Jardin du Poète - Eau d'Italie, 2011

Bertrand Duchaufour è un Maestro nell'evocare luoghi ben specifici del presente o del passato. Se avete mai indossato Timbuktu, Dzonghka e Traversèe du Bosphore costruiti per l’Artisan Parfumeur, Sartorial per Penhaligon’s, Avignon e Kyoto per Comme des Garcons, o Sienne l’Hiver e Baume du Doge per Eau d’Italie, avete capito cosa intendo (e se non li avete mai indossati… beh dovreste proprio farlo!).
Le fragranze di Bertrand raccontano i luoghi affiancando la didascalia (cioè “c’è della menta, del basilico, della salvia… siamo senz’altro in un orto”) all’astrattismo, cioè affiancando gli odori tipici del luogo, all’idea che noi abbiamo di quel luogo.
Di solito individua un protagonista centrale, cioè un odore caratteristico immediatamente associabile a quel certo luogo (odore di legni e resine preziose per il Bhutan, il sapore dei loukhoum alla rosa tipici della Turchia, l’odore del gessetto polveroso della bottega del sarto, l’incenso che unisce i templi giapponesi e le chiese avignonesi, l’odore delle spezie della Venezia dei Dogi) e gli avvicina una serie di note coprotagoniste che lo avvolgono, lo accendono, lo sfaccettano, lo trasfigurano. La sua bravura non sta nel saper individuare le note giuste attorno a cui far ruotare la fragranza, e nemmeno nel saperle riprodurre in maniera convincente. Lui le mette insieme in un modo tale che “suonano” più vere del vero. Il reale e l’immaginario sono le ali con cui ti fa volare lontano: basta che spruzzi, chiudi gli occhi e le immagini si materializzano da sole.

L’ultimo lancio di Eau d’Italie “Jardin du Poète” ci porta in un giardino mediterraneo. La piramide dice: pompelmo, arancio amaro, basilico, angelica, elicriso, pepe rosa, cipresso, vetiver e Musk, e si vede subito che del giardino non c’è tutto: tanto per cominciare mancano il bergamotto, il limone, i fiori d’arancio, il gelsomino, il geranio, il rosmarino, che da noi crescono ovunque. Eppoi il pepe rosa e il vetiver non sono propri del Mediterraneo, il pompelmo è difficile da trovare e l’angelica sta solo nei giardini di chi la conosce. Eppure…
Eppure non hai nessuna incertezza nel capire immediatamente dove sei, e nel godere a narici dilatate della freschezza verde, pungente, vigorosa, energetica. E anche meditativa, in qualche modo. In questo giardino non ci sei solo per giocare e godere della natura, ma anche per scrivere, poetare, governare una città.

Il nuovo lancio di Eau d’Italie è semplicemente Bello. Di una bellezza formalmente ineccepibile, pulita, essenziale, quasi austera, senza alcun fronzolo glamour, che mi ha entusiasmata. Un applauso a Bertrand, e due a Sebastian Alvarez Murena (fondatore di Eau d’Italie), che continua a tracciare un percorso di emozionante bellezza.

Commenti

Lorenzo ha detto…
Ciao,
non potrei essere più d'accordo.
Il profumo ad Exsence mi ha entusiasmato, e non vedo l'ora di provarlo con calma. Cosa ne dici della persistenza/proiezione? Le eau d'italie, in genere, mi paiono "protendersi" un filo più delle creazioni per l'Artisan. O sbaglio?
saraprfms ha detto…
Marika, hai descritto benissimo quest'ultimo capolavoro di Duchafour e le sensazioni che si provano davanti a molti dei suoi lavori.... e adoro Jardin de Poete, uno dei profumi che più mi sono piaciuti ad Esxence.
Complimenti!
iodine ha detto…
Anch'io ho sentito Jardin a Esxence, presentato dal simpatico proprietario, che mi ha omaggiato della sportina con tutti i campioni... li ho annusati per bene e,a parte Sienne e Bois, che mi sembrano davvero fuori dal comune- sebbene importabili, parole dello stesso BD!- gli altri mi sembrano un po'già sentiti... in particolare, ho avuto l'impressione che Magnolia sia un Fleur de liane alleggerito e annacquato.
In generale mi chiedo spesso se l'"aria di famiglia" che si sente nelle fragranze di BD ( e di altri nasi conosciuti) sia tale o si tratti invece di un po' più prosaico di riciclo di idee!!
Comunque, viva BD!
Bigklaus ha detto…
Non è da molto che frequento queste parti, ma la padrona di casa mi tiene così in considerazione che mi sento invogliato a scrivere e partecipare.
Duchafour non lo conosco, o solo per sentito dire da voi, ma visto che uso regolarmente Sartorial, Timbuktu, Dzonghka, e Baume du Doge, credo senza saperlo di apprezzare molto quello che ha fatto.
La tua descrizione invece è bella dettagliata, e così condivisibile da chiedersi se ti avvali di qualche agenzia di sondaggi, o se sei astrochiromante part-time.
Come al solito scherzo e ti ringrazio come la prima volta di avermi fatto conoscere questo mondo.
Poiché il profumo è fratello del respiro, tutte le mattine quando mi spruzzo e mi sniffo ti penso.
Oggi con mia figlia 8 anni in profumeria ho preso Kiki di Vero Kern non so se riuscirò a metterlo, forse lo userà lei.
Ma ho voluto portarlo a casa per rivedere gli occhi di mia figlia che mi guarda mentre lo annusa e mi dice "sembra di essere nella hall del Burj al arab".

Stammi bene!

Bigklaus
Marika Vecchiattini ha detto…
Lorenzo, a proposito della proiezione/persistenza, la tua è un'osservazione giustissima. E' proprio quando lo stesso compositore lavora per due marchi diversi, che ci permette di comprendere quali sono i valori importanti e le richieste che i marchi fanni ai compositori, e quali invece sono le sue caratteristiche personali.
In effetti, per L'Artisan Parfumeur la persistenza e la proiezione non sono caratteristiche così importanti, e chi ha lavorato per l'Artisan ha creato fragranze che privilegiano altri aspetti tipici di quel marchio, come luce, la delicatezza, il mood. Lo stesso compositore, lavorando per Eau d'Italie, ha creato invece composizioni dalla proiezione e persistenza soddisfacenti, segno che questa era una delle richieste del brief, e che quindi per quel marchio, quello è un valore importante. Bello, averlo notato!

Saraprfms ciao, sono contenta che sia piaciuto tanto anche a te!

Ciao Iodine, e io invece ti dico che Sienne l'Hiver e Bois d'Ombrie hanno molti ammiratori che li indossano con soddisfazione! ;-)
E' vero, sono i due più difficili della linea, ed immagino che per quanto riguarda le vendite non possano competere con Baume du Doge o con Eau d'Italie. Però secondo me sono le due fragranze (con Paestum Rose sono 3) che con la loro presenza qualificano tutta la linea. Mi spiego: parliamo sempre di profumeria artistica quindi di volumi piccoli, alta qualità delle materie prime, e soprattutto creatività nelle proposte. Spesso, delle linee fanno parte quelle due-tre fragranze belle e creative che hanno anche la caratteristica di essere un pò più "facili" da capire, immediatamente gradevoli, che si lasciano acquistare d'impulso e affascinano un più vasto pubblico. Musc di Acampora, Teinte de Neige di Villoresi, Baume du Doge... se questi best seller non fossero così come sono, cioè se la loro bellezza sfacciata e un pò piaciona non catturasse frotte di ammiratori, Villoresi non avrebbe la possibilità di fare Yerbamate, Acampora non potrebbe fare Iranzol, Eau d'Italie non potrebbe fare Bois d'Ombrie... fragranze altrettanto belle ma che richiedono un approccio più lento, meditato, forse anche più intellettuale. Però, quando le capisci, ti "entrano" dentro e a quel punto vedi che hai avuto bisogno delle altre, prima, per poter capire quelle.

Per quanto riguarda l'"aria di Famiglia"... complimenti! vuol dire che hai capito come compone un certo autore (BD ad esempio), quali materie prime fanno parte della sua palette e come struttura le sue fragranze. Magari lo hai capito senza intellettualizzarlo, solo per aver annusato molti dei suoi lavori, tanto che ora annusando una sua fragranza riesci ad identificare che dietro c'è lui, perchè ci trovi un'"aria di famiglia". Non vederla come una cosa brutta, anzi!!!
In ogni caso, anche un Van Gogh, quando lo vedi, capisci chi l'ha composto, e lo stesso vale per un film di Ferzan Ozpetek o una canzone dei Clash, no? Si tratta di impronta estetica. Quando un compositore approccia una nuova fragranza, anche per un marchio del tutto nuovo, in genere resta fedele a sè stesso, al suo modo di comporre e alle materie prime che lo soddisfano, e dopo un pò crea una sua impronta personale, che pian piano gli altri inizieranno a riconoscere.
Marika Vecchiattini ha detto…
Bigklaus, che bella la tua bambina di 8 anni che indosserà Kiki! Tra l'altro, ha già un gusto pazzesco: l'avrà ereditato da te, immagino, visto quello che indossi!
Ogni volta che leggo, vedo o mi raccontano di genitori che regalano profumi ai figli mi commuovo. Penso che stimolare nei bambini l'attenzione verso il grande mondo degli odori -e verso il piccolo mondo dei profumi che ne fa parte- sia uno dei regali più grandi che un genitore possa fare a suo figlio. E' come regalargli un senso in più per godersi la vita.

Tra l'altro -ora faccio un appello- sarebbe bello se come te anche altri si sentissero invogliati a parlare e condividere le loro scoperte profumate... qui le stats crescono, siamo a circa 15mila pagine scaricate ogni mese ma se scrivo solo io rischio il monologo!
iodine ha detto…
Cara b&b, bois d'ombrie lo porterei anch'io- sienne proprio no, una volta ci ho provato e dopo la delizia iniziale, sono cominciate a emergere note di.... speck! che hanno davvero messo ko me e la persona cui volevo farlo sentire! E concordo con te sul fatto che, con un po' di allenamento (e quanto ne sto facendo!! ma tu lo sai bene, anzi lo teorizzi e insegni!, quella per i profumi diventa una passione divorante!) si impara a riconoscere lo stile di un profumiere, così come in altre arti si riconosce la "mano" dell'artista. Ma ricorrerò a una metafora musicale per spiegare meglio il mio dilemma: io amavo molto gli REM. Se si prendono i primi dischi, si sentono canzoni molto diverse tra di loro, tuttavia riconoscibili come diverse espressioni di uno stile unitario. C'è aria di famiglia ed è bello riconoscerla. Ma se si prende un disco come l'ultimo, si scopre che le canzoni- pur gradevoli- suonano come già sentite, come un riutilizzo un po' sterile di moduli noti e sperimentati... E' una differenza sottile, ma nettamente percepibile quando si conosce bene qualcosa. Mi chiedevo proprio a quale sensazione si avvicinasse di più quel che sentivo, annusando alcuni eau d'italie e anche altro... per esempio, sono l'unica a sentire Sartorial- che ho annusato una sola volta, devo ammmettere- come molto "affine" ad Avignon- il mio grande coup de coeur del momento-?
Tra l'altro, ne ho parlato una volta con la simpatica e competente Nicole dell'Artisan di Milano, e anche lei conveniva sul fatto che spesso i lavori di BD- per altre case, ovviamente lei sosteneva!- replicavano un po' temi già usati...
Comunque, parlare di profumi tra appassionati è quasi bello quanto indossarli, risponderò al tuo appello e non mi limiterò più solo a leggere!
Unknown ha detto…
Le ho provate tutte a Milano ed ho scelto di prendere proprio sienne e meno banale piu artistic
bigklaus ha detto…
Ti racconto alcuni pomeriggi di autunno tiepido a Verona a provare Eau d'Italie.Volevo prendere quello che porta lo stesso nome del marchio ma dopo innumerevoli sniffate ho preso il Mark Birley for men ma consiglio a tutti anche il Charles Street (dove dicono ci sia lo zampino di Frederick Malle).
Altra sniffata, intenzione forte per Sienne l'Hiver e alla fine chiudo con Navegar de l'Artisan.
Altro giorno Ed'I, mi ero quasi deciso che anche un uomo, molto maschio come sono io, può mettere una rosa, inizio con Paestum Rose divago con dei Miller et Bertaux stratosferici che ti descriverò più diffusamente in un altro post, rimango folgorato dalla bellezza inglese di Dark Rose di Czech&Speake ma alla fine striscio la carta per Black Oud di Montale.
Bois d'Ombrie è un altra storia, ero convintissimo di aver preso ciò che era meglio per me, poi la serata tartufo e cacciagione è diventata salmone marinato e patate al vapore e non l'ho indossato ne aperto.Il negoziante ha accettato di cambiarmelo con un Black Afgano e anche se lo indosso solo con le camicie blu perchè macchia come l'inchiostro sono felice.
L'ufficio vendite di Ed'I probabilmente meno!

lovenpis
Bigklaus
Marika Vecchiattini ha detto…
Bigklaus, alla fine, certe fragranze ci chiamano ma noi non siamo ancora pronti a seguirle! magari per noi è il momento di andare via con qualcos'altro. Tanto, l'ufficio vendite di Eau d'Italie conosce il valore estetico del suo "tesssoro" e sa che il momento, arriva per tutti, prima o poi.
A propostito di "Anche un uomo, molto maschio come sono io, può mettere una rosa, inizio con Paestum Rose" ti devo dire che dopo avermi svuotato le 3 fialette che avevo in archivio x referenza, mio marito per Pasqua riceverà Paestum Rose. I segnali mi sembravano troppo chiari per ignorarli! :-)
Vado a comprarglielo oggi e sono tutta contenta. Parlando di rose, anche il Dark Rose di Czech&Speake è davvero notevole, ed infatti anche per mio marito è stato in ballottaggio per un pò. Anzi a ripensarci, la prima rosa "di temperamento" che abbia amato e che continua ad indossare volentieri è stata Trama (Simone Cosac profumi), poi ha scoperto Dark Rose (altra fialetta svuotata) e poi Paestum Rose.
Per Black Afgano che dirti? Solo questo: attenzione perchè dà dipendenza :-D

Iodine, ho capito esattamente cosa intendevi, grazie per avermelo spiegato meglio, il paragone dei REM ha funzionato. E sì, allora concordo con te: può succedere che un accordo specifico, un tema tipico di un certo compositore, piaccia molto ad un marchio che gli chiede di modificarlo, adattarlo per dar vita ad un profumo diverso, che però porta inevitabilmente nel cuore qualcosa del primo. E chi è abituato ad annusare, lo riconosce, specialmente nel caso di un compositore con uno stile definito come quello di BD. Io penso che fin quando si tratta di imprimere alle composizioni una certa aria di famiglia (mi è piaciuta la tua definizione) ci può stare: laddove c'è creatività, c'è la certezza di non cadere mai nella copia, ma di uscire con un'interpretazione ogni volta diversa dello stesso tema...

Enzo lo stai indossando Sienne? Cosa ti dà, come lo senti?
beansidhe ha detto…
Ciao a tutti!
Io uso regolarmente Magnolia Romana di Eau d'Italie, e devo dire che, pur non essendo esperta di fragranze...lo adoro!
In realtà anche tantissimi di quelli che lo sentono, quando passo o mi avvicino, come affascinati mi chiedono che profumo è.
Non mi era mai successo con nessun profumo, a volte con Jasmin noir di Bulgari( buonissimo, ma tutt'altro).
Purtroppo, presa dall'entusiasmo, e dalle ottime recensioni,ho comprato due confezioni di Baume du Doge per mio marito, ma non gli piace per niente! Visto che ne è stato usato un solo spruzzo di una sola boccetta, volevo chiedervi se qualcuno sa dove potrei rivenderle, anche a metà prezzo, magari su ebay? Solo non mi sembra il posto più adatto... Grazie in anticipo!

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