Miriam di Andy Tauer, o dell'eclettismo come scelta estetica


In principio c'era L'Air du Desert Marocain, la fragranza-feticcio dal potere ipnotizzante che lo ha fatto conoscere agli amanti della profumeria artistica. Allora Andy era un giovane profumiere ancora in formazione e l'uso di straordinarie materie prime, assemblate in maniera inedita e azzardata, sovradosate, distorte, portate ai limiti, l'aveva condotto alla creazione di profumi come “Le Maroc pour elle”, "Vetiver Dance", "Lonestar Memories", "Une Rose Chyprèe", "Carillon pour un Ange". Profumi dalla personalità intensa, audaci, senza compromessi, che possono anche non piacere a tutti ma che portano in sé un'originalità di fondo e una visione della profumeria nuova ed elettrizzante. Poi Andy ha preso una svolta imprevista: ha sperimentato con la sintesi, creando le tre fragranze della serie “Pentachords”: "Verdant", "Auburn" e "White", composte ognuna di 5 molecole sintetiche. 

L'esperimento ha elettrizzato alcuni e deluso altri, che si sono sentiti un po' traditi da questa scelta, non riconoscendo la “mano” del compositore a cui si erano affezionati. In effetti i Pentachords si differenziano molto dalle creazioni precedenti, non sono profumi impressionistici ma completamente astratti, e soprattutto non presentano quelle preziose materie prime naturali che Andy sa far “suonare” benissimo. 
Un po' di tempo fa Andy mi aveva detto In questi anni sono cresciuto molto, e ora mi annoierei, a ripetermi all'infinito. Avevo voglia di prendere una direzione diversa, provare a comunicare con un approccio completamente nuovo. Se fossi interessato esclusivamente al successo economico, avrei potuto far uscire qualche flanker del tipo “L'Air du desert Marocain Sport” o “Lonely Star Eau fraiche”, ma ho preferito provare ad esplorare percorsi nuovi, esponendomi anche alla critica: lo so, che questi sono diversi”. 
Oggi Andy è sempre giovane (o almeno lo sembra: Andy, non è che hai in soffitta un vecchio dipinto che invecchia al posto tuo?) ma la sua formazione è arrivata a maturazione e questo lo ha portato a fare un ulteriore passo avanti, prendendo strade ancora diverse, con la linea Tableau Fragrances.
Il progetto Tableau Fragrances nasce sul sito americano EvelynAvenue, una specie di condominio virtuale in cui convivono lettori ed artisti di diversa estrazione, ognuno con la voglia di condividere i propri progetti. Si parla di scultura, di film, di artigianato, e di molte altre cose interessanti. Il filmaker Brian Pera, frequentatore di EvelynAvenue, stava componendo una serie di cortometraggi intitolati “Women's Pictures”, centrati ognuno su una figura di donna. I corti raccontano queste donne in un particolare momento della loro vita, ne delineano il carattere e il modo personale di affrontare la vita. Ognuna di queste donne, ad un certo punto del film, porta in scena una fragranza, quella che ha amato, che indossa, che odia o sogna. In effetti, il profumo è l'elemento centrale di tutti i film della serie, come se fosse l'incarnazione olfattiva della personalità della protagonista. E proprio qui entra in scena Andy: con l'aiuto del filmaker ha costruito il profumo di ognuna di loro. La protagonista del primo cortometraggio si chiama Miriam, ed è una donna elegante, gentile e sofisticata, diretta nell'esternare i suoi sentimenti. Ed infatti “Miriam”, la prima fragranza di Tableau Fragrances in uscita in Italia in questo periodo, è proprio come la protagonista del corto (con ogni profumo viene fornito il dvd del video). E' un fiorito aldeidato di impianto classico, raffinato e gentile, senza “saponosità”, con una luce pulita e serena; si sente che Andy ha studiato Liu e Vèga (Guerlain), il N.22 (Chanel), White Linen (E. Lauder). Ma diversamente da tutti questi grandi classici (che io adoro incondizionatamente), Miriam ha un allure moderno, sofisticato e rassicurante come una carezza di velluto. 
Gli chiedo a cosa si sia ispiratoL'ispirazione, per tutti i corti della serie “Women's Pictures” è la donna dei film degli anni '30 e '40” cioè carismatica come un'eroina dello spionaggio o passionale come una grande attrice; donne-archetipo che non si riescono a dimenticare nemmeno oggi, quasi un secolo dopo. Per noi era fondamentale che nei profumi della serie, quest'ispirazione classica si percepisse chiaramente”. 
A me Miriam è piaciuto molto, sarà che io ho una predilezione speciale per i fioriti aldeidati, ma questo è al tempo stesso intemporale come un grande classico eppure perfettamente contemporaneo, delicato e ben presente, raffinato ma “easy” e mi piace come si scioglie sulla pelle, diventando pura luce dorata. Con questo passo in una direzione ancora diversa, Andy sta dimostrando che la sua creatività non si pone dei limiti di stile, e mano a mano che esplora, il suo talento trova nuove vie per esprimersi. A questo punto l'idea di scoprire gli altri Tableau mi elettrizza alquanto, e mi sa che farò una visita da Profumo in Via Brera, il prima possibile. 


Foto: http://www.tauerperfumes.com/blog/

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