La Fille de Berlin (Lutens/Sheldrake per Serge Lutens, 2013)
L'altro giorno ero alla Rinascente di Genova e girellavo nello stand di Serge Lutens/Shiseido, guardando con curiosità le due uscite che ancora non avevo annusato (mea culpa): "Laine de Verre" e "La Fille de Berlin".
In realtà speravo anche di incontrare Fabrizia, che gestisce con grazia il corner di Serge Lutens (foto sotto). Quando vado da lei sono contenta perché non è facile trovare persone capaci di unire competenza ed entusiasmo, che abbiano passione per il brand che propongono e che sappiano trasmettertene i valori con eleganza, cioè senza mai spingere o esagerare...
Mentre chiacchieravamo mi ha spruzzato su un polso la "Fille de Berlin", e poiché mi divertiva l'idea di vedere sulla pelle questo liquido rosso fuoco così insolito (troppo trasparente per essere sangue, e soprattutto apportatore di gioia invece di dolore), dopo un po' ho chiesto uno spruzzo anche sull'altro polso.
E poi nell'incavo del gomito. Niente, il colore vivo e la consistenza mi intrigavano parecchio, e così continuavo a spruzzare senza ritegno.
E mentre le nostre chiacchiere andavano avanti, il mio cervello registrava "Bello questo Lutens! E piuttosto costoso, anche!"
E' tanto che non vi parlo di Lutens, e mi piace riprendere il filo dicendo che La Fille de Berlin è una delle più belle fragranze alla rosa annusate quest'anno, e che è un vero Lutens: sofisticato, elegante, ricco in maniera quasi tattile, più che un profumo è una coreografia olfattiva che ti permette di viaggiare in un Altrove meraviglioso.
La preziosa rosa turca si percepisce immediatamente: rossa fuoco, fulgida, vellutata, adulta, contornata da poche e selezionate materie prime tra cui spezie (un pepe rosa frizzante e un pepe nero misterioso), muschio, legni...
Ma sebbene la rosa rappresenti il fulcro attorno a cui è stata costruita la fragranza, non è lei la protagonista: questo è uno di quei profumi in cui tutte le materie prime sono al servizio della storia, e quindi la protagonista non è la rosa, ma la Fille, la Ragazza di Berlino (forse, Marlene Dietrich).
Quando la vedi per la prima volta lo sai che è proprio lei, anche se nessuno te l'ha presentata; la osservi attraversare la stanza su uno stiletto di vernice rossa da 12 cm -la sua bellezza algida e crudele monopolizza l'attenzione di uomini e donne- la voce roca, sensuale ha quei sottotoni scuri che ti inquietano mentre ti attraggono, lo sguardo altero ti impone di avvicinarti solo per avere il piacere di respingerti un attimo dopo...
Nonostante l'ispirazione rètro si percepisca perfettamente, questa è una fragranza assolutamente contemporanea, indossabile e godibile oggi, da donne e uomini sensibili all'eleganza.
Quello che la rende speciale, come molte altre fragranze di Lutens, è proprio la capacità di farti viaggiare. La spruzzi e bam! vieni catapultato in un film in bianco e nero, avvinghiata ad una pericolosa spia russa con cui stai per fare cose meravigliose e inenarrabili, di cui ti pentirai per il resto della vita.
La fragranza dura tre orette sulla pelle (visto il colore acceso è meglio non spruzzare sugli abiti)... una longevità discreta, ma Lutens sa fare anche di meglio, e questa rosa splendida lo meriterebbe.
ps
Questa è un fragranza di quelle che, indossate dall'uomo giusto, fanno miracoli.
In realtà speravo anche di incontrare Fabrizia, che gestisce con grazia il corner di Serge Lutens (foto sotto). Quando vado da lei sono contenta perché non è facile trovare persone capaci di unire competenza ed entusiasmo, che abbiano passione per il brand che propongono e che sappiano trasmettertene i valori con eleganza, cioè senza mai spingere o esagerare...
Mentre chiacchieravamo mi ha spruzzato su un polso la "Fille de Berlin", e poiché mi divertiva l'idea di vedere sulla pelle questo liquido rosso fuoco così insolito (troppo trasparente per essere sangue, e soprattutto apportatore di gioia invece di dolore), dopo un po' ho chiesto uno spruzzo anche sull'altro polso.
E poi nell'incavo del gomito. Niente, il colore vivo e la consistenza mi intrigavano parecchio, e così continuavo a spruzzare senza ritegno.
E mentre le nostre chiacchiere andavano avanti, il mio cervello registrava "Bello questo Lutens! E piuttosto costoso, anche!"
E' tanto che non vi parlo di Lutens, e mi piace riprendere il filo dicendo che La Fille de Berlin è una delle più belle fragranze alla rosa annusate quest'anno, e che è un vero Lutens: sofisticato, elegante, ricco in maniera quasi tattile, più che un profumo è una coreografia olfattiva che ti permette di viaggiare in un Altrove meraviglioso.
La preziosa rosa turca si percepisce immediatamente: rossa fuoco, fulgida, vellutata, adulta, contornata da poche e selezionate materie prime tra cui spezie (un pepe rosa frizzante e un pepe nero misterioso), muschio, legni...
Ma sebbene la rosa rappresenti il fulcro attorno a cui è stata costruita la fragranza, non è lei la protagonista: questo è uno di quei profumi in cui tutte le materie prime sono al servizio della storia, e quindi la protagonista non è la rosa, ma la Fille, la Ragazza di Berlino (forse, Marlene Dietrich).
Quando la vedi per la prima volta lo sai che è proprio lei, anche se nessuno te l'ha presentata; la osservi attraversare la stanza su uno stiletto di vernice rossa da 12 cm -la sua bellezza algida e crudele monopolizza l'attenzione di uomini e donne- la voce roca, sensuale ha quei sottotoni scuri che ti inquietano mentre ti attraggono, lo sguardo altero ti impone di avvicinarti solo per avere il piacere di respingerti un attimo dopo...
Nonostante l'ispirazione rètro si percepisca perfettamente, questa è una fragranza assolutamente contemporanea, indossabile e godibile oggi, da donne e uomini sensibili all'eleganza.
Quello che la rende speciale, come molte altre fragranze di Lutens, è proprio la capacità di farti viaggiare. La spruzzi e bam! vieni catapultato in un film in bianco e nero, avvinghiata ad una pericolosa spia russa con cui stai per fare cose meravigliose e inenarrabili, di cui ti pentirai per il resto della vita.
La fragranza dura tre orette sulla pelle (visto il colore acceso è meglio non spruzzare sugli abiti)... una longevità discreta, ma Lutens sa fare anche di meglio, e questa rosa splendida lo meriterebbe.
ps
Questa è un fragranza di quelle che, indossate dall'uomo giusto, fanno miracoli.
Commenti
Sono una nuova lettrice del blog.
Nonostante io (per ora) non conosca bene i profumi, sono comunque interessata a questo mondo.
Perciò... eccomi qui.
P.S.: Sto leggendo "Il linguaggio segreto del profumo" e mi piacerebbe fare nel mio blog una recensione sul libro. Posso?
L'Aedes devo ancora annusarlo... ma visto che me lo segnali, immagino ne valga le pena! :-)
A proposito di rose...Hai già avuto modo di sentire le due ultime uscite di Terry de Gunzburg,Infernale e Rouge? Mi attirano molto, mi piaceva sentire le tue impressioni...
Ciao :-)