I Magnifici 70: Yves Saint Laurent
Rive Gauche (Jacques Polge, 1970)
Opium (Jean Louis Sieuzac, 1977)
Paris (Sophia Grojsman, 1983)
Kouros (Pierre Bourdon, 1981)
M7 (Alberto Morillas, 2002)
Anche se il marchio Yves Saint Laurent in tempi recenti sembra fermamente deciso a far dimenticare il suo passato glorioso, inondando il mercato di fragranzine del genere “Parisienne”, in realtà è stato un trendsetter capace di creare profumi memorabili, che hanno influenzato direttamente la storia della profumeria per decenni: basti pensare a Rive Gauche.
Anch’esso riformulato per renderlo conforme alle raccomandazioni IFRA, Rive Gauche va annusato perché è uno chypre raffinato, perfettamente unisex, e sebbene si senta che è un po’ datato, resta una fragranza-simbolo di un’epoca che ancora preferiva una personalità spiccata e non aveva paura ad aggiungere “peso” e consistenza alle fragranze. Rive Gauche non è per tutti, e mentre la testa è brillante, dal cuore in poi sviluppa un carattere ombroso e animale che può spevantare. Una mia amica (Santin) mi ha scritto un po’ di tempo fa dicendomi quanto le piacesse indossarlo, così sono andata a rispruzzarmelo anch’io: ecco il rischio è che venga dimenticato a favore di fragranze con minor carattere e sarebbe un vero peccato.
Opium e Paris, come Coco (Chanel), Poison (Dior)e altri, vanno indossati entrambi (ma per carità, a distanza di giorni uno dall’altro!) per rendersi conto di come un profumo possa –al pari di un oggetto di design o una canzone- catturare l’essenza del proprio tempo e restituircela intatta. E questa non è forse arte?
Inoltre, Opium è la prima fragranza creata a partire non dal profumo in sé stesso ma dalla storia che il marketing ha costruito. Provate a indossarlo guardando le vecchie foto pubblicitarie del lancio e vi renderete conto di come tutto il prodotto -nome, colori, flacone, testmonial, fragranza- sia coerente e lanci lo stesso identico messaggio di sensualità esotica e pericolosa. Da manuale, ancora oggi.
Paris, invece, va “imparato” perché è uno degli standard di riferimento per le fragranze dominate dalla rosa, in questo caso una rosa con una violetta nel cuore e una nota fruttata lontana ma percepibile, che arrotonda la sensazione rosata, rendendola ancora più ricca. Un confettino color fucsia fosforescente, molto meno “facile” di quel che potrebbe sembrare ad un’annusata frettolosa.
Per quanto riguarda le fragranze maschili, quelle di Yves Saint Laurent mostrano un’ambivalenza curiosa, una completezza capace di inglobare gli opposti, che infatti le rende attraenti tanto per gli uomini quanto per le donne, i gay e chiunque abbia voglia di giocare un po’ con la propria personalità.
Kouros è una delle fragranze di riferimento degli anni ’80, della stessa famiglia di Drakkar Noir, Brut di Fabergè, Ungaro, Le Male di Gaultier ecc, cioè essenzialmente un fougère, caratterizzato da note aromatiche (lavanda, rosmarino, timo ecc) e vaniglia, una sensazione in bilico tra opposti, che può essere molto interessante, se eseguita bene. E va conosciuto proprio perché la famiglia fougere continua ad essere trendy anche oggi, sfornando innumerevoli profumi maschili, che ovviamente hanno tra i propri nonni anche Kouros.
M7 invece è la fragranza che ha sdoganato in Occidente la preziosa nota Oud. Oggi l’oud, con il suo calore terroso, dolciastro e vagamente stallatico è presente in molte fragranze anche industriali, e non è più sorprendente e innovativa come 10 anni fa; fu proprio attraverso questa bellissima fragranza di Alberto Morillas che abbiamo potuto conoscerla ed innamorarcene. M7 segnò un trend, ed è un peccato che non abbia avuto il successo che avrebbe meritato (io la trovo geniale e Morillas, per me, è uno Signori della Profumeria).
Per altri profumi nella lista dei Magnifici 70, cliccate il tag Magnifici 70 sulla colonna a destra.
Opium (Jean Louis Sieuzac, 1977)
Paris (Sophia Grojsman, 1983)
Kouros (Pierre Bourdon, 1981)
M7 (Alberto Morillas, 2002)
Anche se il marchio Yves Saint Laurent in tempi recenti sembra fermamente deciso a far dimenticare il suo passato glorioso, inondando il mercato di fragranzine del genere “Parisienne”, in realtà è stato un trendsetter capace di creare profumi memorabili, che hanno influenzato direttamente la storia della profumeria per decenni: basti pensare a Rive Gauche.
Anch’esso riformulato per renderlo conforme alle raccomandazioni IFRA, Rive Gauche va annusato perché è uno chypre raffinato, perfettamente unisex, e sebbene si senta che è un po’ datato, resta una fragranza-simbolo di un’epoca che ancora preferiva una personalità spiccata e non aveva paura ad aggiungere “peso” e consistenza alle fragranze. Rive Gauche non è per tutti, e mentre la testa è brillante, dal cuore in poi sviluppa un carattere ombroso e animale che può spevantare. Una mia amica (Santin) mi ha scritto un po’ di tempo fa dicendomi quanto le piacesse indossarlo, così sono andata a rispruzzarmelo anch’io: ecco il rischio è che venga dimenticato a favore di fragranze con minor carattere e sarebbe un vero peccato.
Opium e Paris, come Coco (Chanel), Poison (Dior)e altri, vanno indossati entrambi (ma per carità, a distanza di giorni uno dall’altro!) per rendersi conto di come un profumo possa –al pari di un oggetto di design o una canzone- catturare l’essenza del proprio tempo e restituircela intatta. E questa non è forse arte?
Inoltre, Opium è la prima fragranza creata a partire non dal profumo in sé stesso ma dalla storia che il marketing ha costruito. Provate a indossarlo guardando le vecchie foto pubblicitarie del lancio e vi renderete conto di come tutto il prodotto -nome, colori, flacone, testmonial, fragranza- sia coerente e lanci lo stesso identico messaggio di sensualità esotica e pericolosa. Da manuale, ancora oggi.
Paris, invece, va “imparato” perché è uno degli standard di riferimento per le fragranze dominate dalla rosa, in questo caso una rosa con una violetta nel cuore e una nota fruttata lontana ma percepibile, che arrotonda la sensazione rosata, rendendola ancora più ricca. Un confettino color fucsia fosforescente, molto meno “facile” di quel che potrebbe sembrare ad un’annusata frettolosa.
Per quanto riguarda le fragranze maschili, quelle di Yves Saint Laurent mostrano un’ambivalenza curiosa, una completezza capace di inglobare gli opposti, che infatti le rende attraenti tanto per gli uomini quanto per le donne, i gay e chiunque abbia voglia di giocare un po’ con la propria personalità.
Kouros è una delle fragranze di riferimento degli anni ’80, della stessa famiglia di Drakkar Noir, Brut di Fabergè, Ungaro, Le Male di Gaultier ecc, cioè essenzialmente un fougère, caratterizzato da note aromatiche (lavanda, rosmarino, timo ecc) e vaniglia, una sensazione in bilico tra opposti, che può essere molto interessante, se eseguita bene. E va conosciuto proprio perché la famiglia fougere continua ad essere trendy anche oggi, sfornando innumerevoli profumi maschili, che ovviamente hanno tra i propri nonni anche Kouros.
M7 invece è la fragranza che ha sdoganato in Occidente la preziosa nota Oud. Oggi l’oud, con il suo calore terroso, dolciastro e vagamente stallatico è presente in molte fragranze anche industriali, e non è più sorprendente e innovativa come 10 anni fa; fu proprio attraverso questa bellissima fragranza di Alberto Morillas che abbiamo potuto conoscerla ed innamorarcene. M7 segnò un trend, ed è un peccato che non abbia avuto il successo che avrebbe meritato (io la trovo geniale e Morillas, per me, è uno Signori della Profumeria).
Per altri profumi nella lista dei Magnifici 70, cliccate il tag Magnifici 70 sulla colonna a destra.
Commenti
saluti, grazie dell'ospitalità
Chi può cerchi il vintage M7, mistico.
Certo che allora si osava di più: certe fragranze "di carattere" oggi non vengono più create perchè non si venderebbero, e alcune di quelle vecchie le comprano solo quelli che già le compravano allora e hanno continuato ad indossarle negli anni.
Anonimo, anche io amo M7, e non ho ancora sentito la riformulazione, ma da quel che dici, ho già paura che non mi piacerà! Andrò comunque a sentirlo...
Dimmi ti prego che avevo qualche problema al naso, perchè mi è sembrata un acquetta insignificante rispetto a quello precedente, che era dolce, rotondo, meraviglioso.
Sabricat
Ho indossato per diversi anni un favoloso Nombre Noir di Shiseido creato da Serge Lutens ... peccato non trovarlo più ...