Vero.Profumo: Mito
E
finalmente, arriva un vero Mito.
Dopo
Onda, Kiki e Rubj, Vero Kern ha lanciato il suo quarto profumo,
ispirato ai giardini di Villa d'Este e alle sue passeggiate tra agrumi, fontane e
statue di marmo.
Mi
piace moltissimo il fatto che Vero lanci le sue fragranze solo quando
ha qualcosa da dire, senza fretta e senza presenzialismo fastidioso. E sono conquistata dalla cura con cui seleziona le materie
prime, dalla ricerca della perfezione formale, che la porta a
lanciare una fragranza ogni due anni e più... Inoltre, Vero ha un
gusto pazzesco e sa miscelare una punta di eccentricità con una
misura sobria e raffinatissima. Tutte queste caratteristiche la
rendono quasi unica nel panorama della profumeria contemporanea e si
concretizzano in fragranze complesse, costruite come narrazioni con
più livelli di lettura che si contrappuntano tra loro
in maniera a tratti geniale. Insomma, i suoi
profumi sono davvero quanto di meglio c'è in giro, sia a livello di
esecuzione formale, sia a livello di interesse artistico, sia a
livello di piacere nell'indossarli.
La
prima storia di Mito parla di agrumi: ruvidi, amari e luminosi
(limone, bergamotto, forse pompelmo e verbena), sotto cui respira
piano la seconda storia, che parla di fiori bianchi (fiore d'arancio,
ylang ylang, tuberosa, gelsomino, gardenia e magnolia). Dico che
respira piano perchè la potenza di questo bouquet di fiori opulenti
e cremosi potrebbe sfuggire di mano e fracassarsi in una baraonda
troppo sonora, che coprirebbe la storia agrumata -più delicata- e
ucciderebbe l'interesse di questo profumo. Invece, i fiori sono stati
come “trattenuti” con rigore, privilegiando la bellezza
traslucida dei petali bianchi, che risultano come avvolti da una
sfumatura verde. Chic, chic, chic allo stato puro.
Ad
un livello di lettura più profondo, Mito fa un discorso ombroso e
secco con muschio di quercia, legno di cedro, un morbidissimo cuoio
con accento di pesca, oltre a quelle che in altri tempi si sarebbero
chiamate “note animali” e che oggi invece vanno sotto il nome
generico di “muschi”.
Ricapitolando...
bergamotto+gelsomino/ylang+muschio di quercia... ma sembra la
struttura di uno chypre!
Già,
finalmente, dopo anni di anoressia olfattiva, ecco uno chypre che è
a tutti gli effetti un vero chypre, costruito come *** comanda, e
quindi tutto giocato sull'alternanza di luce e ombra, austero e
trattenuto -quindi sexy da morire- e soprattutto, composto con tutte
le materie prime che ci vogliono (se fai la cassata con la ricotta di
soia e senza canditi... beh, non è più una vera cassata, no?).
Quindi
se indossando Mito vi vengono in mente Mitsouko e Vol de Nuit
(Guerlain), Y e Rive Gauche (YSL), Miss Dior e Diorella (Christian
Dior), Cristalle (Chanel), Vent Vert (Balmain), Bandit (Piguet),
Trussardi e La Perla, siete nel giusto: Vero ha il talento necessario a interpretare in maniera contemporanea la struttura classica degli
chypre anni '50-'60-'70, e il posto giusto del suo nuovo profumo è
proprio accanto a questi grandi classici della profumeria. E il bello è che lo possiamo indossare oggi appena fatto, originale e
senza “versioni” e rimaneggiamenti successivi. E non "sa" di vintage,
è assolutamente attuale!
La
sua durata è ragionevole (qualche ora) e non è particolarmente
intenso; resta piuttosto vicino alla pelle. Io l'ho indossato con
grande piacere, la sua aria austera e “trattenuta” nasconde
troppa sensualità subito sotto la superficie, credo che sulla pelle maschile
sarà uno sballo!
Ps
Vero
ha collaborato con l'illustratrice Sofo Berdzenishvili per la storia
che illustra la fragranza!
Commenti
Grazie ;-)
Un Cyprè, ma molto aromatico, con delle scorse di agrumi vere che mi sembra quasi di toccare la rotondità dei frutti, un verde ombroso in seguito mi avvolge, come se facendo una passeggiata passassi da un albero all'altro, alternado la freschezza dei rami ai raggi gialli del sole. Il giallo degli agrumi infatti ritorna a brillare durante tutta l'evoluzione del profumo, all'inizio disorienta un pò, forse perchè ci siamo abituati al solito schema delle note olfattive "testa-cuore-fondo". In Mito una girandola verde e gialla si muove al capriccio di una brezza estiva.
Si sarà capito che questo profumo mi è piaciuto, come tutti i lavori di Vero Kern.
Sabricat
E' un profumo iridescente, come le squame di un pesce tropicale, eppure non cambia mai il suo carattere. Resta tra la raffinatezza più estrema, quasi sgradevole da tanto è inavvicinabile, e la carnalità più suadente e sfacciata.
Varia continuamente altezza, intensità e, da un certo punto in poi, persino note olfattive, però resta sempre uguale a se stesso. Ha un carattere così spiccato che gli basta sussurrare per esserci in pieno. E' talmente definito e riconoscibile che faccio fatica a scinderlo in note, sembrerebbe di voler fare a pezzi un fiore per conoscerlo meglio... il cuoio forse c'è, ma è molto sottotraccia, c'è un liquore di quelli che si trovano solo nelle cantine più sordide del caribe non turistico, e a tratti affiora una nota polverosa che mi fa alzare la testa a cercare l'angelo che l'ha persa.
Onda è fresco ma anche incredibilmente intimo, audace ma meditativo, fresco ma maturo, sessuale (più che sexy o sensuale) ma ascetico.
Un capolavoro da brividi.
Elmifra
Elmifra, allora li hai percepiti anche tu i riferimenti "colti" al passato: Vero è una compositrice classica un tutti i sensi, e se si eccettuano i Grossmiths e poco altro non c'è più nessuno che compone così oggi!
Sabricat, lo hai descritto benissimo, e in fondo, la vera bellezza degli chypre risiedeva proprio in questo alternarsi di sensazioni e di luci. Peccato che ci sia più poco di simile in giro: anche gli chypre classici sono in via di riformulazione o sono già stati trasformati. Eppure, Vero ci illustra come sia possibile cimentarsi con gli chypre anche oggi. BRAVA!
Adjiumi, tesoro, spero proprio che tu riesca ad annusarlo presto! Anzi quando riesci, poi mi dici se la tua percezione è cambiata o no?
"affiora una nota polverosa che mi fa alzare la testa a cercare l'angelo che l'ha persa" è una sensazione vera, verissima. Come sono contenta che certi capolavori, difficili ma di una bellezza così scultorea riescano in qualche modo ad "entrare" e a farsi amare.... C'è speranza, cavolo!!!