Les Ailes du Desir (B.Duchaufour per Frapin, 2010)

E ora veniamo al profumo: Les Ailes du Dèsir è una fragranza essenzialmente fiorita/cuoiata, perfetta tanto sulla pelle femminile che su quella maschile. Preziosissima, nel senso che presenta alcune materie prime di particolare pregio, che in effetti, indossate, fanno la differenza.

In apertura si avverte una potente nota alcolica, che Bertrand avrebbe desiderato fosse cognac;  ma poichè  l’assoluta di cognac non interagiva bene con lo sviluppo successivo della composizione è stata sostituita con una preziosa assoluta di rum (tra i 6 e gli 11mila euro al kg).
Tra le note di testa si sentono anche davana (un’interessante nota verde/pungente con qualcosa di fruttato, vi ricordate Maria Grazia Fornasier di Mouillettes & Co. che ce la fece conoscere ad Esxence?) e bacche rosse.
Nel cuore, l’assoluta di gelsomino e la rosa bulgara regalano una sensazione carnale, conturbante, bilanciata da spezie calde come la cannella di Ceylon e i chiodi garofano.
La composizione trova la sua struttura nei legni preziosi del fondo (cedro e patchouli), nel cisto, mirra, e in una nota cuoiata molto ben presente dal cuore in poi. La fava tonka e la vaniglia danno una sensazione carezzevole e cuciono tutte le note in una luce morbida e soffusa, come quella di una candela.
Chiudono alcune belle note animali come ambra grigia e castoreo, che esalano un soffio animale su tutta la composizione.
Il risultato è una fragranza molto intensa, vibrante, che mi ha ricordato ad un tempo Dzongkha (L’Artisan Parfumeur) e Baume du Doge (Eau d’Italie), per la ricchezza speziata del cuore, la mirra scintillante del fondo e per la sensazione che la fragranza “ti porti via” in un luogo lontano. La indossi e non la puoi ignorare, è lì che ti respira addosso, ed è anche per questo che mi è piaciuta davvero tanto!
Con le precedenti fragranze di Frapin condivide l’anima liquorosa, lo spessore. Ma contemporaneamente è anche diversa, io l’ho sentita più “moderna”. Anche il flacone è diverso: 50 ml di “Absolue de Parfum” racchiusi in un flacone quadrato di vetro, di un rosso molto evocativo.
Il nome del profumo, Le Ali del Desiderio è un riferimento al film di Wim Wenders “Il cielo sopra Berlino” di Wim Wenders (1987). Nel film, l’angelo Damiel s’innamora e decide di rinunciare all’immortalità per diventare umano e conoscere la donna che ama. “E’ il desiderio, che muove ogni cosa, no?”, ha detto Bertrand, e io non potrei essere più d’accordo di così.
L’ho provata solo una volta, queste sono le impressioni “a caldo”, non vedo l’ora che sia disponibile (dal prossimo autunno)!

Commenti

Anonimo ha detto…
Cara BeB,
non sai con quanta impazienza aspettavo questo post :)
Dalla tua descrizione del profumo, sembra quasi che Duchaufour ripercorra Paestum Rose (più che Baume du Doge) alla luce della lezione di Dzongkha e che il tentativo sia di fondere classicità e modernità, oriente e occidente stavolta, anche se in un territorio (almeno sulla carta) già battuto. Del resto è difficile reinventarsi ogni volta, specie dopo dei colpi di genio come Dzongkha. Il verdetto finale a quando risentiremo la fragranza in autunno.
Magnifiscent
marzipan ha detto…
Bella descrizione. Mi attira molto, spero di sentirlo presto.
Il turchese è solo per l'estate, vero?
gretel ha detto…
che piramide invitante! e ancora il binomio cinema e profumi: come non esserne particolarmente contenta? attendo questo profumo carnale che già mi predispone bene, amando, e molto, il baume du doge e pure l'artisan circense. Unica perplessità è la "dedica"al film di Wenders, pellicola piuttosto dolente che, ed è solo il mio parere, non mi ispira affatto note olfattive come quelle sopra descritte.Probabile che sia una suggestione puramente estetica. a dirla tutta, pure Hiroshima Mon Amour di Nez à Nez non lo sento legato a quello di Resnais. Ma è sempre affascinante sapere da che tipo di ispirazione partono i nasi per creare una fragranza specifica.
Marika Vecchiattini ha detto…
Ecco, avevo scritto la settimana scorsa una bella risposta per Magnifiscent e solo ora mi rendo conto che è andata persa. Uffa!
Mags, quando lo sentirai ti verrà in mente molto più Dzongkha che Paestum Rose, per il tipo di rosa, come confettata, quasi un loukhoum alla rosa. La sensazione che a me dà il cuore di Dzonghka, con tutto il contorno di spezie del Baume di Doge, il tutto immerso in questo liquore ipnotico, denso. Non vedo l'ora di risentirlo.
Marzipan il turchese è solo una prova... io non sono convintissima e così aspetto le vostre reazioni e dal tono capisco se piace o non piace. Da quello che mi dice Gretel capisco che il template va bene, è più chiaro, ma da quello che scrivi tu, forse i colori "sparano" un pò troppo. Magari la stessa cosa in verde? Eh? :-) Ora provo.
GreteL, in effetti, anche a me questi due film avrebbero ispirato due fragranze completamente diverse da quelle che i due autori hanno poi realizzato. Ed è proprio questo, che mi affascina tanto: il fatto che la stessa cosa parli a persone diverse in modo diverso, facendo risuonare l'anima di ognuno in base ai suoi vissuti. Quanto siamo diversi!
Anonimo ha detto…
Non arriverà prima della fine del 2010. Il detentore del diritto d'autore del titolo del film non ha gradito , pertanto dovranno cambiare nome al profumo.
Marika Vecchiattini ha detto…
Grazie per la segnalazione!
Comunque, basta che non cambino il magico fluido dentro la bottiglia, con nome e packaging possono anche giocarci a dadi... :-)

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