Un "bel" profumo 2
(questo post inizia qui)
La
profumeria è un'arte difficile da raccontare. A volte mancano le
parole per spiegare i concetti: ancora non abbiamo elaborato un
efficace vocabolario olfattivo. Annusare un profumo e dire “Questo
profumo contiene questa e quest'altra nota, e sebbene la struttura
compositiva sia sostanzialmente corretta e le materie prime
sufficientemente interessanti, non si sentono i valori del marchi” non è qualcosa che puoi inventare così su due piedi. E' per questo che si
rende necessario studiare anni, frequentando corsi e
specializzandosi, leggendo parecchio, studiando le materie prime,
provando a comporre per capire come interagiscono le note, scambiandosi costantemente pareri e informazioni
con chi ne sa di più (e spesso scopri che sono proprio i tuoi
lettori, a darti le lezioni più interessanti!).
Tra l'altro, metterti sempre nella condizione di chi non sa -anzichè sul piedistallo di chi sa- ti dà quell'umiltà per cui a prescindere dal fatto che un profumo sia eseguito bene o no, lo tratti con rispetto. Perchè è frutto del lavoro di qualcuno che ci ha infuso tempo ed energie, è la scelta di qualcuno che ha deciso di metterlo sul mercato, ed è l'amore di qualcuno che magari lo indossa da anni e non lo cambierebbe con nessun altro. E quando non rispetti il lavoro degli altri, nemmeno il tuo lavoro ne merita.
Tra l'altro, metterti sempre nella condizione di chi non sa -anzichè sul piedistallo di chi sa- ti dà quell'umiltà per cui a prescindere dal fatto che un profumo sia eseguito bene o no, lo tratti con rispetto. Perchè è frutto del lavoro di qualcuno che ci ha infuso tempo ed energie, è la scelta di qualcuno che ha deciso di metterlo sul mercato, ed è l'amore di qualcuno che magari lo indossa da anni e non lo cambierebbe con nessun altro. E quando non rispetti il lavoro degli altri, nemmeno il tuo lavoro ne merita.
Tra
l'altro, un profumo sbilanciato o approssimativo non è sempre
sgradevole da indossare, anzi. Io vado matta per alcuni profumi che
compositivamente sono un disastro, ma che indosso spesso perchè mi
danno gioia. Non è necessario che un profumo sia un capolavoro, per
aver voglia di indossarlo!
E
questo ci porta all'ultima riflessione: quella
sulla oggettività/soggettività delle recensioni. Scrivere un blog è
come osservare la profumeria da una posizione privilegiata: cioè
senza le costrizioni dei soldi.
Perchè
chi scrive, perlopiù nella vita fa altro, e guadagna da quest'altro
che fa. Quindi si può permettere di offrire un contributo pulito
alla discussione, privo di coinvolgimenti economici. Non che i pareri
“dal di dentro” son siano i benvenuti, anzi, ci aiutano a
comprendere meglio le logiche. Ma chi mi legge si aspetta che io,
conoscendo le logiche ma non facendone parte sia, appunto super
partes. Ed è per questo che trova gusto nel leggere quello che
scrivo.
Chi
scrive ha pieno diritto di esprimere le proprie opinioni, ma spesso si dimentica che anche il lettore ha dei diritti: ad esempio, il
diritto di sapere il perchè di certe opinioni, da chi
arrivano e con quali intenzioni vengono scritte. Quando non vedo
chiarezza sull'intenzione, quando vedo il tiro al bersaglio fine a sè stesso, io clicco esc e mi vado a cercare
qualcos'altro di più stimolante.
Ma
c'è di più: il rispetto per il lettore -anche quello occasionale,
che legge una recensione per la prima volta- impone di essere super
partes non solo rispetto al mercato del profumo, ma anche rispetto
ai propri gusti personali.
E'
importante quindi aprire il ventaglio di recensioni a 360°, parlando
anche di quello che non si indossa, che non rientra nei propri gusti,
ma è interessante per qualche altro aspetto che magari, subito, non si noterebbe. Va da sé che la parte
soggettiva della recensione (cioè “mi piace/non mi piace”) non
deve incidere per più del 20-30%, altrimenti diventa uno
sbrodolamento inutile. Il grosso di una recensione lo deve fare la
parte oggettiva, cioè la descrizione della struttura compositiva,
delle materie prime della piramide, del compositore e della sua
visione estetica, della storia
che racconta (ovvero l'intenzione creativa), della sua
storia (quando c'è), del suo nome/marketing/brand se è
significativo, ecc.
Scrivere “Questa
fragranza fa schifo perchè non mi piace/perchè è fatta male/perchè
contiene materie prime sintetiche/perchè si chiama “Primavera” e
io la primavera non la sento” non è una vera recensione, ma il
racconto dei propri gusti e inclinazioni, che può essere interessante, ma non è che crei molta cultura, o aiuti a comprendere meglio una fragranza...
Ho estratto queste riflessioni dal mio libro "L'Arte del Profumo" edito da Castelvecchi due anni fa e quasi esaurito: mi hanno fatto sapere che lo ristamperanno presto, con ulteriori aggiornamenti. Sono felicissima!
Ho estratto queste riflessioni dal mio libro "L'Arte del Profumo" edito da Castelvecchi due anni fa e quasi esaurito: mi hanno fatto sapere che lo ristamperanno presto, con ulteriori aggiornamenti. Sono felicissima!
Commenti
Grandissima Marika, hai sintetizzato in poche frasi il compito del perfetto blogger di profumi
Invece ti consiglio (ma da antropologa, quindi da tutt'altra prospettiva rispetto alla tua) la lettura de Il sapore del mondo. Un'antropologia dei sensi di David Le Breton: il capitolo dedicato all'olfatto è illuminante, e un vero piacere! :-)
Anna, la firma "virtuale" va benissimo!