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Resoconto, ultima parte: BOIS 1920 e qualche considerazione generale

Nello stand di Piguet ho potuto provare la novità Cravache, un maschile del '63 rieditato, con un avvio agrumato e legnoso e un carattere vigoroso e presente. Elegante senza dandismo, una fragranza "classica", chic come un abito di Piguet dal taglio riconoscibile e di gusto. Magari non originalissimo, ma checcavolo, funziona alla grande. Qui ho conosciuto Davide Gherardi, che mi ha presentato BOIS 1920 , un'azienda italiana di cui sto testando le fragranze una a una con calma, perchè mi stanno piacendo molto (ve ne parlerò presto). Abbiamo chiacchierato amabilmente per oltre mezz'ora, e ne ho ricavato l'impressione di un vero appassionato. Mi ha poi fatto conoscere le 6 fragranze della linea Odori : Cuoio, Spigo, Tabacco, Zafferano, Iris e Odori, in cui il creatore Enzo Galardi racchiude l'essenza della sua città, Firenze. Bello il flacone quadrato incorniciato di legno col tappo di cuoio, io ho appunto provato Cuoio, e mi è sembrato davvero notevole, men

Bond n.9 e Nasomatto (resoconto, VI parte)

Diakranis e io siamo rimaste un minuto in silenzio a contemplare la parete con i Bond n.9. La prima volta che ho incontrato queste fragranze ero piena di pregiudizi: pensavo che fossero un esercizio di stile, con un packaging fantastico e poca sostanza. Un prodotto per chi è disposto a pagare tanto per una boccetta strana e una buona idea, senza badare tanto al succo. Poi, avendone provati un po’ e con più calma, mi sono fatta un’opinione molto diversa, e sono contenta che questa gita Firenze abbia confermato quest’opinione. Qui ho provato Bryant Park , che mi ha dato l’impressione della primavera nel parco, con il primo sole che scalda gli alberi di mimosa, un’esplosione di gialla delizia nel grigio dei palazzi cittadini, Coney Island , un marino ozonico che più che il mare riporta gli odori che al mare sono associati: alghe, sabbia, pineta; molto originale e sorprendente, Eau de New York , un fiorito agrumato che avevo sentito paragonare a Eau d’Hadrien di A. Goutal, (è vero, ma è il

L'Olfattorio ha aperto a Firenze!

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Siccome nella cartella stampa informativa della manifestazione (“Pitti Fragranze”) c’era anche l’invito per il nuovo Olfattorio appena inaugurato a Firenze, ci sono andata. Anzi ci siamo andati, mio marito e io. Si trova in una via molto elegante del centro, e ci si arriva tramite un piccolo passaggio con dei gradini in marmo; entri in un salone circolare e la prima cosa che fai è quella di dare un’occhiata generale: qui tutto tende al minimal, con colori chiari ed un ambiente raccolto, molto sobrio e raffinato, l’unico oggetto strabiliante è il bancone al centro della stanza, costituito da una bellissima lastra di marmo dorato con striature rosse, illuminata dal di dentro. I ragazzi, Dario e Michele, sono davvero competentissimi e completamente innamorati del loro lavoro; ci hanno dedicato più di mezz’ora raccontandoci cose interessanti sui profumi che sceglievamo di provare. Il sistema del Bar à Parfums è lo stesso che c’è a Torino: spruzzi la fragranza in un cono di cartoncino, ci s

I “Sette Profumi Capitali”: l’installazione artistica del profumiere Cerizza

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Nel pratone centrale avevo subito notato i sette piedistalli in legno bianco, con sopra le sette boccette. Nelle boccette, sette fragranze create per esemplificare le famiglie olfattive: Agrumata (con agrumi aspri, tipo limone), Floreale, Chypre (in un’interpretazione che ricordava vagamente lo Champagne, con un che di dolcemente frizzantino che la rendeva particolare), Ambrata (un’ambra dolce, lievemente saponosa, che mi ha ricordato l’ambra di Altromercato in vendita alla Bottega del Commercio Equo e Solidale, di cui ero innamorata e che non si trova più perché gli costa troppo produrla), Legnosa con tanto cedro e patchouli bilanciati benissimo, Cuoiata (leggermente affumicata, ma non pungente) e Fougère, a base di lavanda e cumarina. Si trattava di annusarle tutte, votare la preferita e di mettere la scheda col voto in una piccola urna. Tra chi ha votato la famiglia vincente, ne veniva estratto a sorte un flacone. Confesso che da un lato ci ho sperato, ma tanto sapevo già che avreb

Ineke Ruland, DelRae Roth (resoconto V parte)

Poi siamo uscite dalla limonaia per entrare in una specie di antica casina in pietra per il custode, che ospitava i profumi distribuiti da Morris. I primi che ho provato sono quelli di Ineke Ruland, una giovane canadese che ha presentato qui le sue prime 4 fragranze: After My Own Heart, Derring-Do, Balmy Days and Sundays, Chemical Bonding . La linea ha un che di americano, nel senso che è leggera, "innocua". Le fragranze non si staccano molto dalla pelle, come se fossero sussurrate, o come se avessero paura di essere troppo forti, di urtare la sensibilità del compagno di scrivania. Fragranze molto politically correct. Troppo. Nonostante questo, due mi sono anche piaciuti. Il primo della serie è ancora un ennesimo fiorito fruttato, ma questa volta il padrone della composizione è il romantico lillà, accanto a cui hanno messo foglie verdi e sandalo. Il risultato è poetico ed evocativo, l'ho indossato e mi sono ritrovata in primavera, con una gonna a ruota colorata di rosa e

Una sposa, un profumo/A bride, a perfume

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PLEASE SCROLL DOWN THE PAGE FOR ENGLISH TEXT! Poiché la potenza evocativa degli odori ci riporta indietro nel tempo, basta la sniffata di un secondo per rivivere un periodo, un giorno, un’emozione. E' per questo che la Stè e io abbiamo pensato (più o meno contemporaneamente) che per ritrovare anche a distanza di anni le emozioni di quel giorno speciale e dei giorni precedenti, non c’era niente di meglio che affidarle ad una fragranza da usare solo in quei giorni. Quelli subito prima, durante e dopo, il suo matrimonio. Così stamattina ci siamo viste per iniziare la ricerca, con la proibizione assoluta di comprare qualsiasi cosa. Oggi si prova solo. Le prime fragranze provate sono state quelle classiche: Jour de Fete e la Violetta dell’Artisan, Teint de Neige di Villoresi, Love in White di Creed, Sweet Oriental Dream di Montale. Jour de Fete già lo conoscevo, è una dolce manciata di confetti, un profumo tenero che resta molto vicino alla pelle, che però è un po’ troppo dolce per lei

Villoresi e Caron (resoconto, IV parte)

Nella seconda limonaia abbiamo visitato lo spazio di Villoresi : Diakranis è rimasta affascinata da Yerbamate e se lo è fatto spruzzare direttamente sul braccio. Spruzzare sulla mouillette un profumo di Villoresi è ancora meno indicativo che spruzzare qualsiasi altro profumo, perchè in questo caso la mouillette restituisce un'idea ancora più lontana dall'effetto reale sulla pelle. Yerbamate è una fragranza verde screziata d'oro, come un drappo di morbido velluto verde muschio che cangia quando la luce lo colpisce di traverso. Un profumo sfaccettato, ricco, aromatico di menta e lavanda, con un accenno di tè dolce mischiato a legni antichi. Boscoso senza essere buio, è anzi una foresta giovane, vigorosa, fresca e ancora coperta di rugiada. Mentre Diakranis sospirava d'amore per Yerbamate, io riscoprivo la magia silenziosa di Alamut , un legnoso sofisticato morbido come la seta. Ci sono dei fiori (rosa, gelsomino, tuberosa) ma si sentono in lontananza, come un vento dolce