardinal (la migliore della linea secondo molti di noi) un incenso pulito, spirituale, trasparente, che lui ha creato pensando al lino bianco dei paramenti sacri, all’incenso come purificatore per l’aria, e alla luce che filtra dalle finestre. Cercando di fare un paragone, è l’opposto di Avignon (Comme des Garcons), un incenso evocativo di cattedrali medievali buie e umide e Papi vestiti di ermellino e velluto cremisi. Cardinal è rarefatto e luminoso, fiducioso, senza paura del giudizio e della punizione, ma anzi è tutto purezza, luce e pulizia. Molto mistico. Cisto labdano, incenso, vetiver. In qualche modo, mi sembra che gli somigli, per il nitore e la calma olimpica che mostra.
James, cos’è per te il profumo? E’ qualcosa di assolutamente individuale: il profumo che abbiamo scelto deve stare su di noi che lo abbiamo scelto, e lo deve sentire solo chi si avvicina, non deve invadere lo spazio delle persone che abbiamo intorno.
Poi gli chiediamo di Cuir Pleine Fleur, che prende il nome da un tipo di pelle (pieno fiore). Questa fragranza nasce dalla sua ammirazione per Cuir de Russie di Chanel, ma accanto alle note più pesanti, fumose (catrame di betulla), che caratterizzano il trattamento “classico” delle note cuoiate, lui ha immaginato la dolcezza ingenua della mimosa, dell’acacia, della violetta, che gli regalano un appeal più moderno, a cui siamo più abituati.
Da cosa trai ispirazione? Da ricordi ed esperienze personali, come un’estate in Grecia, al mare, come l’odore di una Chiesa o l’odore del Balsamo di Tigre. Ed infatti l’ispirazione per il suo “Esprit du Tigre” nasce dalla frequentazione di un ristorante cinese, in Inghilterra. “Ci andavo spesso, ed ero affascinato dagli aromi che si sprigionavano dalle verdure al vapore e dagli altri piatti. Decisi così di conoscere meglio quel Paese: partii per un lungo viaggio in Cina e me ne innamorai totalmente. Lì i barbieri ti accolgono in un’atmosfera di estremo relax, ti spalmano di olii profumati, ti massaggiano, ti raccontano le loro storie, in un mix di quotidiana intimità ad un tempo molto naturale e affascinante.
Pensavo che questo profumo non avrebbe avuto successo commerciale, e invece… in realtà se si vende bene o no non è così importante, io vi sono comunque molto legato.
Ma anche la natura m’ispira. Compongo cercando di rendere al massimo l’idea di un odore naturale che mi piace, senza però stravolgere l’esperienza reale di quell’odore. Il fico, la menta, la verbena (che costituiscono il cuore di tre sue fragranze) hanno effluvi intensi ma effimeri, scompaiono velocemente; che motivo c’è di allungarli per ore, e quindi di snaturarli, in un profumo? “
Voglio sapere, visto che i suoi profumi si vendono in Paesi diversi, e in particolare negli Stati Uniti, quali differenze sente tra il gusto americano e quello europeo. Lui mi parla della propensione americana per i gourmand, per le fragranze rassicuranti e dolci, e del ruolo dominante che la vaniglia ha nel gusto medio. La vaniglia dona una nota di fondo calda e pesante, che però a lui non piace molto (e infatti mi sembra di non notarla nelle sue fragranze). Inoltre nota il diverso utilizzo dei profumi nei due continenti: noi europei consideriamo normale spendere una cifra anche alta per un profumo che sottolinei la nostra individualità.
Cosa ne pensi di quello che scrivono su di te? Come reagisci alle critiche?
Beh certamente i complimenti fanno piacere e per le critiche…poi ci si abitua. Ma è normale, la profumeria di nicchia permette di esprimere liberamente la creatività senza porre dei freni. Nemmeno economici, visto che non ho un volume di produzione così elevato da dover spendere follie nelle materie prime. Posso usare i componenti che preferisco, per creare i miei profumi. E quando arrivano le critiche… si impara a rimanere sereni.
Alla fine, le fragranze di Heeley mi sono sembrate piacevoli, ben fatte, con un’estetica molto precisa (e visto che Heeley è un soprattutto un designer, me lo aspettavo: ecco il suo sito ). Non lo so se mi hanno convinta fino in fondo, però. Ho visto (e condiviso ) qualche perplessità. Nello specifico, io non le ho sentite “vibrare”. Sono proporzionate, pulitissime, rispecchiano un’estetica contemporanea di armonia e misura che apprezzo, ma più negli oggetti di design, meno nelle fragranze. Heeley ha creato degli oggetti di design da utilizzare col naso: perfettamente scolpiti da ogni lato, lucidi e lisci come le sue creazioni di specchi e di alluminio. Li sento accomunati dallo stesso amore per la nitidezza e la pulizia delle superifci, anzi di più, un vero “horror sporcitiae” (invenzione mia, non cercatelo nei dizionari di latino), una paura dell’ombra, dello sporco, della carnalità. Profumi e oggetti sono aggraziati ed essenziali (come lui!). Ma non so se funzionano per me. Nelle fragranze un po’ di sporco, un po’ di “eccesso” mi ci vuole, me le rende più preziose.
Siccome ho grandissima ammirazione per Luca Turin che mi ha insegnato un mare di cose, credo che andrò a risentirle tutte, perché se lui dice che sono fantastiche e a me sembrano “semplicemente” buone, allora voglio approfondire. Magari si tratta di dargli un pò di tempo in più. Oppure abbiamo gusti diversi. In ogni caso, mi sembra assolutamente che valgano l’approccio "meditato". Grazie James, è stato un onore ascoltarti raccontare la tua arte!
ENGLISH TEXT
A few days before the opening of Pitti Immagine Fragranze Luca Turin and Tania Sanchez released the first addendum to their book (available here for free, issues will come out every 3 months). A hundred fragrances are reviewed, including James Heeley’s ones, which were awarded 4 stars (near the maximum score) each, with the only exception of the Mint, which received "only" 3. Okay, until yesterday I didn’t know anything about Mr. James Heeley but now, learning his work has become essential...
So off I went, with friends who came to visit "Pitti Fragrances”, to the “Roses courtyard” to meet and talk to him (it's amazing... you can meet the authors of your favourite fragrances; you can ask clarification, make comments... it only happens here at Pitti, and this is an asset that perfumistas could make better use of, because it happens on no other occasion). The first thing I say is that James Heeley is very gentle, refined, quiet, meditative. He thinks long before answering any questions, he clearly values what he says, and wishes to make his message clear. In the morning I had already met him at the Biotea stand, where the guys introduced us to their wonderful teas. Mr. Heeley was showing interest in green and white teas, sniffing the delicate aromas, asking questions about the places of picking and the best methods to enhance their fragrance. I was enchanted by his zen, calm gestures and behaviour. Among its fragrance, I particularly appreciate Cardinal (the best of the line according to many participants to the tour), a clean incense, spiritual, transparent, that he conceived around the concept of white linen which sacred vestments are made of, purifying incense, and the light filtering through ornate glass windows. Venturing a comparison, I would say it’s opposite from Avignon (Comme des Garcons), an incense evoking medieval cathedrals, dark and damp clothes and Popes in crimson velvet. Cardinal is rarefied and bright, confident, without fear of religious punishment, it’s all about purity and light. Very mystical. Cistus labdanum, incense, vetiver. Somehow, I sensed a resemblance between the perfume and its composer, both share a serene attitude.
James, what is Perfume for you? It’s something absolutely personal: the perfume we choose must stay on us, and only those we allow to get nearer should smell it; it ought not invade the space of people around us. Then I asked him about his creations, starting from Cuir Pleine Fleur, which takes its name from a type of extremely soft kin suede. This fragrance was born from his admiration for Cuir de Russie (Chanel), but next to heavier, smoky notes such as birch tar, which characterize the classic treatment of leather notes, he imagined the naive sweetness of mimosa, acacia and violet, which give a contemporary appeal we are more accustomed to.
What are your sources of inspiration?
“Memories and personal experiences, like a summer in Greece, the smell of the sea, of the inside of a Church, or that of Baume du Tigre”. And in fact his "Esprit du Tigre" was the result of his dining at a Chinese restaurant in England. "I went there very often, and I was so fascinated by aromas wafting from the steaming vegetables and other dishes that I decided to learn more about that country. I left for an extended trip to China and I got totally in love. There are barbers welcoming you in an atmosphere of ultimate relaxation, they spread fragrance oils on your skin, then start massaging you while telling their stories, in a sort of daily intimacy which was at the same time very natural and charming. I thought this scent would not enjoy commercial success, but in reality... in the end it’s not so important whether it sells well or not, I’ll always be very bound to it. But also Nature inspires me. I try to conjure the idea of a natural smell I particularly like, but without distorting the actual experience of the real smell. Fig, mint, verbena (which constitutes the heart of three fragrances in his line) allow a very intense but ephemeral experience, disappearing quickly, and there’s no reason to stretch it for hours in a scent, thus distorting it".
Since his perfumes are sold in different countries I wanted to know if he finds significant differences between American and European tastes. He talks about an American soft spot for gourmand, reassuring fragrances, and the dominant role that vanilla enjoys in average in taste. Vanilla offers a hot, warm base note, but he doesn’t like it very much (and in fact I seem not to notice it in his compositions). He also adds that Europeans are ready to spend more in scents emphasizing individuality.
What do you think about what people say/write about you? How do you react to criticism? Well of course compliments are flattering and criticism... you get used to it after a while. But it’s normal, artistic perfumery is about freely express creativity, without brakes. Even economic brakes: I produce small quantities, and this allows me to use raw materials I prefer, in order to express my ideas. And when I get criticism... I learnt to stay cool. In the end, I liked Heeley’s fragrances: I found them pleasant, well built, with very specific aesthetics (and this is due to the fact that Heeley is primarily a designer: this is his site). I don’t know if they have completely convinced me to the end, though. They are proportionate, clean, reflecting a contemporary taste for harmony and measure that I admire, but more in the design items, and less in fragrances. Heeley has created design objects to be enjoyed by nose: perfectly sculpted by each side, glossy and smooth as his aluminium designs. They share the same love for neatness and cleanliness, even more, a true "horror sporcitiae" (my invention, don’t search a Latin dictionary for it), a fear of darkness, of dirt and flesh. His perfumes and objects are graceful and essential. But I dont’ know if they work for me. A little dirt, a little excess would make them more valuable to me. But I have great admiration for Luca Turin, he taught me a whole world of things, it will be my pleasure smelling them again, probably they need more time, and deserve a more "meditative" approach.
Mr. Heeley, thank you for sharing your views with me, I felt honoured!
Commenti
Io l'aspettavo particolarmente perché sto fremendo dalla curiosità per queste fragranze e soprattutto per il cuoio.
Hai colto proprio quello che mi sto rappresentando nell'attesa, definendoli oggetti da design da apprezzarsi col naso... Come già dissi, Ten è per me un must, ma cerco un cuoio moderno che percepisca più casual... mentre Ten è un profumo in coda di rondine!
In Cuir pleine fleur di Heeley è l'abbinamento delle note cuoiate con le foglie di violetta e l'acacia che attendo proprio in questo senso.
Quanto a Cuir de Russie che mi consigliasti, appena mi brigherò di trovare al bottega di Chanel a Milano andrò a provarlo sicuramente.
Una sola al preoccupazione: quando Heeley dice che il nostro profumo non deve invadere lo spazio altrui mi trova d'accordo. E' vero: i profumi troppo esuberanti integrano un fastidioso atto di violenza: a patto però che moderarne la "risonanza" non venga a significare un profumo troppo "close to the skin".
Come ho già avuto occasione di dire, infatti, a me il profumo piace sentirmelo addosso. Non solo. Sono di quelli che come dice Heeley sentono il bisogno di rivolgersi alla nicchia per cercare un profumo che esprima la propria individualità. E questo è fondamentale. Tuttavia, penso anche che il profumo sia anche un'estensione di noi stessi. Certamente equilibrata, senza dubbio! Però ecco... penso che chi ci si avvicini debba sentire soltanto un solo odore che è la fragranza della nostra pelle. Ecco... lì per lì mi verrebbe quasi da pensare che il profumo ideale dovrebbe essere solo sillage e non aderente alla pelle. Un po' il concetto che sta alla base de L'antimatiere della Doyen...
In conclusione, spero che gli Heeley non mi deludano sotto questo opinabilissimo aspetto. Dovessero farlo l'latro giorno mi sono imbattuto in una sorpresa inaspettata: uno dei 4 nuovi aoud di montale e precisamente Aoud Silver (o Silver Aoud... la lavanda insomma!). Eh... lì per lì...
E per voi come deve essere il profumo?
Un caldo abbraccio!
Non nascondo che non conosco le sue creazioni, non ho ancora avuto modo di trovare, nelle mie zone, un negozio, per riuscire a testarle.
Prenderò quanto prima dei samples, dai soliti siti, cos' poi potrò aggiunge le mie impressione.
Ti abbraccio!
Cristian
Volendo inviarti una e-mail come fare? Forse sono distratta ma non ne ho trovato traccia. Grazie da una novizia molto incuriosita.
Ciao Andreahf, no, mi risulta che quella in francese sia una semplice traduzione di quella in inglese!
Per marzipan: benvenuta tra noi. Finora non mi è mai successo di di dover "moderare" qualcuno!
Quando scrivi un commento e non lo vedi apparire subito, è perchè non sempre riesco a pubblicare in tempo reale i commenti che arrivano. A volte riesco a collegarmi solo la sera, e quindi i commenti ricevuti durante il giorno restano lì qualche ora prima di apparire.
Per ordinare delle fialette da provare io in genere mi rivolgo a www.ausliebezumduft.de, dove sono velocissimi e gentili. Inoltre, essendo la Germania parte dell'UE, non rischio che i pacchetti vengano fermati alla dogana. Anche da www.luckyscent.com si possono comprare dei sample, ma sono di formato più piccolo e i rischi doganali sono abbastanza alti, essendo un sito americano. Inoltre, ho il sospetto che non spediscano più in Italia. Anche http://theperfumedcourt.com è specializzato in samples e decant. Attenzione perchè anche qui siamo negli USA.
Qualcuno ne conosce altri? E tu Adjiumi? Qualcosa in più da suggerire?
Chi desidera contattarmi in genere mi scrive un commento con la sua mail, così appena posso, gli scrivo.
ciao a tutti!
http://shop.essenza-nobile.de/index.php?language=en
ma sono abbastanza nuovi e secondo me gli manca un po' di esperienza.....oppure ci sono i siti stessi delle case profumate, alcuni hanno proprio il servizio di vendita online....
Sai che luckyscent.com credo non faccia più spedizioni in Italia?...peccato
Per questa ragione adoro letteralmente i colori trovati da Duchafour per Eau d'Italie, ma non mi convincono del tutto per il tenersi troppo sottovoce. E' come se fossero delle acque profumate solo molto più persistenti... non so se mi sono spiegato. Infatti confido in Heeley: sperando mi piacciano e combinando discrezione con la robustezza e la persistenza di un'EdP.
Una precisazione sui Les Nez: in verità mi sono dimenticato di dire che conosco solo The unicorn spell ed è perché quello non mi è piaciuto che non ho provato curiosità per gli altri due. Mi ha ricordato subito una nota acre che mi par di ricordare anche in Duel di goutal. Qualche cosa che mi ricorda il brodo, una minestra... Non è uno sfottò: è proprio quello che vi associa il mio naso. Credevo fosse colpa della violetta: al che avrei dedotto di odiarla e di amare invece le foglie di violetta (es. l'apertura di Sienne l'Hiver!); ma nella piramide ufficiale di Duel non ve ne è traccia. Allora è colpa delle uniche note ufficilamente comuni che sono il Petit grain del Paraguay e il muschio bianco? mah! Qualcuno può aiutarmi a capire? O è solo colpa della comune mano della Doyen? ;-)
Invece annusando Hierbas de Ibiza e trovandovi analogie con Acqua di Parma, credo di aver scoperto - sempre paragonando le due piramidi - di amare molto la compresenza di lavanda e verbena. Preferisco però Hierbas che è già in pole position per l'estate.
Un ultima domanda: quando ordinate campioni da Ausliebe, pagate la spedizione assicurata o no? Conviene spendere quei 4 euro in più o si possono risparmiare?
se da Ausliebe acquisti solo campioni la spedizione è sempre euro.
La differenza è quando acquisti profumi (o anche profumi), e pare sia consigliabile.
ciao
Barbara
5 (cinque) euro di spedizione da Ausliebe per i campioni
sorry ;)
barbara
Oggi sto provando Cardinal e ho voluto rileggere le tue impressioni, oltre al tuo giudizio su James Heeley e e la sua linea.
Provo a dare un contributo alle tue osservazioni: secondo me nella profumeria moderna, volendo generalizzare e un po' banalizzare, ci sono due categorie di profumi: gli sporcaccioni e i fighetti. Questi ultimi sono pallidi, pulitini, immacolati, anemici, asessuati. Nel primo gruppo ci sono i mandriani, le pornostar, i tamarri, gli urlatori, i tatuati.
Io ho grandi amori in entrambe le categorie, ma Heeley mi sembra che in qualche modo si distingua, perché nonostante tutto farebbe pensare che i suoi profumi siano i portabandiera dei fighetti, lui, che è inglese (dandy, per giunta, e persino di gusto modernista) e vive a Parigi (la città dell'amore e del can can), il problema della sporcaccionaggine non se l'è potuto non porre. Così, pur esprimendo a pieno la sua essenza british, finisce che i suoi profumi siano fatti in parti uguali di quello che contengono e anche, paradossalmente, di quello che non contengono. Immagina un libro scritto solo con parole che non contengono la lettera "e". Inizi a leggerlo e non te ne accorgi, poi dal momento che te ne rendi conto non riuscirai a pensare ad altro che a questa benedetta vocale mancante. Heeley reprime, nega, e così facendo ingigantisce l'aspetto "sporco" che è inevitabilmente presente anche sotto i suoi abiti di Saville Row. Voglio dire che i suoi profumi parlano per assenza, oltre che per presenza di note olfattive. La parte animale che è presente in ognuno di noi non è mai sopprimibile, e se il profumo che indossiamo è assolutamente casto e pulito, non è che stiamo in realtà dichiarando al mondo che la nostra parte indecente è di gran lunga TROPPO indecente, al punto di non poter essere neppure nominata?