Eau d'Italie, Montale, Linari

Ci siamo diretti verso lo stand di Eau d’Italie, con la sua linea di fragranze una migliore dell’altra, tutte firmate da Bertrand Duchafeur. Sembra che la più venduta sia l’Eau d’Italie, seguita da Bois d’Ombrie. Paestum Rose non è tra le prime (e pensare che avrei detto il contrario: secondo me è meravigliosa!).
Qui presentavano la Magnolia Romana e il Balsamo del Doge (Baume du Doge). La prima l’ho sentita di sfuggita perché il Balsamo mi ha portata subito via. Quasi tutti abbiamo voluto provarlo a pelle, e i commenti sono stati davvero entusiastici. Speziatissimo, senza tentennamenti, con cumino, zafferano e resine, risulta prezioso e sfaccettato, qualcuno ha sentito un drydown un po’ amaro, ma su di me è rimasto brillante e ricco fino in fondo. Un altro bel lavoro di Duchafeur, complimenti. Più tardi parlavo con un profumiere il cui negozio stato citato poche settimane fa da qualche amico di Catania come luogo assolutamente da non perdere, e anche lui mi ha detto quanto gli fosse piaciuto il Balsamo. Quando poi abbiamo incontrato Pierre Guillaume (più avanti) e gli abbiamo raccontato le nostre impressioni, ci ha confermato di essere rimasto anche lui colpito dalla brillantezza di questo lavoro… (e questo testimonia –tra le altre cose- che Pierre Guillaume è davvero un appassionato, che non se la tira e che si entusiasma anche per il lavoro degli altri, e questo gli fa onore quanto e più delle fragranze che crea).

Poi ci siamo spostati ancora. Lo spazio di Montale è, rispetto a quello degli altri, enorme: i profumi sono così tanti che diventa difficile provarne abbastanza da farsi un’idea chiara della linea. Io ho provato su touche quasi tutti gli oud. L’oud è distillato da un albero, l’Aquillaria, che ad un certo punto viene aggredito da una muffa che ne mangia il fusto. Il legno sano non saprebbe di niente di che, ma quando si ammala, il distillato possiede quest’aroma ricco, complesso, interessante, molto usato nelle fragranze create in medio oriente, specialmente quelle destinate as emiri e sultani, perché l’oud è un ingrediente molto costoso. Ho spruzzato e poi sono tornata a sentirli dopo un po’ di tempo (un’ora e mezza circa), perché lì per lì sono davvero forti, dopo il primo non sei più in grado di percepire altro, quindi andrebbero provati uno per volta...
Mi sa che non riesco a capirlo. Non sono convinta né che mi piaccia né che non mi piaccia. Forse non ne ho annusato abbastanza. Sì, m’intrigano certi profumi in cui domina (Red Oud, Silver Oud, ma forse il Black Oud è quello che mi è "piaciuto" di più), ma per me sanno comunque un po’ tanto di medicinale, non riesco a scindere quella fragranza da quella del mio armadietto delle medicine. Il Red Oud e il White Oud sono gli oud che hanno ricevuto le critiche migliori, qualcuno se l’è già comprato. Io finora ho capito solo che con il trascorrere delle ore diventa molto morbido e sontuoso. Ma io non so se ho quella pazienza.

Poi ci siamo fatti raccontare da Rainer Diersche (nella foto), direttore del marchio Linari, la sua nuova linea di profumi. Sto mettendo insieme gli appunti dell’intervista di ieri e di oggi, nei prossimi giorni la trascrivo per intero e ve la posto. Vi anticipo solo che uno dei due creatori che ha assunto è Mark Buxton, "padre" di alcuni Comme des Garcons (serie "Incensi"), Givenchy, Biehl. Turin ne parla come del primo esponente di un filone di creatori che per ottenere movimento ed effetti non usano la luce, ma l’ombra, un'ombra legnosa, secolare, e insieme metallica. Un’estetica particolare per me molto affascinante.

Commenti

Tamberlick ha detto…
Parlando con alcuni rivenditori e utilizzatori di Montale, ho trovato unanime concordia su un fatto: che gli Aoud sono fragranze molto, molto complesse che richiedono un bel po' di tempo per essere comprese; ma che una volta capite non le si abbandona più. Vero è che già alle sue fragranze "normali" Pierre Montale dona una struttura molto complessa e dinamica. Su Montale mi sto davvero ricredendo: so di essermi scagliato tempo fa contro due dei tre che avevo provato: White Aoud e Cuir d'Arabie, mentre ho molto apprezzato il pepe di Red Vetyver... Credevo che l'untuosità degli Aoud fosse tipica di tutti i Montale, perché se non erro Cuir d'Arabie non è un Aoud. Invece... Tra i recenti campioni recuperati ho avuto modo di assaggiare Greyland e Wood&spices. Nel secondo ho avvertito più un accordo di legni che non di spezie. Mi ha ricordato un po' - ma solo vagamente - Allure di Chanel. Ma sia ben chiaro: il rapporto tra W&S e Allure è capolavoro di Van Gogh contro una mezza crosta. Allure sarà sintetico? Su di me sfiorisce, anzi... appassisce in una melassa che mi infastidisce. Di contro, che Montale utilizzi materie prime di qualità è fuor di dubbio. W&S l'ho indossato e per quanto sia eccellente per me è tuttavia qualcosa di piacevole da osservare piuttosto che indossare. Greyland: questo mi ha rapito... E' in grado di raccogliere armonicamente note di cedro in testa con un finale di cuoio... Eppure freddo, non signorile come il cuoio di solito è (Knize... Cuir Ottoman). E potrebbe essere ciò che cercavo. Va detto che tutti i Montale finora provati - non solo gli Aoud - hanno il sillage che desidero: a me il profumo piace sentirmelo addosso. Quindi mea culpa: mi sto innamorando dei Montale.
Come accennavo, ho sentito anche 3 creazioni di Eau d'Italie. Bois d'Ombrie, Magnolia romana e l'incantevole Sienne l'Hiver. Vorrei sapere ulteriori pareri. Per me, un colpo di fulmine. Premesso che desidero conoscere anche le altre quanto prima, ne lamento un unico lato negativo: Sienne su di me ha poco sillage. O meglio: non me lo sento. Ho addirittura chiesto ad un amico, e mi ha confermato che si sentiva appena un accenno. Uffa. A me piace così tanto: dalla voluttuosa violetta, al geranio per finire con l'oliva nera, mantenendo ancora la violetta iniziale mitigata ma ben presente. Sofisticata. Magari d'estate, scaldandosi di più... Mah! Le altre due non le ho provate su pelle: il campione di Magnolia romana era vuoto! E di Bois d'Ombrie non ce l'aveva. Domanda: avete chiesto quando metteranno sul mercato Baume du Doge? E così non ho resistito al proposito di non far cenni delle mie ultime esperienze olfattive... Saluti!
Marika Vecchiattini ha detto…
Davide, che peccato non aver potuto provare la Magnolia, degli altri ti ho scritto in una risposta ad un post di ieri o l'altro ieri. Paestum Rose, il Bois d'Ombrie e il Baume sono tre bellezze. Non so quando il Baume sarà disponibile, però Se vuoi posso telefonare e chiedere.
In questi giorni ho provato e riprovato gli oud di Montale, forse pian piano inizio a farci il naso... ma è presto per dirlo.
Tamberlick ha detto…
Carissima B&B, grazie per i tuoi post! Quello allegato a "Pulizia" è un po' pienotto di errori ("Pinato" al posto di "pianto"... e poi ho descritto la profumeria di via Spadari come un "angolo profumato di farmacia"!Io volevo scrivere: "Angolo di farmacia profumato"...). Sto provando e riprovando i campioni che ho avuto tranne due: Ambre precieux e Ambre russe. Il secondo perché è troppo alcolico per i miei gusti. Alcolico nel senso che sento troppo i vini/liquori che Corticchiato vi ha messo dentro. L'ambra di MPG, invece la conservo come un gioiellino. Intanto devo contraddirmi - lo so forse è da stupidi dopo gli entusiasmi iniziali, ma è la riprova che i Montale sono davvero davvero difficili e richiedono una decantazione anche sulla pelle: di W&S confermo quel che ho detto. Di Greyland, accidentaccio, ho provato a simulare la quantità più o meno di uno spruzzo dal flacone. Confesso che ora mi sembra un poco stucchevole... Insomma: lo riproverò ancora, ma bisognerebbe avere due campioni per ogni fragranza di Montale al fine di rendersi conto di come si comportano... Sembrano vivi! Ed anche un po' nevrotici... Vorrei provarli prima o poi tutti: a cominciare da Black Aoud e Fougeres Marines. Intanto attendo con ansia che esca Baume du doge. Anche qui devo rettificare: di Sienne la persistenza è ottima, ma il sillage resta discreto. Poi ho notato che se lo provo nell'incavo del gomito, la mia pelle tende a sopire un poco l'oliva nera (che è la nota più originale). Voglio sentirmi addosso gli altri! Al più presto. Magari oggi faccio un salto ad Arona per un'altra delle mie figuracce!
Tre cose ancora: 1) grazie, ma non ti voglio far perdere tempo a telefonare per Baume du doge... Quando uscirà uscirà... 2) Appena ritorno a Milano ripasso in via Spadari per raccogliere informazioni sul quel Tiglio meraviglioso così poi ve ne parlo, ok? 3) Ho una domanda da fare: non ci avevo fatto caso, ma sia nella tua intervista che in altre, Andy Tauer ha detto che utilizza anche materie sintetiche. Domanda - e scusate l'ignoranza... Ma sono inevitabili in un profumo anche se di nicchia oppure esistono profumieri che utilizzano solo doni di madre natura? Ad es. non credo che Amouage o i lavori (che non conosco!) di Pierre Guillame utilizzino elementi di sintesi, dato il prezzo un po' fuori mercato... (oltre che fuor delle mie tasche). Ciao!!
Anonimo ha detto…
Buongiorno! Desidero rispondere per quello che riguarda profumi di sintesi e profumi naturali. Innanzitutto esiste sintesi e sintesi, ovvero anche tra le materie di sintesi ce ne sono alcune che sono molto costose. Inoltre tengo a precisare che senza la sintesi la profumeria non sarebbe mai arrivata al punto al quale siamo adesso. Esistono dei marche che utilizzano solo materie prime naturali, ma in Italia non ne ho mai visti. Sono meno che una nicchia. Inoltre vi invito a leggere quello che pensa Luca Turin della sintesi e della profumeria naturale (lo annoia a morte, ed ha ragione), nell'archivio del suo vecchio blog. Nessuno dei marchi presenti a Fragranze usa solo materie prime naturali...men che meno PG che trovo a naso sinteticissimo... (e poi in Francia il 100ml costa 82 euro!!!).
Tamberlick ha detto…
Addirittura sul sito di PG, mi pare di aver letto che un 100 ml arrivasse addirittura a 143 Euro e un 50 ml a 88!!! Comunque ringrazio Giovanni per il chiarimento. Sospettavo fosse così, ma i prezzi di un Amouage e la potenza olfattiva di quei pochissimi che ho sentito, mi facevano pensare diversamente...
Buonanotte e grazie. PS: ho letto quanto dice Luca Turin (penso ti riferissi, Giovanni, al suo post del 10 luglio 2005...?)
Marika Vecchiattini ha detto…
Davide, come ti ha risposto Giovanni, ci sono molecole sintetiche costose come quelle naturali, e comunque non c'è fragranza della profumeria moderna che non ne abbia nella composizione. E meno male!
Molte molecole sintetiche servono per riprodurre qualcosa che esiste in natura (come il damascone, che sa di rosa), o per ricreare qualcosa che in natura c'è ma non si può estrarre (il metil-ionone sa di violetta), altri semplicemente creano impressioni olfattive complesse e astratte (come il cashmeran che sa di legni, terra e incenso o il velvione che sa di latte condensato e viole) o esaltano alcuni accordi, li arricchiscono. Senza pensare a tutte quelle molecole sintetiche che ci aiutano a non uccidere cerbiatti o a non disboscare intere aree del pianeta in cerca di legni preziosi. Penso che Turin trovi noiosa la profumeria esclusivamente naturale perchè le molecole naturali ti fanno accendere in testa la figura di quello che annusi ("sto annusando una rosa, un cesto di frutta, un bosco, un prato umido"), mentre quelle sintetiche ti fanno salire suggestioni astratte a cui è difficile dare un nome. Pensa che bello mettere i due tipi insieme...
"La sintesi ha portato la profumeria dal figurativismo all'impressionismo, e a volte all'astrattismo". Non ricordo chi lo disse, ma lo condivido. Inoltre, quanto costerà quel dato profumo viene deciso a tavolino prima e dipende da tante cose, non solo dalla qualità delle materie prime usate per comporlo. Non pensare che se un profumo costa tanto significa che ha più ingredienti naturali. E che se ha più ingredienti naturali, sarà senz'altro più "bello". In profumeria, l'equazione
prezzo alto=naturale=migliore
nella maggior parte dei casi non funziona. Perchè? Perchè è arte! E nell'arte, più delle materie prime conta il genio di chi crea. No?
Ho scritto troppo? E'che questo argomento mi interessa davvero tantissimo e sono contenta quando salta fuori. :-)

Giovanni, pensavo di essere l'unica ad averlo letto tutto, il vecchio blog di Turin!
Anonimo ha detto…
B&B!! Ti bacerei in fronte per quello che hai detto!! Commento lucidissimo e finalmente chiarificatore su naturale e sintetico. L'arma vincente della profumeria artistica consiste nel modo di formulare, nel taglio compositivo e nel trascurare parzialmente quanto costa al chilo un concentrato e se sarà consensuale. Cosa che non può fare un grande marchio perché è costretto a combattere con gli altri a colpi di milioni di euro di campagna lancio. Lo stesso brief potrebbe essere interpretato da una grande maison e da un marchio di nicchia in maniera assolutamente diversa per qualità di materia prima (naturale o di sintesi che dir si voglia) e soprattutto per la capacità di prendersi il rischio di osare nel tratto compositivo. Tra l'altro talvolta la gente si fa prendere in giro perché compra un profumo a 42 euro, quando non si acoorge che ha in mano un 25 o 30 ml, ma lasciamo stare questa discussione su prezzi e strategie di marketing...
Grazie ancora B&B e brava, la mia stima nei tui confronti cresce sempre più!
Tamberlick ha detto…
Ehhh... Quanto rende competenti la passione! Grazie a tutti e due, Giovanni e B&B, per le vostre esaurienti risposte! Adesso ho proprio capito come stanno le cose. Avevo già risposto a Giovanni ieri sera, ma forse il mio commento si è perso per strada... Meglio così! Almeno posso rispondervi e ringraziarvi in una volta sola. Il vecchio blog di Luca Turin l'ho salvato in pdf e ogni tanto ci do una sbirciatina... Siccome Giovanni lo aveva citato, sono ritornato a cercare un po' e ci ho trovato un'altra frase che più o meno suona così: "La sintesi è lo scheletro e la natura la carne di un profumo". Un po' forte come metafora, ma efficace.
Gironzolando sul sito di PG, Giovanni, ho pure visto dei 50ml alla "modica" cifra di 88 euro e alcuni 100ml a quella di 143 Euro. Per non parlare del set di campioni: lì ho strabuzzato gli occhi davanti al prezzo, pari a 430 Euro. Guillaume sarà sicuramente un bel ragazzo olte che un ottimo profumiere (però non l'ho ancora conosciuto): è una verità oggettiva... Ma onestamente, per me, dire che sia "carino" ha tutto un altro significato!!! Almeno fino a quando non avrò conquistato questa benedetta laurea e sarò diventato un avvocato di grido. Oppure un buon tenore, spero poco famoso, ma ben pagato. Giusto per cominciare la giornata con un po' di venalità. E con un sorriso...
Tamberlick ha detto…
UFFA! Mi dimentico sempre qualcosa... Mi sa che è inutile dirvelo perché sicuramente lo saprete già. Però avete notato, vero, che Luca Turin e consorte hanno attivato il loto sito "Perfumestheguide" con gli aggiornamenti al libro? http://www.perfumestheguide.com/

Ri-ciao! D.
Anonimo ha detto…
Carissima B&B e amici del blog,
colgo l'occasione di questo interessante argomento per salutarvi e dirvi che è stato un piacere per me incontrarvi in occasione del PittiFragranze e sono stata felice di introdurvi nel mondo di Amouage, è sempre bello incontrare veri appassionati e parfum Addict e scoprire che le passioni muovono il mondo e ti fanno addentrare nelle cose in maniera naturale, stuzzicando la curiosità e la voglia di sapere, così è stato, ed è, per me, che ho scelto questa professione mossa dal sacro fuoco della passione!
Per quanto riguarda il dibattito su naturale e sintetico posso solo confermare Giovanni e B&B, aggiungendo un mio pensiero personale a riguardo:
la vera profumeria artistica è fatta di creatività,e qualità.
entrambi gli aspetti sono percepiti esteriormente ed internamente in una fragranza,quindi i costi sono distribuiti su questi fattori in maniera equa a seconda delle scelte a priori che ogni singola azienda opera.
Purtroppo oggi, dato che la profumeria artistica va di gran moda, molte piccole case, scelgono di collocarsi in questa fascia di mercato unicamente perchè non potrebbero collocarsi altrove per mancanza di fondi, ma questo non significa che le creazioni che propongono siano sempre artistiche o qualitative.
è una politica nuova, e di facile approccio, che abbatte notevolmente i costi.
saper "annusare" aiuta a comprendere e valutare le differenze, anche se l'emozione e il trasporto per una fragranza sono sempre dati da fattori personali e questo ci rende unici, per fortuna!
Non basta un naso per fare un bel profumo, come non basta una bella bottiglia, e non basta essere venduto in poche profumerie nel mondo...
Per fare un bel profumo ci vuole coraggio! ma sopratutto qualcosa da dire...e in fine, soldi da investire!!!

adoro leggere i vs commenti sul blog!
Continuate così, siete fantastici!!!
Un caro saluto a tutti
Stefania
Tamberlick ha detto…
Urca! Ho attirato pure l'attenzione di qualche addetto ai lavori. Sono davvero onorato. La mia era una domanda comunque innocente: a me va bene così. Il purista, lo faccio. Ma in altri settori ;-)
Oggi sono stato a Milano. Non ho riprovato il tiglio, ma me ne sono informato. Vi dico già subito che 'sto profumiere è bravo ma è un po'... strano. Artigiano, si chiama Zanella (spero di ricordarmi bene) e la linea si chiama "One diffusion", ma i profumi non hanno un nome: mantengono la sigla! Lui ha voluto così. Infatti anche la signora della profumeria fa fatica a ricordarseli. Un 100ml costerà dalle 100 alle 120 euro. Avevo sentito solo il tiglio (per la cronaca si chiama "F-051"... Mah!), e mi sembrava che li valesse tutti. IO, lo compererò. Ha anche altre fragranze (in tutto 5 o 6): una rosa, un sandalo, una colonia e un altra cosa che la signora di via Spadari non è riuscita a capire e che il tizio (genio e follia..)le vuol tenere segreto fino a che non le consegnerà il primo stock con le piramidi olfattive. Arimah... Comunque doveste passare per di là, entrate, chiedete e provate. Profumeria della Farmacia centrale, via Spadari. Milano. Saluti (molto molto arrabbiati per la decisione cui Andy è stato costretto dalle postucole italianucole)
Tamberlick ha detto…
Sono un maleducato. Nell'ultimo post ho dimenticato di ripetere una certa parolina: "grazie".
Marika Vecchiattini ha detto…
Giovanni, Stefania ma quanto avete ragione? Ci vuole coraggio compositivo per fare un buon profumo, e ci vuole qualcosa da dire. Dalla nostra parte di appassionati di una forma d'arte impalpabile e con regole formali difficili da afferrare, noi crchiamo di rendere giustizia agli sforzi dei creatori quando ci impegniamo a capire se la fragranza ci dice o no qualcosa, se vibra, se ci emoziona e perchè. Cerchiamo di imparare a valutare lo sviluppo, la struttura, la creatività, a comprenderne lo spessore artistico quando c'è, oppure di godere semplicemente di qualcosa senza pretese, quando non c'è. Riconoscendo in maniera autonoma e personale la differenza tra le due e scegliendo le fragranze in maniera consapevole.
Grazie Stefania, di far parte di questo nostro mondo; a nome di tutti, qui sei sempre la benvenuta!
Giovanni in realtà dovrei essere io a ringraziare te!

Davide bella segnalazione, farò un post con foto per dare evidenza a tutti di questa cosa: Luca Turin e Tania Sanchez hanno deciso di aggiornare periodicamente la loro Guida. Il primo aggiornamento, gratuito, si trova all'indirizzo che hai scritto tu. Altri seguiranno a pagamento da dicembre in poi.
E grazie per le info sul tiglio 051. Non vedo l'ora di provarlo. Mi hai fatto sbellicare con la tua interpretazione di "carino": io ne volevo dare un'idea caratteriale, a quella finanziaria non ci avevo mica pensato!
Tamberlick ha detto…
Ciao B&B!

Ti ringrazio per aver apprezzato il mio 'humor'. Sì, il tiglio lo devi proprio andare a provare, appena puoi: è... "reale" non so come dirlo... Io abito vicino a boschi infestati soprattutto da acacie; ma ci sono anche molti tigli. In natura, come ho già avuto modo di dire, sono i due profumi che amo di più perché non sono localizzati: si diffondono nell'aria come le note di un accordo sinfonico. A me sembra di respirare la bellezza del mondo. E' l'odore che credo fosse presente al momento della Creazione. Il tiglio di questo tale, lascia un'ombra dorata di miele sulla pelle, ma non dolce come melassa... al giusto, direi. Proprio quella nota dolce e fiorita, intensa e al tempo stesso morbida, che il tiglio in fiore possiede. Ombra dorata, ma persistente eccome: il mio polso ne portava il sentore - e il sentimento, anche dopo la dovuta doccia di ritorno dalla città.
Tutte impressioni che potranno essere smentite, per carità: ad ognuno il suo naso. Io ho tenuto la mouillette in un libro. Ogni tanto vi ricerco quelle note.
Yerbamate non l'ho ancora provato, un po' perché il matè mi allontana... un po' perché quando entro in profumeria penso mi odino: riesco a stare per un'ora e sentire un bel po' di cose. L'ultima volta però, uscendo mi sono fatto spruzzare su una mouillette Uomo sempre di Villoresi. Lo trovo molto buono, anche estremamente classico.
E a me le cose classiche non dispiacciono. Per questo vorrei sentire appena posso su pelle anche Cravache. Anche se, il fatto che lo abbiano corretto dalla versione della Cellier mi fa un po' girar le scatole: pare abbiano temperato di molto la nota cuoiata.
Mi era sfuggito il fatto che i prossimi aggiornamenti della guida Turin-Sanchez sarebbero stati a pagamento. Bhe è anche comprensibile, anche se penso che la comodità di una nuova edizione contro innumerevoli pdf non faccia cadere la domanda per il libro. Che sto per comprare.
Prossimamente proverò, sempre da quella povera donna di via Spadari che mi deve subire, gli Heeley e Baume du Doge. Io sono sempre alla ricerca del profumo "perfetto": uno che mi identifichi una volta per tutte. Però grazie a voi i miei orizzonti si stanno ampliando.. e inizio a pensare anche io al profumo come ad un'opera d'arte che non solo si contempla, ma che anche si può indossare. E questo è meraviglioso.
Anonimo ha detto…
Ciao a Tutti,
mi piace sempre di + questo blog! e trovo interessanti i Vostri bei commenti sulla miriade di profumi conosciuti e sconosciuti in commercio,vorrei condividere con voi una scoperta profumata che ho fatto di recente e di cui non vi ho sentito mai parlare: Il marchio si chiama "Etat libre d'orange" e il loro motto è: Vive le parfum le parfum est mort!
si dichiarano indipendenti dal modo della profumeria classica e sono dei completi pazzi fuori di testa!!!sarà che lo sono anche io, ma mi ha affascinato moltissimo questo fatto di parlare della sessualità in maniera ironica attraverso il profumo, e visto che il profumo è arte, allora perchè non esprimere la propria indole!
Questi si che hanno qualcosa da dire!!!...ragazzi!provare per credere!!!!provo a dirvi qualcosa su ciò che ho sentito, e vi consiglio di visitare il loro sito perchè è davvero geniale: "Putain de place"sa di rossetto e di cipria e ricorda la sfacciataggine delle cortigiane,"jasmin et cigarette" di dive anni 40 lascive e misteriose dietro ai loro bocchini,come quando dopo una notte fatta di whisky, sigarette e lenzuola stropicciate avverti ancora il profumo della sera prima sulla tua pelle,insieme ai ricordi e al miscuglio della notte...l'ho comprato subito!!! e mi son sentita greta garbo dopo una notte d fuoco!!!che favola!e per completare l'opera di seduzione mi son comprata anche una candela che sa di miele,mandorle e rossetto che si chima...udite, udite:"entrecuisse"
Poi ci sono anche "l'eloige du traitre", e "charogne", dove il primo sa di note aromatiche e secche che tagliano come la lama di un coltello, il coltello di un uomo che tradisce, e l'altro di fiori così caldi e opulenti che un uomo che sàprà portarli con tanta sfacciataggine dev'essere perforza capace ricoprirti di passione sfrenata e poi di prenderti il cuore e fartelo a pezzetti...una carogna appunto!!!
Insomma, io li ho trovati geniali e bellissimi, e se questa non è arte, sfido chiunque ad affermare il contario! esprimono veramente i nomi che portano, esprimono talento, passione e coraggio! addirittura sono riusciti a creare un profumo dal "Titolo" "secretion magnifiques!!! e un'altro "don't get me wrong baby (i don't swallow!) alla faccia della sfrontatezza!!!!per tipi assolutamente audaci e con voglia di giocare a recitare una parte...maliziosa!
Nessuno di voi li conosce?!
Io li ho trovati a Roma a Trastevere e sono letteralmente impazzita!
attendo i vs commenti a riguardo ragazzi.
saluti&baci
Sauvage
Anonimo ha detto…
Ciao Davide, non ne sono sicuro, ma penso che l'originale Cravache non sia di Germaine Cellier, bensì di Jean Carles. Comunque era un profumo incentrato sul tema della lavanda, con una nota di fondo vagamente ambrata e cuoiata, pur rimanendo sempre un aromatico. Oggi il tema è stato spostato sulla freschezza, e soprattutto sulla freddezza del deidromircenolo, aggiungendo una nota decisamente urbana estranea agli anni 60...
A presto
Tamberlick ha detto…
Grazie Giovanni! Ma come hai fatto a divenire così competente? Sto conoscendo pian piano i grandi profumieri. Da quel poco che so pure Jean Carles era un signor naso!
Comunque, Cravache, devo andare a provarlo su pelle... Ho solo una mouillette che tende col passare del tempo a trattenere le sole note agrumate. Non sono un fan degli agrumi, ma questo qui ha delle note aromatiche davvero accattivanti. E' classico, ma meno formale di Uomo di Villoresi. Prossimamente lo proverò.

Sauvage, se cerchi bene dovresti trovare nel blog il reportage di un a "Sniffathona" in cui B&B & Co. hanno testato tutti o quasi i lavori di Etat d'Orange libre. Io mi ero innamorato di Rien sulla mouillette. Sulla pelle mi veniva fuori invece una nota simile all'odore che lascia una sigaretta tra le dita.

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