L'Influenza dell'IFRA sulle fragranze moderne 3/3
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Non ho le competenze per scendere nello specifico su quanto l'opoponax, il muschio di quercia, lo storace, i due tipi di gelsomino, il bergamotto e le altre materie prime bandite o limitate possano davvero irritare la pelle di alcuni individui. Le persone con allergie o predisposizioni specifiche non spruzzano i profumi sulla pelle ma sugli abiti. E chi non sa se è allergico o no, se vede la pelle arrossarsi si lava, e la prossima volta spruzzerà sulla giacca. Quindi il mio non è un discorso di opportunità di messa al bando o no.
E il discorso non è nemmeno legato al depauperamento del patrimonio artistico e culturale composto dalle fragranze vintage, che vengono riformulate ogni 5 anni.
Per ora il muschio, il gelsomino, l'opoponax ecc. si possono ancora usare, in minime dosi fino al 2013. In questa finestra di tempo le aziende riformuleranno ancora i vintage per renderli conformi al nuovo standard (nell'ottica di doverli riformularli nuovamente tra cinque anni, se io fossi Chanel, le materie prime più controverse le farei togliere del tutto dal N.5 già da ora e taglierei la testa al toro. Ma io non sono Chanel, e quindi sicuramente non accadrà così... ;-)). Il mio è un discorso più generale di strategia economica a lungo termine.
Le grandi multinazionali essenziere non hanno nel libro paga solo l'IFRA (sono i maggiori donatori) ma stanno acquistando la proprietà di molte piccole e medie aziende produttrici di materie prime naturali per la profumeria. LMR (Laboratoires Monique Remy) è diventata di proprietà di IFF e Charabot lo è diventata di Robertet, aggiungiamoci che Chanel controlla Biolandes... insomma, sembra che per le piccole aziende produttrici di materie prime non ci sia più spazio. Non si può essere indipendenti, è necessario farsi assorbire dal sistema, altrimenti si chiuderà.
Questo avrà due effetti diretti:
1 quando l'IFRA restringerà o bandirà l'uso di una materia prima, questa scomparirà dal mercato. Perchè se IFF non guadagna adeguatamente dall'ylang ylang o dal gelsomino prodotto da LMR, non glieli farà più produrre. E funzionerà anche al contrario: quando l'industria profumiera deciderà che il costo di un certo materiale è troppo elevato, avrà la possibilità di sussurrare una parolina all'orecchio dell'IFRA e farne limitare l'utilizzo. Potrebbe addirittura essere cronaca contemporanea, non futurologia.
2 Se le piccole aziende smetteranno di produrre il gelsomino o l'ylang ylang, anche i piccoli profumieri indipendenti, prima o poi non potranno approvvigionarsene e quindi smetteranno di usarli nelle loro fragranze artistiche. Trovare chi vende loro le piccole quantità che gli servono non è affar semplice nemmeno oggi...
Okay, questo potrebbe portare ad una fioritura creativa debordante: se non si potrà usare il gelsomino che in quantità omeopatiche, si cercherà qualcosa che ne sostituisca l'effetto, un accordo, una base, un mix di sintetici che ci si avvicini il più possibile, permettendo al genio creativo dei compositori di esprimersi e trovare il giusto riconoscimento. Se ti chiami J.C. Ellena e hai la possibilità di comporre come piace a te, troverai una sfida nel ricreare il gelsomino senza gelsomino, ma per tutti i non-Ellena, non sono convinta che limitare la quantità degli ingredienti a loro disposizione possa creare originalità e innovazione (se Gauguin avesse potuto usare solo il verde e il rosso, dubito che i suoi dipinti ci piacerebbero coì tanto).
Se le fragranze saranno davvero stratosfericamente originali ed emozionanti, a me il gelsomino mancherà da morire, ma alla lunga potrei persino abituarmi a tutta questa creatività messa insieme senza vibrazione naturale, e forse questo sarà l'unico modo per non far cadere la profumeria nell'oblio.
Però è anche vero che l'IFRA emette da anni le sue raccomandazioni e cos'è successo finora? Migliaia di profumi orribili sono stati lanciati sul mercato e anche nella profumeria selettiva accanto a tante vere gemme sono state lanciate altrettante fragranze appena passabili. Non so se "meno materie=più creatività" fino ad oggi sia stata più una mia speranza o un trend reale, ma il fatto che alcuni storici marchi di profumeria artistica stiano modificando le loro fragranze, non mi sembra un buon segno. Nei miei incubi peggiori, i compositori indipendenti saranno sempre più soli, e alla disperata ricerca di qualcuno che gli venda piccole quantità di materie prime che nessuno lavorerà più perchè fuori dal grande giro economico, mentre i compositori in ambito commerciale saranno meri "esecutori" di profumi senz'anima e senza vibrazione. E soprattutto, temo per quei Paesi in via di sviluppo la cui economia si regge anche sugli investimenti dell'industria profumiera. Le multinazionali hanno sfruttato per decenni le loro terre fino all'impossibile, deforestando migliaia di ettari per piantarci colture più sfruttabili e spesso impoverendo il terreno. Hanno distrutto foreste intere di legno di sandalo, hanno costruito impianti di lavorazione degli olii e creato strutture faraoniche. Quando decideranno che il gelsomino non è più di loro interesse, non saranno i 40 contadini di Grasse, quelli che ne soffriranno. Saranno le migliaia di famiglie egiziane che vivono con la coltura e la lavorazione di quello egiziano, che resteranno senza sostentamento "con una mano davanti ed una didietro" come si dice qui da me. Vogliamo parlare del legno di sandalo indonesiano, del muschio di quercia che si coltiva e lavora nella ex Yugoslavia, o di tutte le stupende materie prime estratte nei Paesi del Sudamerica (Brasile in testa)?
Non ho le competenze per scendere nello specifico su quanto l'opoponax, il muschio di quercia, lo storace, i due tipi di gelsomino, il bergamotto e le altre materie prime bandite o limitate possano davvero irritare la pelle di alcuni individui. Le persone con allergie o predisposizioni specifiche non spruzzano i profumi sulla pelle ma sugli abiti. E chi non sa se è allergico o no, se vede la pelle arrossarsi si lava, e la prossima volta spruzzerà sulla giacca. Quindi il mio non è un discorso di opportunità di messa al bando o no.
E il discorso non è nemmeno legato al depauperamento del patrimonio artistico e culturale composto dalle fragranze vintage, che vengono riformulate ogni 5 anni.
Per ora il muschio, il gelsomino, l'opoponax ecc. si possono ancora usare, in minime dosi fino al 2013. In questa finestra di tempo le aziende riformuleranno ancora i vintage per renderli conformi al nuovo standard (nell'ottica di doverli riformularli nuovamente tra cinque anni, se io fossi Chanel, le materie prime più controverse le farei togliere del tutto dal N.5 già da ora e taglierei la testa al toro. Ma io non sono Chanel, e quindi sicuramente non accadrà così... ;-)). Il mio è un discorso più generale di strategia economica a lungo termine.
Le grandi multinazionali essenziere non hanno nel libro paga solo l'IFRA (sono i maggiori donatori) ma stanno acquistando la proprietà di molte piccole e medie aziende produttrici di materie prime naturali per la profumeria. LMR (Laboratoires Monique Remy) è diventata di proprietà di IFF e Charabot lo è diventata di Robertet, aggiungiamoci che Chanel controlla Biolandes... insomma, sembra che per le piccole aziende produttrici di materie prime non ci sia più spazio. Non si può essere indipendenti, è necessario farsi assorbire dal sistema, altrimenti si chiuderà.
Questo avrà due effetti diretti:
1 quando l'IFRA restringerà o bandirà l'uso di una materia prima, questa scomparirà dal mercato. Perchè se IFF non guadagna adeguatamente dall'ylang ylang o dal gelsomino prodotto da LMR, non glieli farà più produrre. E funzionerà anche al contrario: quando l'industria profumiera deciderà che il costo di un certo materiale è troppo elevato, avrà la possibilità di sussurrare una parolina all'orecchio dell'IFRA e farne limitare l'utilizzo. Potrebbe addirittura essere cronaca contemporanea, non futurologia.
2 Se le piccole aziende smetteranno di produrre il gelsomino o l'ylang ylang, anche i piccoli profumieri indipendenti, prima o poi non potranno approvvigionarsene e quindi smetteranno di usarli nelle loro fragranze artistiche. Trovare chi vende loro le piccole quantità che gli servono non è affar semplice nemmeno oggi...
Okay, questo potrebbe portare ad una fioritura creativa debordante: se non si potrà usare il gelsomino che in quantità omeopatiche, si cercherà qualcosa che ne sostituisca l'effetto, un accordo, una base, un mix di sintetici che ci si avvicini il più possibile, permettendo al genio creativo dei compositori di esprimersi e trovare il giusto riconoscimento. Se ti chiami J.C. Ellena e hai la possibilità di comporre come piace a te, troverai una sfida nel ricreare il gelsomino senza gelsomino, ma per tutti i non-Ellena, non sono convinta che limitare la quantità degli ingredienti a loro disposizione possa creare originalità e innovazione (se Gauguin avesse potuto usare solo il verde e il rosso, dubito che i suoi dipinti ci piacerebbero coì tanto).
Se le fragranze saranno davvero stratosfericamente originali ed emozionanti, a me il gelsomino mancherà da morire, ma alla lunga potrei persino abituarmi a tutta questa creatività messa insieme senza vibrazione naturale, e forse questo sarà l'unico modo per non far cadere la profumeria nell'oblio.
Però è anche vero che l'IFRA emette da anni le sue raccomandazioni e cos'è successo finora? Migliaia di profumi orribili sono stati lanciati sul mercato e anche nella profumeria selettiva accanto a tante vere gemme sono state lanciate altrettante fragranze appena passabili. Non so se "meno materie=più creatività" fino ad oggi sia stata più una mia speranza o un trend reale, ma il fatto che alcuni storici marchi di profumeria artistica stiano modificando le loro fragranze, non mi sembra un buon segno. Nei miei incubi peggiori, i compositori indipendenti saranno sempre più soli, e alla disperata ricerca di qualcuno che gli venda piccole quantità di materie prime che nessuno lavorerà più perchè fuori dal grande giro economico, mentre i compositori in ambito commerciale saranno meri "esecutori" di profumi senz'anima e senza vibrazione. E soprattutto, temo per quei Paesi in via di sviluppo la cui economia si regge anche sugli investimenti dell'industria profumiera. Le multinazionali hanno sfruttato per decenni le loro terre fino all'impossibile, deforestando migliaia di ettari per piantarci colture più sfruttabili e spesso impoverendo il terreno. Hanno distrutto foreste intere di legno di sandalo, hanno costruito impianti di lavorazione degli olii e creato strutture faraoniche. Quando decideranno che il gelsomino non è più di loro interesse, non saranno i 40 contadini di Grasse, quelli che ne soffriranno. Saranno le migliaia di famiglie egiziane che vivono con la coltura e la lavorazione di quello egiziano, che resteranno senza sostentamento "con una mano davanti ed una didietro" come si dice qui da me. Vogliamo parlare del legno di sandalo indonesiano, del muschio di quercia che si coltiva e lavora nella ex Yugoslavia, o di tutte le stupende materie prime estratte nei Paesi del Sudamerica (Brasile in testa)?
Commenti
come in tutte le epoche storiche e i regni di oligarchi gretti e piu votati a stucchevoli agi e asfittici sollazzi di corte che agli alti ideali illuminati e illuminanti del bene comune dell'umana gente, sono propenso a credere alle peggiori delle tue aspettative con immenso rammarico. Teniamoci stretti gli ultimi bagliori di quello che fu e di ciò che mai piu sarà e chiamiamoci fortunati di averlo potuto conoscere.
Messer Magnifiscent
Poi facciamo un post su questo, che ne dici?