Mi serve solo per far apparire la foto nel profilo (la prende da qui). Tra qualche giorno scenderà nelle pagine seguenti e non sarete costretti a vederla.
La spugnatura è una delle più antiche tecniche di estrazione meccanica delle essenze agrumarie ; si tratta di un metodo manuale che richiede maestria e precisione, e sono pochi, ormai, gli artigiani che sono in grado di farlo. Per spugnare (o “sfumare”) un agrume, si divide il frutto a metà . Attraverso un apposito attrezzo -una via di mezzo tra un coltello ed un cucchiaio, denominato “cavatore”- l'artigiano scodella via la polpa da ognuna delle due metà, lasciando integra la buccia . Questa viene poi piegata e pressata sopra una spugna naturale, che raccoglierà tutta l'essenza contenuta negli otricoli. Quando sarà completamente imbibita di essenza, la spugna verrà poi strizzata all'interno di un recipiente di coccio, e l'olio essenziale così ottenuto verrà lasciato decantare. Ogni artigiano riesce a spugnare circa un quintale e mezzo di frutti al giorno, da cui si ricavano poco meno di 500 gr di essenza . Se le essenze agrumarie si estraessero ancora in questo mo...
Vetiver is duality made plant. The visible part is a bright green shrub whose long and thin leaves point towards the sky. The invisible part is a huge taproot embracing Mother Earth with such an exceptional vigor, difficult to overcome. Evidently, vetiver's essence, too, expresses the same duality -and Java vetiver even better than any other type. On the one hand, you smell the freshness, the clarity of a cold winter day, the “push” upwards , to touch Heavens. On the other hand, there's the woody-green, dry, earthy, warm, smoked facet, endowed with the primitive and unconscious elegance of wild creatures. You smell the powerful roots, the effort of freeing them from Mother Earth's embrace, to clean them, to dry them, to work them... the work of man, his desire to take possession of such an intense and intimate embrace, to feel wrapped in it. Capturing both these polarities is not easy; the composer must be able to listen deeply to the rew materials, and build a visce...
Ho ricevuto questa preziosa fialetta di Fleurs de Rocaille, il vintage originale, da Anna Maria qualche tempo fa e la ringrazio molto per avermi fatto conoscere questo piccolo tesoro di Ernest Daltroff. Fleurs de Rocaille significa più o meno “fiori di pietraia” o “fiori di un giardino roccioso”, ed in effetti pur essendo essenzialmente un profumo fiorito esprime essenzialità, minimalismo raffinato. Sembra fatto oggi da qualche naso innamorato della luce e del cristallo. Sul sito di Caron viene definito un fiorito aldeidato, ma non immaginatevi il N.5 di Chanel o White Linen di E. Lauder. Ha una sua delicata dolcezza impressionista, evanescente, che mi ha ricordato l’Eau d’Hiver di Ellena. Non per le note scelte, ma per l’intenzione, per la sospensione nel tempo e nello spazio. Non ho trovato la piramide; sento del garofano (sapete quei garofanini piccoli, color porpora?), della violetta, forse una rosa un po’ speziata, e sicuramente del muschio, ma rarefatto, non potente. Se avete ...
Commenti
Ma che bello vederti!E che sguardo magnetico... :-)
Un dolce baciotto,
Grazy.
Bacini profumati...