Esprit du Roi e Juniper Sling

Esprit du Roi è la nuova uscita della serie Penhaligon's Anthology, cioè è una riedizione, parzialmente rilavorata, di un profumo del 1983; viene definito un agrumato/boisè, e questo potrebbe far venire in mente qualche colonia o edt maschile di banale esecuzione, ma la sua complessità e le sue mille sfaccettature interessanti lo pongono decisamente ad un altro livello. Il primo impatto è agrumato di mandarino, bergamotto e cedro insieme ad alcune note aromatiche di foglie di pomodoro, menta, davana (una delle materie prime che Bertrand usa più volentieri). Nel cuore si sentono alcuni fiori di carattere come ylang ylang, geranio, gelsomino, caprifoglio, ma è nel fondo, che sono state poste alcune note che per la loro potenza e bellezza riescono a farsi percepire perfettamente già nella testa: vetiver, legni di cedro, sandalo e patchouli, muschio di quercia, ambra grigia e hyraceum, la pietra africana dall'odore potentemente animale.
Il risultato di una composizione così articolata è... articolato. Sfaccettato tanto da non capirne la componente primaria -senza che questo disturbi o renda confusa la fragranza- in ogni momento si sentono assonanze diverse: agrumi e legni,  fiori e legni, agrumi verdi e note animali, fiori e note animali, agrumi, legni e note animali, in una danza freddo/caldo, secco/ricco, ruvido/liscio che risulta sempre chiara e compatta, mai sfilacciata o senza forma. Un insieme di contrasti affascinanti che poggia sui concetti di leggerezza e luminosità. Sì, perchè sebbene tra le componenti vi siano note con un peso specifico notevole, tutto l'insieme ha la freschezza brillante di una lama di luce e la compattezza solida del muro di un caveau. Un risultato che desta ammirazione per com'è stato ottenuto, io l'ho trovato di una raffinatezza estrema. E con "raffinatezza" voglio esprimere un duplice concetto: la sensazione di indossare qualcosa di sofisticato ed elegante, e la sensazione di indossare qualcosa che ha richiesto particolare maestria per essere composto.

L'altro Penhaligon's che mi colpita è Juniper Sling, la prima fragranza “di nicchia” in cui si cimenta Oliver Cresp di Firmenich, il creatore di Angel (Mugler), Light Blue (D&G), Midnight Poison (Dior), e di moltissimi altri per Cacharel, Armani, Kenzo, Nina Ricci, Cavalli, Yves Rocher ecc. E già questo è una buona ragione per andarlo a provare. Un'altra buona ragione è che Juniper Sling nasce dall'omaggio al noto London Dry Gin, un tema Penhaligon's che di più non si potrebbe: questi gentiluomini londinesi, chiacchierando al loro Club, cos'altro potrebbero mai bere? In effetti la sensazione del Gin si sente chiara e forte, trasparente, luminosissima e pungente come dev'essere. Merito del ginepro, una nota che io adoro e che non è certo tra le più usate per il suo carattere un po' scontroso, difficile da relegare al ruolo di “comprimario”. Il ginepro ha un'indole protagonista e qui viene fatto risaltare come un diamante, accostandogli note fredde e acidule di angelica, cardamomo, amarena e vetiver, e note calde e legnosette come la cannella, il pepe nero e l'iris, con uno uno zing finale di cuoio e ambrox per dare ulteriore vigore al bouquet.
Secco come una frustata in pieno volto, limpido come un bicchiere di Gin bevuto tutto d'un sorso, Juniper Sling è un profumo d'impatto, dall'eleganza “tutta d'un pezzo” che non passa inosservato; eppure non è un profumo difficile o concettualmente sfidante, si capisce che chi l'ha composto è abituato a parlare ad un pubblico non troppo complicato da sedurre. In ogni caso, complicato o volutamente pulito e semplice, se alcuni Signori di mia conoscenza indossassero qualcosa di questo genere invece dei soliti agrumati/ozonici del tutto privi di personalità, guadagnerebbero senz'altro qualche punto (certo, non aspettatevi che i profumi facciano miracoli da soli!).
Per il nuovo corso di Penhaligon's, hip hip hurrà!

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Commenti

Audi ha detto…
adoro i profumi Penhaligon's!
Marika Vecchiattini ha detto…
:-) benvenuto tra noi, Audi!
Audrey ha detto…
Le tue descrizioni sono sempre bellissime... E' consolante constatare che non sempre le rivisitazioni dei clasici sono peggiorative.Cosa pensi del nuovo profumo ispirato a Shalimar,un classico fra i classici? e' una domanda ingenua ma sono appunto una neofita
iodine ha detto…
Accidenti, perchè i profumiPenhaligon's mi deludono sempre?! Ci provo, parto con le migliori intenzioni, ma poi c'è sempre qualcosa che mi dispiace, anche quando si tratta di opere di nasi a me cari (Elixir di OG)e/o note che amo (Orange Flowers, di BD!). Peccato! E' sempre un piacere leggerti, comunque. Ciao
Marika Vecchiattini ha detto…
Ciao Iodine, non ti deludere ;-) Probabilmente è proprio una questione di stile: lo stile Penhaligon's non fa per te, ed evidentemente anche i creatori che ti piacciono, quando lavorano per un marchio devono conformarsi a una certa estetica, o stile, e questo in qualche modo "si sente" quando annusi la composizione, ed è un bene. Succede a tutti di incontrare un marchio che proprio non ci dice niente!
Marika Vecchiattini ha detto…
Audrey, la tua non è una domanda ingenua, ogni rivisitazione o flanker (cioè una nuova versione di qualche profumo già uscito) genera curiosità ed interesse, soprattutto se ad essere coinvolto è appunto un grande classico. Ti riferisci allo Shalimar "primordiale"? Perchè l'ho sentito proprio l'altro giorno sia su mouillette che su pelle: una fragranza graziosa, costruita intorno ad un favoloso bouquet di muschi bianchi delicatissimi, che strizzano l'occhio tanto a Narciso Rodriguez quanto al primo musk di Alyssa Ashley. Un parfum de peau con un effetto sensuale, vellutato, avvolgente molto piacevole e indossabile anche se, a livello compositivo non è una creazione particolarmente impegnativa o articolata. Purtroppo, però nel nome porta la scritta Shalimar, e qui, di Shalimar si sente solo un accenno malinconico e molto, molto vago, che esce solo dopo un paio d'ore che lo indossi. Avrei trovato più rispettoso, per non fuorviare il consumatore e le sue aspettative, farlo uscire con un nome diverso, visto che con Shalimar qui non c'entra nulla. Ma evidentemente, a livello commerciale, così si assicurano vendite più alte perchè il nome di un grande classico "tira" moltissimo l'acquisto.

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