Francesca Dell'Oro Parfum: Ambrosine
Durante le fiere -ma anche nei negozi-
non mi è mai passato per la mente di avvicinarmi ai profumi della
linea “Francesca Dell'Oro Parfum” (sito qui).
Per me il sostantivo “oro” affiancato a qualsiasi prodotto indica qualcosa di qualità scadente, che con un altro nome non si riuscirebbe a vendere. Se l'uomo-marketing gli associa il sostantivo “oro" è sicuro che almeno gli stupidi lo compreranno, evitandogli la bancarotta. A questo, sommavo il fatto che i profumi sono racchiusi in bottiglie costose, e il fatto che tutta la presentazione sia molto marketing-oriented, con fazzolettini di seta e cloche colorate dalle forme bizzarre.
Per me il sostantivo “oro” affiancato a qualsiasi prodotto indica qualcosa di qualità scadente, che con un altro nome non si riuscirebbe a vendere. Se l'uomo-marketing gli associa il sostantivo “oro" è sicuro che almeno gli stupidi lo compreranno, evitandogli la bancarotta. A questo, sommavo il fatto che i profumi sono racchiusi in bottiglie costose, e il fatto che tutta la presentazione sia molto marketing-oriented, con fazzolettini di seta e cloche colorate dalle forme bizzarre.
Tutto questo mi faceva scappare via senza annusare nulla.
Ma sbagliavo.
Quando mi sono presa un po' di tempo per avvicinarla di persona, ho trovato una ragazza squisita, appassionatissima di profumi. Francesca in effetti la profumeria l'ha studiata a lungo, e avendo studiato anche marketing, sa come usarlo per valorizzare al massimo quello che fa. E' una capacità, e io dovrei smetterla di avere pregiudizi al riguardo.
Ma sbagliavo.
Quando mi sono presa un po' di tempo per avvicinarla di persona, ho trovato una ragazza squisita, appassionatissima di profumi. Francesca in effetti la profumeria l'ha studiata a lungo, e avendo studiato anche marketing, sa come usarlo per valorizzare al massimo quello che fa. E' una capacità, e io dovrei smetterla di avere pregiudizi al riguardo.
Inoltre, parlando con uno dei compositori che stanno dietro alle sue fragranze ho scoperto che il suo focus principale, al di là della presentazione figa, sono realmente i profumi. Ed infatti si è impegnata tantissimo soprattutto nella composizione olfattiva, che doveva essere
esattamente così come lei l'aveva in mente.
Quindi mi sono rasserenata: “Belli o brutti – mi son detta- i suoi profumi non saranno senz'altro banali: lei non lo permetterebbe.”
Quindi mi sono rasserenata: “Belli o brutti – mi son detta- i suoi profumi non saranno senz'altro banali: lei non lo permetterebbe.”
E mi sono messa ad annusare.
Scriverò senz'altro altri post in seguito, ma per ora la fragranza che mi piace di più è Ambrosine, un ambrato morbido e carnale che mi ha
sorpresa per originalità. Diciamo che ho svuotato la fialetta in un baleno.
Innanzitutto non è dominato da note di cisto labdano o di civettone (uno zibetto sintetico), che in genere mi piacciono ma che mi stufano anche presto. Il cisto è rimpiazzato da una bella dose di Ambrox, un sintetico costosetto che possiede la vellutatezza del muschio, la “legnosità” dell'accordo ambrato e l'animalità dello zibetto, tutto nella stessa molecola. Certo, mettere dell'Ambrox in un ambrato non sarebbe di per sé sinonimo di originalità.... ma Ambrosine lo è. Non so, saranno le altre note che lo circondano a fare la differenza: soffice, caldo, gentile, lievemente animale, l'Ambrox si lega egregiamente alla fava tonka e a qualche legno del finale, in un accordo talcato ed elegante, arricchito da una nota di rosa plastificata, quasi siliconica, la cui stranezza altrove stonerebbe e che invece qui sta benissimo. Essendo costituito perlopiù da materie prime calde e pesanti Ambrosine non si modifica molto durante il tempo, restando stabile e gentile per ore e sulla pelle, per giorni sui tessuti, avvolgendo chi lo indossa in una meravigliosa nuvola fragrante. Vi consiglio di provarlo a pelle, perchè sulla cartina resta freddo, monodimensionale.
Innanzitutto non è dominato da note di cisto labdano o di civettone (uno zibetto sintetico), che in genere mi piacciono ma che mi stufano anche presto. Il cisto è rimpiazzato da una bella dose di Ambrox, un sintetico costosetto che possiede la vellutatezza del muschio, la “legnosità” dell'accordo ambrato e l'animalità dello zibetto, tutto nella stessa molecola. Certo, mettere dell'Ambrox in un ambrato non sarebbe di per sé sinonimo di originalità.... ma Ambrosine lo è. Non so, saranno le altre note che lo circondano a fare la differenza: soffice, caldo, gentile, lievemente animale, l'Ambrox si lega egregiamente alla fava tonka e a qualche legno del finale, in un accordo talcato ed elegante, arricchito da una nota di rosa plastificata, quasi siliconica, la cui stranezza altrove stonerebbe e che invece qui sta benissimo. Essendo costituito perlopiù da materie prime calde e pesanti Ambrosine non si modifica molto durante il tempo, restando stabile e gentile per ore e sulla pelle, per giorni sui tessuti, avvolgendo chi lo indossa in una meravigliosa nuvola fragrante. Vi consiglio di provarlo a pelle, perchè sulla cartina resta freddo, monodimensionale.
Tutto sommato, pur inserendosi nella
categoria degli ambrati, Ambrosine merita un posto a sé, diverso
dagli altri: non è facile costruire un ambrato originale oggi,
soprattutto se si parte da una formula corta e dominata da un sintetico piuttosto usato. Per questo mi è piaciuto così tanto da chiederne una bottiglia per il mio compleanno.
I miei complimenti a te, Francesca!
ps
(Sì, sì, poi ho capito che “Dell'Oro” è proprio il cognome di Francesca e che non può certo cambiarselo per compiacere me...)
ps
(Sì, sì, poi ho capito che “Dell'Oro” è proprio il cognome di Francesca e che non può certo cambiarselo per compiacere me...)
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