Scent of Mystery e Maai di Bogue Profumo
Di esperimenti che hanno cercato di
coniugare il cinema con gli odori ne sono stati fatti tanti, nei
decenni passati. In particolare, oggi vi racconto uno di questi, che
ebbe luogo nel 1960, in occasione del lancio del film "Scent of
Mistery", l'unico film girato in “Odorama”. Si trattava di
un thriller divertente e leggero ambientato in Spagna, che raccontava
le peripezie di un turista americano per salvare una giovane
ereditiera sconosciuta da un complotto a suo danno. Ma il protagonista può
identificarla -e portarla in salvo- solo attraverso il suo profumo. Per il film vennero realizzati trenta odori (incluso odore di caffè, di salsedine,
borotalco, pane tostato e altri) che vennero spruzzati nella sala
attraverso un dispositivo chiamato "Smell Brain".
L'esperimento però non funzionò troppo bene, sembra che la macchina
non fosse ben sincronizzata con il film e rilasciasse gli odori in
ritardo, con un sibilo che distraeva il pubblico dalla visione.
Inoltre alcuni odori erano risultati troppo forti e nauseabondi.
Quando il problema fu risolto era ormai tardi: il passaparola aveva
decretato il fallimento dell' Odorama. Altri esperimenti con cinema e
odori ebbero luogo anche nei decenni seguenti ma nessuno ebbe
risultati particolarmente apprezzabili.
Quest'anno però "Scent of
Mistery" è stato restaurato in occasione di una rassegna
internazionale sul Cinemascope, e la produttrice, Tammy Burnstock,
nell'intento di "richiamare l'attenzione sul potenziale degli
odori" ha fatto comporre una quindicina degli odori previsti
originariamente dal film e li ha fatti diffondere nella sala con
metodiche nuove. Mi ha fatto piacere sapere che MAAI di Bogue (sito qui) è
stato scelto come profumo indossato dalla protagonista, Liz Taylor.
Ogni tipologia di odori riprodotta
nella stanza ha avuto un diverso mezzo di diffusione, ad esempio per
riprodurre gli odori del paesaggio, degli ambienti e degli spazi
aperti, sono stati posizionati dei piccoli ventilatori-diffusori di
profumo ai quatto angoli della stanza, che sono stati azionati per il
tempo necessario a saturare la sala.
Per quanto riguarda gli odori di
oggetti profumati che appaiono nel film (borotalco, caffè, erba,
benzina, vino, aglio....), ogni spettatore ha trovato nella sua
postazione alcune fialette numerate, e le ha spruzzate nell'aria
davanti a sé ogni volta che sullo schermo appariva il numero
corrispondente.
Per diffondere i profumi del
protagonista maschile invee (un accordo tabacco/spezie ecc) e della
protagonista misteriosa (Maai) ogni spettatore doveva agitare uno dei
due ventagli che aveva ricevuto all'ingresso.
Antonio e Valentina di Bogue, ovviamente presenti alle due proiezioni, mi hanno raccontato che “Il pubblico era molto incuriosito dalla situazione e durante la proiezione l'attenzione era massima. L'esperienza è stata molto coinvolgente, gli odori erano persistenti e sono rimasti addosso, nel naso e sui vestiti durante tutta la visione. Dopo essere usciti per prendere una boccata d'aria fresca, tornare nella sala è stato come come immergersi nuovamente nelle atmosfere del film: i singoli elementi odorosi prendevano forza stando insieme e raccontando tutti insieme la storia del film, accompagnandosi l'uno con l'altro. La loro somma (borotalco, aglio, caffè, tabacco, sabbia, Maai ecc) “componeva” il profumo di Scent of Mystery.”
Spero che questo genere di
sperimentazioni possa proseguire, non solo perchè sono divertenti ma
anche perchè così avremo modo di trovare risposta ad alcune domande
che chi era presente -ma anche chi ne ha solo sentito parlare- si è
posto. Ad esempio: è necessario percepire fisicamente un odore per
“sentirlo”, oppure il nostro cervello lo sente/lo ricrea
indipendentemente dalla sua presenza fisica immediata? Quanto c'è di
oggettivo e quanto di universale negli odori? Ovvero: l'odore che
abbiamo scelto noi per illustrare un concetto o un paesaggio,
illustra davvero agli altri la nostra idea per come l'avevamo in
mente, oppure gli altri percepiscono qualcosa di diverso rispetto a
quello che volevamo dire?
Qualcuno dei miei lettori che sa
rispondere a questa domanda, può provare a darci uno spunto di
riflessione? (ho scoperto che alcuni lettori del blog sono professori
universitari di grande spessore; uno in particolare studia come si
relaziona il cervello con gli odori e cosa succede nelle perdite di
memoria...)
Commenti