Iris Mater (Michele Marin per Castello di Ama, 2014)
Il
bello dell'iris è che, ancor meglio di altre note, sa esprimere uno
spettro quasi infinito di sfaccettature; in base a come viene
trattato e a cosa si sceglie di mettergli accanto mostra
caratteristiche diversissime in ogni profumo in cui entra: una natura
regale (Iris Silver Mist di Serge Lutens), oppure intellettuale e sofisticata fino al midollo (Hiris di Hermes e Bel Respiro di
Chanel), minimale ed incline all'ascesi (Iris Poudre di Frederic
Malle, Iris Nazarena di Aedes de Venustas), opulenta e femminile,
vagamente retrò (Attrape Coeur/Guet Apens di Guerlain) oppure, come
nello splendido N.19 di Chanel, una austerità scostante e
terribilmente snob.
Inoltre il compositore di Iris
Mater, Michele Marin di Infragranti Parfumeur aveva lavorato
benissimo nelle composizioni per l'ambiente create, negli anni
scorsi, sia per Gini Fragranze che per Castello di Ama (splendide le
candele, eccezionali gli spray ambiente) e quindi le mie aspettative
erano a dir poco stellari.
Iris
Mater non le ha deluse, e mi ha insegnato alcune cose.
Cosa
numero uno:
Sebbene
l'iris sia il protagonista di una fragranza, non è detto che debba
stare da solo al centro del palco. Se ti chiami Chanel o Hermes puoi
senz'altro permetterti di acquistarne grandi quantità e usarlo quasi
da solo, contornandolo di poche note elette che hanno l'unico scopo
di evidenziarne la preziosa voce solista. Ma come fare a farlo percepire bene, senza però inserirne una percentuale così alta? Si può creare una fragranza riconoscibilmente all'iris, senza andare nella
direzione del soliflore?
Sì, basta usare con intelligenza tutto il resto.
Se accanto all'iris immagini un bergamotto fresco e verdeggiante, un
accordo verde con foglie di violetta, l'osmanto (sensazione
floreale/fruttata), rosa damascena, e finisci con legno di sandalo e
muschi bianchi, la composizione andrà in una direzione verde, primaverile,
fiorita in maniera fresca e frizzantina.
Prati
fioriti, risate giovani, leggerezza, eleganza sciolta e rilassata.
Molto
piacevole.
E
questo mi porta alla considerazione numero due: è possibile comporre
un profumo all'iris che esplori una direzione diversa da quanto fatto
finora. Voglio dire, di profumi fioriti dove si sente anche un po'
d'iris non è che ne manchino. Ma un iris contornato da fiori, non è
altrettanto facile da trovare in giro. Per questo considero Iris
Mater una fragranza coraggiosa, che cerca di prendere una direzione
diversa e non scontata, anche se per far questo è stato necessario
sacrificare un po' di iris e concentrarsi sul contorno (un contorno
prezioso, vista la presenza dell'osmanto e della rosa damascena, che
valgono entrambi un piccolo capitale).
Vi
consiglio di andarlo a provare, possibilmente indosso: luminoso e
vivace su una donna anche giovane, è insolitamente giocoso e tenero
su un uomo.
La durata su pelle è accettabile anche grazie alla
presenza dei provvidenziali muschi bianchi, che oltre a sostenere il
lato più poudrèe dell'iris lo “allungano“ un po'.
La
proiezione è perfetta, si sente a mezzo metro e non di più, quindi
non risulta invadente.
Per me è un altro esempio di profumeria italiana ben fatta, di cui poter essere orgogliosi.
Se
andate sul sito del Castello di Ama (qui) scoprirete tutte le info su
questo profumo e sul perché del suo nome evocativo...
Commenti
Come si fa a essere sicuri che ci sia davvero l'iris in un profumo? So che ci sono molti sintetici che lo riproducono bene...