Le tre candele profumate di Gini Fragranze
Durante
Pitti Immagine Fragranze, lo scorso settembre, ho avuto modo di
passare un po' di tempo con degli amici che non vedo spesso, ma con
cui negli anni si è costruita un'amicizia deliziosa, che mi fa stare
bene e mi stimola tantissimo. Sono persone che amano il profumo come
me ma lo capiscono molto più di me, e tramite loro faccio sempre
scoperte interessanti. A settembre, ad esempio, mi hanno fatto
conoscere le candele di “Gini Fragranze”, di cui vi parlo oggi.
Francesco,
il creatore del marchio “Gini Fragranze” (sito qui) è un bel
veneto di quasi due metri e dal sorriso disarmante, che provenendo da una famiglia
di viticoltori multipremiati e di fama internazionale (sito qui) ha la passione per i gusti e gli odori della sua terra, e le idee chiare
su come raccontarli agli altri.
Si è quindi rivolto al team
“inFragranti Parfumeur” -artisti che hanno la capacità di trasformare delle
“semplici” candele profumate in acquarelli emozionanti- e con
loro ha composto le prime tre candele: “Contrada Salvarenza”,
“Colle Foscarin” e “Campo Casanova”, presentate a
Firenze lo scorso settembre (ok, non c'entra niente ma devo dirlo:
all'evento di presentazione Francesco ci ha fatto degustare il
Recioto Gini prodotto, appunto dell'azienda della sua famiglia e vi
assicuro che è da svenimento: se potete andatelo a cercare e
ringrazierete il Dio Bacco per questo regalo).
Ho
deciso di descrivervele trascrivendo -per una volta- parte di
quello che si trova sul loro sito, perchè risponde perfettamente
alla sensazione che le candele offrono quando le si utilizza: io non
avrei saputo fare di meglio.
Contrada
Salvarenza: “Un mattino ci svegliamo e qualcosa è diverso.
Le
fredde nebbie invernali si sono dissipate, la luce è più gialla e
l'aria è più densa. I mandorli e i ciliegi, quasi di nascosto, sono
fioriti (...) È il momento del grande risveglio. È giunta l'ora di
tornare a fare”. Ed in effetti devo dire che la candela ha un
sentore fresco e verde che non ricorda solo la prima erba
primaverile, ancora tenera, i primi fiori bianchi coperti di rugiada,
ma anche qualche aroma di pregio, come elicriso e assenzio, forse
un tocco d'incenso per ulteriore freschezza. Questa è una di quelle
candele capaci di “tirati su” l'umore e farti sorridere nei
momenti un po' così.
Colle
Foscarin: Per cercare riparo dall'afa della valle, i giovani si
arrampicano sul colle. Son corse, inseguimenti, zig zag tra le vigne,
urla, grida, risate. È il sole che li benedice nel suo abbraccio
(...) È la terra che nutre tutto senza far rumore.” Questa candela
è un tripudio di aromi dell'orto (sento le foglie del pomodoro, la
salvia), ed è secca e luminosa come un'accecante giornata estiva:
quasi ci senti le cicale frinire dentro!
Campo
Casanova: “Quando i mosti ribollono, negli uomini vibra
all'improvviso il desiderio di tornare nei campi. Trasfigurate si
sono però le loro vigne. Spogli scheletri di corteccia bagnati dalle
piogge. Ruvidi i tronchi come ruvide sono le loro mani (…) Tutto
sta tornando nel ventre profondo della terra. Tutto è immobile
nostalgia. È l'ultimo sospiro prima del lungo silenzio.” Ed
infatti la candela è fruttata di mosto, affumicata come un caminetto
acceso, deliziosa di mirra e benzoino... mi fa venire voglia di avere
un caminetto, per accoccolarmici davanti con una tisana bollente, dei
dolcetti speziati, un gattone morbido in grembo.
Le
materie prime usate sono perlopiù naturali, di ottima qualità e in
alta concentrazione, e anche la cera usata è perfetta, brucia in
maniera uniforme e poiché è di colore verde, liquefacendosi crea un
bellissimo effetto con il bicchiere bianco. Sembra quasi olio
profumato!
Alla
presentazione delle candele mi è piaciuto tantissimo vedere
Francesco e il suo papà Sandro maneggiare bottiglie di fantastico
Soave Gini e candele profumate con la stessa attenzione e
sensibilità, come se alla base di entrambi i prodotti ci fosse la
stessa eredità gustativa/olfattiva tramandata di generazione in
generazione, che si esprime in modi -tutto sommato- molto simili. E'
stata una visione che mi ha fatto molto bene.
Commenti
Ciao!
Marzi, devo dire che sì, c'è in atto un trend. Tra l'altro il creatore di queste tre è lo stesso di quelle del Castello di Ama, e sebbene siano diversissime tra loro, ci senti un vero amore per la natura, e forse è quello, che mi ha conquistata.