Zeta, il nuovo profumo di Andy Tauer
Grazie a Nyneve che me ne ha mandato una fialetta ho potuto provare per qualche giorno Zeta, il nuovo profumo di Andy Tauer. Zeta è sostanzialmente l’omaggio di Andy al fiore del tiglio, e l’estrazione tramite CO2 (cioè anidride carbonica) ne restituisce esattamente la dolcezza euforizzante che ad altre fragranze al tiglio mancava. Ma –ed è questo, che mi è piaciuto particolarmente- per come è stato lavorato, alla fine il tiglio viene trasformato da elemento centrale (e prezioso) a poco più di un pretesto per parlare di questo periodo di tarda primavera-inizio estate, di prati verdissimi inondati da una luce dorata, di pomeriggi trascorsi sotto gli alberi a leggere, giocare e perché no anche amoreggiare pigramente, vestiti di lino bianco, senza pensieri molesti in testa.
Limone, bergamotto e arancio dolce aprono la fragranza con un raggio di luce accecante e un’energia irresistibile, mentre il fiore d’arancio, usato sia come olio essenziale (la neroli) che come assoluta, è il perno che Andy ha usato per far ruotare la fragranza tra una sensazione fiorita verde, fresca e raffinata (il fiore d’arancio si unisce con l’ylang ylang) e una sensazione dolce, mielata, giocosa, persino sensuale (il fiore d’arancio si unisce con il fiore di tiglio). Molto interessante.
Ma non finisce qui: l’accordo di fondo è composto da note ricche e calde, tipiche della profumeria classica (iris, sandalo e vaniglia)...
Insomma, è come se tutto il profumo fosse costruito su sensazioni opposte: non solo il cuore verde/dolce crea contrasto, ma anche la testa/cuore fatta di freschezza e luce, contrasta con il fondo che invece è tutto calore e dolcezza; l’impianto generale della fragranza ed alcune materie prime sono modernissime, squillanti, mentre il fondo presenta un accordo “di peso”, cioè classico e raffinato…
Io ho trovato Zeta una tra le fragranze tecnicamente più complesse tra quelle create da Andy: saper maneggiare sensazioni olfattive così contrastanti e giungere ad un risultato di grande “naturalezza” e leggerezza, richiede un talento fuori dal comune. Bravo Andy, Zeta è veramente un gioiello!
Zeta è il capostipite di una nuova linea denominata “Collectibles” che sarà sempre disponibile –non si tratta quindi di edizioni limitate- ma la cui fragranza dipenderà ogni anno dalla resa olfattiva della materia prima di base. Quindi, il lotto di bottiglie che Andy produrrà il prossimo anno potrebbe avere qualche leggera differenza rispetto a quello di quest’anno.
Limone, bergamotto e arancio dolce aprono la fragranza con un raggio di luce accecante e un’energia irresistibile, mentre il fiore d’arancio, usato sia come olio essenziale (la neroli) che come assoluta, è il perno che Andy ha usato per far ruotare la fragranza tra una sensazione fiorita verde, fresca e raffinata (il fiore d’arancio si unisce con l’ylang ylang) e una sensazione dolce, mielata, giocosa, persino sensuale (il fiore d’arancio si unisce con il fiore di tiglio). Molto interessante.
Ma non finisce qui: l’accordo di fondo è composto da note ricche e calde, tipiche della profumeria classica (iris, sandalo e vaniglia)...
Insomma, è come se tutto il profumo fosse costruito su sensazioni opposte: non solo il cuore verde/dolce crea contrasto, ma anche la testa/cuore fatta di freschezza e luce, contrasta con il fondo che invece è tutto calore e dolcezza; l’impianto generale della fragranza ed alcune materie prime sono modernissime, squillanti, mentre il fondo presenta un accordo “di peso”, cioè classico e raffinato…
Io ho trovato Zeta una tra le fragranze tecnicamente più complesse tra quelle create da Andy: saper maneggiare sensazioni olfattive così contrastanti e giungere ad un risultato di grande “naturalezza” e leggerezza, richiede un talento fuori dal comune. Bravo Andy, Zeta è veramente un gioiello!
Zeta è il capostipite di una nuova linea denominata “Collectibles” che sarà sempre disponibile –non si tratta quindi di edizioni limitate- ma la cui fragranza dipenderà ogni anno dalla resa olfattiva della materia prima di base. Quindi, il lotto di bottiglie che Andy produrrà il prossimo anno potrebbe avere qualche leggera differenza rispetto a quello di quest’anno.
Commenti
E' un profumo che non mi rappresenta ma che mi stupisce moltissimo ogni volta che lo sento, non so bene come spiegarlo...
Per anni il mio riferimento per una fragranza al tiglio è stata e continua ad esserlo "tilleuil" di D'Orsay Che è una vera sferzata persistente di primavera , in grado di rischiarare le giornate pù buie.
Ora dopo la tua recensione, quanto mai stimolante inizierò la ricerca di "zeta"
grazie e complimenti come al solito
Ammiro molto le fragranze di AT, ma di solito la corposità e ricchezza del loro drydown mi atterrisce! Per intenderci, Orange Star mi dura addosso per... giorni, ho il portafogli impregnato da un mese dopo il contatto con una mouillette di Carillon (tra l'altro ci sta bene, esalta le note cuoio!!). Ho letto da qualche parte che questo è un pochino meno potente nelle note finali, tu lo confermi?
Tilleul esprime un lato romantico della primavera, un lato timido, umido, il tiglio sta aprendo i primissimi boccioli nell'aria ancora fresca, carica di promesse. Invece Zeta di timido e umido non ha niente: esprime la solarità argentina di un albero interamente fiorito, che diffonde un'aria profumata, carica di miele e di gioia.
Due interpretazioni quasi opposte, affascinanti in base ai gusti diversi.
Saraprfms, sai che nemmeno io a lungo sono riuscita a spiegarlo? E mi dicevo: "come cavolo faccio a raccontarlo se mi lascia interdetta, se non riesco nemmeno a definire che sensazioni mi dà?" Un incubo. Poi sono partita dal fatto che tant'è, ero sempre lì ad annusarmi i polsi. Quindi mi attraeva.
Alberto, ciao in effetti credo che il Tilleul sia molto amato!
Iodine, sì te lo confermo, è meno persistente, ed in generale la fragranza si proietta meno, cioè resta più accostata alla pelle. E dal cuore in poi, diventa poco più di un soffio: tutt'altro genere rispetto a Carillon!.
Lo cercherò senz'altro, mi hai incuriosita tantissimo.