I Magnifici 70: i Dior
Miss Dior (1947)
Diorissimo (1956)
Eau Sauvage (1966)
Diorella (1972)
Poison (1985)
Fahrenheit (1988)
Hypnotic Poison (1998)
Tra i marchi che hanno un posto d'onore nella lista dei 70 c’è Dior, capace di lanciare almeno un capolavoro ogni decennio (cosa che non riesce a tutti). Ho avuto dubbi se inserire o no Miss Dior che a mio parere oggi ha perso molto del suo allure originale, visto che l’uso di alcune delle materie prime che compongono la famiglia chypre (tra cui agrumi e muschio di quercia) è stato molto ristretto dalle nuove regole dell’IFRA. Ed è un peccato: quella chypre è una famiglia olfattiva particolarmente affascinante, con storie complesse e a tratti persino erotiche, da raccontare.
Alla fine l’ho inserito proprio per questo motivo: indossatelo su un polso, poi andate a casa di vostra madre o zia e spruzzatevi qualche goccia dai loro vecchi flaconi, e poi confrontateli. Forse il fantasma di Miss Dior si materializzerà di fronte a voi e capirete meglio che profumo era.
Si definisce soli flore una fragranza fiorita dominata da una singola nota odorosa: in Diorissimo è il mughetto. E non solo: Diorissimo è proprio lo standard di riferimento per questo fiore (il mughetto è sempre una nota sintetica o una ricostruzione mista sintetica/naturale, perché dal fiore di mughetto non si estrae niente), quindi è da conoscere senz’altro, fosse solo per questo motivo.
L’Eau Sauvage è uno dei profumi maschili più famosi e citati al mondo, e soprattutto il più usato dalle donne, stabilmente nella top 10 di vendite in diversi paesi. L’Eau Sauvage è uno dei capolavori di Edmond Roudnitska, e la sua compagna di scorribande è Diorella, dello stesso autore. Se potete, provateli assieme, sui due polsi. E se volete giocare, il giorno dopo, rispruzzatevi su un polso Diorella e poi andate a farvi spruzzare Le Parfum de Therese, sempre di E. Roudnitska ma creato trent’anni dopo per Frederic Malle, e sentite se ci ritrovate “aria di famiglia”: è un modo per capire come questo geniale Maestro della profumeria componeva i suoi lavori.
Per quanto riguarda Poison, vale il discorso di Coco (Chanel), cioè si tratta di un intero decennio condensato in un profumo: indossatelo insieme al walkman, allo Swatch e alle pettinature aerospaziali degli attori di Dallas ascoltando Cindy Lauper, gli Wham e Michael Jackson, per rivivere quell’atmosfera (ammesso che l’abbiate vissuta una prima volta, altrimenti l’effetto è zero).
Fahrenheit è esploso nella profumeria maschile degli anni ’80 come una bomba: qualcuno metteva delle violette in un maschile e ne faceva qualcosa di sexy e intrigante! Nel 1990 tutte le mie conoscenze di genere maschile indossavano Fahrenheit, e anche molte di quelle femminili. Oggi la cosa che più si avvicina alla fragranza così com’era stata lanciata è la versione Absolute, che un lettore del blog mi aveva consigliato di andare a sentire, e devo dire che aveva ragione perché è notevole.
Di Hypnotic Poison posso dire che finalmente (Dior non me ne voglia) si sente un po’ meno in giro: fino all’anno scorso succedeva d’incontrarlo tre volte durante la spesa al supermercato, ed era persino fastidioso. Tra un anno o due anche i suoi detrattori lo potranno riprovare a mente fresca e capire finalmente com’è fatto bene: ricco, rotondo, equilibrato, proiettivo e persistente. Uno dei migliori femminili degli ultimi vent’anni. Anche di HP la versione che circola oggi non è quella originale, quella me la ricordo benissimo in quanto non avevo il coraggio di indossarla: sapeva –e la definizione non è mia- di “donna che trascura l’igiene intima”, ad un tempo elettrizzante e fastidioso… in ogni caso abbastanza sconvolgente. Poi fu leggermente modificato, reso più rassicurante e gourmand senza però una connotazione alimentare ben definita, e ho il sospetto che sia la riformulazione, quella che ebbe successo e che continua ad averne.
Non ho inserito Dioressence perché ho avuto il privilegio di annusare l’originale, con spesse note di zibetto che lo rendevano animale, vivo, quasi spaventoso (“Le Parfum Barbare de Christian Dior”) e la versione appena rieditata, sebbene si intuisca lo sforzo fatto, mi è sembrata poco convincente: oggi l’indossabilità è tutto, mentre allora (1979) era la personalità ad avere più peso e Dioressence era davvero sconvolgente, oggi lo indosserebbero in pochissimi!
Diorissimo (1956)
Eau Sauvage (1966)
Diorella (1972)
Poison (1985)
Fahrenheit (1988)
Hypnotic Poison (1998)
Tra i marchi che hanno un posto d'onore nella lista dei 70 c’è Dior, capace di lanciare almeno un capolavoro ogni decennio (cosa che non riesce a tutti). Ho avuto dubbi se inserire o no Miss Dior che a mio parere oggi ha perso molto del suo allure originale, visto che l’uso di alcune delle materie prime che compongono la famiglia chypre (tra cui agrumi e muschio di quercia) è stato molto ristretto dalle nuove regole dell’IFRA. Ed è un peccato: quella chypre è una famiglia olfattiva particolarmente affascinante, con storie complesse e a tratti persino erotiche, da raccontare.
Alla fine l’ho inserito proprio per questo motivo: indossatelo su un polso, poi andate a casa di vostra madre o zia e spruzzatevi qualche goccia dai loro vecchi flaconi, e poi confrontateli. Forse il fantasma di Miss Dior si materializzerà di fronte a voi e capirete meglio che profumo era.
Si definisce soli flore una fragranza fiorita dominata da una singola nota odorosa: in Diorissimo è il mughetto. E non solo: Diorissimo è proprio lo standard di riferimento per questo fiore (il mughetto è sempre una nota sintetica o una ricostruzione mista sintetica/naturale, perché dal fiore di mughetto non si estrae niente), quindi è da conoscere senz’altro, fosse solo per questo motivo.
L’Eau Sauvage è uno dei profumi maschili più famosi e citati al mondo, e soprattutto il più usato dalle donne, stabilmente nella top 10 di vendite in diversi paesi. L’Eau Sauvage è uno dei capolavori di Edmond Roudnitska, e la sua compagna di scorribande è Diorella, dello stesso autore. Se potete, provateli assieme, sui due polsi. E se volete giocare, il giorno dopo, rispruzzatevi su un polso Diorella e poi andate a farvi spruzzare Le Parfum de Therese, sempre di E. Roudnitska ma creato trent’anni dopo per Frederic Malle, e sentite se ci ritrovate “aria di famiglia”: è un modo per capire come questo geniale Maestro della profumeria componeva i suoi lavori.
Per quanto riguarda Poison, vale il discorso di Coco (Chanel), cioè si tratta di un intero decennio condensato in un profumo: indossatelo insieme al walkman, allo Swatch e alle pettinature aerospaziali degli attori di Dallas ascoltando Cindy Lauper, gli Wham e Michael Jackson, per rivivere quell’atmosfera (ammesso che l’abbiate vissuta una prima volta, altrimenti l’effetto è zero).
Fahrenheit è esploso nella profumeria maschile degli anni ’80 come una bomba: qualcuno metteva delle violette in un maschile e ne faceva qualcosa di sexy e intrigante! Nel 1990 tutte le mie conoscenze di genere maschile indossavano Fahrenheit, e anche molte di quelle femminili. Oggi la cosa che più si avvicina alla fragranza così com’era stata lanciata è la versione Absolute, che un lettore del blog mi aveva consigliato di andare a sentire, e devo dire che aveva ragione perché è notevole.
Di Hypnotic Poison posso dire che finalmente (Dior non me ne voglia) si sente un po’ meno in giro: fino all’anno scorso succedeva d’incontrarlo tre volte durante la spesa al supermercato, ed era persino fastidioso. Tra un anno o due anche i suoi detrattori lo potranno riprovare a mente fresca e capire finalmente com’è fatto bene: ricco, rotondo, equilibrato, proiettivo e persistente. Uno dei migliori femminili degli ultimi vent’anni. Anche di HP la versione che circola oggi non è quella originale, quella me la ricordo benissimo in quanto non avevo il coraggio di indossarla: sapeva –e la definizione non è mia- di “donna che trascura l’igiene intima”, ad un tempo elettrizzante e fastidioso… in ogni caso abbastanza sconvolgente. Poi fu leggermente modificato, reso più rassicurante e gourmand senza però una connotazione alimentare ben definita, e ho il sospetto che sia la riformulazione, quella che ebbe successo e che continua ad averne.
Non ho inserito Dioressence perché ho avuto il privilegio di annusare l’originale, con spesse note di zibetto che lo rendevano animale, vivo, quasi spaventoso (“Le Parfum Barbare de Christian Dior”) e la versione appena rieditata, sebbene si intuisca lo sforzo fatto, mi è sembrata poco convincente: oggi l’indossabilità è tutto, mentre allora (1979) era la personalità ad avere più peso e Dioressence era davvero sconvolgente, oggi lo indosserebbero in pochissimi!
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