Bond n.9 e Nasomatto (resoconto, VI parte)
Diakranis e io siamo rimaste un minuto in silenzio a contemplare la parete con i Bond n.9. La prima volta che ho incontrato queste fragranze ero piena di pregiudizi: pensavo che fossero un esercizio di stile, con un packaging fantastico e poca sostanza. Un prodotto per chi è disposto a pagare tanto per una boccetta strana e una buona idea, senza badare tanto al succo. Poi, avendone provati un po’ e con più calma, mi sono fatta un’opinione molto diversa, e sono contenta che questa gita Firenze abbia confermato quest’opinione. Qui ho provato Bryant Park , che mi ha dato l’impressione della primavera nel parco, con il primo sole che scalda gli alberi di mimosa, un’esplosione di gialla delizia nel grigio dei palazzi cittadini, Coney Island , un marino ozonico che più che il mare riporta gli odori che al mare sono associati: alghe, sabbia, pineta; molto originale e sorprendente, Eau de New York , un fiorito agrumato che avevo sentito paragonare a Eau d’Hadrien di A. Goutal, (è vero, ma è il