Lo stand dell'Osmothèque
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Allo stand dell'Osmothèque lo “steward” che ci passava le mouillettes da annusare era nientemeno che Yves Tanguy (nella foto), creatore di profumi e Vice Presidente dell'Osmothèque, che sceglieva per noi cosa annusare in base a quello su cui ci vedeva più interessati. Con entusiasmo si godeva lui per primo ognuno dei profumi che ci faceva sentire, e si vedeva che alcuni ancora lo emozionavano. Poi ci chiedeva: "Tu cosa senti?", aspettava le nostre risposte, poi le completava con ingredienti e aneddoti.
Fougère Royale (Houbigant, 1882) invece è un bellissimo fougere aromatico, raffinatissimo di bergamotto, lavanda, cumarina, geranio e cisto, in un dinamico contrappunto tra una freschezza verde e un cuore dolce/muschiato che si rivela solo dopo un po’. Secondo me il Brut di Fabergè (qualcuno se lo ricorda?) è figlio di questa fragranza, che comunque va più verso la dolcezza che verso il muschio.
Tabac Blond (Caron, 1919) Okay, dispiace ammetterlo, ma è vero: Caron ci ha paciugato un po’. Grazie a Diakranis ne ho una fialetta a casa. Mi era piaciuto molto, ma non mi aveva convinta, mi sembrava poco Caron, poco...chic. Il vintage è piuttosto diverso. Innanzitutto perché è più morbido, senza quella nota acre che incasina quello nuovo. Ha un cuore chyprè soavissimo, di grande eleganza, sembra danzare al tramonto. Eppure insieme è ruvido e classico come una giacca di tweed tagliata bene. Non verde o grigia, magari color bordeaux o arancio scuro, ma sempre di tweed.
La prima riflessione che mi è salita dopo quest'ora di emozioni è che queste fragranze sono così diverse da quelle a cui siamo abituati... Non solo nella composizione ma proprio nell’intenzione (chi sa qualcosa di musica capirà cosa intendo). Le fragranze degli ultimi 30 anni hanno troppo spesso lo scopo dichiarato di farsi scegliere, devono sedurre, avvicinare più persone possibili. Se non stai attento sono loro ad indossare te. Alcune riescono a saltarti addosso e lì restano a lungo, spesso parlando di sé e non di te. Ovviamente parlo in generale. Quelle che ho annusato sabato invece sono molto “passive” nel senso che lasciano che sia tu ad avvicinarti per conoscerle. Con calma, tanto loro hanno tempo. Anche le più intense e spesse lasciano un qualcosa di sospeso, finiscono come in un sospiro sottovoce, non si raccontano mai del tutto. Non sono per niente “piacione” anzi hanno un’aria di “Tu pensa un po’ quel che ti pare, tanto io sono come sono. E sono fatti miei”.
Allo stand dell'Osmothèque lo “steward” che ci passava le mouillettes da annusare era nientemeno che Yves Tanguy (nella foto), creatore di profumi e Vice Presidente dell'Osmothèque, che sceglieva per noi cosa annusare in base a quello su cui ci vedeva più interessati. Con entusiasmo si godeva lui per primo ognuno dei profumi che ci faceva sentire, e si vedeva che alcuni ancora lo emozionavano. Poi ci chiedeva: "Tu cosa senti?", aspettava le nostre risposte, poi le completava con ingredienti e aneddoti.
Abbiamo iniziato con la Rose Jacqueminot di Coty, fragranza leggendaria del 1904. E’ una rosa centifolia, quindi densamente rosata, con un leggerissimo sottofondo fresco, incorniciata da violette gelsomino; densa, saponosa e muschiata, con un sottofondo verde a fare da impalpabile contrappunto. Il profumo è ricco e complesso, suadente come il canto delle sirene, e dura tantissimo. Ha un corposità concreta, quasi da animale vivo. Da quello che ho capito, Monsieur Coty, che aveva capito che il profumo poteva diventare un'industria fiorente e remunerativa, cercava di vendere i suoi profumi ai Grandi Magazzini di Parigi, che però erano titubanti. Allora per convincerli ne fracassò un flacone in mezzo ad una sala, provocando scene di delirio tra le Signore che andarono di corsa a chiedere dove potevano comprare quella meraviglia.
Sempre di Coty ci ha fatto sentire Chyprè (1917), capostipite della famiglia che ne ha preso il nome. E lì sono caduta in delirio. Ha degli agrumi nelle note di apertura, forse del bergamotto, poi del patchouli e del muschio di quercia, con qualcosa di fruttato in mezzo. In fondo, vetiver e sandalo. Il risultato è una magia liquida che odora di champagne: secco e dolce, frizzante e allegro come un brindisi. Giuro, è euforizzante da perderci la testa. Come far cadere della polvere d’oro sotto un raggio di sole. Mi si è impresso tanto bene nella testa che non se ne va più. Ne avevo letto sulla Guida di Turin ed è vero che la fragranza più vicina è Mitsouko di Guerlain, che però è più fruttato e più corposo, laddove Chyprè è… aria dorata. Quando avevo annusato la fragranza Chyprè di Cerizza a Pitti Fragranze, avevo pensato esattamente la stessa cosa. Probabilmente era un (ottimo) omaggio.
Eppoi la mitica Ambre Antique (Coty, 1905), un’ambra diversa da tutte quello che ho mai annusato. Io che dell’ambra amo le note legnose, maestose e antiche, mi sono innamorata follemente di questa fragranza. Ci dev’essere legno di rosa che la rende dolce e liquorosa, con un leggero sentore di affumicato. Rotonda e delicata, come trattenuta, eppure molto presente.
Poi abbiamo annusato Le Fruit Defendu (di P. Poiret, che poi avrebbe creato Les Parfums de Rosine), anno 1914, un fruttato-aldeidato gioioso e sorprendentemente moderno, di pesca (persicol), cocco, aldeidi, salvia e una vaniglia che lo rende croccante, come se la pesca fosse una pescanoce acerba, che schiocca quando ne stacchi un pezzo a morsi. Per essere un fruttato non nulla della banalità dei fruttati di adesso anzi, lo definirei molto rotondo, di grande stile.
Fougère Royale (Houbigant, 1882) invece è un bellissimo fougere aromatico, raffinatissimo di bergamotto, lavanda, cumarina, geranio e cisto, in un dinamico contrappunto tra una freschezza verde e un cuore dolce/muschiato che si rivela solo dopo un po’. Secondo me il Brut di Fabergè (qualcuno se lo ricorda?) è figlio di questa fragranza, che comunque va più verso la dolcezza che verso il muschio.
Bandit (R. Piguet, 1944) è un aromatico vibrante e misterioso, verde di galbano con una violetta timidissima (il metil-ionone) e un chiodo di garofano nel cuore. Il risultato è secco-verde, rauco, quasi fumoso, con una punta dolce appena accennata sul fondo. Quando l'ho annusato ho scritto d'istinto, nel mio taccuino: “Irrido con noncuranza la contemporanea mediocrità dei tuoi tempi”. Non so perchè. L'ho sentito solo leggermente diverso da quello che si trova oggi, che ha una nota fumosa un po’ più marcata e minor dolcezza. Germaine Cellier, creatrice di fragranze fantastiche (oltre a Bandit, Fracas e Cravache sempre di Piguet, Monseur Balmain) doveva veramente essere una Gran Donna, per creare qualcosa di simile. Me la immagino come questo profumo, bellissima (e dalle foto, lo era), con un carattere carismatico e forte che spesso non piace. Ma se piace, è la fine.
Iris Gris (J. Fath, 1947), fresco, pungente, aromatico-terroso, corroborante, e insieme rosato, malinconico. Quando Monsieur Tanguy mi ha allungato la mouillette sono rimasta colpitissima dalla somiglianza tra l’aroma di Iris Gris e il Glenmorangie, uno degli Scotch che mio marito ama, e che a volte gusto anch'io. Costituito con un 35% di iris fiorentino -di cui l'Italia aveva appena ripreso la produzione dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale- è forse il primo profumo ad avere l'iris come nota dominante. Molti di quelli che che sono venuti dopo sono notevoli, ma questo ha qualcosa di speciale, una ruvidezza soave e dinamizzante.
Iris Gris (J. Fath, 1947), fresco, pungente, aromatico-terroso, corroborante, e insieme rosato, malinconico. Quando Monsieur Tanguy mi ha allungato la mouillette sono rimasta colpitissima dalla somiglianza tra l’aroma di Iris Gris e il Glenmorangie, uno degli Scotch che mio marito ama, e che a volte gusto anch'io. Costituito con un 35% di iris fiorentino -di cui l'Italia aveva appena ripreso la produzione dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale- è forse il primo profumo ad avere l'iris come nota dominante. Molti di quelli che che sono venuti dopo sono notevoli, ma questo ha qualcosa di speciale, una ruvidezza soave e dinamizzante.
Tabac Blond (Caron, 1919) Okay, dispiace ammetterlo, ma è vero: Caron ci ha paciugato un po’. Grazie a Diakranis ne ho una fialetta a casa. Mi era piaciuto molto, ma non mi aveva convinta, mi sembrava poco Caron, poco...chic. Il vintage è piuttosto diverso. Innanzitutto perché è più morbido, senza quella nota acre che incasina quello nuovo. Ha un cuore chyprè soavissimo, di grande eleganza, sembra danzare al tramonto. Eppure insieme è ruvido e classico come una giacca di tweed tagliata bene. Non verde o grigia, magari color bordeaux o arancio scuro, ma sempre di tweed.
La prima riflessione che mi è salita dopo quest'ora di emozioni è che queste fragranze sono così diverse da quelle a cui siamo abituati... Non solo nella composizione ma proprio nell’intenzione (chi sa qualcosa di musica capirà cosa intendo). Le fragranze degli ultimi 30 anni hanno troppo spesso lo scopo dichiarato di farsi scegliere, devono sedurre, avvicinare più persone possibili. Se non stai attento sono loro ad indossare te. Alcune riescono a saltarti addosso e lì restano a lungo, spesso parlando di sé e non di te. Ovviamente parlo in generale. Quelle che ho annusato sabato invece sono molto “passive” nel senso che lasciano che sia tu ad avvicinarti per conoscerle. Con calma, tanto loro hanno tempo. Anche le più intense e spesse lasciano un qualcosa di sospeso, finiscono come in un sospiro sottovoce, non si raccontano mai del tutto. Non sono per niente “piacione” anzi hanno un’aria di “Tu pensa un po’ quel che ti pare, tanto io sono come sono. E sono fatti miei”.
Hanno caratteri indipendenti, ti danno idea di non aver bisogno di te, e di essere splendide e desiderabili proprio per questo. Eppoi, scordatevi l’aria rètro. Anzi, alcune sono di una tale modernità ed originalità che mi hanno spiazzata. Forse il rètro è un desiderio di chi le annusa; quando l’Ambre Antique o il Chyprè di Coty videro la luce, c’era nell'aria una gran voglia di modernità e di tecnologia, e forse questo slancio verso il futuro le ha proiettate fino al nostro XXI secolo senza fargli fare una piega. Che bello!
Ringrazio di cuore l'Osmothèque per il prezioso lavoro che svolge, ho deciso che sarò ben felice di pagare la quota associativa ed entrare nel club "amici dell'Osmothèque"!
ENGLISH TEXT
At the Osmothèque gazebo, the "steward" that passed us the smelling strips was none other than Yves Tanguy (pictured), creator of perfumes and Vice President of the Osmothèque, who chose for us fragrances to try on the basis on the interests we showed. He was excited and enthusiastic about each one of the perfumes that he presented us. He handed the smelling paper and asked: "What do you smell?", and then supplementing our answers with ingredients and anecdotes. We started with the Rose Jacqueminot by Coty, the legendary 1904 fragrance. It’s a densely pink Centifolia rose, with a very slight cool background, framed by purple jasmine (I am perfectly aware jasmine is pink), dense, soapy and musky, with a green, impalpable counterpoint. The scent is rich and complex, persuasive as the song of the sirens, and lasts a lot. Concrete, full-bodied, almost as a live animal. From what I understand, Monsieur Coty, realizing that Perfumes could become profitable goods, tried to sell its fragrances to department stores in Paris, who were hesitant. To convince them, he smashed a flask in the middle of the aisle, causing delirium among Ladies who run to ask where they could buy that wonder. Then we tested Chypre (Coty again, 1917), head of the family that bears its name. And there I fell almost into tears. The citrus notes of the opening, bergamot harmonize with patchouli and oak moss, and there is some fruitiness in the middle. At the end, vetiver and sandalwood. The result is a magic potion that tastes of champagne: dry and sweet, crisp and cheerful as a toast. I swear, it gets you euphoric. It’s like dropping gold dust over a sunbeam. I had read in Turin’s Guide Turin that its closer twin is Guerlain Mitsouko, and I do agree completely. But Mitsouko is far more fruity, more robust, where Chypre is ... golden air to breathe. When I smelled the scent of Chypre by Cerizza at Pitti Fragrance event, I thought exactly the same thing. It was probably a (good) homage. And it was the turn of legendary Ambre Antique (Coty, as always, 1905), an amber scent completely different from any one ever smelled. Amber notes here show a woody, old and majestic, angle, I was madly in love with this fragrance. There must be rosewood, which contributes with a little sweetness and liqueur-like texture, with a slight hint of smoke. Round and delicate, seductive, yet very present. Then we smelled the Fruit Défendu (P. Poiret, creator of Les Parfums de Rosine), year 1914. This was a real shock. Fruit and aldehydes, in a joyful and surprisingly modern mix. Peaches (persicol), coconut, aldehydes, sage and vanilla give it a crispy, as if it were a raw pescanoce (that kind peach without the fluffy surface). It makes a crunchy sound when you bite it. Nothing to do with the banality of today’s fruity-floral fragrances, its modernity struck me potently.
Fougère Royale (Houbigant, 1882) is a tremendous Fougère with an aromatic side: bergamot, lavender, coumarin, geranium and cistus, in a dynamic counterpoint between green and fresh, sweet and musky. In my opinion, Fabergé Brut (does anyone remember it?) may well be son of this fragrance, both for the musky softness and the sweetness. Bandit (R. Piguet, 1944) is a vibrant, mysterious green galbanum with a shy, modest violet (methyl-ionone) on his side and a clove in the heart. The result is dry-green, almost harsh, smoky, with just a pale hint of sweetness in the bottom. When I smelled it, I instinctively wrote in my notebook: "mocking nonchalantly the mediocrity of your contemporary 21st century". I do not know why. I felt it only slightly different from today’s rendition, which sports a slightly smoky note and less sweetness. Germaine Cellier, genial author of his fragrance (besides Bandit, Fracas and Cravache for Piguet, Monsieur Balmain and others) has certainly been a Great Woman, to create something like this. I got her just as I got this fragrance: beautiful (and pictures show she was), a strong and charismatic character who others often didn’t like. But those who did, literally fell for her.
I felt Iris Gris (by J. Fath, 1947) as powerfully fresh, pungent, aromatic, energizing, rosy and in the end, even slightly melancholic. When Monsieur Tanguy stretched the mouillette over, I was struck by the similarity between this scent and Glenmorangie, my husband’s beloved Scotch, which sometimes I do taste, too. Composed with a 35%-Florentine iris (of which Italy had resumed production after the Second World War), it was perhaps the first perfume where iris is dominant. Many of those who came after are great, but this was something special, sweet and rough, energetic.Tabac Blond (Caron, 1919). Okay, sorry to say, but it's true: Caron has messed it a lot. Thanks to a Diakranis I got a vial and could try it. I was very pleased, but not convinced. It seemed “Caron” but not entirely: no chic, no shades, no excitement, no mistery. Well, the vintage is quite a different experience. First because it is smoother, without that sour note that messed up the new one. It displays a sweet, powdery heart of great elegance, which seems to shimmer at dusk. It reminded me of rough, classic-cut tweed jacket. Not green or gray, perhaps burgundy or orange color, but always of tweed. The first thought rising after this exciting afternoon is that these fragrances are so different from those we are used to today... Not only different in composition but in “intention” (who is into music will understand what I mean). The fragrance of the last 30 years have too often the declared goal of being selected , thus they are obliged to seduce as many people as possible. If you are not careful, they will wear you and not viceversa. Some are able to jump on you and keep their position long, speaking aloud of themselves rather than of you. Of course mine is a general opinion. My Saturday tries were all very "passive" in the sense that you must get very near them to make their acquaintance. Slowly, because they have plenty of time. Even the most intense and thick, leave something unsaid, ending their speeches with a sigh. They’re not at all "glamourous", and often show an air of "Think whathever you please, I am as I am”.
They share an independent mind, as if they didn’t need you, and they are beautiful and desirable also for this reason. And then, forget the retro atmosphere. Indeed, some are of extremely modern and original, much more than many today’s perfumes. Perhaps retro would be our desire, not their: when Ambre Antique or Chypre were born, there was a strong desire for modernity and technology, and perhaps this momentum has been projected up to our twenty-first century without ageing the tiniest bit.
How wonderful!Many thanks to the Osmothèque for the terrific work they do, I decided that I would be happy to pay the membership fee and join the club "Amis de l'Osmothèque"!
At the Osmothèque gazebo, the "steward" that passed us the smelling strips was none other than Yves Tanguy (pictured), creator of perfumes and Vice President of the Osmothèque, who chose for us fragrances to try on the basis on the interests we showed. He was excited and enthusiastic about each one of the perfumes that he presented us. He handed the smelling paper and asked: "What do you smell?", and then supplementing our answers with ingredients and anecdotes. We started with the Rose Jacqueminot by Coty, the legendary 1904 fragrance. It’s a densely pink Centifolia rose, with a very slight cool background, framed by purple jasmine (I am perfectly aware jasmine is pink), dense, soapy and musky, with a green, impalpable counterpoint. The scent is rich and complex, persuasive as the song of the sirens, and lasts a lot. Concrete, full-bodied, almost as a live animal. From what I understand, Monsieur Coty, realizing that Perfumes could become profitable goods, tried to sell its fragrances to department stores in Paris, who were hesitant. To convince them, he smashed a flask in the middle of the aisle, causing delirium among Ladies who run to ask where they could buy that wonder. Then we tested Chypre (Coty again, 1917), head of the family that bears its name. And there I fell almost into tears. The citrus notes of the opening, bergamot harmonize with patchouli and oak moss, and there is some fruitiness in the middle. At the end, vetiver and sandalwood. The result is a magic potion that tastes of champagne: dry and sweet, crisp and cheerful as a toast. I swear, it gets you euphoric. It’s like dropping gold dust over a sunbeam. I had read in Turin’s Guide Turin that its closer twin is Guerlain Mitsouko, and I do agree completely. But Mitsouko is far more fruity, more robust, where Chypre is ... golden air to breathe. When I smelled the scent of Chypre by Cerizza at Pitti Fragrance event, I thought exactly the same thing. It was probably a (good) homage. And it was the turn of legendary Ambre Antique (Coty, as always, 1905), an amber scent completely different from any one ever smelled. Amber notes here show a woody, old and majestic, angle, I was madly in love with this fragrance. There must be rosewood, which contributes with a little sweetness and liqueur-like texture, with a slight hint of smoke. Round and delicate, seductive, yet very present. Then we smelled the Fruit Défendu (P. Poiret, creator of Les Parfums de Rosine), year 1914. This was a real shock. Fruit and aldehydes, in a joyful and surprisingly modern mix. Peaches (persicol), coconut, aldehydes, sage and vanilla give it a crispy, as if it were a raw pescanoce (that kind peach without the fluffy surface). It makes a crunchy sound when you bite it. Nothing to do with the banality of today’s fruity-floral fragrances, its modernity struck me potently.
Fougère Royale (Houbigant, 1882) is a tremendous Fougère with an aromatic side: bergamot, lavender, coumarin, geranium and cistus, in a dynamic counterpoint between green and fresh, sweet and musky. In my opinion, Fabergé Brut (does anyone remember it?) may well be son of this fragrance, both for the musky softness and the sweetness. Bandit (R. Piguet, 1944) is a vibrant, mysterious green galbanum with a shy, modest violet (methyl-ionone) on his side and a clove in the heart. The result is dry-green, almost harsh, smoky, with just a pale hint of sweetness in the bottom. When I smelled it, I instinctively wrote in my notebook: "mocking nonchalantly the mediocrity of your contemporary 21st century". I do not know why. I felt it only slightly different from today’s rendition, which sports a slightly smoky note and less sweetness. Germaine Cellier, genial author of his fragrance (besides Bandit, Fracas and Cravache for Piguet, Monsieur Balmain and others) has certainly been a Great Woman, to create something like this. I got her just as I got this fragrance: beautiful (and pictures show she was), a strong and charismatic character who others often didn’t like. But those who did, literally fell for her.
I felt Iris Gris (by J. Fath, 1947) as powerfully fresh, pungent, aromatic, energizing, rosy and in the end, even slightly melancholic. When Monsieur Tanguy stretched the mouillette over, I was struck by the similarity between this scent and Glenmorangie, my husband’s beloved Scotch, which sometimes I do taste, too. Composed with a 35%-Florentine iris (of which Italy had resumed production after the Second World War), it was perhaps the first perfume where iris is dominant. Many of those who came after are great, but this was something special, sweet and rough, energetic.Tabac Blond (Caron, 1919). Okay, sorry to say, but it's true: Caron has messed it a lot. Thanks to a Diakranis I got a vial and could try it. I was very pleased, but not convinced. It seemed “Caron” but not entirely: no chic, no shades, no excitement, no mistery. Well, the vintage is quite a different experience. First because it is smoother, without that sour note that messed up the new one. It displays a sweet, powdery heart of great elegance, which seems to shimmer at dusk. It reminded me of rough, classic-cut tweed jacket. Not green or gray, perhaps burgundy or orange color, but always of tweed. The first thought rising after this exciting afternoon is that these fragrances are so different from those we are used to today... Not only different in composition but in “intention” (who is into music will understand what I mean). The fragrance of the last 30 years have too often the declared goal of being selected , thus they are obliged to seduce as many people as possible. If you are not careful, they will wear you and not viceversa. Some are able to jump on you and keep their position long, speaking aloud of themselves rather than of you. Of course mine is a general opinion. My Saturday tries were all very "passive" in the sense that you must get very near them to make their acquaintance. Slowly, because they have plenty of time. Even the most intense and thick, leave something unsaid, ending their speeches with a sigh. They’re not at all "glamourous", and often show an air of "Think whathever you please, I am as I am”.
They share an independent mind, as if they didn’t need you, and they are beautiful and desirable also for this reason. And then, forget the retro atmosphere. Indeed, some are of extremely modern and original, much more than many today’s perfumes. Perhaps retro would be our desire, not their: when Ambre Antique or Chypre were born, there was a strong desire for modernity and technology, and perhaps this momentum has been projected up to our twenty-first century without ageing the tiniest bit.
How wonderful!Many thanks to the Osmothèque for the terrific work they do, I decided that I would be happy to pay the membership fee and join the club "Amis de l'Osmothèque"!
Commenti
Panatta e Pelè erano i testimonial's ?
Poi uscì anche la versione noir?..
ah, che tempi quei tempi !
:-)
p.s.
buono il glenmorangie, è uno dei fab five single malt
Bellissimo post anche per alta qualità immaginifica del testo: sembra quasi vederli quei profumi;
interessante poi la nota su Tabac blond che a quanto pare risulta essere molto diverso dlla versione odierna, a tal proposito noti delle somiglianze con knize ten ?
Saluti
ps
a me finora sono piaciuti solo single malt. I blended invece non mi dicono un granchè. Forse non ho assaggiato quelli giusti?
Ciao Giovanni! Che Bandit è aromatico è un'impressione solo mia, non volevo dire che appartiene alla famiglia degli aromatici, ma solo che ha un carattere aromatico. E' un cuoiato, e nella versione vecchia si sente anche di più. Una pelle calda, usata a lungo.
Ah ecco come si traduce in italiano la "quinoline" che ho visto da tutte le parti: iso-butil-chinoleina.
Che Gran Donna la Cellier!Doveva avere un temperamento di fuoco, io ne sono così affascinata!
Forse le poche differenze tra le due versioni risiedono nelle nuove molecole usate per rimpiazzare rimpiazzate (bene, per fortuna) quelle "a richio". Forse ci hanno studiato a lungo -com'è giusto che sia- affinchè la nuova versione fosse il più vicino possibile all'originale.
Grazie per la miniera di info che ci hai scritto!
Funkly, anche io non ci sono mai andata: esattamente per lo stesso motivo!
Ciao Claudio, anche se appartengono alla stessa famiglia, io non ho sentito grosse somiglianze tra i due profumi, giusto la nota cuoiata che li contraddistingue (semmai, ho sentito più somiglianze tra Bandit e Tabac Blond, che non tra quest'ultimo e Ten). In Tabac Blond non ci sono fiori, che invece in Ten risaltano contro il fondo. Inoltre Ten è tutto morbidezza e chiaroscuro, un'armonia di note opposte che si contrappongono e armonizzano. Tabac Blond non è un chiaroscuro; è un tramonto infuocato in cui ai toni aranciati si sovrappongono il bordeaux, il violetto, il testa di moro; sembra più costruito per assonanze che non per armonia di contrasti. Non lo so esprimere meglio di così... spero tu abbia capito lo stesso :-)
la riflessione sui profumi " devono scegliere me o devo scegliere io?" rende e bene la mia perplessità di fronte a certe composizioni. a volte mi sembra che anche i profumi che amo non si fondano completamente con me, ma rimangano in una superficie assai invadente.
la descrizione di chyprè mi ha catturato e avvinto, ubriacato come lo champagne. :-)
ma...quello di Cerizza? qualche informazione in più?
se trovi un profumo che abbia sentor di torbato come il laphroaig.. te ne sarò grata! :-)
gretel molto alcolica, oggi ;-)
P.S. La prossima settimana torno a Parigi...!!! Non vedo l'ora di annusare l'ultimo di Maitre Parfumeur et Gantier: Bois de Turquie. Lo scorso mese, nonostante annunciato, non era ancora in commercio.
Baci!
Per quanto riguarda Bandit, è ancora oggi un profumo che conserva quel carattere che dici tu, del non cadere nel "piacione" e chi lo porta di certo non lo fa che per assonanza di carattere con lo spirito della fragranza.
Germaine era una donna così, fiera, emancipata e appassionata, da amare o detestare. E questo si risente in Bandit, ecco perchè mi affascina e ci rivedo un po anche me :)
Che brava sei stata invece a descrivere Chypre, proprio aria dorata, quella che voleva evocare dell'isola di Cipro, mediterranea, solare e verde. Mitsouko in effetti un po gli somiglia nel fondo anche se piu spesso e scuro, piu sciroppato dalle note di pesca.
Complimenti per il Tour!!! :)
Magnifiscent
Federica, era uno scambio di gentilezze profumate, o semplicemente non ti era piaciuto?
Giovanni, anche io mi ricordo quella definizione di Tabac Blond, ma non riesco a ricordarmi dove l'ho letta. Però rende benissimo l'idea! Vai, vai a Parigi ma poi mi raccomando vieni a raccontarci com'è il nuovo MPG!
Magnifiscent, lo imparerò mai il garofano, io? E secondo te come potrei fare? Forse comprarne un flacone e tenere qualche goccia sotto il naso un paio di volte al giorno, in modo che mi si fissi? Un consiglio sarebbe il benvenuto!
Ciao anonima! E complimenti a te per essere approdata qui, un luogo dove il profumo è soprattutto piacere, emozione, forma d'arte. Torna a trovarci e a raccontarci qualcosa di te!
B&B, per i garofani ti consiglio Bellodgia di Caron o il più recente Métallica/Métalys di Guerlain (appaiato alle note dell'ylang ylang, che gli è simile) oppure ancora il Dianthus di Etro.
Inoltre, mi risulta che ci siano sia l'olio essenziale sia l'assoluta di garofano. Se poi i nasi non li utilizzano....
Baci cara!
LiB
Ciao!
LiB