Un Jardin sur le Toit (Jean Claude Ellena per Hermès, 2011)
L’altro giorno ero con Caterina in profumeria. La giornata era nata storta e non avevamo voglia di lavorare al nostro progetto (di cui più avanti vi parlerò) e così abbiamo deciso di fare un giro per annusare un po’. Ne ho approfittato per riprovare, a pelle e con tutta calma, il nuovo lancio di Hermès, “Un Jardin sur le Toit” (Un Giardino sul tetto), che Jean Claude Ellena ha composto per raccontare il giardino sul tetto dell’Edificio Hermès, al 24 di Rue de Faubourg a Parigi.
“Un Jardin sur Le Toit” fa parte della collezione “Jardins” di Hermès, che comprende un Giardino nel Mediterraneo (con agrumi, foglie di pomodoro e sentori di macchia mediterranea), un Giardino sul Nilo (il mio preferito, con note verdi, acquatiche e fruttate di mango maturo) e un Giardino dopo il Monsone (fresco e speziatino).
Lo stile di Ellena, che si esprime benissimo anche in questa serie di Giardini, è riconoscibile per l’essenzialità, la trasparenza e la precisione millimetrica delle sensazioni che offre. Le sue fragranze sono sempre caratterizzate da una perfezione formale e una raffinatezza incomparabili, si capisce perfettamente che una visione estetica come la sua ha avuto bisogno di decenni di elaborazione.
La serie dei “Jardins” di Hermès è volutamente poco intellettuale rispetto ad altri lavori di Ellena, si tratta di profumi dedicati al viaggio e alla freschezza, creati per trasportarti velocemente Altrove, in un giardino primaverile sul corso di un fiume o ai bordi di un mare caldo e amico.
Questo nuovo Giardino sul Tetto è il più “facile” della serie, il più immediato, allegro, spensierato. A qualcuno non è piaciuto perché sa di frutta, fiori ed erba tagliata, come i cinquemila fioriti-fruttati-Barbie lanciati in questi anni in tutto il mondo. E invece a me sì. A me questo Giardino sul Tetto ha provocato un bel sorriso, e un netto miglioramento dell’umore. L’ho trovato speciale.
Perchè dimostra che è possibile mettere odore di pere e mele in un profumo OGGI e non fare qualcosa di banale, già sentito, trito e ritrito.
Sebbene i profumi Hermessence –cioè la linea esclusiva di Hermès- con le loro materie prime eccezionali e la produzione limitata si qualifichino senz’altro come “profumeria artistica”, la linea normale di Hermès –tra cui i Giardini- invece è in tutto e per tutto una linea commerciale, in vendita in ogni profumeria e grande magazzino del mondo. Ebbene, Un Jardin sur le Toit è la dimostrazione che è possibile anche nell’industriale, offrire al pubblico profumi migliori. Più interessanti. Che non è necessario proporre al consumatore profumi standardizzati, senza stile né personalità, per fare soldi. Certo, probabilmente è necessario chiamarsi Ellena e avere 40 anni di esperienza, ma è pur sempre possibile.
L’apertura fresca, lievemente agrumata-verde è davvero euforizzante, il cuore fruttato e fiorito del profumo si sviluppa nella mezz’ora seguente e le note di fondo –muschi bianchi per lo più- si avvertono per un’altra mezz’ora. La fragranza quindi, è delicata ed effimera come la frutta, e su questo non ho niente da eccepire. Rispruzzo, e mi torna il sorriso. Mi pare già tantissimo.
“Un Jardin sur Le Toit” fa parte della collezione “Jardins” di Hermès, che comprende un Giardino nel Mediterraneo (con agrumi, foglie di pomodoro e sentori di macchia mediterranea), un Giardino sul Nilo (il mio preferito, con note verdi, acquatiche e fruttate di mango maturo) e un Giardino dopo il Monsone (fresco e speziatino).
Lo stile di Ellena, che si esprime benissimo anche in questa serie di Giardini, è riconoscibile per l’essenzialità, la trasparenza e la precisione millimetrica delle sensazioni che offre. Le sue fragranze sono sempre caratterizzate da una perfezione formale e una raffinatezza incomparabili, si capisce perfettamente che una visione estetica come la sua ha avuto bisogno di decenni di elaborazione.
La serie dei “Jardins” di Hermès è volutamente poco intellettuale rispetto ad altri lavori di Ellena, si tratta di profumi dedicati al viaggio e alla freschezza, creati per trasportarti velocemente Altrove, in un giardino primaverile sul corso di un fiume o ai bordi di un mare caldo e amico.
Questo nuovo Giardino sul Tetto è il più “facile” della serie, il più immediato, allegro, spensierato. A qualcuno non è piaciuto perché sa di frutta, fiori ed erba tagliata, come i cinquemila fioriti-fruttati-Barbie lanciati in questi anni in tutto il mondo. E invece a me sì. A me questo Giardino sul Tetto ha provocato un bel sorriso, e un netto miglioramento dell’umore. L’ho trovato speciale.
Perchè dimostra che è possibile mettere odore di pere e mele in un profumo OGGI e non fare qualcosa di banale, già sentito, trito e ritrito.
Sebbene i profumi Hermessence –cioè la linea esclusiva di Hermès- con le loro materie prime eccezionali e la produzione limitata si qualifichino senz’altro come “profumeria artistica”, la linea normale di Hermès –tra cui i Giardini- invece è in tutto e per tutto una linea commerciale, in vendita in ogni profumeria e grande magazzino del mondo. Ebbene, Un Jardin sur le Toit è la dimostrazione che è possibile anche nell’industriale, offrire al pubblico profumi migliori. Più interessanti. Che non è necessario proporre al consumatore profumi standardizzati, senza stile né personalità, per fare soldi. Certo, probabilmente è necessario chiamarsi Ellena e avere 40 anni di esperienza, ma è pur sempre possibile.
L’apertura fresca, lievemente agrumata-verde è davvero euforizzante, il cuore fruttato e fiorito del profumo si sviluppa nella mezz’ora seguente e le note di fondo –muschi bianchi per lo più- si avvertono per un’altra mezz’ora. La fragranza quindi, è delicata ed effimera come la frutta, e su questo non ho niente da eccepire. Rispruzzo, e mi torna il sorriso. Mi pare già tantissimo.
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