Adjiumi, Perris e la Tuberosa
Sabato 6 novembre presso lo spazio Beauty Concept di Monza (FB qui) ho partecipato all'evento “Focus sulla tuberosa” che mi ha elettrizzata.
E' stata una vera giornata
“Tuberotica” (come Cristian -Adjiumi- l'ha prontamente
battezzata), con decine e decine tra materie prime e profumi annusati
e discussi.
Come prima cosa, ogni partecipante ha
versato 10 euro che sono stati raccolti da Cristian e verranno donati
ad una famiglia che ha perso la casa durante il sisma in Centro
Italia. Anzi, la raccolta continuerà ancora per qualche giorno per
permetterci di raccogliere qualche euro in più da donare (se ne
avete voglia e possibilità vi invito ad associarvi -con una cifra
anche minore di dieci euro: ognuno fa quel che può- contattando il
Paypal mauriziagambacorta @ yahoo.it -ho messo gli spazi prima e
dopo la @, voi toglieteli quando scrivete l'indirizzo).
Poi il padrone di casa dell'evento,
Gian Luca Perris (fondatore di Perris Montecarlo, sito qui) ci ha invitati ad
assaporare una fantastica assoluta di tuberosa, che ha sorpreso molti
per il suo carattere cuoiato, secco, salato, affumicato, vagamente
“speck”, a cui solo dopo venti minuti si avvicina una nota
fiorita morbida e delicata, che parla di fiori con voce timida e
suadente. Diversamente dalla distillazione in corrente di vapore, che
raccoglie dal fiore soprattutto le note più leggere, volatili e
fresche (cioè la parte fiorita), l'assoluta estrae il fiore nella
sua interezza, anche con tutte le sue note calde e pesanti del
fondo. Annusando l'assoluta di tuberosa si rimane sorpresi dal fatto
che questo fiore sembri funzionare “al contrario” rispetto agli
altri fiori: in genere si percepiscono per prime le note più
gentili e fiorite, e solo dopo queste si approfondiscono,
appesantiscono e diventano scure e indoliche.
La tuberosa parte
invece con le note più scure, cuoiate, fumose, per ingentilirsi col
passare del tempo.
Abbiamo poi esplorato una serie di
profumi alla tuberosa gentilmente offerti dagli Adjiumini presenti
all'incontro (preziose ed amabilissime persone che con grande
disinvoltura estraggono dallo zainetto una busta piena di fiori di
osmanto essiccati, un introvabile Fracas anni '60 o una fragranza
malese di cui non sapevi nulla ma che sembra appena stata creata per
Nefertari ... beh è anche grazie a cose come questa, se la terra è
un posto emozionante in cui vivere…). (per andare sull'Adjiumi Forum clicca qui)
Fracas di Piguet (1955, Germain Cellier per Robert Piguet), di cui abbiamo potuto
confrontare una strepitosa versione vintage con quella moderna)
Michelle (Balenciaga)
Blonde (Versace)
Mahora (Guerlain)
Chloè
Tubereuse dell'Artisan Parfumeur, sia
la prima versione che quella rinnovata.
Sul tavolo c'erano anche Giorgio
Beverly Hills, Poison di Dior, Beautiful di E. Lauder ed altri...
In seguito ci siamo dedicati alle
tuberose “moderne”, tra cui
Carnal Flower (F. Malle),
MAAI (Bogue)
L'Eau Scandaleuse (Anatole Lebreton) e
altre che abbiamo annusato nel pomeriggio (la Criminelle di S.
Lutens, Voyance di Baruti, l'Animale di Histoire de Parfums, Narcotic
Venus di Nasomatto, poi quelle di Memo, La Cercle des Parfumeurs,
Amouage, Mona di Orio ed altre).
Lo sniffo seriale ci ha reso evidente che il primo profumo famoso con la tuberosa come
protagonista (Fracas) ha fissato uno standard che a lungo
nessuno ha osato sfidare: da Fracas in poi, i profumi alla tuberosa
dovevano essere sontuosamente fioriti, sonori, cremosi, seducenti,
narcotici. In questi profumi la tuberosa è stata quasi sempre associata ad altri
fiori come la rosa, la neroli e gli altri fiori bianchi (come in
Giorgio, Chloè, Mahora), ma anche a note fruttate (come in
Tubereuse, Mahora) o metalliche, aldeidate (Michelle), proprio per
esaltarne il carattere di estrema femminilità.
In realtà annusare l'assoluta permette
di cogliere tutta l'essenza del fiore, ed in questo caso ci si rende
subito conto che si tratta di un fiore molto più ricco e sfaccettato di
com'è stato reso fino ad inizio millennio. Finalmente, dopo quarant'anni di
tuberose “femminili” qualche anno fa i compositori hanno
iniziato ad approcciare questa nota in maniera diversa. Nacquero così Tubereuse
Criminelle (1999, Lutens e Sheldrake per S. Lutens) una tuberosa
insolitamente pungente e medicinale e Carnal Flower (2005, Dominique
Ropion per Frederic Malle) che esplora il lato intensamente verde di
questo fiore, seguite da altre tuberose sempre meno “addomesticate”,
fino ad arrivare al selvaggio MAAI uscito l'anno scorso.
Queste tuberose "moderne" ci hanno costretti
ad arricchire la nostra idea di tuberosa, portandola fuori dal
concetto “femminilità spinta” per includere anche le note più
intensamente verdi, affumicate e salate, che per molti evocano
l'universo maschile. Vista così la tuberosa diventa un Tao,
un'unione di opposti capace di contenere il tutto dentro di sé.
In ogni caso, è necessario rendere
merito al duo Lutens/Sheldrake e a Malle/Ropion (autori
rispettivamente della Criminelle e del Carnal Flower) che per primi
hanno rotto uno schema e hanno parlato di questo fiore con una
visione diversa, ispirando anche altri a fare lo stesso dopo di loro.
Ringrazio Cristian e Gian Luca Perris
per avermi invitata a parlare con loro di questo fiore fantastico e
dei profumi che ha ispirato: non vedo l'ora di organizzare altri
focus di questo tipo!
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