Osmothèque: Focus sulla Tuberosa (1/2)
Una delle più interessanti conferenze
tra quelle in programma durante Esxence, aveva per oggetto un fiore che ha tanti innamorati quanti detrattori: la Tuberosa. Emmanuelle Giron dell'Osmothèque ci ha guidati nell'affascinante esplorazione di
questa nota, usata con parsimonia in profumeria a causa della sua voce squillante
come una tromba e un carattere aperto ed esuberante con un
sottofondo leggermente misterioso che fa tanto "femme-fatale".
La tuberosa è nativa del Messico, dove
veniva tradizionalmente usata per profumare... il cioccolato! I suoi fiori sono di colore bianco perchè la tuberosa fiorisce di notte, quando i colori non
si vedono; per attrarre gli insetti impollinatori quindi,
lei e gli altri fiori bianchi (tra cui gelsomino, fiordarancio, magnolia, ylang ecc) hanno dovuto ricorrere ad una
strategia meno "visiva" ma altrettanto potente: un profumo così forte da
stordire.
La tuberosa venne portata in Francia a
seguito dei viaggi di scoperta verso il nuovo mondo, e attecchì
perfettamente nella regione intorno a Grasse: la fragranza
prepotente e sensuale della tuberosa costituiva un'ottima risorsa
per coprire l'odore acre della concia e donare ai ricercatissimi guanti in pelle prodotti in quella zona, un'impareggiabile profumo di fiori.
La tuberosa teme le gelate, quindi si
mette in terra solo ad inverno concluso. Da luglio in poi gli steli
si ricoprono di piccoli fiori cerosi, che vengono raccolti nelle
prime ore del mattino, affinchè il calore del sole estivo non ne
disperda i preziosi olii.
La raccolta prosegue per tutta l'estate
e fino alle prime gelate d'autunno, quando la fioritura cessa. Ogni
ettaro offre circa 2,5 tonnellate di fiori.
Alla ricerca di estati più lunghe -e
quindi di fioriture più prolungate- la produzione di tuberosa venne
estesa dapprima al Marocco (la regione intorno a Rabat), mentre oggi
il maggiore produttore di tuberosa è la regione indiana del
Karnataka, il cui clima mite le permette di fiorire ben nove mesi l'anno.
Per prima cosa Emmanuelle ci porge una mouillette imbevuta di assoluta. L'assoluta di tuberosa
ha un sentore straordinariamente ricco e opulento in cui le
sensazioni fiorite e vellutate convivono con la sensazione di calore,
di terra, di muffa, di menta, con un retrogusto animalico e
canforaceo che può anche risultare impegnativo da gestire.
Emmanuelle quindi ci presenta i più famosi soliflore alla tuberosa
Fracas (Germaine Cellier per Piguet,
1948) è il primo profumo soliflore alla tuberosa, dove la
sfaccettatura fiorita si esprime in maniera cremosa, ipnotica, quasi
fruttata (aldeide pesca) con solo una lieve puntina verde.
Chloe (Francis Camail per Karl
Lagerfeld, 1975) è un trionfo di fiori bianchi quali tuberosa,
ylang, gelsomino e neroli che porta una nota saponosa piuttosto
accentuata. Sentendo Chloe non si può non pensare ad un profumo
uscito solo pochi anni dopo: Giorgio Beverly Hills, ma ne parleremo dopo
Tubereuse Criminelle (Serge Lutens e
Chris Sheldrake, 1999) è una tuberosa completamente diversa, con la
sfaccettatura canforacea che viene audacemente portata
in trionfo da un mix di spezie calde (noce moscata e chiodi di
garofano).
Fragile (F. Kurkdjian per Jean Paul
Gaultier, 1999) dove una tuberosa leggera, quasi diafana viene
vestita con una nota di pepe che le toglie ogni carnalità.
(segue qui)
foto: la tuberosa da qui , Emmanuelle Giron da qui
(segue qui)
foto: la tuberosa da qui , Emmanuelle Giron da qui
Commenti
Grazie ;-)
Ciao Effetto Bellezza, tu ce l'hai? E com'è, facile o necessita di cure speciali? Io stavo pensando di metterla ma come fiore non la conosco e non ho il pollice proprio "verde" brillante, ecco...
Cris, tesoro che bello vederti da queste parti....:-D