Incontro con James Heeley



L’altra sera ho incontrato James Heeley. Era stato invitato da Mariangela Rossi, giornalista, scrittrice ("Il Libro del Profumo") e soprattutto amante del mondo profumato, per presentare la sua linea in arrivo nello store Caleri a Genova (Caleri ultimamente si sta impegnando davvero molto nel diffondere la profumeria artistica: vedete i post precedenti per farvi un’idea).


Tutte le volte che incontro James rimango folgorata dalla sua calma, dai suoi modi raffinati eppure semplici e diretti, ma questa volta, finalmente l’ho visto “accendersi” di entusiasmo.
Dopo una mezz’ora di domande a cui ha risposto in maniera gentile e posata ha deciso di fare un gioco con il pubblico: ha spruzzato un tris delle sue fragranze più famose (prima Cuir Pleine Fleur, poi Cardinal e per ultima l’Esprit du Tigre) e ogni volta il pubblico doveva indovinare almeno tre note di ogni composizione.




E siccome il pubblico ha partecipato con grande vivacità, lì l’ho visto dialogare con le persone, ridere con loro, divertirsi, l’ho visto appunto “accendersi”, scaldarsi  in un modo che mi è piaciuto. Mi sono divertita anch’io.
Poi sono andata a salutarlo e gli ho chiesto cosa sta facendo di bello in questo momento. Sta lavorando parallelamente su un paio di fragranze, in questo momento ma… non ho il permesso di anticiparvi niente. Anche perché non sa ancora quando riuscirà a presentarle, visto che sono ancora in piena lavorazione. Però vi dico lo stesso una cosa: i lavori ruotano ognuno intorno ad una nota protagonista, ed in due casi si tratta di note non troppo usate, che a me piacciono parecchio. Me le immagino trattate da lui, che sa rendere cristalline e trasparenti tutte le materie prime che tocca...

Una delle domande che gli è stata rivolta riguardava la questione “natura vs sintesi” cioè, se un profumo naturale sia meglio di uno sintetico e in cosa. La sua risposta mi è piaciuta molto, e ve la segnalo perché voleva far riflettere sul concetto di “meglio”.
Meglio per l’ambiente” significa non stressare il sistema ambientale e idrico con richieste eccessive: certe materie prime vegetali stanno scomparendo e ne restano quantità inferiori a quelle richieste, quindi è un bene che ci sia qualcosa con cui sostituirle prima che si estinguano dalla faccia della terra. Inoltre, sapete quant’acqua è necessario usare per ottenere un flacone da 1l di olio essenziale di bergamotto? 1 tonnellata. Un’enormità, e se pensiamo alle difficoltà del patrimonio idrico in certi Paesi c’è da chiedersi se ha senso continuare ad usarlo.
Inoltre, “meglio per il nostro gusto” significa qualcosa di non piatto, qualcosa di dinamico, interessante, sfaccettato e con una persistenza adeguata. E questi effetti si ottengono principalmente usando materie prime sintetiche a fianco di quelle naturali. Certo, muschio, zibetto ecc sono fissatori incomparabili ma… bisogna uccidere degli animali, per poter svuotare le loro sacche profumate, e oggi nessuno accetterebbe qualcosa del genere.
Quindi la sintesi è positiva sia per l’ambiente che per la creatività. Certo, bisogna saperla usare con maestria, altrimenti il risultato sarà di basso valore!

Commenti

R.P. Dario ha detto…
ciao Marika,
molto interesante la disquisizione sul concetto di "meglio"tra materie naturali e sintetiche..ma se da una parte e' sicuro che l'abbinamento naturale/sintetico giova e sia "meglio" per il gusto ed la creativita', non sono altrettanto convinto che il sintetico sia meglio per l'ambiente..mi spiego.
il chimico, quando lavora con le reazioni fra le molecole, ha un parametro molto importatnte che persegue: la resa di reazione. questo parametro, tanto piu si avvicina al 100%, tanto piu'vuol dire che si ottiene il prodotto voluto e tanto meno scarti ci sono..in genere le reazioni chimiche che portano ai prodotti profumati hanno rese di reazione sempre infeririori al 100%, senza contare la quantita' di solventi, di acqua e altre sostanze necessarie che devono poi essere scartate quando non si possono riutilizzare.
l'industria chimica fa di tutto per limitare gli scarti, ma non ci riesce mai al 100%..
viene da se che il concetto di meglio per l'ambiente e' sempre relativo..
non e' mia intenzione demonizzare la chimica (e' il mio lavoro), ma credo sia utile a tutti ampliare e conoscere tutti gli aspetti degli argomenti profumati che ci stanno a cuore, che sono la ns passione.
ciao
Roberto
Marika Vecchiattini ha detto…
Ciao Roberto, grazie per avermi spiegato che quella cosa lì ha un nome ("resa di reazione"), che io non sapevo. Come sai sono sempre affamata (e non solo io) di dettagli tecnici. Hai ragione, anche la realizzazione di materie prime sintetiche ha un impatto sull'ambiente che non è certo trascurabile; quello che mi è piaciuto della risposta di James (che forse non sono riuscita a comunicare bene, mi viene il dubbio) è che il "tutto naturale a tutti i costi" ha un impatto ambientale mica tanto inferiore all'impatto dato dalla lavorazione di materie prime sintetiche. E spesso chi è convinto che le fragranze naturali al 100% siano migliori di quelle anche sintetiche, ne è convinto su una base ideologica che non tiene in conto di questo impatto reale. Quindi credo che il meglio che possiamo fare tutti è continuare a discuterne, discuterne, discuterne e sentire pareri di chimici, creatori, appassionati... insomma tutti quelli che volgiono contribuire alla discussione globale.

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