Un rabarbaro molto triste
Di quest'opera, "Per l'Eternità" composta appositamente per la Biennale di Venezia dall'artista Luca Vitone per la parte visiva e da Maria Candida Gentile per la parte olfattiva, vi avevo già parlato in un post precedente. Entrando nell'area che ospita l'installazione si viene avvolti da una fragranza a base di rabarbaro, sprigionata nell'aria da appositi diffusori, ricevendo un'impressione sinestetica che coinvolge più sensi (vista+olfatto), permettendo un'esperienza dell'installazione più completa e quindi una comprensione totale delle tematiche espresse dall'artista.
Per una fortunata coincidenza ho potuto avere un sample della fragranza, e ne sono rimasta così colpita che ho deciso di parlarvene, sapendo benissimo che non è stata pensata per essere indossata, e perciò non sarà mai messa in commercio. Ma l'emozione che porta dentro è talmente forte che non si può non sentirla con chiarezza, mi ha dato una sorta di pugno nello stomaco che ho faticato a "digerire".
E' un profumo triste. Di una tristezza che ti si appiccica addosso e non se ne va più. E' un vero e proprio grido di dolore di una Natura a cui di naturale è rimasto poco, strumentalizzata, corrotta e cementificata com'è, dalla bramosia umana. Una natura non più selvaggia e vitale, ma artefatta, colorata chimicamente, che trasmette il suo senso di straniamento emanando un profumo che "sa di artificiale". In realtà, nella fragranza, c'è un solido rabarbaro naturale, e sarebbe una nota bellissima, se non fosse coperta da una patina metallizzata, oleosa, che lo sporca, che lo trasforma in un rabarbaro "industriale". Non lo so spiegare meglio di così, e allora vi invito a riguardarvi quella famosa scena di Matrix in cui il grido di paura di Neo si smorza in gola e si trasforma nel suono artificiale di un modem (cliccate qui).
Ne ho parlato con Maria Candida che mi ha confermato che l'intenzione era proprio quella, Luca da anni è impegnato a testimoniare il degrado del territorio e l'uso di materiali tossici tipo l'Eternit, che creano polveri nocive per noi e per gli esseri che popolano il pianeta insieme a noi; e mi ha raccontato che mentre componevano l'opera si sentivano spesso tristi, svuotati di energia, tanto che più di una lacrima è stata sparsa in diverse occasioni.
Io ho trovato il profumo semplicemente geniale.
Vi invito a leggere l'intervista di Mentelocale a Luca Vitone in cui l'artista racconta perchè ha deciso di introdurre la dimensione olfattiva nella sua opera, e a guardare un breve filmato in cui l'artista spiega la sua opera, qui.
Per una fortunata coincidenza ho potuto avere un sample della fragranza, e ne sono rimasta così colpita che ho deciso di parlarvene, sapendo benissimo che non è stata pensata per essere indossata, e perciò non sarà mai messa in commercio. Ma l'emozione che porta dentro è talmente forte che non si può non sentirla con chiarezza, mi ha dato una sorta di pugno nello stomaco che ho faticato a "digerire".
E' un profumo triste. Di una tristezza che ti si appiccica addosso e non se ne va più. E' un vero e proprio grido di dolore di una Natura a cui di naturale è rimasto poco, strumentalizzata, corrotta e cementificata com'è, dalla bramosia umana. Una natura non più selvaggia e vitale, ma artefatta, colorata chimicamente, che trasmette il suo senso di straniamento emanando un profumo che "sa di artificiale". In realtà, nella fragranza, c'è un solido rabarbaro naturale, e sarebbe una nota bellissima, se non fosse coperta da una patina metallizzata, oleosa, che lo sporca, che lo trasforma in un rabarbaro "industriale". Non lo so spiegare meglio di così, e allora vi invito a riguardarvi quella famosa scena di Matrix in cui il grido di paura di Neo si smorza in gola e si trasforma nel suono artificiale di un modem (cliccate qui).
Ne ho parlato con Maria Candida che mi ha confermato che l'intenzione era proprio quella, Luca da anni è impegnato a testimoniare il degrado del territorio e l'uso di materiali tossici tipo l'Eternit, che creano polveri nocive per noi e per gli esseri che popolano il pianeta insieme a noi; e mi ha raccontato che mentre componevano l'opera si sentivano spesso tristi, svuotati di energia, tanto che più di una lacrima è stata sparsa in diverse occasioni.
Io ho trovato il profumo semplicemente geniale.
Vi invito a leggere l'intervista di Mentelocale a Luca Vitone in cui l'artista racconta perchè ha deciso di introdurre la dimensione olfattiva nella sua opera, e a guardare un breve filmato in cui l'artista spiega la sua opera, qui.
Commenti
Mi piace questo posto! Ciao Marika :)
lidia
Seguo sempre con molto interesse il tuo blog, hai davvero una forte capacità descrittiva. Credi che si possa reperire da qualche parte un piccolo sample di questa fragranza?
Grazie mille,
Matteo
Anna