Francesca Bianchi: Luxe, Calme, Voluptè (2022)
In questo periodo sto indossando diversi profumi di Francesca Bianchi e devo ammettere che mi piacciono tutti, e tutti per lo stesso motivo: il contrasto assolutamente unico tra le formule ricche ed opulente, e una radianza gentile, mai opprimente.
Spiego meglio. I profumi di Francesca condividono tutti delle textures morbide e ricche; sono fragranze complesse, multisfacettate, arricchite da materie prime ricercatissime, capaci di offrire una tridimensionalità impareggiabile.
Hanno presenza. Respirano, come animali vivi.
Eppure, tutta questa ricchezza, tutta questa vitalità esuberante e sensuale, non urla.
Se questi stessi profumi -uguali identici- fossero stati composti negli anni '80 nessuno avrebbe potuto avvicinarsi, perchè il loro ruggito avrebbe stecchito chiunque a metri di distanza. Invece Francesca riesce a farli emergere dalla pelle sovrapponendo sfumatura a sfumatura, senza strafare, cesellando le sensazioni al millimentro perchè giungano all'olfatto in maniera gentile, in ondate successive, stratificandosi. Il risultato, indossandoli, è come svegliarsi da un sogno e riemergere alla consapevolezza pian piano. Mi ricordano i volti delle Madonne di Leonardo. Mai un contorno netto, o una luce schioccante, i suoi personaggi emergono dalla tavola grazie a linee delicatissime sovrapposte strato su strato.
Tutto ciò che è vivo vibra, e quasi mai ha dei contorni perfettamente definiti. Un po' di quel che noi siamo, si scioglie sempre nell'aria intorno a noi, e Francesca lo sa.
Per me, questa è Maestria.
Provateci... vediamo se ci riuscite.
Detto questo, mi pare che Luxe, Calme, Voluptè sia il mio preferito finora, grazie ad un accordo fiorito dai toni verde smeraldo, amari e secchi, di grande carattere, degno della migliore tradizione italiana, immerso in una cornice ambrata di rara opulenza, carica di legni e resine preziose. Un gioiello di complessità crespuscolare, che invita a cercare (dentro di sé) il posto giusto per abbandonarsi al piacere.
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