Hippie Rose (James Heeley): recensione multipla
Qualche settimana fa alcuni lettori avevano ricevuto una fialetta di Hippie Rose, e come promesso, mi hanno poi scritto le proprie impressioni (post qui); il risultato è questo post, una sorta di recensione "a più voci" di questa fragranza. Immaginate quindi un gruppo di amici in un patio fresco e ventilato, comodamente seduti su divanetti di vimini, che chiacchiera con in mano un bicchiere di tè freddo (o una menta, o un’orzata… io prenderei un’acqua di rose, grazie! tanto per restare in tema).
Allora cominciamo.
Tra i concetti che caratterizzano con maggiore immediatezza i lavori di James c’è senz’altro la pulizia formale, unita ad un senso di linearità che rende i suoi profumi “diretti”, senza fronzoli, riccioli o evoluzioni secondarie impreviste.
Ed in effetti, quest’aspetto è stato colto subito fin dal primo commento, scritto da Luposenzapelo, che non ha ricevuto la fialetta perché la fragranza la conosceva già: “Conosco Hippie Rose ed il suo "nitore", classico di tutte le composizioni di Heeley estremamente pulite ed accurate nell'evocazione dei vari odori. Non è una rosa rossa, carnale e mediterranea, ma piuttosto una rosellina inglese rosa pallido che si staglia sullo sfondo verde di un prato inglese in una mattina ancora lucida di pioggia notturna”. Anche Caterina è rimasta colpita da questa linearità: “L'idea che mi sono fatta di questa fragranza è quella dell'immediatezza e della semplicità. Trovo che sia ben costruita e di facile interpretazione, la rosa ed il patchouli compaiono quasi simultaneamente e rimangono intrappolati sulla pelle per qualche ora (merito dei muschi!). Ritrovo tutto il minimalismo e la limpidezza che ispira James Heeley…”.
Se Luposenzapelo e Caterina sono stati interessati soprattutto dalla struttura della fragranza, altri commentatori si sono concentrati sul tema, cioè sulle sensazioni che offre. Come Francesco, che sta annusando il suo primo profumo di Heeley, e lo descrive così: “Una rosa fresca, avvolgente quanto basta, che dona una femminilità lieve e ariosa. Direi una rosa ispirata alla damascena, ad una rosa marocchina magari. Insieme alla rosa, subito il patchouli. Anche questo, fresco, senza troppa terra umida, anzi leggermente secco e aromatico, con delle sfumature vagamente polverose. Si sente abbastanza presto anche una nota ambrata. Un'ambra dal carattere contenuto, non troppo possente ma decisamente trasversale nella composizione e con un passaggio (breve) di leggera acidità, si ritrova poi ad avere un carattere dolce e delicatamente animale, come l'odore del fondo della borsa di una donna. (…) Profumi di tessuto, di trucchi, di portafogli, e su un foulard stropicciato, il profumo, magari il ricordo, di un uomo (questo patchouli fresco e "secco"). Il nome del profumo, Hippie Rose - ma anche il patchouli e il modo in cui di percepisce nel profumo - suggerisce una dimensione 70’s del "racconto. Mi piace questo profumo, non lo trovo nostalgico, è equilibratamente vintage, raffinato e attuale”.
Quindi anche l’aspetto “hippy” del patchouli, legato ad un certo periodo, ad un certo tipo di musica e di cultura, evidentemente è stato colto. Significa che James è stato capace di evocare un’esperienza ben precisa. Ma mentre Francesco lo avverte come un omaggio moderno, Mauro invece è piombato di colpo negli anni ’70: “E ora son qui a cantare: This is the dawning of the age of Aquarius, The age of Aquarius Aquariuuuuus! Aquariuuuuuuuuuus! Che meraviglia, si, c'è una lussuosissima rosa, ma io ci avverto di più un morbidoso patchouli senza le solite note canforate. Un'apertura al bergamotto, splendido e luminoso, come il sole che sorgendo illumina e scalda piano piano una radura ancora vibrante degli umori notturni, il patchouli e la rosa si fondono in un delicato , ma solido connubio di fragranze terrose e mielate, l'uno non prevarica sull'altro e viceversa; questo cuore sofisticato viene poi leggermente raffreddato da una nota di incenso che rende il tutto di un'eleganza straordinaria. Io chiudo gli occhi e mi ritrovo con bandana i testa, capelli lunghi, gilet a fiori sulla pelle nuda, pantaloni scampanati, a piedi nudi affondati nell'erba umida ed osservo il sole nascente; braccia protese verso il cielo a ringraziare di essere qui a godere di tanta magnificenza”.
A questo punto, che ne direste di mettere su un disco? Magari Janis Joplin, o Carlos Santana?
In ogni caso, tutti sono d’accordo sull’apertura vivace ed uforizzante, a cui fa seguito un lungo viaggio “orientale” a base di incenso, note ambrate, spezie. Ecco Giorgia: “Frizzante ... energizzante a primo impatto (bergamotto), ci si aspetta una nota insolita di rosa e poi magicamente si apre la scatola e si entra direttamente dentro un roseto, del giardino della nonna o del chiostro di un convento ... una rosa sacra che inizialmente ci presenta il suo candore, attraverso la leggerezza, l'impalpabilità olfattiva, per poi dichiararsi come la regina dei fiori regalandoci dopo 20 minuti la sua fragranza piena di rosa bulgara ... a sostenere questa sua personalità anche un garbato ma sostanziale incenso ... per darle la possibilità di rimanere ancora alla pelle il più a lungo possibile (…)” e Serena: “La fragranza ha una nota orientale che ho già sentito diverse volte, ma che non riesco a identificare. Poi emerge finalmente la rosa, che si sposa benissimo con la nota orientale e con l'incenso addolcendolo, e c'è anche qualcosa di verde e frizzante che lega tutta l'alchimia, sia nelle note di testa che al cuore. Il profumo diventa avvolgente, mi ricorda certi tramonti indiani, purtroppo visti solo in fotografia. Ma l'atmosfera è quella: calda, pigra e sensuale. La nota verde frizza come se avesse le bollicine e proprio per questo, dopo circa mezz'ora, mi ritrovo a pensare a Champagne di Yves Saint Laurent (oggi Yvresse). Hippie Rose mi ricorda quella fragranza, anche se là c'era la pesca e qui non la sento, ho la stessa sensazione. Chiudo gli occhi e vedo ancora il tramonto, i fiori di un giardino che scaldati tutto il giorno dal sole profumano la notte... Strano, ma il profumo mi evoca proprio il sole all'imbrunire. (…)Il tutto è ben strutturato e molto evocativo, ma il fiorito del profumo soccombe un po' alle note orientali“.
Alla fine, questa fragranza ha riscosso apprezzamento da parte di tutti: qualcuno ha apprezzato la struttura immediata e lineare, qualcun altro il tema portante (cioè le note usate e il modo di accordarle tra loro), qualcun altro è stato sedotto dall’evocazione precisa di luoghi ed situazioni. :-)
A tutti i commentatori che hanno partecipato va un bel GRAZIE: le vostre parole e il vostro entusiasmo hanno messo in piedi una bella chiacchierata – seppure a distanza- che ha saputo esplorare la fragranza a 360°!
E naturalmente… grazie, James per quest’esperienza!
ps
Per far filare il discorso come un dialogo a più voci è stato necessario eliminare qualche riga da un paio di recensioni e un paio di introduzioni o commenti finali, ma se ritenete importante che li aggiunga, segnalatemelo e li reinserisco.
Allora cominciamo.
Tra i concetti che caratterizzano con maggiore immediatezza i lavori di James c’è senz’altro la pulizia formale, unita ad un senso di linearità che rende i suoi profumi “diretti”, senza fronzoli, riccioli o evoluzioni secondarie impreviste.
Ed in effetti, quest’aspetto è stato colto subito fin dal primo commento, scritto da Luposenzapelo, che non ha ricevuto la fialetta perché la fragranza la conosceva già: “Conosco Hippie Rose ed il suo "nitore", classico di tutte le composizioni di Heeley estremamente pulite ed accurate nell'evocazione dei vari odori. Non è una rosa rossa, carnale e mediterranea, ma piuttosto una rosellina inglese rosa pallido che si staglia sullo sfondo verde di un prato inglese in una mattina ancora lucida di pioggia notturna”. Anche Caterina è rimasta colpita da questa linearità: “L'idea che mi sono fatta di questa fragranza è quella dell'immediatezza e della semplicità. Trovo che sia ben costruita e di facile interpretazione, la rosa ed il patchouli compaiono quasi simultaneamente e rimangono intrappolati sulla pelle per qualche ora (merito dei muschi!). Ritrovo tutto il minimalismo e la limpidezza che ispira James Heeley…”.
Se Luposenzapelo e Caterina sono stati interessati soprattutto dalla struttura della fragranza, altri commentatori si sono concentrati sul tema, cioè sulle sensazioni che offre. Come Francesco, che sta annusando il suo primo profumo di Heeley, e lo descrive così: “Una rosa fresca, avvolgente quanto basta, che dona una femminilità lieve e ariosa. Direi una rosa ispirata alla damascena, ad una rosa marocchina magari. Insieme alla rosa, subito il patchouli. Anche questo, fresco, senza troppa terra umida, anzi leggermente secco e aromatico, con delle sfumature vagamente polverose. Si sente abbastanza presto anche una nota ambrata. Un'ambra dal carattere contenuto, non troppo possente ma decisamente trasversale nella composizione e con un passaggio (breve) di leggera acidità, si ritrova poi ad avere un carattere dolce e delicatamente animale, come l'odore del fondo della borsa di una donna. (…) Profumi di tessuto, di trucchi, di portafogli, e su un foulard stropicciato, il profumo, magari il ricordo, di un uomo (questo patchouli fresco e "secco"). Il nome del profumo, Hippie Rose - ma anche il patchouli e il modo in cui di percepisce nel profumo - suggerisce una dimensione 70’s del "racconto. Mi piace questo profumo, non lo trovo nostalgico, è equilibratamente vintage, raffinato e attuale”.
Quindi anche l’aspetto “hippy” del patchouli, legato ad un certo periodo, ad un certo tipo di musica e di cultura, evidentemente è stato colto. Significa che James è stato capace di evocare un’esperienza ben precisa. Ma mentre Francesco lo avverte come un omaggio moderno, Mauro invece è piombato di colpo negli anni ’70: “E ora son qui a cantare: This is the dawning of the age of Aquarius, The age of Aquarius Aquariuuuuus! Aquariuuuuuuuuuus! Che meraviglia, si, c'è una lussuosissima rosa, ma io ci avverto di più un morbidoso patchouli senza le solite note canforate. Un'apertura al bergamotto, splendido e luminoso, come il sole che sorgendo illumina e scalda piano piano una radura ancora vibrante degli umori notturni, il patchouli e la rosa si fondono in un delicato , ma solido connubio di fragranze terrose e mielate, l'uno non prevarica sull'altro e viceversa; questo cuore sofisticato viene poi leggermente raffreddato da una nota di incenso che rende il tutto di un'eleganza straordinaria. Io chiudo gli occhi e mi ritrovo con bandana i testa, capelli lunghi, gilet a fiori sulla pelle nuda, pantaloni scampanati, a piedi nudi affondati nell'erba umida ed osservo il sole nascente; braccia protese verso il cielo a ringraziare di essere qui a godere di tanta magnificenza”.
A questo punto, che ne direste di mettere su un disco? Magari Janis Joplin, o Carlos Santana?
In ogni caso, tutti sono d’accordo sull’apertura vivace ed uforizzante, a cui fa seguito un lungo viaggio “orientale” a base di incenso, note ambrate, spezie. Ecco Giorgia: “Frizzante ... energizzante a primo impatto (bergamotto), ci si aspetta una nota insolita di rosa e poi magicamente si apre la scatola e si entra direttamente dentro un roseto, del giardino della nonna o del chiostro di un convento ... una rosa sacra che inizialmente ci presenta il suo candore, attraverso la leggerezza, l'impalpabilità olfattiva, per poi dichiararsi come la regina dei fiori regalandoci dopo 20 minuti la sua fragranza piena di rosa bulgara ... a sostenere questa sua personalità anche un garbato ma sostanziale incenso ... per darle la possibilità di rimanere ancora alla pelle il più a lungo possibile (…)” e Serena: “La fragranza ha una nota orientale che ho già sentito diverse volte, ma che non riesco a identificare. Poi emerge finalmente la rosa, che si sposa benissimo con la nota orientale e con l'incenso addolcendolo, e c'è anche qualcosa di verde e frizzante che lega tutta l'alchimia, sia nelle note di testa che al cuore. Il profumo diventa avvolgente, mi ricorda certi tramonti indiani, purtroppo visti solo in fotografia. Ma l'atmosfera è quella: calda, pigra e sensuale. La nota verde frizza come se avesse le bollicine e proprio per questo, dopo circa mezz'ora, mi ritrovo a pensare a Champagne di Yves Saint Laurent (oggi Yvresse). Hippie Rose mi ricorda quella fragranza, anche se là c'era la pesca e qui non la sento, ho la stessa sensazione. Chiudo gli occhi e vedo ancora il tramonto, i fiori di un giardino che scaldati tutto il giorno dal sole profumano la notte... Strano, ma il profumo mi evoca proprio il sole all'imbrunire. (…)Il tutto è ben strutturato e molto evocativo, ma il fiorito del profumo soccombe un po' alle note orientali“.
Alla fine, questa fragranza ha riscosso apprezzamento da parte di tutti: qualcuno ha apprezzato la struttura immediata e lineare, qualcun altro il tema portante (cioè le note usate e il modo di accordarle tra loro), qualcun altro è stato sedotto dall’evocazione precisa di luoghi ed situazioni. :-)
A tutti i commentatori che hanno partecipato va un bel GRAZIE: le vostre parole e il vostro entusiasmo hanno messo in piedi una bella chiacchierata – seppure a distanza- che ha saputo esplorare la fragranza a 360°!
E naturalmente… grazie, James per quest’esperienza!
ps
Per far filare il discorso come un dialogo a più voci è stato necessario eliminare qualche riga da un paio di recensioni e un paio di introduzioni o commenti finali, ma se ritenete importante che li aggiunga, segnalatemelo e li reinserisco.
Commenti
sono felice che tu abbia evocato Janis (Joplin); in effetti pensavo proprio a lei nel sentire queste note, profonde e sensuali come la sua musica. E' il mio mito, come sicuramente lo è per molti e questo profumo potrebbe essere proprio il suo profumo; in fondo era soprannominata "The Rose". PEACE & LOVE!!!!
Mauro :-)
Mi piacerebbe sapere che cosa ne pensi sulla linea di profumi Agent Provocateur, il mio preferito è Eau Emotionnelle. Te lo chiedo perché io non so bene come interpretarli... profumo vecchio stile o sfacciata novità? "Adesso anche le recensioni su richiesta?", ti starai chiedendo. Ebbene sì, sempre che tu ne abbia voglia.
A presto.
Serena
Con affetto Sabrina
Luposenzapelo
E no, caro Luposenzapelo, bravi soprattutto voi, per aver saputo cogliere aspetti diversi della fragranza, che messi insieme hanno dato un risultato maggiore della somma delle parti.
Io questa volta ho fatto solo taglia-e-cuci... :-)
Serena, gli Agent Provocateur li ho giusto annusati un paio di volte, ma prometto che appena passo nella profumeria che so che li tiene, mi ci soffermo con calma. E poi magari ti racconto le mie impressioni!
Sabricat ti cito "quel senso di convivialità tra persone distanti solo fisicamente" è molto bello, ed in effetti, se la rete ha anche qualche lato oscuro, è pur sempre uno strumento prezioso per avvicinare persone che abitano a centinaia o migliaia di km di distanza, permette dialoghi, chiacchierate, scambi, nuove amicizie... insomma quando la passione viaggia sulla rete, va più lontano, ed annulla ogni distanza.
Mauro, in questo caso, secondo me, è proprio questione di vibrazione: probabilmente Hippie Rose vibra toccando le stesse corde che tocca (in me) la voce di Janis. Immagino che anche tu abbia percepito lo stesso genere di vibrazione!