Hanbury e Barry Lyndon: i due nuovi profumi di Maria Candida Gentile Maitre Parfumeur
Durante le giornate di Pitti Immagine Fragranze Maria Candida Gentile ha presentato le sue due nuove fragranze: Hanbury e Barry Lyndon, che ho trovato entrambe interessanti. Nelle sue nuove creazioni Maria Candida abbandona momentaneamente il suo amato incenso, le strutture opulente e "tattili" a favore di composizioni più serene, luminose, ottimiste senza nessun angolo buio. Soprattutto in Hanbury, la fragranza ispirata ai giardini di Villa Hanbury a Ventimiglia.
Hanbury è un fiorito dalla texture ricca e vivace, dolce sia in senso di tenerezza che in senso di lievemente mielato, perchè sotto l'apertura di agrumi (tra cui arancio dolce) e fiordarancio, si trova subito una bella nota di acacia, molto esuberante e sonora, al contempo femminilissima su una donna e tenera/vivace su un uomo. La fragranza è abbastanza persistente e si sviluppa in maniera gentile e stabile, riuscendo a fare un discorso coerente che parte dall'ottimismo più spinto ed esuberante per poi intenerirsi in un cuore fiorito e diventare luminosa e delicata nel finale, grazie a benzoino e muschio bianco. L'ho trovato molto ben eseguito, bilanciato al millimetro per evitare qualsiasi eccesso; è uno dei pochi fioriti dolci che potrei portare con gioia -anzi, a dirla tutta sto aspettando che arrivi nei negozi. Lo immagino su una donna sofisticata ma semplice, vestita di lino bianco con un cappellone di paglia; davanti a lei un cavalletto con gli acquarelli su un grande sasso, a picco sul mare blu.
Barry Lyndon è un omaggio al romanzo di Thackeray, e soprattutto al film firmato Stanley Kubrick. Nel crearlo Maria Candida ha immaginato di riprodurre la scena del film in cui Barry è costretto a saltare in groppa al suo cavallo e galoppare via nell'erba: non con la grazia di un maestoso principe guerriero, quindi, ma precipitosamente, da avventuriero privo di scrupoli i cui comportamenti discutibili finiscono per metterlo nei guai. Dati questi riferimenti, la fragranza si pone in maniera inaspettatamente discreta; parte con una bella nota di artemisia affiancata ad agrumi e forse a rosmarino, in un accostamento aromatico piacevole e stimolante, per niente invadente. La composizione prosegue con fiori di campo tra cui l'erica, ed è sostenuta da un accordo di fava tonka e cuoio (un cuoio lievissimo). la fragranza cambia marcia dopo la prima mezz'ora, quando l'avvio stimolante e vivace si trasforma in un insieme delicato, poudrèe, quasi rarefatto. L'unico appunto che potrei fare a Barry è che l'artemisia dell'apertura unita al cuore poudrèe mi ha ricordato vagamente L'Eau d'Hiver/La Biche dans l'Absinthe, insomma quel genere di fragranze costruite su sensazioni contrastanti all'interno dello stesso tono sussurrato. Portabile con soddisfazione da chiunque ami sensazioni delicate ed evocative, sia uomo che donna.
Inoltre, durante un "apericena" Maria Candida mi ha fatto annusare una bozza su cui sta lavorando e che potrebbe essere il suo prossimo lancio, probabilmente il prossimo anno. E mi è piaciuto anche quello! Ho promesso di non rivelare nulla, ma Maria Candida, almeno la parola "soliflore"... la posso dire, no?
Hanbury è un fiorito dalla texture ricca e vivace, dolce sia in senso di tenerezza che in senso di lievemente mielato, perchè sotto l'apertura di agrumi (tra cui arancio dolce) e fiordarancio, si trova subito una bella nota di acacia, molto esuberante e sonora, al contempo femminilissima su una donna e tenera/vivace su un uomo. La fragranza è abbastanza persistente e si sviluppa in maniera gentile e stabile, riuscendo a fare un discorso coerente che parte dall'ottimismo più spinto ed esuberante per poi intenerirsi in un cuore fiorito e diventare luminosa e delicata nel finale, grazie a benzoino e muschio bianco. L'ho trovato molto ben eseguito, bilanciato al millimetro per evitare qualsiasi eccesso; è uno dei pochi fioriti dolci che potrei portare con gioia -anzi, a dirla tutta sto aspettando che arrivi nei negozi. Lo immagino su una donna sofisticata ma semplice, vestita di lino bianco con un cappellone di paglia; davanti a lei un cavalletto con gli acquarelli su un grande sasso, a picco sul mare blu.
Barry Lyndon è un omaggio al romanzo di Thackeray, e soprattutto al film firmato Stanley Kubrick. Nel crearlo Maria Candida ha immaginato di riprodurre la scena del film in cui Barry è costretto a saltare in groppa al suo cavallo e galoppare via nell'erba: non con la grazia di un maestoso principe guerriero, quindi, ma precipitosamente, da avventuriero privo di scrupoli i cui comportamenti discutibili finiscono per metterlo nei guai. Dati questi riferimenti, la fragranza si pone in maniera inaspettatamente discreta; parte con una bella nota di artemisia affiancata ad agrumi e forse a rosmarino, in un accostamento aromatico piacevole e stimolante, per niente invadente. La composizione prosegue con fiori di campo tra cui l'erica, ed è sostenuta da un accordo di fava tonka e cuoio (un cuoio lievissimo). la fragranza cambia marcia dopo la prima mezz'ora, quando l'avvio stimolante e vivace si trasforma in un insieme delicato, poudrèe, quasi rarefatto. L'unico appunto che potrei fare a Barry è che l'artemisia dell'apertura unita al cuore poudrèe mi ha ricordato vagamente L'Eau d'Hiver/La Biche dans l'Absinthe, insomma quel genere di fragranze costruite su sensazioni contrastanti all'interno dello stesso tono sussurrato. Portabile con soddisfazione da chiunque ami sensazioni delicate ed evocative, sia uomo che donna.
Inoltre, durante un "apericena" Maria Candida mi ha fatto annusare una bozza su cui sta lavorando e che potrebbe essere il suo prossimo lancio, probabilmente il prossimo anno. E mi è piaciuto anche quello! Ho promesso di non rivelare nulla, ma Maria Candida, almeno la parola "soliflore"... la posso dire, no?
Commenti
Basta annusarlo per trovarsi in una campagna incolta e brumosa, su un cavallo che porta verso un futuro pieno di promesse ma anche di rischi. Ci sento le erbe aromatiche, ma anche i rovi, gli sterpi: non è una campagna ideale, bensì autentica, immagino un naso che ha fatto tesoro delle sue esperienze di vita e riesce a renderle nella sua creazione.
Barry Lyndon non è una promessa di felicità eterna, ma un invito ad apprezzare tutte le bellezze della vita, nonostante i rischi. La sua dualità si legge anche nel suo essere "campestre" ma anche "cortigiano", con la cipria delle corti settecentesche.
E' aromatico, fresco ma mai secco, con un equilibrio tra le note assolutamente mirabile. Non annoia mai, e ha una personalità sempre chiaramente riconoscibile.
Meglio di l'Eau d'Hiver, secondo me (maggiore personalità e meno innocuità), e grande come la Biche dans l'Absynthe (grazie per avercela fatta provare!).
Appartiene alla famiglia degli aromatici, e risulta quindi familiare, ma c'è il cuoio, c'è l'incenso (dosati meravigliosamente), e alla fine il suo essere insolito, il figlio biondo in una famiglia di mori, è quello che lo fa amare anche a me, che lascio sempre gli aromatici sugli scaffali.
Da provare, se vi piacciono le belle sorprese ;)
La Biche, la Biche... (sospiro) una delicatezza commovente unita ad un temperamento focoso. Una fragranza eccellente, equilibrata, tenace, perfetta sotto ogni punto di vista. Un capolavoro.
Ho provato Barry Lyndon e dopo le dissonanti note iniziali, dopo un ora mi è sembrato molto simile ad un profumo che avevo provato qualche anno fa e che ho ancora quasi intero cioè Pal Zileri Sartoriale, agreste e cupo e non gradevole. Sorry