I Magnifici 70: i Guerlain
Jicky (1889)
L'Heure Bleue (1912)
Mitsouko (1919)
Shalimar (1925)
Habit Rouge (1965)
Eau de Guerlain (1974)
Samsara (1989)
Insolence (2006)
In realtà la famiglia Guerlain ha creato, in oltre 100 anni di storia, moltissimi altri capolavori: Vol de Nuit, Vèga, Liu, Derby, Djedi, Apres l’Ondèe sono alcuni di quelli che io ho potuto conoscere, ma chissà quanti altri se ne potrebbero citare, se fosse possibile riesumare alcune meraviglie non più in produzione… In ogni caso, questi otto meravigliosi Guerlain è necessario saperli: siate uomini o donne, non importa, cercate di indossarli tutti almeno un paio di volte.
Intanto capirete come i compositori di 50-100 anni fa non fossero poi così interessati a chi avrebbe indossato le loro creazioni: componevano in base al proprio spirito e alle proprie visioni, tanto che ognuno di noi vi può ritrovare un pezzetto di sé. Insisto sul parfum, laddove possibile, perché spesso è la concentrazione più fedele all’originale, cioè si avvicina più dell’edt al profumo così come era stato composto (anche se non è un concetto sempre valido per tutti). Li ho messi nella lista dei 70 perché ognuno di loro ha influenzato in qualche modo i profumi successivi. Jicky è un fougére, completamente unisex, che in base a chi lo porta può sapere di vecchi cassetti o tirare fuori una sensualità abbastanza sconvolgente anche oggi. Primo profumo della storia ad usare cumarina (in verità secondo dopo Fougère Royale, mi fanno notare), una molecola estratta dalla fava tonka, polverosa, dolce con un fondo animale, Jicky è uno dei profumi che hanno contribuito a portare l’arte profumiera fuori dallo schema “mazzo di fiori di campo” per farla entrare in una contemporaneità astratta ancor più interessante. L'Heure Bleue, Mitsouko e Shalimar sono le tre superstar che hanno portato avanti questa visione astratta della profumeria: L’Heure Bleue è un fiorito legnoso con tocchi gourmand, Mitsouko è il primo (e quasi unico) chypre fruttato della storia, mentre Shalimar -o quel che ne resta, anche se devo dire che negli ultimi due anni mi sembra migliorato rispetto alla riformulazione di 4-5 anni fa- è uno dei primissimi orientali mai creati. Non c’è un motivo preciso per metterli in lista, se non che questi profumi SONO la storia della profumeria: molto di quel che oggi indossiamo, nasce da qui.
Habit Rouge ha ispirato molti profumi maschili (ma anche femminili) negli anni seguenti, tutti caratterizzati da legni caldi e vigorosi, ingentiliti da lievi tocchi fioriti.
L’Eau de Guerlain è semplicemente una delle colonie più belle che siano mai state create, con gli agrumi, la verbena e il rosmarino che le donano una ricchezza che trascende l’idea stessa della Colonia per farne qualcosa in più.
Indossare Samsara e Insolence invece, serve per capire come Guerlain si sia trasformato negli ultimi 10 anni da un marchio di assoluta eccellenza -un trend setter capace di creare tendenze che gli altri poi seguiranno- in un (buon) marchio commerciale, cioè un brand attento a quel che tira sul mercato, e capace di riproporlo a modo proprio. Riproporlo bene, cioè con grazia, indossabilità ed eleganza ma… parlando di Guerlain questo non è sufficiente. Il confronto di queste “nuove” fragranze Guerlain con quel che è stato fatto in precedenza all’interno dello stesso marchio (Jicky e le altre di cui sopra) serve proprio a questo. Perché un profumo va sempre letto nel suo contesto di uscita: annusare Jicky o l’Heure Bleue oggi è meno “dirompente” rispetto ad annusarli nel 1889 o nel 1912 quando furono creati, cioè mentre la profumeria (escludendo Coty, Caron e ben poco d’altro) esprimeva roselline timide o bouquet di spezie dai nomi impronunciabili. L’impatto che ebbero sulla profumeria fu veramente forte, tant’è vero che resistono tuttora e hanno ispirato generazioni di profumieri.
Samsara e Insolence invece, come ultime eredi di questa fortunata azienda Guerlain, sono un po’ come due diciottenni debuttanti, sciocchine e grezzotte, che però indossano parure di gioielli in stile liberty di una bellezza sfolgorante, e da quello capisci che sono rampolle di una famiglia di lignaggio privilegiato. Samsara e Insolence non dicono niente di nuovo, di originale o di raffinato, anzi sono piuttosto “piacione”, ma esprimono una tale ricchezza nella composizione che è impossibile non trovarle affascinanti, piacevoli da indossare.
Come qualcuno avrà notato nella lista Guerlain manca Apres L’Ondèe (1906) perché l’edt oggi in commercio non fa giustizia della bellezza dell’originale: me l’ha fatto gentilmente riannusare Monsieur Tanguy il mese scorso a Grasse, presso lo stand dell’Osmothèque e confermo che la formula originale è così bella da scatenare le lacrime; solo il parfum moderno si avvicinava, ma in ogni caso l’hanno discontinuato da anni…
L'Heure Bleue (1912)
Mitsouko (1919)
Shalimar (1925)
Habit Rouge (1965)
Eau de Guerlain (1974)
Samsara (1989)
Insolence (2006)
In realtà la famiglia Guerlain ha creato, in oltre 100 anni di storia, moltissimi altri capolavori: Vol de Nuit, Vèga, Liu, Derby, Djedi, Apres l’Ondèe sono alcuni di quelli che io ho potuto conoscere, ma chissà quanti altri se ne potrebbero citare, se fosse possibile riesumare alcune meraviglie non più in produzione… In ogni caso, questi otto meravigliosi Guerlain è necessario saperli: siate uomini o donne, non importa, cercate di indossarli tutti almeno un paio di volte.
Intanto capirete come i compositori di 50-100 anni fa non fossero poi così interessati a chi avrebbe indossato le loro creazioni: componevano in base al proprio spirito e alle proprie visioni, tanto che ognuno di noi vi può ritrovare un pezzetto di sé. Insisto sul parfum, laddove possibile, perché spesso è la concentrazione più fedele all’originale, cioè si avvicina più dell’edt al profumo così come era stato composto (anche se non è un concetto sempre valido per tutti). Li ho messi nella lista dei 70 perché ognuno di loro ha influenzato in qualche modo i profumi successivi. Jicky è un fougére, completamente unisex, che in base a chi lo porta può sapere di vecchi cassetti o tirare fuori una sensualità abbastanza sconvolgente anche oggi. Primo profumo della storia ad usare cumarina (in verità secondo dopo Fougère Royale, mi fanno notare), una molecola estratta dalla fava tonka, polverosa, dolce con un fondo animale, Jicky è uno dei profumi che hanno contribuito a portare l’arte profumiera fuori dallo schema “mazzo di fiori di campo” per farla entrare in una contemporaneità astratta ancor più interessante. L'Heure Bleue, Mitsouko e Shalimar sono le tre superstar che hanno portato avanti questa visione astratta della profumeria: L’Heure Bleue è un fiorito legnoso con tocchi gourmand, Mitsouko è il primo (e quasi unico) chypre fruttato della storia, mentre Shalimar -o quel che ne resta, anche se devo dire che negli ultimi due anni mi sembra migliorato rispetto alla riformulazione di 4-5 anni fa- è uno dei primissimi orientali mai creati. Non c’è un motivo preciso per metterli in lista, se non che questi profumi SONO la storia della profumeria: molto di quel che oggi indossiamo, nasce da qui.
Habit Rouge ha ispirato molti profumi maschili (ma anche femminili) negli anni seguenti, tutti caratterizzati da legni caldi e vigorosi, ingentiliti da lievi tocchi fioriti.
L’Eau de Guerlain è semplicemente una delle colonie più belle che siano mai state create, con gli agrumi, la verbena e il rosmarino che le donano una ricchezza che trascende l’idea stessa della Colonia per farne qualcosa in più.
Indossare Samsara e Insolence invece, serve per capire come Guerlain si sia trasformato negli ultimi 10 anni da un marchio di assoluta eccellenza -un trend setter capace di creare tendenze che gli altri poi seguiranno- in un (buon) marchio commerciale, cioè un brand attento a quel che tira sul mercato, e capace di riproporlo a modo proprio. Riproporlo bene, cioè con grazia, indossabilità ed eleganza ma… parlando di Guerlain questo non è sufficiente. Il confronto di queste “nuove” fragranze Guerlain con quel che è stato fatto in precedenza all’interno dello stesso marchio (Jicky e le altre di cui sopra) serve proprio a questo. Perché un profumo va sempre letto nel suo contesto di uscita: annusare Jicky o l’Heure Bleue oggi è meno “dirompente” rispetto ad annusarli nel 1889 o nel 1912 quando furono creati, cioè mentre la profumeria (escludendo Coty, Caron e ben poco d’altro) esprimeva roselline timide o bouquet di spezie dai nomi impronunciabili. L’impatto che ebbero sulla profumeria fu veramente forte, tant’è vero che resistono tuttora e hanno ispirato generazioni di profumieri.
Samsara e Insolence invece, come ultime eredi di questa fortunata azienda Guerlain, sono un po’ come due diciottenni debuttanti, sciocchine e grezzotte, che però indossano parure di gioielli in stile liberty di una bellezza sfolgorante, e da quello capisci che sono rampolle di una famiglia di lignaggio privilegiato. Samsara e Insolence non dicono niente di nuovo, di originale o di raffinato, anzi sono piuttosto “piacione”, ma esprimono una tale ricchezza nella composizione che è impossibile non trovarle affascinanti, piacevoli da indossare.
Come qualcuno avrà notato nella lista Guerlain manca Apres L’Ondèe (1906) perché l’edt oggi in commercio non fa giustizia della bellezza dell’originale: me l’ha fatto gentilmente riannusare Monsieur Tanguy il mese scorso a Grasse, presso lo stand dell’Osmothèque e confermo che la formula originale è così bella da scatenare le lacrime; solo il parfum moderno si avvicinava, ma in ogni caso l’hanno discontinuato da anni…
Commenti
saluti
Alberto
Grazie, Lella
Grazie per l'amore con cui ci regali il tuo sapere e le tue sensazioni olfattive.
Caterina
Lella, in rete puoi trovare qualche sito che traccia la storia della profumeria per date, ora non mi ricordo. Poi c'è il blog Monsieur Guerlain, che ti potrebbe aiutare.
Claudio, hai ragione il vetiver di Guerlain -pur abbastanza modificato rispetto all'originale- è sempre uno dei due-tre migliori vetiver in circolazione. Classe allo stato puro. Non l'ho messo in lista solo per non sforare con il numero ma mi è costato, non inserirlo.
Caterina, evviva, se sono riuscita a spingere qualcuno ad andare ad annusare qualcosa che non conosceva -e che perdipiù l'ha fatto innamorare- sono troppo felice! :-)
Sara, tra poco posterò la seconda parte del post (a cui seguiranno una terza, una quarta...).