Architetture Invisibili
Recentemente ho letto un libro bellissimo: “Architetture Invisibili. L’esperienza dei luoghi attraverso gli odori”, di Anna Barbara (architetto, esperta di architettura, design, marketing e sensorialità) e Anthony Perlyss (lavora in una multinazionale delle fragranze, scrive e dipinge), edito da Skirà. Nel risvolto si legge: “Agli odori sono legati i luoghi della morte, del sesso, del cibo, dell’industria, della malattia, della divinità, (…). La progettazione dell’architettura invisibile che l’olfatto allestisce non è esclusivo patrimonio dei profumieri, ma lo è anche dei progettisti, degli antropologi, dei sociologi, degli psicologi, dei comuni mortali che trascorrono le loro giornate immersi in odori sempre più invasivi e coinvolgenti”. In pratica, quello che il naso ci racconta a proposito dello spazio in cui siamo disegna un'architettura invisibile agli occhi ma altrettanto reale, e capace di proiettare la sua influenza su di noi. Il libro offre una panoramica dei diversi luoghi che in epoche e geografie diverse sono stati caratterizzati da un’architettura formale fatta di pareti, tetto e pavimenti, accanto ad un'architettura invisibile fatta di odori così potenti da costituire parte integrante dell’esperienza del luogo (i templi costruiti in legno di sandalo, le moschee costruite con mattoni fragranti di muschio, le Chiese costantemente asperse di incenso, gli ospedali con i loro odori caratteristici, o i luoghi della ristorazione, ad esempio) in un tutt’uno visivo-olfattivo che oggi, in un ventunesimo secolo che privilegia la sfera visiva, manca quasi del tutto. Infatti è da poco che l’architettura sta riscoprendo la possibilità di scegliere i materiali per costruire pensando oltre che alle loro caratteristiche specifiche e alla resa che avranno nel progetto globale (creare un edificio con un soffitto di legno, di vetro o gomma caratterizza uno stile diverso ed un utilizzo diverso), anche pensando all’atmosfera olfattiva che questi materiali creano. Così diventa possibile progettare un edificio anche anche olfattivamente, a partire da come quell’edificio verrà utilizzato, da chi e per fare cosa. In un passaggio del libro, si dice:”Usando profumi o candele si cambia superficialmente l’odore di uno spazio, ma la progettazione dell’aria e dell’odore si può concepire a livello infrastrutturale. E’ la stessa differenza che corre tra mettersi un profumo e mangiare patate per secernere un odore inconfondibile attraverso il sudore.”
Nel libro vengono raccontati molti esperimenti in bilico tra visivo ed olfattivo, tra cui “Peinture Placebo”, dove una serie di stanze vuote sono dipinte di vernice bianca, a cui sono stata aggiunte dosi infinitesimali di zenzero, fiordarancio e altre fragranze. In mancanza di una caratterizzazione visiva delle stanze (spazio per cucinare, spazio per il relax, ecc.), le persone dovevano scegliere come qualificare le stanze in base all’olfatto. Ed in effetti la stanza con il fiordarancio venne riconosciuta come rilassante, quella allo zenzero come erotizzante… Per noi che ci ritroviamo in questi luoghi a parlare di emozioni date dal naso, queste non sono novità sorprendenti; alcune cose le sappiamo già per averle sperimentate direttamente e alcune riflessioni forse, le abbiamo anche già fatte. Quindi le capiamo al volo, e ci godiamo il libro forse meglio di altri.
All’interno ci sono poi delle chiacchierate a più voci tra i profumieri Ellena, Villoresi, Martin Gras, Maurice Roucel, e i designer Clino Trini Castelli, Petra Blaisse, Philippe Rahm (del gruppo Decosterd+Rahm), Hervè Ellena. Per me è stato bello leggere come dei tecnici della sfera visiva -architetti e designer- e tecnici della sfera olfattiva –nasi compositori, ovvero designer di fragranze- in fondo usino un mezzo diverso per esprimere concetti simili. E di come a volte le espressioni gergali dei due lavori si somiglino.
Bel libro, interessante, scritto bene, senza tecnicismi e soprattutto divertente. Stra-stra consigliato!
Commenti
Davvero interessante questo libro... quasi quasi... intanto trepido perché IBS mi ha notificato la spedizione di un mio ordine di libri, tra cui la famigerata guida di Turin.
Oggi a Milano ho provato una nuova profumeria - ogni giorno che vado a Milano ormai si traduce in una sniffata, ma perché sto semplicemente cercando un sostituto per Ten che non mi ha stancato per niente, anzi... Però ho 28 anni e ultimamente Ten lo percepisco sempre più da "monsieuer" che da "garçon"...
Sto aspettando che in via Spadari arrivino gli Heeley e Baume du Doge. E vorrei conoscere un po' anche Keiko Mecheri: Genie des Bois l'hotrovato nettamente superiore a The unicorn spell. Per ora sono portato verso Bois d'Ombrie - perché Sienne l'hiver, che dannazione mi piace molto, non piace alla mia pelle che tende a mangiarselo e a esaltare note lievemente talcate (!). Ma c'è qualche reazione che non capisco: ultimamente mi sembra che i miei polsi siano diventati porosi... pure Ten e L'air du desert si sono rarefatti! Mah! La mia erborista dice che la pelle dipende anche da quel che mangiamo. Arimah!
Comunque... La profumeria cui sono stato è nota, ma non faccio il nome. Vi dico solo che non è solo profumeria ed è molto molto molto "postmodern" e "minimal". Bel posto (anche se avevo paura ci volesse la cravatta per entrare): la delusione sono stati i commessi. Un DISASTRO! Mi hanno spruzzato: "Buà d'òmbri" E gli ho fatto vedere io la boccetta!!!! Oggesù. Va bhe. Buona serata!
Ti leggo spesso e trovo spunti interessanti per i miei raid in profumeria.
Ultimamente ho provato Nuit de Noel di Caron e me ne sono innamorata. Ho preso la confezione da 30 ml rivestita di pelle di razza; quella contenuta nel confanetto vintage con tutti i profumi più famosi di Caron.
Il dilemma è che adesso io vorrei comprare la confezione da 100 ml. e non c'è nessun sito che mi dica dove posso trovare una profumeria che lo tenga.
Io sono abbastanza vicina a Genova.
Tu puoi aiutarmi??
Grazie mille.
Eloisa
come dicevo, bel negozio e prezzi nemmeno tanto gonfiati (sempre di profumi sto parlando), però se vi servono anche delle nozioni è da evitare proprio... purtroppo...
Tragico poi quando gli ho chiesto se avevano anche Keiko Mecheri... "Chi? Kikko?"
A quel punto ho avuto pietà, ho salutato cordialmente e me ne sono andato!
Loro, i commessi, non hanno colpa: piuttosto la loro impreparazione dimostra a mio avviso che lì si vende la nicchia per ragioni ben diverse dalla passione.
Non so che dire: quasi volevo farmi assumere part time. Ne so più di loro e sono ancora di naso verginello!
Il negozio è comunque davvero bello. Nemmeno io ho guardato le altre cose, perché a prima vista mi sembrava tutto vestiario femminile e nemmeno vicino ai miei gusti (cioè: non che mi vesto da donna! Beninteso! ;-P Nel senso che prediligo uno stile un poco più classico: non vedo l'ora di lavorare per vestire in abito e cravatta ogni dì!)
Ah!... Volevo dirvi, anche se un po' in ritardo, che nello speciale di domenica del Sole24ore hanno pubblicato un articolo su Frederic Malle. Se vi interessa io ce l'ho.
Un abbraccio a tutti! d.
penso che sarà una delle mie prossime letture!
Io mi interesso ad un approccio più sinestetico, strutturale: penso ci sia una base comune fra i diversi sensi che non sono altro che antenne e riproduttori di una realtà che non è data una volta per tutte ma è influenzata e costruita di volta in volta dalle nostre diverse modalità percettive
e allora, la struttura di un profumo, la sua evoluzione temporale etc. possono avere il loro corrispettivo in un armonia musicale oppure in organizzazioni dello spazio e della materia oppure in disposizione di colori e suoni insieme etc. in infinite varianti associative.
Bello da sfogliare, interessante da leggere, soprattutto, per chi come me, si aiuta con oggetti, con immagini, per recensire un profumo.
La cosa piacevole è che riuscivo a sentire l'ambiente nel suo generale e poi a focalizzare un punto preciso e ad annusarlo.
Una piacevole sensazione, un grande allenamento per il nostro naso e la nostra testa.
Per Davide... e per tutti.
Concordo con te, la professionalità nel campo della profumeria di nicchia è fondamentale, purtroppo in molti negozi gestiti da commessi non sempre si trova la professionalità. io personalmente non mi trovo ad andare in questi negozi, preferisco di 100 volte di più le profumerie "datate" gestite dai proprietari come la mia preferita ad Arona "Profumeria Gambarini". Li si che la professionalità è di casa.
Buona giornata
Sempre in vena di cuoiati non talcati (visto che quella nota, in questo periodo ce la metti già di tuo) hai già provato Cuir de Russie di Chanel? Lo hanno nelle boutiques, vale la pena anche solo di andare ad annusarlo. Eppoi Cuoio della linea Odori e Cuir Ambre di Prada,linea esclusiva, che è solo leggerissimamente talcato. Eppoi un non specificamente cuoiato che però potrebbe piacerti: Bandit di R. Piguet. E' più un chiprè verde cuoiato ma insomma, dovresti provarlo.
Potresti inviarmi un pdf del Sole 24 ore? Mi interesserebbe molto leggere l'articolo!
Cris, riscrivimi con un'email così ti dò una lista.
Claudio, aspettavo un tuo commento! Volevo sapere cosa ne pensavi, anche se lo so che tu hai un approccio un pò diverso. Ne avevamo parlato, mi ricordo benissimo, e spesso mi trovo a pensarci. Sento le esperienze sinestetiche come la "vibrante intesa di tutti i sensi in festa"... E' in qualche modo un momento di felicità, quando succede. Un momento che ci sintonizza con la vibrazione del mondo. Dev'essere molto difficile ma esaltante, progettare esperienze di questo tipo, o anche solo che ci si avvicinino!
recensione stuzzicante, Benz & Berg, e solo dal titolo - perchè non avevo ancora nessuna coordinata - avevo pensato a Calvino e le città invisibili...
Saluti