Profumeria Italiana (3/4)
Tra le fragranze dimenticate ricordo Nino Cerruti, un maschile legnosissimo, caldo e
avvolgente, che sarebbe interessante anche adesso; sempre tra i
maschili Armani Pour Homme (1984) tutto agrumi freddi e note
aromatiche racchiuse in un fondo di muschio di quercia: un'ottima
alternativa, fresca e naturale all'Eau Sauvage (sì, io lo
preferisco); se riuscite a metterci le mani sopra provatelo e non ve
ne pentirete. Se i maschili classici vi garbano, ricorderei anche
Trussardi for Man (1983), un aromatico dal carattere ruvido e
campestre che diventa speziato e cuoiato col passare delle ore.
Tra i femminili mi va di ricordare Paillettes (Enrico Coveri, 1982) uno tra i primi fioriti-fruttati: all'apertura frizzante di agrumi e pepe rosa si affiancano subito fresia, orchidea (?), iris, e legno di sandalo, una combinazione davvero scintillante come paillettes colorate, euforizzante come una coppa di champagne, carico della stessa gioia e sense of humour che questo stilista sfortunato (deceduto nel 1990 a soli 38 anni) metteva nei suoi abiti.
Tra i femminili mi va di ricordare Paillettes (Enrico Coveri, 1982) uno tra i primi fioriti-fruttati: all'apertura frizzante di agrumi e pepe rosa si affiancano subito fresia, orchidea (?), iris, e legno di sandalo, una combinazione davvero scintillante come paillettes colorate, euforizzante come una coppa di champagne, carico della stessa gioia e sense of humour che questo stilista sfortunato (deceduto nel 1990 a soli 38 anni) metteva nei suoi abiti.
La Perla (1987) era uno chypre classico
e conturbante, con limone e bergamotto affiancati da una manciata di
spezie fredde (coriandolo, cardamomo), un accordo fiorito classico
nel cuore (rosa, gelsomino, yalng, iris, miele), patchouli, vetiver,
benzoino e legno di sandalo nel fondo. Una fragranza “da
pelliccia”, dotata di una proiezione e di una persistenza
imparagonabili.
Byblos (1990) nel famoso flacone tondo
di vetro blu: un fiorito fruttato decisamente moderno, meno
equilibrato e quindi più interessante di molta roba simile che gira
nei negozi, una spremuta di frutti bosco dal cuore fiorito (mimosa,
mughetto, giglio, iris, eliotropio).
Per non parlare della fortunata serie
di Krizia (K, Krazy, Teatro alla Scala...), fragranze con un gusto
così italiano da essere finite... fuori moda. E dico “purtroppo”, perchè il gusto italiano, nella profumeria, permetteva di creare
fragranze con un'anima: riannusandole adesso, a distanza di
venti-trent'anni è impossibile non accorgersene. Anzi, il rischio è
di farsi scendere una lacrimuccia di nostalgia pensando a quanto
erano perfette fragranze come La Perla o Theorema (Fendi), soprattutto
paragonandole a quello che la profumeria offre oggi.
I
marchi italiani, i profumi non solo li sapevano far comporre bene, ma
li trattavano come un'estensione della loro couture: è
impressionante quanta rispondenza c'era tra un marchio di moda e il
profumo che proponeva sul mercato! Andate ad annusarli, e lo noterete
immediatamente. In base al marchio che le faceva comporre le
fragranze italiane di quegli anni potevano essere eleganti e dorate
come una prima al Regio di Parma, o understated come una camicia di
lino bianco, ma sempre dotate di un nonsochè di riconoscibilmente
italiano, legato al marchio.
Se dovessi definire il gusto italiano nella profumeria, lo
definirei come una sensazione tattile. I profumi italiani condividono
qualità di presenza e spessore, una texture che offre sensazioni
simili a quelle di un abito o un cappotto (forse, il fatto che gli
attori della profumeria italiana fossero soprattutto stilisti,
sosteneva e ampliava quest'aspetto). Si posano su chi li indossa, e
lo ricoprono con una personalità prepotente ed estroversa. Se
fossero donne, avrebbero i fianchi larghi e la risata sonora,
sarebbero esuberanti, generose ma guai a non prenderle sul serio!
Avrebbero il volto dolce e la sontuosità di Sophia Loren e Monica
Bellucci, oppure sarebbero angolari e interessanti come Fiorella
Mannoia o Sabrina Impacciatore. La profumeria del genere “muschio
bianco/Fresh&Clean/odore di pulito” non sarebbe mai potuta
nascere in Italia: siamo un popolo abituato alle carni nude di
Michelangelo, ai colori vellutati di Raffaello... amiamo le
sfumature, quel chiaroscuro infinitamente modulabile che nasconde -o
rivela- l'individualità di ognuno di noi. E così era la profumeria
italiana: una lavoro intorno alle infinite sfaccettature della personalità
umana.
Commenti
Dan le vent, che io personalmente ho scoperto solo nel 1998, era così aereo, verde, fresco, ventoso ma nello stesso tempo intenso che tutti mi dicevano quanto fosse buono.
Ricordiamo che la contessa Donatella Pecci Blunt, proprietaria a Roma dell' omonimo palazzo storico, è stata negli anni80-90 animatrice dei grandi salotti, dove si ritrovava l' intellighenzia italiana ed estera e dove si incontravano amabilmente i principali leader politici dell' epoca.
Invece di Ungaro qualcosa di mi ricordo, e soprattutto il maschile.
Fishlady, Byblos era un gioiellino fruttato-poudrèe che mi piaceva assai-ssimo!
Anonimo, non sapevo che Lei di Lancetti fosse firmato da Mark Buxton, guardo se ce l'ho in archivio e me lo vado ad annusare. Aria di Missoni era molto bello, se me lo ricordo bene, caldo tondo, corposo, con un fondo di resine/legni/tabacco... Fai bene a comprarteli quando li incontri, sono profumi molto coinvolgenti, molto più di quelli a cui siamo abituati oggi!
Ora come ora non riesco a trovare più nulla di interessante, è tutto troppo "uguale", come codificato, replicato, senza anima e senza creatività oggettiva....
Per questo.... me li faccio da me;
...e, quando e se vorrai, e se ti può far piacere, vorrei farti sentire il mio.....e solo mio.. Vlad.
Ciao Marika
Mauro
Mi firmo perchè non posseggo un account qui. Ti leggo sempre Marika con grande piacere.
Paola ( Milano)
Spero di non aver fatto pasticci con l'invio!
Mauro, rieccoti qui! Sì, Missoni era proprio bello, caldo, vibrante di "colore", e per Cerruti -visto che lo indossava il mio papà- ho proprio un debole. Oggi i profumi si fanno col gas-cromatografo, in pochi mesi di lavoro... e il risultato finale in effetti è molto diverso! Dai, quando vuoi, fammi sentire Vlad! Scrivimi!