Bogue Profumo
Un giorno ho aperto piccoli preziosi
flaconi a Istanbul
Un giorno un amico mi ha regalato un
distillatore
Un giorno a Pechino il tempio taoista
era una nuvola bianca
Un giorno in un bosco il profumo delle
foglie cadute era il bosco
Un giorno i fiori dei limoni in
campagna mi sono rimasti in mano
Oggi ho deciso di condividere con voi
gli odori che amo"
Quando sono entrata nel sito di Bogue
Profumo (sito qui) e ho letto queste righe, mi sono commossa. Perché non è
facile parlare di odori, e non è facile spiegare agli altri cosa gli
odori significhino per noi. E quando qualcuno ci prova e ci riesce,
io riconosco la potenza di quella cosa lì, quella cosa che senti
dentro e a cui non puoi opporti, quella che ti spinge a correre
dietro ad uno sconosciuto per chiedergli che profumo indossa, che ti
spinge ad uscire sotto la pioggia solo per sentire l'odore di asfalto
bagnato, che ti spinge a cercare giacinti di tutti i possibili
colori, perché ad ogni colore corrisponde un odore diverso, quella
cosa lì per cui non puoi fare a meno di pensarci in continuazione, e
di scriverne. Oppure, nel suo caso, di comporli.
Antonio Gardoni è l'autore di quelle
parole e quando l'ho conosciuto, qualche mese fa, sono stata
piacevolmente travolta dalla sua autenticità, una cosa rara che io
apprezzo veramente tanto. Così ho avvicinato i profumi Bogue già
con un debole per questo marchio. Ho potuto indossare sia Maai che
O/E e quello che ho percepito è stato un netto stacco con tutta la
produzione italiana che conosco. Penso a quanto siano indossabili e
voluttuose, ricche, coinvolgenti, aperte e comunicative le fragranze
italiane uscite negli ultimi anni da Villoresi, MC Gentile,
Alessandro Gualtieri, Nobile 1942, Xerjoff, Antonio Alessandria, Meo
Fusciuni, Acampora, Uermì, Bois 1930, Olfattology, Nu-Be e tutti
quelli di cui mi sto dimenticando, e quanto invece queste fragranze
di Bogue "suonino" diverse. Hanno qualcosa di ombroso,
selvatico, non omologabile, quasi come se fossero state composte da
qualcuno che sente l'armonia odorosa in una maniera diversa da noi.
Insomma, sono proprio diverse. Intanto sono romantiche; e per
romantiche non intendo "crinoline e svenimenti", intendo lo
Sturm und Drang dell'anima, quella roba selvaggia e indomabile che
non si assoggetta alle regole sociali e ti costringe a desiderare
quello che ti ucciderà. Sono le fragranze che avrebbe composto
Heathcliff per Catherine, se lui avesse conosciuto la profumeria.
Le apprezzo proprio perché non privilegiano l'indossabilità,
la perfezione formale, ma l'immaginario olfattivo di chi le ha
composte.
Evidentemente questa caratteristica ha
destato parecchia attenzione, soprattutto all'estero; infatti è
stato chiesto ad Antonio di prestare una delle sue creazioni alla proiezione del film "Scent Of Mistery", che nel 1960
proponeva al pubblico l'esperienza dell'Odorama, e che oggi è stato
restaurato e viene riproposto con tecnologie più moderne (ne riparlerò in un prossimo post). Segue
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