I nuovi Extraits di Perris Montecarlo: Patchouli Nosy Be, Ylang Nosy Be, Oud Imperial e Rose de Taif
Perris Montecarlo (sito qui) ha presentato durante
Pitti Fragranze la sua linea di Extraits (Oud Imperial, Rose de Taif,
Patchouli Nosy Be e Ylang Ylang Nosy Be) e io sono rimasta
conquistata dalla bellezza delle materie prime, messe in risalto da
una struttura semplice e lineare che mira esclusivamente a
valorizzarle al meglio. In queste quattro fragranze, infatti, non
troverete esercizi stilistici o raffinatezze compositive, non è
questo il punto. Il punto è che Gian Luca Perris è un appassionato
di materie prime -un appassionato vero- e nel suo lavoro di ricerca
in giro per il mondo ne ha trovate alcune davvero belle, complesse,
sfaccettate, che in questi estratti si sentono così bene che quasi
commuovono.
Inizio con la Rosa Taif, che rispetto
alla versione in edp -eau de parfum- ha perso la freschezza agrumata
tipica della Taif e ha guadagnato intensità e corpo, con un
sorprendente lato liquoroso.
E proseguo con l'Ylang Ylang Nosy Be
ovvero la fragranza che mi ha fatto finalmente capire la vera natura
dell'Ylang Ylang. Sì perché l'YY non è una nota costosa, rara o
insolita, anzi si usa tantissimo, ed è considerata un po' come il
ruolo di "libero" in un campo di calcio: deve supplire alle
mancanze dei compagni, coprire qualche buco e deve sapersi coordinare
bene con tutti, sia in attacco (la testa) che in difesa (la base).
Facile quindi che passi quasi inosservata, data per scontata. Invece
in questa fragranza l'Ylang splende come un sole accecante, dorato,
rotondo, esuberante, persino carnale. Tutta la parte verde e ruvida,
che in concentrazione normale esce per prima, qui è quasi assente.
Invece si avverte una tenerezza, un'affettuosità confortevole e
quasi materna, che domina anche tutto il cremoso drydown. Per me, una
scoperta e ringrazio Gian Luca per aver deciso di scommettere proprio
su questa nota.
L'Oud Imperial parte secco, caldo e vigoroso; alla nota oud (che qui risulta non troppo addomesticata, evviva) vengono affiancate note di sandalo, vetiver di Giava e catrame di betulla (cioè gradi diversi di "affumicatura": lieve nel vetiver e decisa nello splendido catrame di betulla, il cui uso non può più oltrepassare le soglie stabilite dall'IFRA, purtroppo) con la modernità ipnotizzante del Cipriol. Con il passare dei minuti il profumo scende di tonalità, si scalda ulteriormente e diventa tutto un frun frun sulla pelle (frun frun è il suono delle fusa, chi ha un gatto lo sa).
Nel Patchouli Nosy Be, la parte "muffosa" e umida del patchouli
vero, estratto nella sua interezza viene affiancata da un calore e una
secchezza da cioccolato fondente che ho trovato molto affascinante.
L'estratto, rispetto all'edp già presente nella linea, risulta anche più aperto, immediato, esuberante e solare,
come se il patchouli avesse bisogno di essere al centro del
palcoscenico, per esprimere tutte le sue potenzialità.
Ecco, nel mio mondo ideale tutte le
fragranze sono Estratti, tutte le materie prime vengono usate per
quello che sono, e alla loro voce viene permesso di esprimere tutte
le sue sfaccettature. Visto che non abito nel mio mondo ideale, ma in
quello reale, raramente ho la possibilità di annusare le materie
prime trattate in questo modo, e così quando succede mi ci immergo fino in
fondo e mi lascio saturare dalla loro bellezza.
Commenti