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Muschio Blu (Il Profumo)

Mi ricorda qualcosa tra l'aerea dolcezza del Musc Alize di CSP e la pulizia del Muschio bianco del Body Shop. Classico, elegante, avvolgente e insieme pulito e secco. Un ottimo muschio, ma è un muschio blu, forse ancora più pulito e secco di quello bianco. Per donne che camminano con la schiena drittissima e amano le camicie bianche col colletto tirato su.

Musc (Bruno Acampora)

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Pare che Acampora lo produca sempre nello stesso modo dagli anni ’70 e la formula non sia cambiato per niente negli anni. Come lo applichi, basta una goccia appena, sprigiona un aroma quasi di funghi porcini! Funghi porcini in un bosco umido e caldo, ricorda il Musk di Villoresi (che ha uno spunto di dolcezza malinconica, che invece Acampora non ha). Questo aroma è sontuoso, pesante, emanato da una pantera nera che respira nell'umidità, in mezzo a legni marciti e morbide palle di muschio di quercia. Ma dopo un quarto d'ora lentamente arriva l'alba, e la luce inizia a filtrare tra i rami degli alberi, illuminando questo sottobosco che pian piano si sveglia, mentre una rugiada leggermente aromatica si asciuga sulle foglie degli alberi. E’ allora che la pantera nera si sveglia ed inizia a camminarti addosso. Pur restando molto attaccato alla pelle, questo profumo crea intorno a chi lo indossa come una nuvola aromatica riconoscibilissima: carnale, terrena, erotica. Originale e...

Musc for her (Narciso Rodriguez)

Fragranza delicatissima, una nuvola impalpabile ma avvolgente. Come tutti i profumi in olio all'inizio sembra che non sappia di niente, ci mette un pò per scaldarsi e sprigionare la sua delicata fragranza, ma quando lo fa è inarrestabile ed ha una persistenza infinita. Pur non essendo mai invadente. E' così discreto, e resta così vicino alla pelle, che sembra fondersi con essa. Come tipo, è un muschio bianco, a cui hanno avvicinato dei fiori d'acqua tipo mughetto, loto, forse un lillà (non sono riuscita a trovare la piramide). Non è il mio muschio perchè io lo preferisco più carnale, ma è piuttosto originale, e molto, molto femminile. Di una femminilità pura, incontaminata, romantica. Mi regala l’immagine di una ballerina classica alla sbarra: la tutina da danza in garza rosa, i capelli raccolti e l'espressione concentrata.

Apres L'Ondèe (Guerlain, 1906)

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Un profumo creato per far rivivere la freschezza dolce dell’aria dopo un acquazzone. Ha l'eleganza di un acquarello, è dolce, umido, terroso, sa di violette e felci bagnate. E' leggerissimo, eppure ti entra nella testa e non se ne va più. Una brezza di neroli e mirtillo, che scivolano nella mimosa, nella violetta e nell’iris, per finire con benzoino, vaniglia ed eliotropio. Un aroma grazioso, ingenuo, luminoso, semplice. Semplice in maniera positiva: lo annusi, ne vuoi ancora, poi lo indossi... e solo allora capisci che non è affatto un profumo "facile". Tutt'altro. Per me è un vero capolavoro, incredibile, e assolutamente senza tempo. Perché potrebbe essere stato fatto ieri mattina, come negli anni ‘70, come nei ’40. Invece ha più di cen'tanni. E poi perché si porta sempre: lo amo in estate quando mi rinfresca l’anima (questo è un profumo “freddo”), in autunno, perché è in armonia con i primi piovaschi che inumidiscono gli aromi tardoestivi, in inverno per ri...

"Doblis" (Hermes, 1955, ried. 2005)

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Creato da Guy Robert nel 1955 e rieditato nel 2005 in numero limitato, questo è stato uno dei primi profumi a base di cuoio; il termine "Doblis" indica proprio una qualità molto morbida e pregiata di pellame per oggetti. Il profumo è in un flacone uguale a quello di Calèche, ma il liquido è più chiaro. In qualche momento, me lo ricorda pure, anche se alla base non ci sono elementi in comune. Mi ero lavata i polsi apposta, così me lo sono fatta spruzzare direttamente sulla pelle. E sonoo entrata in Paradiso. La prima nota che ho sentito è stata quella pungente del coriandolo, ammorbidito e bilanciato perfettamente dalla camomilla. L'altra nota pungente (il timo) è scomparsa quasi subito. Nel cuore c’è assoluta di rosa e gelsomino. La rosa su di me si è sentita poco e niente (e meno male, perchè non mi appassiona), mentre il gelsomino ha preso il sopravvento... un gelsomino secco, splendente; non so come spiegare il contrario di cremoso e soffice. Smaltato, brillante. E com...

Parfum Sacrè (Caron, 1990)

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Un orientale caldo, sensuale,Legni preziosi e resine antiche: la terra, il bosco, la saggezza e la nobiltà d'animo. Aprono il pepe ed il cardamomo, poi il gelsomino e la rosa, per chiudere con mirra, ambra, vaniglia, muschio, zibetto. E’ dolce, come una carezza con un guanto di seta.Quando ho indossato questo profumo la prima volta, mi si è accesa l'immagine di un grande falò nel buio, in una radura. E c'è una dama, a metà tra una principessa ed una fata dei boschi, con una ricca veste di damasco dorato lavorato a grandi fiori color arancio. E' sola nel buio della radura, i lunghi capelli sciolti, ferma in piedi e completamente assorta a fissare, questo grande falò, da cui salgono i profumi balsamici dei legni e delle resine che bruciano, e le sue vesti e i suoi capelli s'impregnano di questo fumo sacro. Molto particolare, non tutti lo ameranno.

Lys (St. Barth)

Sabato, mentre ero a Noli e stavo scegliendo in quale vicoletto fresco fresco prendere l'aperitivo, ho fatto un giro in un'erboristeria. Lì avevano il profumo Lys di St. Barth.Mi sembrava di ricordare che l'aroma del giglio non fosse ancora stato catturato e che i profumi al giglio cercassero, mettendo insieme aromi diversi, di riprodurlo ma senza avvicinarsi molto alla realtà. Per curiosità sono entrata e ho chiesto di provarlo. A parte la persistenza davvero eccezionale (ma lo sapevo già, conosco già il Tiarè di St. Barth e se lo spruzzo al mattino, la sera è ancora lì), mi ha colpita l'aroma. Niente di vicino ai gigli che mi ricordo. Mi ha fatto venire in mente un coro che canta in tonalità diverse, ma con tutte le voci insieme dall'inizio alla fine. E' un pò piatto, sì, ma non in modo sgradevole. E' come se non volesse, essere sfaccettato.Apre la violetta, poi la tuberosa e il gelsomino, chiude il muschio. Ma, come dire, sono tutti già lì, dall'inizi...

Shalimar (Guerlain, 1925)

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Versione vecchia, ovviamente. Dell'ennesima versione modificata, uscita un paio d’anni fa e che ora si trova in tutti i negozi, non sono ancora in grado di parlare. Forse, quando mi riprenderò dallo choc. Sono diventata matta a cercarlo, perchè le grandi catene rinnovano spesso il magazzino e rendono i vecchi invenduti, così ho dovuto cercare in quelle piccole. In centro storico ne ho trovata una che sta  lì dagli anni '50 e ad occhio non ha mai cambiato l'assortimento... ci sono ancora un sacco di Caron! E' lì che ho trovato il mio Shalimar: l’ho spruzzato e… puf! mi ha raccontato ancora una volta l’intramontabile storia d’amore tra lo Shah Jahan e l’adorata moglie Mumtaz Mahal, per la cui morte lui si disperò tanto da volerne rendere eterno il ricordo, facendole costruire la tomba più bella del mondo: il Taj Mahal.   Shalimar: ovvero "la dimora dell’amore", ma anche l’orientale più famoso del mondo, creato nel 1925 da Jacques Guerlain,  un profumo avvo...

Insolence (Guerlain, 2006)

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Dopo le innumerevoli Acque Allegorie, L’Instant, Champs Elysées, avevo paura che anche questo fosse una delusione, invece mi è piaciuto. E’ vero, somiglia ad Apres l'ondèe, anzi è come se lo citasse -anche in maniera molto riconoscibile- ma nel contempo lo "aggiornasse" rendendolo più accattivante, ma non in senso esclusivamente commerciale: voglio dire accattivante per il nostro naso da 21esimo secolo. Mi sono sentita un pò ignorante, perchè questo andamento "a spirale" di cui si è parlato non l'ho riconosciuto. Semplicemente, tutte le note si sentono dall'inizio alla fine, in alternanza, e non c'è una vera e propria evoluzione della fragranza in senso stretto. Qualcuno potrebbe trovarlo un pò banale o confuso per questo, diciamo poco sviluppato, ma l'accordo è davvero buono, e il fatto che dopo due-tre ore sia sempre lì, sempre uguale, solo un pò più "caldo", a me non è dispiaciuto per niente. Ha una violetta brillante, lamponi, e la ...