Nuova scoperta: il trio di candele "Castello di Ama"
“Nessuna cosa è bella da possedere se non si hanno amici con cui condividerla” - Seneca
Riporto questa frase di Seneca non solo perchè mi trovo perfettamente d'accordo con lui, ma anche perchè il progetto che vi racconto nasce da questo stesso concetto: condividere. In questo caso, condividere gli odori di un luogo.
Siamo ad Ama, piccolo e affascinante borgo nel cuore del Chianti, un luogo dalle solide radici storiche, circondato da una stupenda campagna ricoperta di vigneti e oliveti a perdita d'occhio. “Castello di Ama” (qui il sito) è il nome dell'azienda di Lorenza e Marco Pallanti, due enologi d'eccezione (nel 2003 Marco è stato insignito del titolo “Winemaker of the Year” dalla Guida “Vini d'Italia” di Gambero Rosso e Slow Food) innamorati della loro terra, che hanno deciso di condividerne la magia e le sensazioni usando il senso con cui sono abituati ad esprimersi meglio: l'olfatto. Ebbene, c'è chi cattura l'essenza di un territorio in un video-documentario, in un libro fotografico, o componendo colonne sonore. Loro hanno composto tre candele profumate.
Per realizzare il progetto hanno coinvolto il loro amico Michele Marin, formatosi alla Scuola Cinquième Sens di Parigi che molti di voi avranno incontrato all'Olfattorio di Firenze, dove da anni sta portando avanti un fantastico lavoro di divulgazione di cultura profumata, con rara competenza e una passione impareggiabile.
I tre accordi composti da Michele evocano tre momenti di vita all'aria aperta: una passeggiata primaverile tra i vigneti, il profumo della macchia mediterranea nelle sere estive, e l'aroma intenso del caminetto acceso. Ve ne parlo volentieri perchè in questi giorni sto provando tutte e tre le candele con una soddisfazione che non immaginavo. In genere preferisco altri strumenti per profumare la casa, perchè le candele che ho provato finora o non profumavano abbastanza per i miei gusti “decisi”, o facevano fumo, oppure la cera rimaneva appiccicosa e s'impolverava, o lo stoppino bruciava troppo, s'immergeva nella cera e dopo la metà non si poteva più usare... okay, ammetto di non aver scelto né Trudon né Diptyque per i miei esperimenti, ma dopo diversi tentativi deludenti, mi ero convinta che le candele non facessero per me. Invece, sorpresa sorpresa, queste tre mi stanno convertendo e le accendo appena posso.
Innanzitutto perchè la cera è fantastica, si scioglie in maniera uniforme e quando è fredda resta compatta e liscia, bella da vedere anche dopo averla usata molte volte. Le candele durano almeno una ventina di ore e gli stoppini bruciano in maniera corretta, ne resta sempre fuori abbastanza da poterli accendere facilmente.
E soprattutto, profumano parecchio. Gli accordi olfattivi si diffondono nell'aria chiari, intensi, fedeli a quello che si percepisce a candela spenta, solo più rotondi e “sonori”, e l’uso di materie prime naturali di ottima qualità si percepisce perfettamente.
la foto mostra un momento della produzione, rigorosamente artigianale: il taglio dello stoppino.
“Nel camino verdeggia” mi piace da morire: legni di cedro, sandalo e patchouli, insieme a cisto labdano, incenso e chiodo di garofano. Quasi si sentono le cortecce secche e maestose crepitare tra le fiamme, mentre il fuoco scioglie le resine come l'incenso e il cisto labdano, che contribuisce all'insieme con la sua tipica nota resinosa, animale e dolciastra, che io adoro. L'assoluta di cisto labdano per me è una delle meraviglie della profumeria, e qui si sente con una certa evidenza. Non avendo la fortuna di possedere un caminetto, questa candela è quel che ho trovato di più vicino a quella sensazione serena e meditativa che mi piace tanto.
Anche “Nunzio Primaverile” mi è piaciuta moltissimo: luminosa, verde, pungentina di verbena, menta, spigo e semi di coriandolo. Un bouquet che associa aromatiche e speziate per spingere al massimo freschezza e vivacità. Nell'intenzione dell'autore doveva risultare una fragranza primaverile ma secondo me è un jolly da usare ogni qualvolta sia necessaria una dose di buonumore ed energia. Quindi, anche tutto l'inverno, per quel che mi riguarda.
“Camminar tra bianche strade”, con geranio, finocchio selvatico, carvi e betulla, ha un'intenzione più “estiva”, ed è quella che accendo di meno. E' piacevole, e chi ama le note anisate del carvi e del finocchio selvatico potrebbe impazzirci. Ma non sono le mie note, finisce che l'accendo e me la dimentico, mentre le altre due mi fanno sbavare per tutto il tempo in cui restano accese.
Le candele sono disponibili sul sito Castello di Ama, o sulla pagina Facebook "Candele Castello di Ama". Io ci sto pensando per un paio di regalini natalizi che vorrei fare (certo, bisognerà meritarsele…).
Riporto questa frase di Seneca non solo perchè mi trovo perfettamente d'accordo con lui, ma anche perchè il progetto che vi racconto nasce da questo stesso concetto: condividere. In questo caso, condividere gli odori di un luogo.
Siamo ad Ama, piccolo e affascinante borgo nel cuore del Chianti, un luogo dalle solide radici storiche, circondato da una stupenda campagna ricoperta di vigneti e oliveti a perdita d'occhio. “Castello di Ama” (qui il sito) è il nome dell'azienda di Lorenza e Marco Pallanti, due enologi d'eccezione (nel 2003 Marco è stato insignito del titolo “Winemaker of the Year” dalla Guida “Vini d'Italia” di Gambero Rosso e Slow Food) innamorati della loro terra, che hanno deciso di condividerne la magia e le sensazioni usando il senso con cui sono abituati ad esprimersi meglio: l'olfatto. Ebbene, c'è chi cattura l'essenza di un territorio in un video-documentario, in un libro fotografico, o componendo colonne sonore. Loro hanno composto tre candele profumate.
Per realizzare il progetto hanno coinvolto il loro amico Michele Marin, formatosi alla Scuola Cinquième Sens di Parigi che molti di voi avranno incontrato all'Olfattorio di Firenze, dove da anni sta portando avanti un fantastico lavoro di divulgazione di cultura profumata, con rara competenza e una passione impareggiabile.
I tre accordi composti da Michele evocano tre momenti di vita all'aria aperta: una passeggiata primaverile tra i vigneti, il profumo della macchia mediterranea nelle sere estive, e l'aroma intenso del caminetto acceso. Ve ne parlo volentieri perchè in questi giorni sto provando tutte e tre le candele con una soddisfazione che non immaginavo. In genere preferisco altri strumenti per profumare la casa, perchè le candele che ho provato finora o non profumavano abbastanza per i miei gusti “decisi”, o facevano fumo, oppure la cera rimaneva appiccicosa e s'impolverava, o lo stoppino bruciava troppo, s'immergeva nella cera e dopo la metà non si poteva più usare... okay, ammetto di non aver scelto né Trudon né Diptyque per i miei esperimenti, ma dopo diversi tentativi deludenti, mi ero convinta che le candele non facessero per me. Invece, sorpresa sorpresa, queste tre mi stanno convertendo e le accendo appena posso.
Innanzitutto perchè la cera è fantastica, si scioglie in maniera uniforme e quando è fredda resta compatta e liscia, bella da vedere anche dopo averla usata molte volte. Le candele durano almeno una ventina di ore e gli stoppini bruciano in maniera corretta, ne resta sempre fuori abbastanza da poterli accendere facilmente.
E soprattutto, profumano parecchio. Gli accordi olfattivi si diffondono nell'aria chiari, intensi, fedeli a quello che si percepisce a candela spenta, solo più rotondi e “sonori”, e l’uso di materie prime naturali di ottima qualità si percepisce perfettamente.
la foto mostra un momento della produzione, rigorosamente artigianale: il taglio dello stoppino.
“Nel camino verdeggia” mi piace da morire: legni di cedro, sandalo e patchouli, insieme a cisto labdano, incenso e chiodo di garofano. Quasi si sentono le cortecce secche e maestose crepitare tra le fiamme, mentre il fuoco scioglie le resine come l'incenso e il cisto labdano, che contribuisce all'insieme con la sua tipica nota resinosa, animale e dolciastra, che io adoro. L'assoluta di cisto labdano per me è una delle meraviglie della profumeria, e qui si sente con una certa evidenza. Non avendo la fortuna di possedere un caminetto, questa candela è quel che ho trovato di più vicino a quella sensazione serena e meditativa che mi piace tanto.
Anche “Nunzio Primaverile” mi è piaciuta moltissimo: luminosa, verde, pungentina di verbena, menta, spigo e semi di coriandolo. Un bouquet che associa aromatiche e speziate per spingere al massimo freschezza e vivacità. Nell'intenzione dell'autore doveva risultare una fragranza primaverile ma secondo me è un jolly da usare ogni qualvolta sia necessaria una dose di buonumore ed energia. Quindi, anche tutto l'inverno, per quel che mi riguarda.
“Camminar tra bianche strade”, con geranio, finocchio selvatico, carvi e betulla, ha un'intenzione più “estiva”, ed è quella che accendo di meno. E' piacevole, e chi ama le note anisate del carvi e del finocchio selvatico potrebbe impazzirci. Ma non sono le mie note, finisce che l'accendo e me la dimentico, mentre le altre due mi fanno sbavare per tutto il tempo in cui restano accese.
Le candele sono disponibili sul sito Castello di Ama, o sulla pagina Facebook "Candele Castello di Ama". Io ci sto pensando per un paio di regalini natalizi che vorrei fare (certo, bisognerà meritarsele…).
Commenti
che bello vederti finalmente condividere con gioia un altro dei miei amori, le candele!
Lo sai, ne abbiamo parlato diverse volte anche dal vivo prendendo spunto da un mio vecchio post. Certo i parametri di valutazione di una candela son diversi da quelli di un profumo per certi versi e per certi altri molto simili. Uno di quelli che mi piace è la "pazienza" che una candela richiede nel viverla in modo forse meno immediato di un profumo, ma anche più condiviso con chi divide lo spazio con noi. Sono contento che alla fine questa "incantevole pazienza" l'abbia vinta anche su di te regalandoti gran soddisfazione mia sanguigna amica :)
Ciao amica.