Grossmith London: un'incredibile saga familiare

La ditta Grossmith nasce a Londra nel 1835, e si distingue subito nell’ambito della profumeria e dei prodotti da toeletta di lusso; John Grossmith e poi suo figlio John Lipscomb Grossmith, fanno infatti importare direttamente da Grasse la maggior parte delle materie prime che servono per i profumi, i saponi, le ciprie che producono. All’esposizione Universale del 1851 la loro è l’unica ditta inglese che riesce a vincere la medaglia d’oro, con profumi come “Stephanotis” e “Opoponax” in un settore in cui i francesi erano già leader assoluti.

Tra gli ultimi anni dell’800 e i primi del ‘900 dilaga in Europa la passione per l’oriente: gli europei viaggiano tra i continenti sui battelli a vapore; anche i profumi prendono derive orientaleggianti (“La Regina d’Egitto”, “El Ghali”, il “Profumo della Mecca” danno l'idea), e anche Grossmith inizia a produrre profumi dai nomi impronunciabili, come “Tsang-Ihang” e “Phul-Nana”, i cui sottotitoli “The sweet perfume of Tibet” e “Bouquet of Indian Flowers” rendevano chiaro almeno il Paese a cui la fragranza si ispirava (cosa non darei per poter vivere un giorno di inizio ‘900…).
J. Grossmith restò un’azienda di successo fino al periodo tra le due guerre e venne insignita di alcuni Royal Warrants (cioè riconoscimenti reali per le aziende che hanno servito i membri più importanti della famiglia reale britannica per almeno 5 anni), anche dai regnanti greci e spagnoli. Grossmith continuò a produrre profumi anche durante la Grande Depressione, quando non c’era molta disponibilità di materie prime; la qualità non sarà stata eccelsa ma sembra che “White Fire” sia stato un vero successo, specialmente in Germania.
Successivamente, la conduzione dell’azienda passò di mano e perse gran parte dell’appeal, negli anni ’50 solo il profumo “Phul-Nana” restava in produzione. Ne1 970 la famiglia cedette anche la proprietà dell’azienda, e nel 1980 il marchio Grossmith cessò ogni attività.

I coniugi Brooke, che avevo incontrato qualche settimana fa da Campomarzio70 sono due simpatici signori inglesi in età quasi pensionabile, hanno due figlie (una delle quali ha fatto la corista per Lou Reed, non c’entra niente ma mi faceva piacere dirvelo), e nessuno della famiglia aveva mai mostrato particolare attenzione verso la profumeria. Non avevano idea che le generazioni precedenti avessero creato qualcosa che aveva fatto storia (li ho trovati citati e fotografati in almeno due dei miei libri di riferimento), anche perché il ramo “profumato” stava dall’altra parte dell’albero genealogico, ed infatti i coniugi si chiamano Brooke, non Grossmith.
Tutta la storia è tornata a galla solo perchè hanno fatto una ricerca su internet per ricomporre il family tree e… sorpresa! non solo è saltata fuori un'epopea famigliare di grande fascino ma, durante l'incontro con un cugino con cui non c'erano contatti, venne loro mostrato:
- il medagliere con tutte le medaglie vinte dall’azienda di famiglia alle varie Esposizioni,
- i Royal Warrants,
- 400 formule per profumi, saponi, creme e ogni altro bendiddio profumato,
- il quaderno dei fornitori,
- campioni e bottiglie intere e sigillate, col loro packaging originale.

A quel punto c’erano completamente dentro e non avrebbero lasciato perdere la questione per nulla al mondo così, nel 2007 si ricomprarono il nome. Poi portarono le formule dei profumi a Roja Dove e gli chiesero se ci si poteva far qualcosa. Lui li mandò da Robertet perché facessero analizzare i profumi al gascromatografo e ricomponessero quindi le fragranze (Robertet è un’azienda di Grasse che produce materie prime per la profumeria, con una forte specializzazione nel settore naturale). Ma le prime prove non funzionavano, erano sensibilmente diverse dagli originali. Roja allora consigliò i coniugi di chiedere a Robertet la qualità migliore e più costosa di ogni singolo componente la formula “Non era questione di soldi, si trattava di orgoglio familiare, ormai” mi hanno detto, e li ho capiti benissimo. E finalmente, risultarono perfetti.
In ogni caso, i Brooke non avevano abbastanza finanze per metterne in cantiere una produzione significativa: le formule costavano semplicemente troppo per produrne grosse quantità.
Avevano anche scoperto che il fornitore di alcuni flaconi antichi particolarmente preziosi era nientemeno che Baccarat ed andarono a parlarci, insistendo affinchè tirassero fuori dagli archivi i loro vecchi stampi per rifarne una serie limitata (numerata e incisa in oro; mentre i flaconi della serie normale sono meno preziosi).

In qualche modo, le fragranze Grossmith vennero presentate a Londra nel 2009: lo chypre "Hasu-No-Hana” (Il profumo del loto giapponese), il fiorito di carattere “Phul-Nana” (Fiore delizioso, in Hindi) e il superbo iris “Shem-El-Nessim” (Annusare la brezza). Io li ho potuti indossare tutti e tre e devo dire che si sente perfettamente il periodo storico da cui provengono, le materie prime preziose al limite dell’indecenza, e la ricercatezza delle formule. Li ho trovati bellissimi, ricchi, entusiasmanti come poche altre cose annusate fin qui e se andate ad Esxence, vi consiglio assolutamente di non perderveli perché meritano davvero. Meriterebbero persino di andarci apposta!
Una in particolare è una perfetta via di mezzo tra L’Origan di Coty e L’Heure Bleue di Guerlain (il periodo è quello, le materie anche), e purtroppo questi strani nomi mi hanno creato una certa confusione e non so più qual è, ma le risento e vi riporto con esattezza impressioni e suggestioni di tutte.
Costicchiano, è vero, ma mi pare che ne valga la pena al 100%. Ma ritornerò su questo punto prossimamente.

Il sito di Grossmith 
Foto: da Psfk

Commenti

Madame ha detto…
adorata che meravigliosa avventura..bisous
Marika Vecchiattini ha detto…
Trèsor, bello, bellissimo rivederti da queste parti. Passa spesso, che mi sei mancata.

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