Intervista ad Antonio Alessandria: Nuit Rouge, Noir Obscur e Nacre Blanche
Durante l'ultima edizione di Esxence è stato presentato l'atteso marchio italiano "Antonio Alessandria”. L'attesa derivava principalmente dal fatto che Antonio Alessandria è il titolare di Budoir 36, uno dei più prestigiosi negozi specializzati in profumeria artistica in Italia (Blog qui e Facebook qui), inaugurato a Catania nove anni fa per diffondere la sua passione per i profumi artigianali. Una passione che va ben al di là della vendita: Antonio ha infatti approfondito le sue conoscenze studiando presso Cinquième Sens (in Francia) e Mouillettes & Co. (in Italia). Con queste premesse, la linea Antonio Alessandria (sito qui) aveva catalizzato l'attenzione ancora prima di esser presentata!
"Nuit Rouge", per esempio,
offre una freschezza secca ed elegante (bergamotto, limone,
pompelmo, rabarbaro, ribes nero, geranio, incenso) e dopo la testa
agrumata, quando pensi di sapere come si evolverà, emerge la parte
più calda, sensuale ed accogliente, con zafferano, pepe nero, noce
moscata, caffè, cuoio, iris, legno di cedro, patchouli, sandalo,
vaniglia, fava tonka.
Anche "Nacre Blanche" ruota
attorno a un'idea di polarità, in questo caso tra la castità e
sensualità: una leggenda narra che nel periodo in cui le tuberosa
sono in fiore, le signorine più giovani non fossero autorizzate a
lasciare le loro case, per paura che potessero essere sedotte dagli
uomini, eccitati dal profumo di tuberosa. Questo è il motivo per cui
la tuberosa che domina questo profumo è insolitamente casta, il
gelsomino, l'ylang ylang e l'osmanto ne aumentano la qualità verde
dalle sfaccettature cristalline, mentre la base (benzoino, vaniglia,
cuoio, patchouli, legno di sandalo, muschio) funziona come un cuscino
vellutato, su cui il fiore brilla come una preziosa ametista. Il
risultato mi ha ricordato Nicole Kidman che recita la signora
Coulter nella "Bussola d'Oro", sottomettendo chiunque alla
sua volontà con la sua bellezza fiera e un semplice sguardo dei
suoi occhi di ghiaccio.
In "Noir Obscur", davana e
rum danno vita ad un accordo di testa fruttato/floreale immerso nel
liquore, mentre lentamente si fa strada una base extra-dry e quasi
bruciata dominata da cuoio, patchouli, vetiver, legno di cedro,
incenso, ambra, muschio, storace. Un cuore floreale di rosa bulgara,
gelsomino, iris e osmanto soffia delicatamente sulla composizione,
smussando ogni rigidità.
In un primo momento Antonio non aveva
intenzione di creare una linea di fragranze: ha iniziato a comporre
Nacre Blanche (che allora si chiamava La Lune Blanche dans le miroir)
mentre studiava presso CS, per esplorare un tema di tuberosa; poi ha
deciso di sviluppare il tema più approfonditamente per se stesso,
inserendovi la maggior parte delle materie prime a cui è più
affezionato (e ovviamente la parola "Noir" fu la prima a
venirgli in mente...)
In seguito, ogni volta che indossava, durante riunioni e feste, qualche bozza su cui stava lavorando,
qualcuno invariabilmente la notava e gli faceva complimenti: "A
quel punto ho capito che mi sarebbe piaciuto annusarli sulla pelle
degli altri ", dice. E da lì a produrli il passo è stato
naturale.
Il processo creativo però è stato
lungo e ricco di colpi di scena: negli ultimi tre anni, ogni volta
che ci siamo incontrati, Antonio mi ha fatto provare le diverse
versioni, spiegandomi le differenze e raccontandomi le svolte
compositive intraprese. Un percorso affascinante e impervio, appassionato e persino disperante, a tratti.
Quindi la mia prima domanda non poteva
che essere: Finalmente li hai finiti! Sei soddisfatto del
risultato?
"Soddisfatto? Assolutamente no! Io
li considero incompiuti persino adesso!" e poi aggiunge: "Sono
una di quelle persone che cercano la perfezione, e quindi penso
sempre a come poterli migliorare. E' una tortura per me non avere più
il permesso di toccarli! Scherzi a parte, a un certo punto mi sono
reso conto che dovevo mettere la parola “fine” al processo
compositivo, altrimenti avrei continuato a lavorare per sempre".
Quale dei tre è stato il più
impegnativo da completare?
"Nuit Rouge. Questo profumo è
ispirato all'attività del vulcano Etna. Per chi è nato a Catania
come me, lo spettacolo della lava che scorre sulle pareti del vulcano
non è qualcosa d'insolito; quello che mi risultava difficile era
trasformare in un profumo le emozioni contrastanti di fascino e
paura, freddo e caldo, buio e luce!"
Antonio ama materie prime preziose e le
usa senza risparmio, la loro bellezza aggiunge rotondità e morbida
texture alle fragranze; in particolare, quelle più animali presenti
nei drydown mi ricordano alcune magnifiche gemme discontinuate
decenni e decenni fa, e quindi gli chiedo:
Che profumo del passato avresti
voluto comporre tu?
"Domanda difficile: ce ne sono
sono così tanti! Il N.19 (Chanel) per la sua fierezza, Miss Dior per
l'elegante nota verde immersa nell'opulenza chypre e Femme (Rochas)
per la sua sensualità: spudorato ma senza alcuna volgarità"
Contrasti... di nuovo!
Evidentemente, e per chi lo conosce questo è
ancora più ovvio, Antonio è una persona ricca di contrasti
affascinanti, e in questo senso, ciascuno dei suoi tre profumi
rispecchia alcuni di questi in modo unico.
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