The Unicorn Spell (Isabelle Doyen per Les Nez, 2007)
Isabelle Doyen è conosciuta ed apprezzata per le molte fragranze della linea Annick Goutal da lei composte, poi un paio d'anni fa è stata chiamata anche dal creatore del marchio Les Nez per creare le prime tre fragranze (L'Antimatière, Let Me play the Lion e The Unicorn Spell) con cui lanciare la nuova linea. Nel frattempo sono uscite anche Manoumalia (di Sandrine Videault, che mi è molto piaciuto) e Turtle Vetiver, che non credo sia ancora arrvato da noi.
Dei primi tre, The Unicorn Spell mi ha davvero emozionata. Mi sembra che lo stile compositivo di Isabelle Doyen tenda alla sobrietà e alla misura, allo "chic", alla ricercatezza, e probabilmente per questo, pur essendo interessante e piacevole non riesce a conquistarmi, non mi fa vibrare. Trovo, sia nelle fragranze di AG che in quelle per Les Nez, la stessa assenza di "choc" di cui, ogni tanto, forse ho bisogno. In fondo, io sono una "sanguigna". E infatti, l'unico difetto di quest'Unicorno altrimenti perfetto, è una leggerissima, forse voluta tendenza alla leziosità. E' essenzialmente un verde-fiorito, umido, molto aggraziato, di violetta e foglie frantumate, con poca evoluzione ma molta poesia. Brilla con la stessa luce intensa e trasparente delle stelle, e nella sua voce si sente un accenno di velata malinconia. Indossandolo mi ha ricordato Apres L'Ondèe di Guerlain, sia per la violetta umida e cristallina, che per la dolcissima sensazione di sorridere tra le lacrime.
Foto: qui
Dei primi tre, The Unicorn Spell mi ha davvero emozionata. Mi sembra che lo stile compositivo di Isabelle Doyen tenda alla sobrietà e alla misura, allo "chic", alla ricercatezza, e probabilmente per questo, pur essendo interessante e piacevole non riesce a conquistarmi, non mi fa vibrare. Trovo, sia nelle fragranze di AG che in quelle per Les Nez, la stessa assenza di "choc" di cui, ogni tanto, forse ho bisogno. In fondo, io sono una "sanguigna". E infatti, l'unico difetto di quest'Unicorno altrimenti perfetto, è una leggerissima, forse voluta tendenza alla leziosità. E' essenzialmente un verde-fiorito, umido, molto aggraziato, di violetta e foglie frantumate, con poca evoluzione ma molta poesia. Brilla con la stessa luce intensa e trasparente delle stelle, e nella sua voce si sente un accenno di velata malinconia. Indossandolo mi ha ricordato Apres L'Ondèe di Guerlain, sia per la violetta umida e cristallina, che per la dolcissima sensazione di sorridere tra le lacrime.
Foto: qui
Commenti
amo molto il viola, sia come colore, sia come concetto olfattivo (che non per forza è la violetta in fiore). In questo caso, come per il sublime Après l'ondée, mi pare di capire che la violetta sia un sussurro. Non ho mai sentito The unicorn spell ma basandomi sullo stile solitamente composto, quasi dimesso della Doyen e sul paragone col celebre Guerlain, mi è un po passata la curiosità di provarlo. Quello che ho sempre deprecato di Après l'ondée è la durata effimera. Molti altri profumi alla viola sono troppo dolci (viole caramellate), o troppo verdi (foglie di viola), o troppo polverosi. Ergo sono ancora a caccia di una viola svettante ma elegantissima, magari su un bel fondo di cuoio: al momento le due che piu si avvicinano al mio ideale (ma che ancora arrancano) sono Black violet di Tom Ford e Cuir amethyste di Armani. Le conosci?
Magnifiscent
Sono decisamente particolari.
The Unicorn Spell era spendido in estate. L'ho trovato verde,fresco ma un fresco non banale, di carattere.
Non so perchè ma avvertivo anche un sentore di liquirizia ( a me piace molto la liquirizia).
Ma fra i quattro quello che primeggiava come una regina è stato Manoumalia, suadente, ammaliante.
Alessandra di Varese
niente carnalità, niente proclami simil marcamento territoriale ma stati mentali: ecco, perfume state of mind :-)
Questa di Les Nez, conoscendoti un pò, forse non fa per te.
Alessandra, Manuomalia piace molto anche a me, lo trovo radioso, euforizzante, energetico, eppure in qualche modo anche "docile" come un gattino. Un profumo davvero bello.
Gretel, profumi come "stati mentali" è unaSi capisce che li trovi intriganti... in effetti la Doyen ha composto per Les Nez in maniera parecchio diversa da come compone per Annick Goutal. Lo stile minimal-chic resta, ma l'intenzione è diversa, e trovo questi molto più interessanti, proprio per la ragione che evidenzi tu.
Credo sia parte del brief, cioè delle richieste fatte dal marchio al compositore, perchè anche Manoumalia è così (e l'autrice è diversa). Grazie che mi hai fatto notare questa cosa e che così la possiamo scrivere per tutti.
Prisca, sì, a volte i sussurri rischiano di rimanere coperti dal frastuono rutilante di mille parole gridate...bene ogni tanto ricordarseli. Ti abbraccio! :-)
Tuttavia la violetta mi attira molto: l'idea che inseguo è di riuscire a vederla col naso. Ce l'ho quasi fatta con Bois de violette di monsieur Serge. Mi piace molto. Ma se les eaux boisée non fossero tutte variazioni sullo stesso tema lo avrei apprezzato di più: purtroppo nella mia mente compare sempre questa formula "Feminité du bois +...". In questo caso una splendida violetta. Ma il problema è proprio questo: l'ombra di Feminité si stende sulla violetta...
A differenza di Magnifiscent, mi piacerebbe trovare un profumo che sappia proprio di quelle deliziose violette candite che hai messo nella fotografia del post! Qualche indicazione?
Preso dal tuo post ieri mi sono spruzzato un po' di Bois de violette dal mio decantino e me lo sono comuqneu goduto!
Devo riuscire a risentire l'Unicorno. La settimana prossima, di sicuro. Magari anche prima. Vediamo...
...Intanto mi hanno detto che gli estratti di SMN non costano così tanto: comunque meno delle colonie. E so che hanno anche il triplo estratto di violetta... Tu lo conosci già? Io sento già l'acquolina... al naso!!!
TAMBERLICK, le foglie di violetta di santa maria novella piacciono molto anche a me ma non sono le classiche violette candite ma un verde fiorito molto piacevole, lieve, evocativo.
Intanto ho sentito il Balenciaga, che ho trovato interessante per quanto riguarda la nota di violetta, molto meno per un "fil rouge" che lo collega dalle note di testa a quello di fondo a molti altri commerciali "pour femme" annegandovi un po' la protagonista.
Ho tuttavia avuto un incontro inaspettato con un'altra violetta, ben più interessante, che non conoscevo, che mi ha piacevolmente sorpreso e che consiglio a tutti di testare: Violette-Menthe della collezione Fleurs d'Ombre di Jean Charles Brosseau. Purtroppo il mio polso se la mangia, ma se voi siete più fortunati di me, potrebbe essere una di quelle piccole affezioni olfattive che, pur non portandovi a scalare le vette dell'estasi, continuano non di meno ad essere una soluzione di disimpegno e un ricovero affidabile.
A proposito... Sarebbe bello fare un'inchiesta per sapere quali profumi fanno per noi un pò da "barattolino del caffè". Profumi che ci tolgono d'impaccio, che vanno sempre bene, che ci "ripuliscono" il naso, che non deludono mai e che sai per certo (o quasi) che non urteranno chi condivide la nostra scia. Chiamarli "profumi paracadute" o "cuscinetto", mi pare irriguardoso... Li chiamerei piuttosto "profumi passepartout"! Il mio è New York di Patricia de Nicolai. Meraviglioso.
Tornando a J. C. Brosseau, Violette-Menthe è il primo che sento. Non conosco nemmeno Ombre Rose. Però, se queste son le premesse, sono punto spinto ad approfondire.
Vai, vai a provare i Brosseau. Magari non ti piaceranno ma sicuramente sono da porvare. Specilamente Ombre Rose, che è un pò un "classico" della Rosa. A me non dispiace, è parecchio polveroso e retrò, abbastanza fuori moda se paragonato ai gusti "fluo" di oggi ma ha un suo fascino sospeso.
E mi hai pure dato un bello spunto per un prossimo post, grazie!!!