L'Eau de Merzhin (Anatole Lebreton, 2013)
Un paio di mesi fa Annamaria (Nyneve) mi ha messo sotto il naso un flaconcino con una fragranza nuova, di cui non avevo sentito parlare: "L'Eau de Merzhin" (ovvero l'Acqua di Merlino, in Bretone). Era particolarmente contenta perchè l'aveva composta un suo amico blogger francese, Anatole Lebreton (cliccate per vedere il suo blog "Civette au Bois Dormant", da cui è tratta la foto).
La cosa mi ha incuriosita subito: conoscevo già il suo blog, e mi sono venute in mente tre riflessioni, una dietro l'altra a raffica:
1 - chi di profumi ne scrive in un certo modo, chi capisce i classici e li ama, è perchè ha studiato parecchio. Magari non avrà frequentato i corsi dell'Isipca (e sotto certi aspetti è pure meglio perchè potrebbe avere idee non standardizzata sulla profumeria) ma senz'altro si è ingegnato a reperire informazioni e libri in diverse lingue e avrà fatto qualche corso, maturando una sensibilità e un gusto non banali.
2 - uno così, quando decide di comporre qualcosa ci mette dentro tutto quello che ha imparato, tutti i grandi classici che ha amato, tutta la passione che ha dentro, come se facesse un omaggio agli Dei del Profumo per tutto il piacere e la gioia che gli hanno dato negli anni.
3 - Ovviamente, se alla fine il risultato dei suoi sforzi è una fragranza che lo soddisfa, sarà senz'altro qualcosa al di sopra di un certo standard.
Così ho allungato entrambi i polsi per farmelo spruzzare direttamente a pelle senza chiedere nulla, e... mi sono innamorata follemente! Belle materie prime e un gusto pazzesco per la profumeria classica hanno prodotto una fragranza felice, generosa, vivace, che non ho più smesso di indossare.
Vi dò la piramide così vi fate un'idea: galbano (verde e secco, autorevole), angelica (verde aromatico), foglia di violetta e iononi (fiore delicato e acquatico, verdino con una punta polverosa), gaggia, biancospino, giacinto (tre fiori delicati, teneri e dolci, pò tipo la mimosa), eliotropio, fieno secco e fava tonka (una polverosità luminosa e calda, dorata, con una puntina cuoio/animale), muschio vegetale (secco, salato, cuoiato), aldeide anisica (una nota, appunto, di anice, quasi infantile), ambrettolide (muschiato, animalico, dolce). Il tutto è avvolto in una nuvola di burro d'iris di qualità superba che rende il profumo brillante e insieme, confortevolissimo.
Immaginatevi una passeggiata nella campagna bretone all'inizio dell'estate: tutta la natura è verde, verde, così intensamente verde che questo colore ti satura l'anima passando attraverso gli occhi. Piccoli fiori gialli e bianchi punteggiano i prati selvaggi e una luce chiarissima avvolge il paesaggio e costringe gli uccellini a cantare a squarciagola.
Potrebbe sembrare un profumo semplice, lineare, quasi ingenuo... e invece dentro c'è la delicata malinconia di Apres L'Ondee, la spensieratezza adolescenziale di Vent Vert, la spiritualità austera e un pò pagana di Chanel N. 19. Imparare una lezione e saperla trascendere per creare qualcosa di personale non è roba da tutti...
La struttura portante del profumo è un bilanciamento perfetto di sensazioni opposte (fresco/caldo, luce/ombra, umido/secco) che si percepiscono tutte perfettamente senza che nessuna prevalga mai sulle altre. E già questo non è un compito facile da realizzare. In più, il viaggio olfattivo che offre è piacevolissimo, la fragranza si ingentilisce diventando più tenera e polverosa mano a mano che si va verso il finale, ma sempre rimanendo intensamente verde.
Anche la proiezione è perfetta (cioè si stacca dal corpo, ma solo appena), e la durata è molto soddisfacente sia sulla pelle che sugli abiti.
Lo considero il profumo migliore indossato da un anno a questa parte, e senz'altro uno dei più emozionanti mai annusati in vita mia.
Se volete provarlo, e ve lo stra-consiglio, potrebbero essere ancora disponibili dei flaconi da 30 o 60ml (28 o 48 €) ma non sono sicura. In ogni caso sul blog di Anatole trovate più informazioni.
ps
Un grande grazie a Nyneve per avermelo fatto conoscere! ;-)
La cosa mi ha incuriosita subito: conoscevo già il suo blog, e mi sono venute in mente tre riflessioni, una dietro l'altra a raffica:
1 - chi di profumi ne scrive in un certo modo, chi capisce i classici e li ama, è perchè ha studiato parecchio. Magari non avrà frequentato i corsi dell'Isipca (e sotto certi aspetti è pure meglio perchè potrebbe avere idee non standardizzata sulla profumeria) ma senz'altro si è ingegnato a reperire informazioni e libri in diverse lingue e avrà fatto qualche corso, maturando una sensibilità e un gusto non banali.
2 - uno così, quando decide di comporre qualcosa ci mette dentro tutto quello che ha imparato, tutti i grandi classici che ha amato, tutta la passione che ha dentro, come se facesse un omaggio agli Dei del Profumo per tutto il piacere e la gioia che gli hanno dato negli anni.
3 - Ovviamente, se alla fine il risultato dei suoi sforzi è una fragranza che lo soddisfa, sarà senz'altro qualcosa al di sopra di un certo standard.
Così ho allungato entrambi i polsi per farmelo spruzzare direttamente a pelle senza chiedere nulla, e... mi sono innamorata follemente! Belle materie prime e un gusto pazzesco per la profumeria classica hanno prodotto una fragranza felice, generosa, vivace, che non ho più smesso di indossare.
Vi dò la piramide così vi fate un'idea: galbano (verde e secco, autorevole), angelica (verde aromatico), foglia di violetta e iononi (fiore delicato e acquatico, verdino con una punta polverosa), gaggia, biancospino, giacinto (tre fiori delicati, teneri e dolci, pò tipo la mimosa), eliotropio, fieno secco e fava tonka (una polverosità luminosa e calda, dorata, con una puntina cuoio/animale), muschio vegetale (secco, salato, cuoiato), aldeide anisica (una nota, appunto, di anice, quasi infantile), ambrettolide (muschiato, animalico, dolce). Il tutto è avvolto in una nuvola di burro d'iris di qualità superba che rende il profumo brillante e insieme, confortevolissimo.
Immaginatevi una passeggiata nella campagna bretone all'inizio dell'estate: tutta la natura è verde, verde, così intensamente verde che questo colore ti satura l'anima passando attraverso gli occhi. Piccoli fiori gialli e bianchi punteggiano i prati selvaggi e una luce chiarissima avvolge il paesaggio e costringe gli uccellini a cantare a squarciagola.
Potrebbe sembrare un profumo semplice, lineare, quasi ingenuo... e invece dentro c'è la delicata malinconia di Apres L'Ondee, la spensieratezza adolescenziale di Vent Vert, la spiritualità austera e un pò pagana di Chanel N. 19. Imparare una lezione e saperla trascendere per creare qualcosa di personale non è roba da tutti...
La struttura portante del profumo è un bilanciamento perfetto di sensazioni opposte (fresco/caldo, luce/ombra, umido/secco) che si percepiscono tutte perfettamente senza che nessuna prevalga mai sulle altre. E già questo non è un compito facile da realizzare. In più, il viaggio olfattivo che offre è piacevolissimo, la fragranza si ingentilisce diventando più tenera e polverosa mano a mano che si va verso il finale, ma sempre rimanendo intensamente verde.
Anche la proiezione è perfetta (cioè si stacca dal corpo, ma solo appena), e la durata è molto soddisfacente sia sulla pelle che sugli abiti.
Lo considero il profumo migliore indossato da un anno a questa parte, e senz'altro uno dei più emozionanti mai annusati in vita mia.
Se volete provarlo, e ve lo stra-consiglio, potrebbero essere ancora disponibili dei flaconi da 30 o 60ml (28 o 48 €) ma non sono sicura. In ogni caso sul blog di Anatole trovate più informazioni.
ps
Un grande grazie a Nyneve per avermelo fatto conoscere! ;-)
Commenti
Appena avro' il modo di sentirlo, mettero' le mie impressioni indegnamente sotto la tua magistrale recensione.
Un abbraccio Sabricat.
ps
Tesora, come mi piace quando mi dici queste cose carine!!! Sbrodoloooo :-D