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Chinatown (Aurelien Guichard for Bond N.9)

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PLEASE SCROLL DOWN FOR ENGLISH TEXT! Laurice Rahme ha creato il marchio Bond N.9 con l’idea di evocare i panorami olfattivi di diversi quartieri di New York, ma dubito che Chinatown sappia realmente di frutta caramellata e legni: se la vera Chinatown ha odori simili a quella che ho visitato io a San Francisco, direi che non c’entra niente con il contenuto del flacone. Forse in questo profumo c’è l’immagine di Chinatown che può avere chi frequenta un ristorante cinese… Ma non è una critica, mi piacciono molto sia il profumo che il suo nome. A dirla tutta questa fragranza riscuote un grande successo, sono molti gli amici che me ne hanno parlato con entusiasmo, è uno dei tre best sellers di Bond, e io sono assolutamente d’accordo: questo profumo orientale-fiorito-fruttato, gourmand direi, non ha niente di infantile, innocuo o indefinito, e in questo è diversissimo dalla maggior parte dei fioriti-fruttati che ci sono in giro. Non è affare semplice, mettere odor di frutta in un profumo senz

Un Lutens da Parigi!

Non ce l'ho ancora ma mi è stato promesso. Un'amica se ne fa già portare uno per lei e le ho chiesto la gentilezza di chiedere se potevano portargliene due anzichè uno e le hanno detto di sì!!! Così è iniziata l'attesa, con tanta pazienza. Vediamo se qualcuno indovina qual'è? Non vi dò nemmeno un indizio (anche se, arrivando da Parigi, non è nella linea export).

Pulizia

Ho ripulito la casella dei commenti arrivati: mano a mano che mi scrivete io li pubblico e quindi escono dalla casella. Ma in questi mesi me ne avete mandati una dozzina privati: richieste di info, di scambio fialette, commenti inviati doppi per errore ecc. Li ho cancellati e quindi li riceverete nelle vostre caselle come "rifiutati". Lo dico perchè come sapete non rifiuto mai nessun commento e pubblico tutto quel che arriva, e non vorrei farvi fare un salto sulla sedia!

Inoui (Shiseido, 1977)

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Nei giorni intorno a Natale chiacchieravo con mia madre di profumi, ed è venuto fuori che ha ancora una bottiglia mezza piena di Inoui! Così mi ha portata in camera e me ne ha spruzzato un pò sul polso. Pum! La memoria si è riaccesa su un periodo ben definito della mia infanzia, giusto intorno ai 7-8 anni. Che flash! Shiseido aveva lanciato questa fragranza nel 1977 per un pubblico occidentale, e da molti anni non è più in produzione. Le equipes giapponese, americana e italiana lavorarono insieme per costruire un elisir odoroso che una donna occidentale “in carriera” avrebbe apprezzato. Questo significa che Inoui, creato da un’azienda giapponese per il mercato occidentale, ha percorso al contrario la strada che le aziende europee e americane fanno oggi nel cercare di conquistarsi una fetta di mercato in Estremo Oriente. Interessante, mi sembra. Le note nella composizione sono molte e molto ricche, con una nota verde e pesante di galbano che si sente per tutto il tempo, mentre limone, p

Sniffathona

E’ da un po’ che mi frulla in testa un’idea meravigliosa: una Sniffathona. Cioè una maratona delle sniffate. Un po’ perché nei blog americani che leggo le fanno continuamente e oltre a guadagnarci in competenza sembrano divertirsi un mondo, un po’ perché a Pitti Fragranze ne avevamo parlato con entusiasmo con più di un importatore dei marchi che ci piacciono, ed erano disponibilissimi a mettere a disposizione spazi e persone per farci apprezzare al meglio le loro fragranze. Mi hanno detto che quando vogliamo partire, loro sono a disposizione. Certo che hanno un interesse di tipo commerciale! Il guaio con i profumi di nicchia è che quando li incontri poi rischi di innamorartene sul serio, con gravi danni al portafoglio, e dal loro punto di vista più gente la conosce e l’apprezza, più salgono le vendite. Il mio interesse invece, è quello di far conoscere -o far approfondire- la magìa della profumeria artistica a chi la conosce poco o per niente; portare il Bello alle narici di più gente

Il dono della sintesi (Molecole sintetiche mon amour)

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Le ho testate l’altro giorno. Mi sono seduta con calma con tante mouillettes e con il mio blocco per gli appunti. E mi sono divertita da morire. Sono le molecole sintetiche che avevo ordinato da un sito americano qualche mese fa. Molecola dopo molecola mi sentivo come quando hai l’occasione di incontrare una persona che conosci solo di vista -perché l’hai intravista dal panettiere, l’hai incrociata al cinema, era davanti a te alla posta. Finalmente la incontri di proposito e le dici: “Massì che ci conosciamo, ti ho già sentito in quel profumo, in quel deodorante, in quel detersivo...”. E finalmente ti dice il suo nome, iniziate a parlare e così impari anche la sua voce e il suo carattere. Ho incontrato alcuni muschi di tipi diversi, capaci di rendere un’impressione di freschezza pulita, di fiori dolci, o ancora di pelle e latte, e poi il mitico Hedione dall’aroma luminoso e pulito di gelsomino verde, lo Ionone che ricorda una violetta molto terrosa, il magico Iso E Super, capace di far

Legnosa (Cerizza, 2007)

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Da Pitti Fragranze mi hanno inviato un flacone della fragranza “Legnosa” che il profumiere Cerizza aveva creato per l’installazione artistica “I Sette Profumi Capitali” di cui vi avevo parlato qui , e che avevo votato. Li ringrazio perchè sono stati davvero molto gentili. La fragranza è centrata su vetiver e legno di cedro con un fondo di sandalo e patchouli (in realtà sarebbe bellissimo se il creatore facesse un salto qui e ci rivelasse la composizione). Ma c’è anche qualcos’altro (Cedramber? Sandalore?), che rende la fragranza ricca, vibrante di grande nitore. Legni preziosi illuminati dal primo sole del mattino. Corteccia ruvida e spessa, aroma balsamico, vigoroso ed energizzante (non verde) con un cuore caldo. Sensazione di rigore ed eleganza “trattenuta”. La composizione non si evolve poi molto, e trattandosi di note principalmente di base non mi stupisco; quello che mi stupisce semmai è la persistenza. Sulla pelle resta inalterata per ore, sui tessuti resta per giorni senza modi

Imperial Opoponax (Les Nereides)

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PLEASE SCROLL DOWN FOR ENGLISH TRANSLATION! La Signora Sciunnach mi ha fatto notare che nonostante io indossi sempre le fragranze delle Nereides, non ne ho ancora mai fatto una recensione come si deve sul blog. Ehm... ha ragione... (La Signora Sciunnach ha due mitici negozi in centro storico, dove propone bijoux e accessori fatti a mano con pietre semipreziose, perle, argenti, ambra, seta e quant’altro, con un gusto davvero fantastico. Eppoi ha tutti i profumi delle Nereides, che spruzza generosamente in negozio; entrando si viene avvolti da una nuvola profumata riconoscibilmente “sua”, che ti rimane addosso anche quando esci. Il risultato? Holly Golightly sta a Tiffany come io sto a Sciunnach). Rimedio subito iniziando dalla mia preferita: Imperial Opoponax (poiché uso spessissimo questa fragranza -la indosso anche ora- non so nemmeno da dove incominciare a descriverla). L’opoponax, o mirra dolce di Somalia, è un tipo di mirra dall’aroma più rotondo, morbido, senza quegli spigoli agu

Dzing! (Olivia Giacobetti for L‘Artisan Parfumeur, 1999)

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PLEASE SCROLL DOWN FOR ENGLISH TEXT! Tre hurrà per Babbo Natale! Non pensavo di essere stata Buona, anzi. A dirla tutta pensavo di dover ripassare direttamente dal via senza ritirare nessun premio, e invece sotto l’albero ho trovato un regalo che desideravo molto: Dzing! dell’Artisan Parfumeur (dite che l’aver inserito una wish list qui a lato abbia facilitato?). Lo avevo conosciuto tempo fa all’ Olfattorio di Firenze e me ne ero innamorata per la sua strana, feroce dolcezza (è scritto sulla scatola, ed è una sensazione reale). La sua creatrice è Olivia Giacobetti (Passage d'Enfer, Jour de Fete, Premier Figuier, Navegar e altri dell’Artisan, Idole de Lubin, Philosykos di Diptyque, En Passant di F. Malle e mooolti altri), che io ammiro molto, e anche quando le sue composizioni non mi fanno sospirare, le trovo comunque notevolissime, impressionistiche, con un’intenzione nitidissima. Questa fragranza è un omaggio all’idea di Circo. Ci sento la frusta del domatore (il cuoio), la sabb

Gucci (Gucci, 2007)

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Quando l’ho annusato ho subito pensato “evviva, forse la vena di innocue fragranzine fiorite-fruttate si sta esaurendo!”. L’avvio è interessante, con patchouli e qualche fiore potente (il tiarè, credo), che si fondono in maniera riccamente liquorosa con l'arancio amaro. Tanto che dopo la prima sniffata mi sono riguardata il polso, convinta che il liquido dovesse essere denso e color del Porto (il vino). Anche se non fa per me, lo trovo comunque un interessante tentativo di scostarsi da quanto di più innocuo e banale c’è in giro. Già Gucci Parfum aveva detto qualcosa di interessante in una direzione femminile adulta e sessualmente definita: la Maison Gucci non insegue le ragazzine-fruttatine, e infatti disegna (e ci fa annusare) una donna forte, che si esibisce, un po’ irraggiungibile -anche un po’ superficiale- ma certo non “innocua”. Semmai il profumo cade un po’ nell’opposto, cioè nell’immagine pubblicitaria di una donna aggressiva e dominante (probabilmente da Gucci saranno cont

L'Interdit (Givenchy, 1957)

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Givenchy ha rieditato 6 fragranze storiche della Maison -3 maschili e tre femminili- fuori produzione da anni. Tra quelle femminili, L’Interdit è la prima fragranza uscita per la Maison. Monsieur Hubert de Givenchy la creò nel 1957 per la sua meravigliosa amica Audrey Hepburn. Secondo me doveva amarla, in qualche modo, perchè L'Interdit parla davvero di lei; secondo me riflette benissimo quella personalità complessa e sfaccettata che la rendeva un'icona di fascino. Probabilmente non sarà esattamente uguale alla versione originale di 50 anni fa, ma il viaggio olfattivo che mi ha fatto fare è stato interessantissimo. Inizia come un fiorito aldeidato polveroso e rarefatto, molto sofisticato. L'accordo aldeidi-rosa-gelsomino mi ha ricordato contemporaneamente il n.22 di Chanel e Caléche di Hermes; impressione generale di grande raffinatezza e di fragilità: Audrey Hepburn esilissima in tubino nero e guanti lunghi fino al gomito. Poi lentamente la fragranza si scalda, inizia a vo

2000!

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Credo di dover condividere con voi una notizia che da ieri sera mi sta elettrizzando da morire. Ieri bbiamo raggiunto quota 130 presenze sul sito: oltre 2030 in uun singolo mese! Spiego meglio. Esiste uno strumento di Google che monitora il numero dei visitatori e mi dice quante persone entrano nel mio salottino di velluto nero (sì… questo blog), da quale Paese provengono, quanto tempo trascorrono qui, quali pagine leggono in particolare…. Ovviamente Google mi conosce (e mi esclude automaticamente dal conto degli accessi), ma invece non può sapere nulla sull’identità dei visitatori, così si limita a raccontarmi da dove vengono e come si comportano, su base mensile. L'immagine lassù è un frame della pagina con l'analisi degli accessi. Da quando “ Bergamotto e Benzoino ” è nato, nel giugno scorso, il numero delle visite è andato costantemente aumentando, e un mesetto fa la media quotidiana era di oltre 60 visite. Media quotidiana significa che ci sono giorni (tipo le domeniche, o